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Autore: trullitrulli    01/09/2008    7 recensioni
Ormai è giunta l'ora per mirai no Bulma di lasciare la terra, ma lei porta ancora in fondo al cuore il lutto per la morte di Vegeta.Non nutre false speranze; sa che non sarà possibile rivederlo nell'aldilà perciò trova la forza di esprimere un desiderio che solo re Yhammer può esaudire.
Voleva una seconda chanse, voleva, per se stessa e per Vegeta, un'altra vita, per assolvere i peccati della precendente.
Genere: Romantico, Triste, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bulma, Goku, Nuovo personaggio, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La reincarnazione



Camminava lungo la strada sospesa tra le nuvole insolitamente gialle che spiccavano sul cielo perennemente rosato.
Barbagli di luce blu avanzavano lasciando dietro di se una scia luminosa fosforescente.
Piccole fiammelle che emanavano un aura luminosa e che proferivano, pur senza le labbra, parole, chiacchieravano gli uni con gli altri, agitati, poiché si trovavano in coda li da molto tempo, aspettando che avanzassero gli altri davanti a loro.
A volte provavano a spintonarsi, intimandosi a vicenda di fare in fretta, ma non riuscivano a sfiorarsi: si attraversavano.
Lo schiamazzo generale di tutte le luci che animavano il serpentone conducente al palazzo di re Jammer era composto da voci, lingue e lemmi di diversi pianeti; un vocio nel cui insieme non si distinguevano più nemmeno le parole formulate, per la maggior parte estranee a lei e a tutti i terrestri che forse si erano sparsi per la strada.
Si guardò un po’ in giro, non avendo imparato la percezione delle aure non poteva distinguere nessuno, li tutti erano lucciole dalle calde radiazioni luminose azzurre, albori, spiriti.
Omini dalla pelle blu guidavano il flusso di luci da una postazione più in alto; piedistalli si innalzavano a ogni curva della strada sospesa, alti a sufficienza perché gli occupanti potessero avere una visione abbastanza ampia del traffico.
Con un megafono incollato alle labbra urlavano alle fiammelle azzurre di non agitarsi e di aspettare che le file procedessero da se senza forzature, senza superarsi l’un altro e che il loro turno sarebbe comunque venuto.
Una volta che l’ennesimo fantasma fu collocato dove re Yhammer l’aveva designato venne il suo turno.
La stanza era enorme quanto il suo occupante, che sedeva ad una immensa scrivania di legno dove erano posati mucchi e mucchi di carte, plichi di fogli, registri e quant’altro.
L’ennesimo timbro venne impresso su una carta che successivamente venne messa da parte, andandosi ad aggiungere alla torre che si era creata nel corso dell’ultima ora al lato della scrivania.
Avanzò sul tappeto che si srotolava dall’ingresso fino ad arrivare dinnanzi alla scrivania del colossale giudice che squadrava con severità chiunque entrasse.
Consce che da lui dipendeva la loro sorte le anime si inchinavano con rispetto e un certo timore reverenziale.
Una volta che il re ripose il timbro accanto alla penna stilografica e levò lo sguardo dai documenti incontrando il suo bagliore la scrutò stranito, le sembrò incerta, in presso cinto di dire qualcosa .
Goku gliene aveva parlato, era una degli ultimi superstiti delle battaglie contro i cyborg, colei che aveva costruito una macchina del tempo per viaggiare da una dimensione all’altra e impedire che catastrofici avvenimenti rovinassero anche la vita di altri terrestri.
Colei che aveva allevato un figlio sui terreni coperti di sangue e macerie di case durante una guerra che gli umani non potevano combattere.
Anche la sua ora era giunta, la sua come quella di tutti i suoi compagni che già erano stati al suo cospetto, avevano ammesso di essere pentiti dei loro peccati ed erano stati designati ai regni alti dei cieli.

Tutti tranne uno:… colui a cui lei teneva di più….


Lei era l’unica ad aver instaurato un legame con lui, l’unica, forse, oltre a Goku, ad aver pensato, davvero che Vegeta potesse cambiare, che sentimenti potessero attecchire nel suo cuore.
L’unica che l’aveva indagato abbastanza da leggere nei suoi occhi, oltre alla rabbia, tristezza.
L'unica che avesse avuto l’ardire, la sfrontatezza, e sfacciataggine di sfidarlo.
La sola che lui, forse, aveva amato.


Il vincolo che li univa andava oltre la loro natura, buona o malvagia che fosse, oltre le fazioni per cui combattevano, oltre la perenne guerra tra bene e male.
Le circostanze, forse, avevano portato lui a scegliere di unirsi ai paladini del bene, a cercare nuovi alleati, per poi, sempre forse, tradirli.
L’allettante prospettiva di nuove battaglie sempre più impegnative e il desiderio di superare il suo rivale l’avevano portato a tornare sulla terra dopo un infinito viaggio nello spazio alla ricerca di Goku.
Era li, nella capsule corporation, che Bulma sperava sarebbe rimasto, prima che i cyborg lo strappassero via a lei e a suo figlio, lui, e un gran numero dei suoi amici e di terrestri a lei ignoti.
Non poteva certo pretendere che re Yhammer gli perdonasse colpe tanto gravi solo perché aveva combattuto per un po’ al fianco dei guerrieri z.
La speranza di rivederlo nell’aldilà era morta con lui e tutti gli altri.
Auspicava che con il tempo avrebbe combattuto non solo per il suo orgoglio, perché la sua sete di potere potesse essere soddisfatta, ma anche…per loro, per lei, per suo figlio, come Trunks le aveva raccontato che avesse fatto per lui nell'altra dimensione.
La morte era giunta troppo presto, i cybor gli avevano impedito di riscattare le proprie colpe, di ottenere una seconda chanse, di pentirsi, realmente.
E ora lei era li, sapeva quasi certamente che avrebbe raggiunto i suoi amici dovunque ora loro si trovassero, sapeva che re Jammer le avrebbe reso merito per i contributi dati nelle guerre a difesa della terra e l’avrebbe compensata, ma il vuoto che Vegeta aveva lasciato era incolmabile.

Raccolse tutto il coraggio che aveva per esprimere un ultimo desiderio: voleva, per se stessa e per Vegeta, un'altra vita, per assolvere i peccati della precendente.

Re Yhammer decise che, dopotutto, Vegeta meritava la seconda occasione che Bulma (e anche Goku) volevano gli fosse concessa e che avrebbe avuto sulla terra se fosse rimasto vivo…


Due omini dalla pelle azzurra e dal corno d’avorio sulla sommità del capo che affiorava dalla capigliatura nera fecero il loro ingresso da una porta laterale.
Diedero uno sguardo al tappeto rosso dove le luci stavano in fila attendendo che la processione di una di loro fosse finita per avanzare di qualche centimetro.
Valutarono bene se fosse il momento migliore per interrompere il loro capo sul posto di lavoro.
Lo sbattere del timbro sull’ennesimo registro decretò la fine del processo e l’anima potè essere condotta nel luogo a lei designato.
-Re Yhammer?-
Il pretore fece segno alle luci di non avanzare e di attendere ancora qualche minuto.
-Le abbiamo portato ciò che ci aveva chiesto- disse l’altro allungando le mani unite a coppa sotto il bagliore di uno spirito dalla luce sinistra.
Re Yhammer annuì serio portandosi le dita intrecciate delle due mani sotto il mento.
-Dategli un corpo- ordinò.
L’omino disgiunse le mani da sotto il barbaglio che si andò a posare poco lontano dalla scrivania, fece segno agli spiriti di indietreggiare, in modo che la porta potesse essere temporaneamente chiusa e che potesse aver luogo un colloquio privato.
Attorno all’alone luminoso cominciò a caracollare qualche scintilla, poi, l’unione dello spirito con la carne avenne.
Un corpo con le mani a terra ansante e un po’ mal concio stava prostrato allo stremo delle forze stillando sudore e sangue che insudiciava il tappeto della sala.
Si mostrava nelle sue nudità il principe dei Sayan, spoglio di qualunque forma di indumento e di ricchezza.
Solo una miserabile anima al cospetto del suo giudice.
Appena aveva ripreso il suo corpo le sue energie erano state prosciugate e lui reso inoffensivo e vulnerabile.
-Congratulazioni, Vegeta, sembra che ci sia qualcuno che tenga particolarmente a te- lo schernì re Yhammer.
Il principe irrigidette i muscoli, solo ora si era reso conto di possedere un corpo, ma si sentiva come se gli fosse stata caricata a dosso una montagna e qualunque movimento gli costava uno sforzo che neanche le sue fatiche nella gravity room potevano eguagliare.
Il semplice accenno a voler sollevare il capo gli spezzava il collo.
Re Yhammer continuava a scrutarlo inclemente, non poteva avere riguardi per un anima così deprecabile.
-Purificatelo- ordinò ora rivolto agli omini senza distogliere gli occhi dal condannato.
-Portatelo alla fonte dell’acqua miracolosa-
Il timbro battè sui plichi di fogli che riguardavano Vegeta e la sua decisione fu resa ufficiale.

****

-Re Yhammer?-
Baba seduta sulla sua sfera di cristallo con le mani in grembo osservava il capo rassettare le varie scartoffie e registri; nient’altro che lunghissime, interminabili, liste di nomi.
-Che c’è?-
-è sicuro che sia saggio mandare quell’efferato di nuovo nel mondo dei vivi?-
-Certamente,perché no?-
Baba rivolse un occhiata al soffitto.
-Mi sembra infruttuoso soddisfare le richieste di quella donna- commentò sciettica.
-Tu davvero credi che io l’abbia fatto se non ci fosse stato un motivo più urgente?-
Baba lo guardò perplessa.
-C’è un altro motivo perché quel delinquente è stato rispedito laggiù?-
-Certo che si-
-Poteva mandarci Goku- fece notare.
Re Yhammer sbattè un registro sulla scrivania seccato.
-Pensi che non ci abbia pensato?Ma ti assicuro che lui non può niente contro questa nuova minaccia, se fosse stato così semplice tu avresti potuto farlo resuscitare, ma stavolta non può farcela da solo-
Baba insisteva con il suo scetticismo.
-Ci sono orde di guerrieri nel paradiso poteva inviarci loro-
Re Yhammer si impose un contegno.
-Occorrono sayan- disse riprendendo nello sport estremo che è riordinare – occorrono i più grandi guerrieri della galassia, coloro che sono in grado di superare i loro limiti, Vegeta non sarebbe mai stato disposto ad aiutarci di sua spontanea volontà, per questo è meglio che venga purificato e la sua memoria modificata.-
-Ma allora perché ha spedito in mezzo a pericoli così gravi anche la ragazza?- disse felice di aver trovato una faglia nel suo piano.
Re Yhammer sospirò –dopo tutto quello che ha passato anche lei si merita la sua fetta di felicità-
Assunse un aria grave.
-Crede davvero che Vegeta riuscirà a riscattarsi e a rimediare alle sue malefatte?- chiese con la sua voce gracchiante
Il colosso guardò Baba perplesso si sistemò il colletto del completo a righe, non si illudeva, prese un espressione di amaro realismo e sospirò.
–... la ragazza ci credeva-

Sorvoliamo il fatto che questa sia la mia ennesima fic Bulma-Vegeta ma non ho mai digerito il fatto che Vegeta fosse morto nella dimensione di Mirai Trunks e mi sembrava che Bulma avesse il diritto di avere una seconda possibilità con lui perciò per vostra immensa sfortuna mi è venuta questa idea. ( sulla quale sto ancora lavorando perchè devo definire bene un po' di dettagli ma ci tengo molto a questa fic perciò spero vivamente che vi piaccia*-* se qualcosa nella fic risulta poco chiaro verrà spiegato col procedere dei capitoli).
La fan fic è ispirata alla storia "la speranza è l'ultima a morire" di taisa.
A scanso di equivoci avviso fin da subito che non ho intenzione di cambiare le fattezze fisiche dei personaggi.

  
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