The Scarlet Bride
Otherwise, The day you left me behind
Dal giorno
in cui ho memoria ho sempre pensato che avrei sposato
un uomo speciale, qualcuno che mi avrebbe fatto battere il cuore con un solo
sguardo, qualcuno che necessitasse di me quanto io di lui.
E lo trovai.
Non era di certo il più attraente ninja di tutta Konoha, eppure il mio cuore
era pieno di sussulti quando i miei occhi cerulei
incontravano i suoi color nocciola.
Ogni volta che tornavo da una missione, il mio primo pensiero era quello di dirigermi
da lui e buttarmi in quelle sue braccia così forti e così, stranamente,
maturate in poco tempo.
Mi sentivo protetta.
Pensavo di essere importante per lui, pensavo che
anche lui non vedeva l’ora di accarezzare i miei dorati capelli, mi sono illusa
fino alla fine.
Il suo sguardo non era per me e ciò avrei dovuto capirlo da come guardava lei.
Eppure, il mio cuore innamorato mi dava la forza e mi incitava
a far finta di niente nella speranza che io fosse la prescelta.
Fissammo la data delle nostre nozze, erano proprio come me l’ero immaginate: tu
che mi aspetti con un sorriso sincero (?) con quello smoking nero che ti sta
d’incanto, sia a destra che a sinistra vi sono i
nostri amici e parenti che si voltano mentre io attraverso quel tappeto rosso
steso in quel verde prato di quella piccola cappella all’aperto.
Era tutto perfetto, o quasi.
Al fatidico si, tu ti volti e incontri i suoi verdi occhi che t’incitano ad
andartene da me e tu non ci pensi due volte.
Mi guardi con uno dei tuoi sorrisi dolci ma pieni d’amarezza e poi ti fai largo
tra la folla e ti butti tra le sue braccia, per scomparire per sempre.
Non rammento cosa ho pensato in quel momento, probabilmente la mia mente era
talmente incredula da sembrarmi vuota, come il mio cuore.
La pioggia ora continua senza sosta a bagnare il mio candido
vestito, in molti hanno cercato, dopo la tua dipartita, di costringermi ad
allontanarmi da quell’altare.
Ma io sono rimasta qui, a chiedermi dove ho sbagliato
e a lasciare che questi diamanti bagnati rovinino l’acconciatura perfetta
costata ore e ore davanti allo specchio.
Il matrimonio non è mai stato un gioco per me, come non lo eri tu.
Eppure, quando è stata l’ultima volta, mi chiedo, che il tuo pensiero era
rivolto a me e non a lei?
Mi hai detto che stavi per commettere una sciocchezza
che avrebbe reso infelici entrambi, ma come facevi a dire che io sarei stata
infelice?
Non credermi sciocca, avrei voluto dirti, io ero a conoscenza dei tuoi
sentimenti è solo che pensavo di aiutarti, con il tempo, a dimenticarti di lei.
Sono egoista, lo ammetto, ma non è lo stesso dio dell’amore un egoista?
A molti suonerà strano ma ti chiedo perdono.
Perdonami, perché non sono una brava amante che ti direbbe “a me basta che tu
sia felice, questo conta”.
Perdonami, perché non riesco a reprimere questa rabbia mista al dolore di
avermi abbandonata il giorno delle nozze.
Perdonami, per non essere stata in grado di comprenderti.
Osservo le tazzine da the, oramai ricolme d’acqua piovana, poggiate sul piccolo
tavolinetto che avrebbe dovuto ospitare il buffet del
nostro matrimonio.
Alcune di esse, a causa del vento, sono cadute e si
sono frantumate in mille pezzi ai piedi dell’altare dove sono inginocchiata.
Ne prendo un pezzo, tagliente, lo osservo per qualche secondo e poi lo avvicino
al mio polso.
Sembrerà schiocco ma ora questo mi sembra l’unico modo
per farmi ricordare da te, per non essere una delle tante disperse tra la
nebbia del tempo.
Non mi tolgo neanche il guanto, candido come il vestito, perché voglio che il
mio dolore sia impresso su questo indumento che per
molte donne rappresenta la felicità assoluta.
Perdonami Shikamaru, mi ha lasciato indietro…ma io non ho la forza per andare
avanti.
La sera di quello stesso giorno, il corpo di una giovane ragazza, appartenente
al clan Yamanaka, venne ritrovato senza vita ai piedi di quell’ altare.
Aveva dei profondi tagli su entrambi i polsi e il suo sangue aveva tinteggiato
quell’abito interamente di rosso.
Un avvenimento che molti ritennero bizzarro o sovrannaturale,
ma non per questo di una bellezza quasi angosciante.
Il viso di lei era rigato dalle gocce, miste a lacrime
invisibili, di pioggia e i suoi bellissimi occhi azzurri era spenti oramai
privi di vita.
Da quel giorno, quella valle venne chiamata con un
nome che riportasse alla memoria la perdita di quella giovane e sfortunata
fanciulla, abbandonata proprio nel giorno più bello della sua vita: La valle
della sposa scarlatta.
End.
Angolino
dell’autrice
Lo so che molti di voi mi staranno
sbraitando dietro perché ho mille e uno fic da
terminare, è solo che questa mi ronzava in testa già da un po’.
Vuoi perché abbia letto in
particolare una SchikaTema sull’argomento, vuoi
perché sotto sotto sono un’inguaribile romantica, ma ho sempre pensato
che l’essere abbandonati il giorno delle proprie nozze deve essere
un’esperienza che fa male, indifferentemente da quanto si vuole bene a una
persona o no, specie se si è innamorati.
Ci tengo a precisare che NON odio
Temari e mi sarebbe dispiaciuto lo stesso a parti
inverse perché ragazze mie, essere abbandonati il giorno delle nozze non lo
auguro a nessuno!
Il fatto che sia una ShikaIno è
perché sono una irriducibile mosca bianca muahahaha *__*!!!
Spero che vi sia piaciuta e vi
prego lasciate una piccola recensione per vedere che ne pensate, bye!