Once Upon a Time, 'Not Hook, just Killian' di Kerri su EFP Fanfiction

Lo fissai. I miei occhi erano fessure, i suoi blu come l’oceano che aveva dentro. Che cosa ci trovava in me? Perché continuava ad insistere? Avevo da poco perso Neal e il dolore mi lacerava ancora. Non era il cuore a farmi male, no. Era qualcosa vicino lo stomaco, come se qualcuno continuasse a tirarmi dei pugni. Davvero credeva che sarei riuscita ad amare di nuovo? Dopo esser stata abbandonata in prigione e aver quasi sposato una scimmia volante?
No, grazie. Passo.
Ed Henry? Dovevo pensare a mio figlio. Lui non ricorda neanche di averlo conosciuto, suo padre. Non ricorda niente della sua vita qui a Storybrooke. Forse è meglio così dopotutto. Soffrirebbe troppo. Non voglio rovinare la sua vita, le sue sicurezze appena conquistate, la sua fiducia in me, la sua felicità. So che erano tutte bugie, che sono tutte bugie, ma la nostra vita a New York era reale. L’ultimo anno è stato reale. Le nostre serate al cinema, le nostre chiacchierate, le partite ai videogame, i suoi nuovi amici, la scuola, il mio lavoro…
Tutto perfetto. Finché un uomo con un uncino al posto della mano sinistra ha bussato alla mia porta e ha sconvolto tutto.
Dopo tutto quello che ho passato, sono ben poche le cose che mi stupiscono.
“Sono la figlia di Biancaneve e il Principe Azzurro, piacere!”
Tuttavia scoprire che Walsh, l’uomo gentile che stavo quasi per sposare, era in realtà un animale volante mandato a controllarmi dalla perfida strega dell’Ovest, mi ha letteralmente demoralizzato.
Non ci sarà mai pace per la Salvatrice, mai normalità, mai tranquillità.
« Allora Swan, mi stai ascoltando? »
La voce dell'uomo che ho di fronte mi riporta al presente.
« Devo dirti una cosa Swan. »
Uncino si dondolava avanti e indietro, lo sguardo basso e le braccia incrociate. Non l’avevo mai visto così. Lui, il pirata più temuto di tutti i tempi, il dongiovanni per eccellenza, crudele, ipocrita e doppiogiochista sembrava… insicuro.
« Parla Uncino, non fare troppo il misterioso. Non ho tempo da perdere » dissi con il mio solito tono tagliente, il tono che utilizzavo da tutta la vita per impedire che le mie mura di difesa crollassero.
Abbozzò un sorrisetto.
« Riguarda Neal »
I pugni ripresero e le lacrime mi punsero gli occhi.
« È colpa mia, Swan. Se io non gli avessi permesso di venire a cercarvi a quest’ora sarebbe ancora vivo…»
La sua voce è un po’ incrinata ma non mi importa. So che anche lui teneva a Neal, ma non mi importa. Cercai di assimilare le sue parole.
« Tu…cosa?! »
La mia rabbia esplose, repressa da troppo tempo. Tutta la mia frustrazione fuoriesce e si scatena contro Uncino. Comincio a battere pugni sul suo torace e le lacrime iniziano a sgorgare silenziose.
« Tu, tu… perché? Perché gliel’hai permesso? »
Una vocina, dentro di me, diceva che in fondo non è stata colpa sua. Il destino del padre di mio figlio era già segnato.
Ma non mi importava. Davanti a me non c’era più Uncino.
Vedevo Neal, il mio primo amore, che mi aveva abbandonato, che non aveva mai smesso di amarmi, che era morto per salvare la sua famiglia.
Vedevo mia madre, così coraggiosa, così ottimista anche nei momenti più oscuri. Avrei voluto essere come lei, avere un minimo della sua forza.
Vedevo mio padre impugnare una spada per proteggere ciò che più amava. Le sue grandi mani erano strette attorno al manico dell'arma, le stesse mani che, da piccola, non mi avevano mai abbracciato.
Vedevo Henry e la sua fiducia in me, i suoi sorrisi.
Basta.
Non ce la faccio, è qualcosa di troppo grande perfino per me, per la Salvatrice. Non voglio deludervi, vi amo con tutta me stessa.
Continuai a piangere e a picchiare Uncino. Avevo bisogno di sfogarmi e lui non disse niente, forse capì. Dopotutto era diventato piuttosto bravo a leggermi dentro.
Lasciò che continuassi finché la forza non mi abbandonò. Le braccia mi si afflosciarono morte lungo il corpo. I capelli mi ricadevano sulle spalle, coprendomi la testa bassa e ancora singhiozzante.
Non avevo il coraggio di rialzare la testa, di guardarlo ancora. Non sapevo cosa ci facesse ancora lì, dopo tutto ciò che gli avevo urlato.
« Aveva il mio stesso sguardo »
Alzai lentamente la testa.
« Che sguardo? »
« Quello che avevo quanto ti ho detto addio, quando ho bussato alla tua porta a New York o semplicemente quello che ho tutte le volte che ti vedo. »
Non dissi niente, lasciai che proseguisse.
« Lo sguardo di un uomo innamorato e disperato. Talmente disperato da fare cose stupide e senza senso per le persone che ama. »
« Tu, le cose stupide e senza senso le fai comunque » dissi, ritrovando un po’ del mio sarcasmo finito chissà dove in quel momento.
« Sì, probabilmente hai ragione »
Sorrise.
« Perché mi dici tutte queste cose, Killian? »
Mi guardò negli occhi. Erano talmente blu, talmente intensi che, per un attimo, mi sentii in balia dell’oceano.
« Perché non voglio avere segreti con te, Swan. Per te non voglio essere un pirata, ma un uomo. »

Grazie Lettore o Lettrice per aver letto questo racconto! Sono nuova di qui e questa è la prima Fan Fiction che pubblico. Spero ti sia piaciuta e spero di essere riuscita a descrivere al meglio i sentimenti di Emma e di Uncino.
Questo “Missing Moment” va da collocare subito dopo la morte di Nial.
Sarò più che felice di ricevere da te un piccolo commento o recensione per riuscire a migliorare tutto quello che c’è da migliorare!
Grazie per essere arrivato fin qui nella Lettura.
Spero di pubblicare qualcos’altro.
Un abbraccio.
Kerri