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Autore: Hypnotic Poison    01/09/2008    9 recensioni
Chad si sistemò meglio la borsa rossa e bianca dei Wildcats sulla spalla: “E’ il nostro.”
Mentre Taylor lo abbracciava stretto, bagnandoli la maglietta verde con le lacrime, gli occhi blu di Troy si spostarono sull’ultima ragazza del gruppo, Gabriella Montez.
Colei che gli sarebbe mancata di più. La ragazza a cui poteva sempre dire tutto. La sua migliore amica.
Sorrise tristemente e le si avvicinò: “Mi mancherai, Gabby.”
Lei annuì, gli occhi pieni di lacrime: “Anche tu mi mancherai, Troy.”
[Dedicata a Titty90 come In bocca al lupo per il suo esame!!]
Genere: Triste, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gabriella Montez
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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What hurts the most

What hurts the most

 

 

 

 

L’aeroporto di Albuquerque era pieno di persone, quella mattina di luglio.

 

Molte erano famiglie che salutavano i loro figli che partivano verso università lontane.

 

E tra loro c’era anche un gruppetto di ragazzi di diciannove anni, che stava salutando due dei suoi elementi più importanti.

 

Kelsie Nielsen si alzò in punta di piedi ed abbracciò Troy Bolton: “Mi raccomando, fate i bravi a Los Angeles tu e Chad!”

 

Troy rise: “D’accordo. E voi fatevi valere a New York.”

 

Martha Cox scosse la testa: “Ancora non ci posso credere che voi due andrete alla UCLA mentre noi dall’altra parte degli Stati!”

 

Chad Danforth ritornò in mezzo a loro, tenendo per mano la sua fidanzata Taylor McKessie in lacrime: “Beh, voi andrete alla Julliard, Tay, Zeke e Jase all’università di New York, mentre noi a giocare per i Lakers. Sono i nostri sogni, giusto? Ma non per questo vuol dire che non saremo più amici!”

 

Sharpay Evans annuì: “Preparati a comprare i biglietti per il mio primo film, Danforth!”

 

Tutti quanti ridacchiarono, quando una voce femminile annunciò: “Tutti i passeggeri del volo J843 per Los Angeles sono pregati di recarsi al gate 1, ripeto, tutti i passeggeri del volo J843 sono pregati di recarsi al gate 1. Inizieremo l’imbarco tra pochi minuti.”

 

Chad si sistemò meglio la borsa rossa e bianca dei Wildcats sulla spalla: “E’ il nostro.”

 

Mentre Taylor lo abbracciava stretto, bagnandoli la maglietta verde con le lacrime, gli occhi blu di Troy si spostarono sull’ultima ragazza del gruppo, Gabriella Montez.

 

Colei che gli sarebbe mancata di più. La ragazza a cui poteva sempre dire tutto. La sua migliore amica.

 

Sorrise tristemente e le si avvicinò: “Mi mancherai, Gabby.”

 

Lei annuì, gli occhi pieni di lacrime: “Anche tu mi mancherai, Troy.”

 

L’abbracciò, respirando il profumo dei suoi capelli: “Tieni duro alla Julliard, capito? E chiamami se hai bisogno di qualcosa, anche per un consiglio su cosa metterti per uscire con un ragazzo!”

Gabriella rise, la guancia appoggiata al suo petto, sentiva il suo cuore battere: “E tu gioca bene nei Lakers, Troy. E anche tu puoi chiamarmi quando farai strage di cuori.”

 

Il volo venne chiamato di nuovo, e i due ragazzi si staccarono a malincuore.

 

“Ti voglio bene, Gabby. Sei la migliore migliore amica che si possa desiderare.” le sussurrò guardandola fisso negli occhi color cioccolato.

 

Lei si sforzò di sorridere: “Ti voglio bene, Wildcat. Sei il migliore miglior amico che si possa desiderare.”

 

Troy la baciò sulla guancia e si allontanò, salutando gli altri con un ultimo abbraccio.

 

Poi lui e Chad s’incamminarono, con le borse identiche sulla spalla e i biglietti per il loro futuro in mano, senza voltarsi mai per non soffrire ancora.

 

Gabriella andò ad abbracciare Taylor, che piangeva silenziosamente, comprendendo appieno i suoi sentimenti. Perché anche lei stava guardando il ragazzo che amava andarsene.

 

 

###

 

 

I can take the rain on the roof of this empty house, that don't bother me
I can take a few tears now and then and just let them out

 

 

Gabriella chiuse gli occhi nel sentire una goccia caderle sul viso.

 

Il cielo era nero, coperto da minacciosi nuvoloni neri. Come quasi ogni giorno da quando era arrivata a New York, cinque mesi prima.

 

Ma la pioggia non le dava fastidio. Anzi, l’aiutava a nascondere le lacrime che piangeva ogni giorno.

 

Si strinse di più nel maglione bianco che le arrivava fino alle ginocchia, strette contro il petto.

 

Le gocce cominciarono a farsi sempre più frequenti e veloci, ma lei rimase seduta sulla sedia, nella terrazza della casa che aveva affittato insieme ai suoi amici.

 

Lei, Taylor, Sharpay, Ryan, Kelsie, Jason, Martha e Zeke vivevano tutti insieme, un po’ per riuscire a mantenersi in quella città così cara, un po’ per consolarsi a vicenda e fare finta che fosse tutto come l’anno prima.

 

Era una casa piena, la loro. Ma ogni tanto le sembrava che fosse davvero vuota.

 

 

I'm not afraid to cry
Every once in a while even though goin on with you gone still upsets me

 

 

Sospirò, mentre alla pioggia is mischiavano le sue lacrime.

 

Lei non aveva paura di piangere. L’aiutava a sfogarsi, a scacciare la tristezza che l’accompagnava da quando lui non era più vicino a lei.

 


There are days
Every now and again I pretend I'm okay but that's not what gets me

 

 

Sentì la porta-finestra aprirsi, e vide Zeke Baylor, ex Wildcats e fidanzato di Sharpay, comparire sulla terrazza con un ombrello in mano.

 

“Ehi, Gabby, tutto a posto? Perché stai qui sotto la pioggia?” le domandò preoccupato.

 

Lei sorrise, asciugandosi le guance con il dorso della mano: “Sì, sì, non ti preoccupare. Stavo giusto rientrando.”

 

Lui sorrise e l’accolse sotto l’ombrello: “Ho appena fatto dei biscotti al cioccolato. Ne vuoi, prima che torni Sharpay e li finisca tutti?”

 

Gabriella rise: “Molto volentieri, grazie.”

 

 

What hurts the most, was being so close
And having so much to say
And watchin you walk away

 

Mentre intingeva un biscotto nel latte caldo, iniziò ancora a riflettere, cullata dalla musica jazz che Zeke aveva messo su.

 

Quello che le faceva più male, non era forse la lontananza, perché in ogni caso lei e Troy si sentivano praticamente ogni giorno.

 

Era il fatto di essere così uniti, di avere ancora tanto da dire, e guardarlo andare via senza una parola in più.

 

 

Never knowing, what could have been
And not seein that lovin you
Is what I was tryin to do

 

 

Era il fatto di non aver mai saputo ciò che sarebbe potuto succedere tra loro due. E non essersi mai accorti che amarlo era ciò che stava provando a fare.

 

Ma ormai era troppo tardi.

 

 

It's hard to deal with the pain of losing you everywhere I go
But I’m doin it

 

 

Il suo cellulare trillò proprio in quel momento nella tasca dei suoi jeans.

 

Lo tirò fuori e vide che le era arrivato un messaggio di Troy.

 

Con un sorriso, lo lesse: Ehi, bellezza! Come va lì a NY? Qui tutto ok! Bisogno di te: come ci si veste per il primo appuntamento con una ragazza?! TVB!!

 

Il suo sorriso cadde, sentì il cuore stringersi.

 

Ecco, il momento che aspettava con tanta paura. Il momento in cui iniziava a perderlo.

 

Però doveva andare avanti, convivere con quel dolore, anche se sarebbe stato terribilmente difficile.

 


It's hard to force that smile when I see our old friends and I’m alone
Still harder gettin up, gettin dressed, livin with this regret

 

La porta d’ingresso si aprì, e tutti gli altri suoi amici si riversarono nel salotto schiamazzando e bagnando il pavimento.

 

Gabriella sospirò e cercò di sorridere, anche se era difficile vedendo tutti i suoi amici e poi lei, da sola.

 

Da quando lei e Troy si erano separati, era come caduta in letargo.

 

Faceva fatica ad alzarsi, a vestirsi, a vivere col rimpianto di non avergli mai rivelato ciò che realmente provava.

 

Eppure cercava di non dimostrarlo. Per essere forte davanti ai suoi amici, per essere forte davanti a Taylor che soffriva quasi quanto lei per quella relazione a distanza.

 

Si alzò e raggiunse gli altri sui divani, sedendosi vicino a Ryan che circondò le sue spalle e quelle di Martha, la sua ragazza, con le braccia.

 

 

But I know if I could do it over
I would trade, give away all the words that I saved in my heart that I left unspoken

 

 

Mentre gli altri parlavano, s’isolò mentalmente nel suo piccolo mondo fatto di illusioni.

 

Probabilmente, se avesse potuto ricominciare, avrebbe rivelato tutte le parole nel suo cuore che aveva tenute tacite per troppo tempo.

 

Gliel’avrebbe detto prima, molto prima, invece di nasconderglielo. Forse avrebbe fatto la scelta sbagliata, non lo sapeva, ma forse non sarebbe stata così male.

 

 

What hurts the most, was being so close
And having so much to say
And watchin you walk away

 

Ripensò ancora a quella mattina in aeroporto. Vedeva ancora chiaramente la sua schiena muscolosa, coperta da una camicia bianca a maniche corte, allontanarsi velocemente verso l’imbarco.

 

Senza nemmeno un ultimo sorriso nei suoi confronti.

 

Aveva passato tutto il pomeriggio sul letto di Taylor, a stringere forte la sua amica e cercando di consolarla, raccontandole che tutto sarebbe andato bene e che non c’era bisogno di piangere così tanto, quando anche lei non voleva fare altro che piangere.

 

 

Never knowing, what could have been
And not seein that lovin you
Is what I was tryin to do

 

 

Perchè nemmeno la sua migliore amica sapeva che amava Troy Bolton con tutto il suo cuore.

 

Era come il suo piccolo segreto, realizzato un mese prima che lui partisse, alla festa dei diplomi.

 

Quando avevano capito che non si sarebbero potuti più vedere per molto, molto tempo.

 

E mentre festeggiavano al country club di Sharpay, con mille dolci, musica e la piscina tutta per loro, lei e Troy si erano guardati negli occhi, scambiandosi lo stesso pensiero: Questa sarà l’ultima festa in cui saremo tutti insieme, perché dopo dovremo aspettare per molto tempo.

 

Gabriella aveva sorriso, come per confortarlo, quando al solo guardarlo negli occhi si sentiva morire. Perché non ci sarebbe mai stato più niente.

 

 

I'm not afraid to cry
Every once in a while even though goin on with you gone still upsets me

 

“Oggi ho sentito Chad,” la voce allegra di Taylor la risvegliò, e si concentrò sulla sua amica “Ha detto che lui e Troy verranno per Natale, dal 23 al 26, poi torneranno giù ad Albuquerque dalle loro famiglie, e poi di nuovo qui a Capodanno!”

 

Tutti sorrisero felici, soprattutto Gabriella. Finalmente l’avrebbe rivisto. Finalmente ci avrebbe parlato faccia a faccia, non al telefono con migliaia di chilometri a separarli.

 

“Però,” continuò Taylor “Hanno chiesto se abbiamo un letto in più. Verrebbe giù anche la nuova ragazza di Troy, Alice.”

 

Cadde il silenzio. Gabriella sentì il cuore fermarsi, gli occhi inumidirsi.

 

“Beh, e dove la mettiamo questa Alice?” sbraitò Sharpay “L’unico letto libero è in camera di Gabby, e ci dovrebbe dormire Troy!”

 

Lei abbassò lo sguardo: “Non c’è problema, ragazzi. Io posso dormire sul divano e loro due in camera mia.”

 

“Se lo dici tu…” borbottò la bionda.

 

Perché i suoi amici non erano stupidi. Anche se lei non gliel’aveva mai detto apertamente, sapevano benissimo cosa provava per l’ex capitano dei Wildcats.

 

“Scusatemi…” Gabriella si alzò in fretta, per non scoppiare a piangere davanti a loro, e corse in camera sua.

 

 

There are days
Every now and again I pretend I’m okay but that's not what gets me

 

 

Si buttò a pancia in giù sul suo letto, nascondendo la faccia nel cuscino.

 

Non era giusto. Perché lei non poteva mai essere felice? Perchè doveva accontentarsi solo di essere la sua migliore amica, quando non ci sarebbe stata altra donna che l’avrebbe amato come lei amava lui?

 

Sentì la porta bianca aprirsi e richiudersi, poi una mano che le accarezzava la schiena.

 

Spostò lo sguardo e vide Sharpay che le sorrideva dolcemente (una cosa abbastanza strana, visto che al liceo era conosciuta come la Regina di Ghiaccio): “Ehi.”

 

Gabriella si mise a sedere e si asciugò velocemente il viso: “Ehi, scusa, non preoccuparti, sto beni-”

 

“Non fingere con me di stare bene, Montez, perché non funziona. Sei sempre stata una pessima bugiarda.” la bionda sorrise, e anche Gabriella ridacchiò.

 

“Scusate. Non volevo scappare via così.”

 

Sharpay si sedette meglio sul letto, calciando via i tacchi di Louboutin che indossava: “Forza.  Sappiamo benissimo tutti che non è fingere che ti dà fastidio e ti fa stare male. Ma voglio sentirtelo dire con le tue parole, Gabri. Davvero, siamo preoccupati. Solo che gli altri non vengono a dirtelo perché non vogliono intromettersi troppo nella tua vita!” Sharpay fece una voce annoiata e mimò con le dita le virgolette, poi sorrise “Per questo sono venuta io, che non mi fermo davanti a niente e a nessuno.”

 

 

What hurts the most, was being so close
And having so much to say
And watchin you walk away
Never knowing, what could have been
And not seein that lovin you
Is what I was tryin to do

 

 

Gabriella rise tra le lacrime: “Hai ragione, Shar.”

 

L’amica le prese le mani: “Sfogati. Cos’è che fa così male?”

 

La mora prese fiato: “Quello che fa più male, era essere così uniti. E avere così tanto da dire, Shar! Ma guardarlo andare via, così, senza una parola in più. Non avere mai saputo ciò che sarebbe potuto essere tra noi due, e non vedere che amarlo era quello che stavo provando a fare.”

 

Sharpay l’abbracciò: “Devi essere orgogliosa per essere così coraggiosa, Gabby. Andare avanti con un dolore così grande. Io non so se ce la farei.”

 

“Ma io non so quanto ancora resisterò. È diventato così difficile fare anche la più piccola cosa.”

 

“Invece tu devi resistere, Gabriella. Vedrai che un giorno il dolore passerà. Tutto passa. In fondo, non c’è mica solo Troy Bolton al mondo!”

 

Gabriella sorrise: “E se non passa? Non dico solo il dolore ma anche… anche ciò che provo per lui! Come posso passare le vacanze con lui e la sua ragazza?”

 

La bionda alzò un sopracciglio: “Oh, beh, allora lo sai come la penso!”

 

Lei sgranò gli occhi: “Che cosa?!? Sai benissimo che non riuscirei mai a dirglielo!”

 

Sharpay ghignò: “Allora cantaglielo. Usa le parole che mi hai detto per scrivere una canzone, Kelsie ti può aiutare. Non siete mica state nel mio Drama Club per niente!”

 

La mora scosse la testa: “Tu sei matta!”

 

“Sì, e fiera di esserlo!” la giovane Evans si alzò in piedi “Tocca a te scegliere, Montez. Dirglielo, e vedere che Bolton ti ricambia, oppure lasciarlo in trappola nelle grinfie di una che si chiama come la scema che si perde nel Paese delle Meraviglie. Ci vediamo dopo!” e con un movimento sciocco delle dita, lasciò la stanza.

 

 

What hurts the most, was being so close
And having so much to say
And watchin you walk away
Never knowing, what could have been
And not seein that lovin you
Is what I was tryin to do 

 

 

Con un sorriso sulle labbra, Gabriella si appoggiò alla testate del letto.

 

Forse Sharpay aveva ragione. Forse il dolore sarebbe sparito col tempo. O forse no. E avrebbe dovuto dirglielo non appena l’avrebbe visto.

 

E la sua ragazza allora? Che avrebbe fatto?

 

Sorrise. Se Sharpay l’avesse sentita porsi quella domanda, si sarebbe arrabbiata dicendo che pensava troppo agli altri.

 

Probabilmente aveva ragione, era tempo di occuparsi anche un po’ di se stessa.

 

Prese carta e penna e di getto, in dieci minuti, scrisse il testo della canzone, mentre già in testa le frullava la melodia.

 

In cima al foglio scrisse il titolo, What hurts the most.

 

Sorrise, uscì dalla camera e corse a chiamare Kelsie e Ryan, che di certo l’avrebbero aiutata con tutta la melodia.

 

Chissà, forse davvero il dolore sarebbe sparito. O forse no.

 

Chissà, forse l’avrebbe cantata davvero a Troy, magari come altro ‘regalo’ di Natale. O forse no. Sarebbe dipeso tutto dal giorno in cui l’avrebbe rivisto.

 

Ma questa, è un’altra storia.

 

 

 

Fine

 

 

 

 

Ciao!! Ecco qui la mia nuova shot, scritta in tre ore ieri sera!! Anzi, diciamo ieri notte, visto che l’ho finita a mezzanotte e tre quarti XD

 

Era da un po’ che questa idea mi frullava in testa, ma solo ieri ho trovato l’ispirazione giusta per scriverla!

 

È il mio regalo per voi per tenervi buone finchè non torno dall’ultima vacanza!!

 

La canzone è, appunto, What hurts the most di Cascada, che vi consiglio caldamente di ascoltare (io l’ho messa in ripetizione mentre scrivevo XD)

 

Dedicata a Titty90 come ultimo break a leg (alla Sharpay!!) per il suo esame ^^

 

Vi chiedo umilmente dei commenti e, no, non so se farò un seguito!! Adesso sto lavorando a quelli di La mia migliore amica e Buon compleanno e ho delle idee per quello di Non ti scordar mai di me (per la vostra felicità! X3), quindi proprio non ho tempo! Senza contare che ho anche Wildcats forever da portare avanti e sia leggermente bloccata ^^

 

Dopo tutto questo cianciare, vi lascio!!

 

Grazie anche solo a chi ha letto, ma un commentino mi farebbe davvero piacere ^^

 

Bacini baciotti baciò,

 

Hypnotic Poison

 

   
 
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