Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: Dreamer96_    15/07/2014    0 recensioni
Carly è un'adolescente all'ultimo anno di liceo.
Gli unici pilastri della sua vita sono la madre, il fidanzato e sua nonna, ricoverata in una casa di cura, a cui racconta ogni piccolo dettaglio della sua vita.
Ad un certo punto della sua vita, viene sconvolta da una ben precisa figura che la renderà confusa e allo stesso tempo compiaciuta.
Amore, confusione, decisioni, queste sono le parole chiave della storia.
Spero vi piaccia, buona lettura.
E' una ragazza semplice, sempre disponibile e gentile con gli altri.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La neve scendeva fitta dalla finesta della casa di cura. 
L'orologio della sala d'aspetto contava preciso i minuti e le ore passavano lente. Più di una volta il Dott. Vincent era sbucato dalla porticina: "Un minuto soltanto, e poi potrete entrare" diceva ogni volta, tanto da far diventare quel minuto due ore intere, o addirittura tre. 
Era il 3 di gennaio e Carly era andata a trovare la nonna, fin troppo malata per restare a casa fin troppo poco per stare in un ospedale. 
Finalmente il Dottore sbucò nuovamente e annunció l'apertura delle visite.
Carly andava a trovare di frequente sua nonna Josephin e, quindi, quei corridoi non erano più un segreto per lei. Stanza n. 3.
Bussò alla porta sapendo, come sempre,  che non avrebbe ricevuto risposta;
"chi è?" rispose invece una vocetta stridula. 
Carly rimase sorpresa per qualche secondo.
"Visite per Josephin" rispose poi a sua volta. 
La porta si aprì di poco, dalla fessura sbucarono due grossi occhiali rosa dalla forma affusolata all'insù, sotto un'acconciatura nera cotonata:" mi dispiace cara, stiamo visitando la paziente, questa mattina ha avuto un mancamento. Temo di doverle chiedere di ripassare la prossima settimana. Le mando i suoi saluti."
Carly lasciò all'infermiera le paia di mutande pulite e la camicia da notte stirata per la nonna, e se ne andò.

Tornò di filato a casa, con tutta quella neve che veniva giù si vedeva ben poco, fortunatamente la sua abitazione era a due isolati dalla casa di cura. In soli dieci minuti arrivò.
"Mamma sono a casa"
"Come sta la nonna?"
"Non mi hanno permesso di vederla, la stavano visitando"
Carly avanzò per raggiungere la cucina, dove si trovava sua madre, scorse la testa e vide seduto, con aria felice, il suo ragazzo. 
"David!" gli corse in contro e lo baciò; lui ricambiò con un sorriso.
Tutti nel corso della propria vita sono stati dipendendi da qualcuno, che sia una madre, un padre, un fidanzato o un'amico. Ognuno di noi ha una persona della quale non può fare a meno, con cui è davvero se stessa, con la quale sente di poter arrivare in capo al mondo. Carly e David erano così, due metá che si completavano, l'uno non poteva fare a meno dell'altro, ed era così da quasi tre anni ormai. Forse David era la figura maschile che nella vita di Carly era da sempre mancata. Un padre troppo poco presente, che compariva solo ai compleanni e alle feste natalizie. Mai avuto un fratello, o un nonno, quindi, lei vedeva in David una certezza.
"Carly tesoro, servi i piatti" incitò la mamma. 
Cenarono insieme.

4 gennaio, la sveglia segnava le sette in punto. 
Un raggio caldo di sole che batteva sulle rosee guance di Carly la svegliò. Aprì gli occhi a poco a poco e poi si rese conto che di li a poco sarebbe dovuta andare a scuola; fece un lamento, si strofinò forte gli occhi, si mise seduta al bordo del letto per qualche secondo e, poi, ricadde sul materasso con il viso rivolto su di esso. 
"Non ce la faccio!" esclamò. 
Dopo una manciata di secondi si alzò, si vestì velocemente e si soffermò a guardarsi riflessa nello specchio: aveva un maglione di lana rossa, largo che le copriva il bacino fino ad arrivare sotto il sedere, pantaloni grigi aderenti e sneakers nere. Passò poi a guardarsi in viso, uno zuccotto nero, anch'esso di lana, le copriva la parte superiore dei suoi lunghi capelli color corvino, fino ad arrivare poco sopra gli occhi, celesti come i mari caraibici. Si guardò un secondo, come al solito non si piacque, ma lasciò correre, prese il suo skate e uscì veloce di casa.
Arrivò a scuola appena in tempo. 
"Scusami Grace!" urlò alla custode, ancora in corsa. 
"Faresti bene a svegliarti prima la mattina Carly!" 
Carly cercò David con lo sguardo tra gli ultimi rimasti sotto il porticato, ma non era lì. 

La campanella che segnava la pausa pranzo suonò, puntuale come d'abitudine.
Carly si recò in mensa e vide David aspettarla davanti al bancone. 
"Piccola" sorrise lui avvicinandosi e stringendola a se.
"Ehy" lo baciò dolcemente lei sulle labbra. 
Fecero la fila, si servirono il cibo e si sedettero al loro posto, vicino le vetrate. 
Carly si guardò un po' attorno, come era suo solito fare, e notò una ragazza che si faceva largo tra gli altri, con il vassoio in mano e le cuffie nelle orecchie. 
"David, chi è quella li?" 
"Antoinette Bonnet. Si è trasferita ora dalla Francia, è all'ultimo anno."
La scrutò per un po'. Aveva i capelli lunghi e biondi, con le punte color acqua marina, gli occhi marroni e delle labra carnose; era alta e magra, vestiva bene: una camicia bianca velata, infilata all'interno di una gonna bordeaux a vita alta, completati da un paio di scarpe con otto centimetri di zeppa. Era spalda, si notava subito, camminava a testa alta guardando avanti, senza prestare attenzione a chi le stesse intorno. Andò a sedersi al centro della sala, da sola. 
David richiamò l'attensione di Carly, scuotendole in braccio:
"Vado a prendermi da bere, tu hai bisogno di qualcosa?" 
"No, grazie" sorrise. 
David si alzò e raggiunse il frigorifero dove erano riposte le bibite. 

Dal suo tavolo Carly notava che Antoinette la osservava, e che  ad ogni incrocio di sguardi, si distoglieva facendo finta di distrarsi su qualcos' altro, finche non ci accorse che si stava dirigendo verso di lei. 
"Ciao!" esclamò con voce squillante la ragazza.
"Uhm.. ciao" rispose timida Carly.
"Piacere Antoinette" le porse la mano. 
Carly la guardò per qualche secondo, poi l'afferrò e la strinse in una stretta decisa: "Carly."
"Se di qui?" 
"Si, abito alla traversa accanto. Tu?" 
"Mi sono trasferita da Saint- Germain- l'Auxerrois, Parigi. Adesso vivo qui" rispose altezzosa, rubato una patatina fritta dal cestello di Carly. 
"Ehy!" interruppe David, che guardo Antoinette. 
"Io vado, ci si vede Carly!" 
"Certo" rispose quest'ultima un po' turbata. 

Continua..



 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Dreamer96_