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Autore: Lady K    15/07/2014    3 recensioni
AU, ma non troppo: in questo mondo parallelo di Detective Conan tutti gli esseri umani sono accompagnati da piccole creature simili a gatti chiamate Nekodachi. I gatti come li conosciamo noi non sono mai esistiti.
Tutto ha inizio col Nekodachi di Conan. Mentre intorno a lui si diffondono i misteriosi Crazydachi, lui deve combattere con i suoi sentimenti.
Quello che prova è sbagliato? E' anche lui un Crazydachi, come Heiji o Jodie?
...E dopo un piccolo gesto, lì su quel divano, tutto cambiò...
Tributo alla AixConan, 1999-2004.
Rating giallo per la lieve presenza di sangue/ferite in alcune scene.
[FF restaurata: è stata ripulita da errori di grammatica/battitura/codice html e altro.
Lo stile di scrittura rimane comunque quello vecchio.]
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Quasi tutti, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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nekodachi capitolo 5
Quinto capitolo, here we go! =D

The Nekodachi


Capitolo 5

Conan e Ai camminavano ormai da cinque minuti nella più completa oscurità. Il Nekodachi in testa, riuscivano a capire dove era l'altro solo grazie ai sensi dell'udito e dell'olfatto. Ad un certo punto la scienziata percepì che Conan si era fermato di botto; per un pelo lei non gli andò addosso.
-S-scusa...- mormorò.
-Qui c'è qualcosa...- la informò lui.
Aveva ragione: Ai mise a fuoco coi suoi occhi da felino e riuscì a vedere un lungo nastro appeso - ipotizzò lei - tra due alberi. Su di esso c'era una scritta, ma non fu in grado di leggerla talmente il buio inondava il tutto.
-Pensi che sia... il nastro che mettono i poliziotti? Pensi che sia avvenuto...?-
-...un'omicidio? E' quello che ho pensato anche io...-
-Beh, a forza di starti accanto, Conan...- disse lei con una sfumatura divertita nella voce.
Il piccolo detective rabbrividì al suono del suo nome: non ne era abituato.
-Coraggio, andiamo avanti...-
Oltrepassarono il fantomatico nastro e proseguirono ancora per qualche secondo, dopodiché davanti a loro si parò davanti una scala di pochi gradini.
Saliti sopra di essi, il Nekodachi si fermò di nuovo senza preavviso.
-Che succede?- gli sussurrò l'amata.
-Siamo su un piano di legno e... qui c'è il vuoto, lo sento dai baffi...-
Appena pronunciate queste parole, furono inondati dalla luce. Gli occhi abituati all'oscurità, non riuscirono a tenerli aperti per più di un secondo. L'unica cosa certa è che era partita una musica a tutto volume.
-AHHHHHH!- i due Nekodachi urlarono per la sorpresa quando il piano sotto di loro traballò e si rivelò essere una botola. Essa si spalancò di scatto e Ai e Conan furono catapultati verso il vuoto davanti a loro. Per fortuna quel "burrone" era profondo appena un metro e mezzo e i due non si fecero male.
-Ma... ma che caspita?!- sentì Ai gemere Conan accanto a lei, di sottofondo alle forti note della canzone.
La scienziata provò ad aprire gli occhi lentamente e quasi non credette alla scena che le si parò davanti: un Nekodachi avvolto in una grande pelliccia stava cantando a squarciagola sopra un palco di legno. Il vestito rappresentava un coniglietto bianco e grigio con le orecchie all'ingiù e gli occhi azzurri. Sopra quella stravagante figura, vigeva la scritta "German Night" su un grande cartellone colorato.
Ai rimase lì a fissare il Nekodachi travestito con la bocca spalancata e fu imitata presto da Conan dopo che ebbe recuperato gli occhiali, volati via un attimo prima.
-Questa... è follia...- mormorò lui.
Ma la canzone era così orecchiabile...
-Conan, che stai facendo?!- disse la Nekodachi allarmata, notando la coda di lui che ondeggiava pericolosamente a ritmo.
-Non... non ti viene da ballare?- si giustificò Conan.
Prese Ai per le zampe senza pensarci e cominciò a ballare goffamente con lei.
-Ahah Conan, ma... che stiamo combinando?- rise lei col fiatone e le guance leggermente rosse.
Danzarono allegramente per l'intera durata della canzone, ma quando ne partì un'altra Conan si ritrasse all'improvviso, il muso viola per l'imbarazzo.
-Ehm sai... forse è meglio filarcela... Quei nastri probabilmente erano lì per impedire alla gente di entrare e assistere alle prove del concerto... Se ci trovano qui finiremo nei guai...-
-Ahah sei proprio un detective, eh?- gli sorrise Ai. Lui diventò se possibile ancora più viola.
I Nekodachi si allontanarono di soppiatto dalla radura, ancora una volta verso l'oscurità degli alberi.
Quando tornarono alla panchina lo scroscio dell'acqua della fontana era quasi coperto dalla musica ancora ben udibile di una nuova canzone, ma nessuno a parte loro l'avrebbe sentita, visto che quella zona del parco era ormai deserta.
-Ma ci hai pensato? Se degli umani avessero assistito a quel concerto, avrebbero sentito solo un mucchio di miagolii!- gli fece notare Ai.
-Hai... hai ragione...!- balbettò Conan.
-Dì la verità, non è che avevi previsto tutto e volevi proprio portarmi al concerto...?- gli chiese Ai scherzosamente, buttando indietro la testa e guardandolo con gli occhi più maliziosi che riuscì a fare.
-M-ma che dici... sapevo solamente di un nuovo cantante venuto in Giappone, me l'ha detto Mitsuhiko...- solo pronunciandolo ad alta voce si rese conto di quello che effettivamente aveva detto: era vero, l'amico gliel'aveva accennato... ma mai avrebbe potuto immaginarsi una cosa del genere... l'immagine del Nekodachi vestito da coniglio gli ritornò alla mente e lo fece quasi rabbrividire.
-Scommetto che al tuo amico di Osaka avrebbe fatto piacere assistere a quella... roba...- disse Ai, sottolineando l'ultima parola arricciando il naso con finto disgusto, mentre gli occhi brillavano ancora divertiti.
-Può darsi... beh, forse sarebbe stato meglio se l'avesse visto Kaito Kid. O meglio, il suo Nekodachi. Sai, quando non ti avevo ancora detto quello che provavo per te l'avevo incontrato sul tetto dell'agenzia... sembrava molto giù... beh, come al solito d'altronde... si sarebbe diverti-...-.
Si bloccò. I piccoli muscoli in tensione, sentì un improvviso tanfo di sangue secco. Inspirò l'aria fresca di quella serata quasi autunnale con più attenzione, e l'odore di un Nekodachi sconosciuto gli riempì le narici.
-L'hai... l'hai sentito...?-
-Cos-...?-
Un fruscio nel cespuglio vicino alla panchina, e Conan fu buttato in avanti, cadde e assaggiò la terra con le labbra. Il detective sentì Ai strillare.
-A-... Aì...! Scappa!!!- Gridò il piccolo sputando il terriccio dalla bocca. Riusciva solo a muovere la testa, qualunque creatura fosse piombato su di lui aveva una forza immensa, che lo teneva inchiodato al suolo. Ad un tratto il peso sulla sua schiena si alleggerì. L'animale emise un grugnito e fu spinto da una parte. Conan si alzò barcollante e girandosi alla sua destra vide Ai soffiare al suo assalitore con gli artigli sguainati e il pelo dritto per l'impeto della battaglia. La creatura era semplicemente spaventosa. Sembrava in tutto e per tutto un Nekodachi, ma aveva il manto maculato come quello di un giaguaro e gli occhi iniettati di sangue; macchie di esso luccicavano sulla sua pelliccia. Era piccolo proprio come loro, ma era molto agile e sgusciava via dai colpi di Ai come un'anguilla. Il cucciolo non poté fare a meno di lodare il coraggio e la fedeltà della sua amata, che era rimasta con lui anche davanti a un pericolo del genere. Conan si buttò in mezzo alla lotta, sfoderò gli artigli e soffiò ferocemente all'aggressore. Lo strano Nekodachi si fermò a guardarli entrambi, forse indeciso su chi attaccare per primo.
-Prendi me, bastardo! Battiti con me!- lo insultò Conan.
Dopo un momento di tensione il detective ebbe l'impressione che la creatura avesse puntato lo sguardo su Ai, e senza pensarci scattò verso di lui per difenderla. -Non la avrai, maledetto!- gli urlò. Gli atterrò quindi sulla schiena e gli morse la collottola, sfregiandogli le cosce con le unghie. Il mini giaguaro ringhiò furibondo, e cominciò a saltare sul posto con energia per togliersi di dosso Conan. Ai approfittò della situazione e attaccò le zampe del nemico, affondando i denti nella carne. Il Nekodachi demoniaco ululò di dolore, e nonostante il peso sulla schiena, con una forza incredibile afferrò la scienziata per il collo e la lanciò via di qualche metro. Conan smise di lottare e la raggiunse preoccupato.
-Aì, vattene...- mormorò il detective senza fiato.
-Non... non posso lasciarti...-
Conan percepì l'odore del Nekodachi in arrivo e si mise tra lui e l'amata pronto a combattere ancora, le labbra arricciate in un sibilo silenzioso e le orecchie ruotate all'indietro.
I due felini si fronteggiarono per qualche istante, gli occhi fiammeggianti. Poi la creatura scattò all'improvviso puntando al petto di Conan. Lui lo schivò per un soffio e cominciò a correre verso la fontana. Un momento dopo si pentì di averlo fatto, poiché si rese conto di aver lasciato Ai da sola. Si girò indietro e con un moto di sollievo vide il Nekodachi alle calcagna; per qualche motivo aveva rinunciato ad attaccare la scienziata e ora lo stava inseguendo. Conan si lanciò sul bordo della fontana e usò il muretto come rampa di lancio per catapultarsi con le zampe posteriori verso il nemico, gli artigli sfoderati. Lo mancò e fu trascinato nella polvere dalla forza del salto. La bestia si mise di nuovo sopra di lui, sovrastandolo, e gli morse forte la nuca. Il detective si abbandonò a un grido di dolore. Si sentì afferrare per il collo e fu lanciato verso la fontana. Conan sbatté violentemente una delle zampe di dietro sul bordo di cemento e sentì una fitta lancinante alle ossa, mentre il sangue proveniente dalle ferite si mescolava all'acqua che schizzava intorno a lui. L'assalitore  lo raggiunse e lo tenne fermo sul fondo della fontana: Conan non riusciva a muovere un solo centimetro del suo corpo, e pian piano stava sprofondando nell'oblio, i polmoni vuoti di ossigeno. Per un momento la faccia del Nekodachi si impresse nella sua mente, appena visibile dall'altra parte dello strato d'acqua sopra di lui.
Quello sguardo... quegli occhi...
Poi tutto parve succedere in un secondo; la forza che lo teneva inchiodato al fondo si alleggerì, Conan potè finalmente alzare la testa e cominciò a respirare affannosamente, mentre si rese conto di avere una zampa rotta, e il pelo intorno al collo imbrattato di sangue. Spostò lo sguardo intorno a lui, ma non vide la creatura demoniaca da nessuna parte. Dopo un po' Ai saltò sopra la fontana e lo abbracciò piangendo.
-Conan! Sei vivo!- sussurrò la Nekodachi, le lacrime che scendevano sulle guance pelose.
-Dov'è... dov'è finita...?- tossì lui. Non seppe perché avesse usato il femminile. Ai comunque non commentò l'uso di esso, forse troppo scossa per notarlo.
-Se n'è andato, non so il perché...-
-TEEMEE!-
I due Nekodachi si voltarono e videro i loro umani avvicinarsi. Gli occhi del bambino si spalancarono e diventarono grandi quasi quanto i suoi occhiali, mentre Ai si mise le mani alla bocca, agghiacciata. La Nekodachi della scienziata si ritrasse dal suo Conan e raggiunse Ai, vedendo il bambino allargare le braccia verso il suo Teemee.
Ci fu un minuto di silenzio. Poi il finto bambino si girò a fronteggiare l'amica, gli occhi di fuoco.
-TIENI LONTANA QUELLA BESTIA DAL MIO NEKODACHI!-
E fuggì via dalla radura con il felino ferito in braccio.

....

Il concerto di Schnuffel! Non ho resistito, scusate xD Non ho mai scritto una scena di battaglia, siate clementi D= 
  
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