Anime & Manga > Uta no Prince-sama
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Autore: pinky_neko    15/07/2014    6 recensioni
Il momento difficile in cui capisci che stai perdendo la persona più importante della tua vita, ma non puoi far nulla per cambiare le cose.
Dal testo: "Quando te ne andrai, io cesserò di vivere"
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Natsuki/Satsuki Shinomiya, Syo Kurusu
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Ho scritto questa breve fanfiction di getto, volendo parlare di un fatto che nell'anime non viene citato, ma solo nel videogioco, ovvero la malattia di Syo, il quale, per chi non lo sapesse, ha un problema al cuore. Spero di aver reso bene i sentimenti dei personaggi, soprattutto di Natsuki, sul quale ho incentrato la narrazione. Come sempre, ogni vostro commento è bene accetto. Grazie in anticipo!
pinky_neko

In corsivo: pensieri di Natsuki
 
Mi avevano detto che l’amore
era la cosa migliore che ti poteva capitare.
Ma allora perché deve essere così doloroso?
 
Era seduto sul divano avvolto da una grande coperta rossa. Syo, accovacciato sopra il suo grembo, cercava di scaldarsi il più possibile in quella gelida notte d’inverno.
Erano ormai passate due settimane da quel maledetto giorno. La paura di perderlo gli attanagliava il cuore in una morsa strettissima che non aveva intenzione di mollare la presa.
Ricordava il pallore del suo viso che contrastava con il pavimento scuro sul quale era stato adagiato. Ricordava il suo petto che si alzava e si abbassava quasi a intermittenza e la sua bocca aperta che cercava di prendere più aria possibile. Ricordava i suoi occhi, spalancati, quasi a riflettere il grido di terrore che gli stava scoppiando dentro. In quel momento si era sentito inutile, era rimasto lì a guardare la scena, immobile, mentre sentiva la voce lontana di Tokiya chiamare un’ambulanza e vedeva le figure di Ren e Masato chinate sopra Syo cercando di farlo tranquillizzare un poco, mentre Otoya, al suo fianco, era forse ancora più terrorizzato di lui.
Non voleva che una cosa del genere si ripetesse, non l’avrebbe sopportata. Era stato cinque giorni a piangere in un corridoio di ospedale, rifiutandosi di tornare a casa anche solo per mangiare. Ripensandoci, strinse più forte a sé il biondino che, accorgendosi del gesto, si girò verso Natsuki.
“Tutto bene?” gli carezzò la guancia con il palmo della sua mano. Gli era mancato quel tocco così caldo e dolce.
“Giurami che non mi lascerai mai”. Gli occhi di Syo si intristirono, “Sai che non posso farlo, Natsu”.
“Ti amo, Syo-chan”. Il biondino avvicinò la sua bocca a quella del più grande “Ti amo anch’io, stupido” e, mentre lacrime calde rigavano le guance dei due amanti, chiuse lo spazio tra le loro labbra.
 
Il mio cuore ti appartiene.
Quando te ne andrai,
lui ti seguirà ed io cesserò di vivere.
  
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