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Autore: tanky    16/07/2014    2 recensioni
"...A calci e pugni si erano appartenuti, facendosi la guerra con le parole. Cercando il coraggio di staccarsi dai quei baci disperati e non trovandolo. Forse in qualche modo si erano amati, forse quello era il modo più vero di amare: per necessità, per trovare il tassello mancante di te. Trovarlo negli occhi di Harry. Cercarlo e scovarlo, nascosto nelle spalle di Draco.
***
Ora, era tornato per riprenderselo, dopo la guerra. Era tornato da Harry, forse da vigliacco, forse da uomo terribilmente coraggioso."
Avvertimento: la storia non tiene conto completamente dei fatti del libro (dal sesto in poi), alcuni si, altri no o li lascia sottintesi. Spero sia chiaro comunque, l'importante sono i sentimenti dei personaggi!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Avvertimento: la storia non tiene conto completamente dei fatti del libro, alcuni sì altri no o li lascia sottintesi.  Spero sia chiaro comunque, l'importante sono i sentimenti dei personaggi! Harry e Draco non hanno mai lasciato Hogwarts nel settimo anno, nonostante la battaglia finale ci sia stata ;)
 
Ritornare.
 
 
 
I find the map and draw a straight line
Over rivers, farms, and state lines
The distance from here to where you'd be
it's  only finger-lengths that i see
I touch the place where I'd find your face
My finger in creases of distant dark places
-Set the fire to the third bar-
 
Draco camminava veloce.
Sentiva indistintamente il rumore dei suoi passi sul selciato.
Percorreva in silenzio la stradina deserta nella periferia di Londra, teneva lo sguardo basso inchiodato ai suoi piedi come a contare i passi, come a decifrare ogni singolo particolare di quelle scarpe nere, lucide.
Mise la mano nella tasca del mantello e strinse la presa su un minuscolo pezzetto di stoffa rossa.
Doveva essere qualcosa di significativo per lui, forse tratteneva ancora il suo profumo.
Se lo chiese mentre estraeva il lembo del tessuto e lo avvicinava al viso per annusarne l'odore: erba bagnata, legna che brucia, cannella. E si ripeteva come un mantra, come una preghiera:"Saremmo potuti essere felici, saremmo potuti essere..." Strinse gli occhi. Chiuse il pugno. Un nodo alla gola, gli si chiuse lo stomaco come una morsa.
 
Che diavolo stava facendo? Cosa credeva di poter cambiare quando era tutto, tutto finito.
Incendio che fa terra bruciata intorno: solo vittime.
Draco aumentò il passo quasi mettendosi a correre, respirava affannosamente.
<< Sei un idiota, cosa ti aspetti che succeda? Lui non tornerà mai indietro. >> I pensieri erano come una cintura stretta,  avvinghiata alla sua mente, che non lasciava scampo ad ogni minima emozione: stritolava ogni cosa.
Provò a tornare indietro di qualche anno nei ricordi e per un attimo gli sembrò che non fosse accaduto sul serio, che niente fosse reale.
Forse è troppo tardi per ricordargli cosa eravate.
Forse tutto ciò che vi ha allontanato si innalza ancora inesorabile come un muro.
Forse i ricordi hanno un prezzo troppo alto per farli tornare.
Forse l'unica cosa sensata nella sua vita era stata quella di andarsene, sbattere la porta e scappare lontano dal Prescelto.
Draco, anche i bambini sanno che non si può tornare indietro.
Tutto quello che ti cambia è sempre lì, nascosto in una parte della tua anima a mangiarti lentamente dentro e Malfoy questo lo sapeva bene, sapeva anche che ciò che sei stato in passato non corrisponde a ciò che sei. Come se essersi amati fosse stato solo un sogno o un'illusione, un'allucinazione.
 
Era freddo e Draco lo sentiva dentro le ossa.
La luce del lampione illuminava appena la strada davanti...
Fece altri passi e quasi gli venne l'impulso insolito di gridare, gridare qualcosa che l'avrebbe portato via da lì o condotto subito da Harry, senza una via di mezzo, senza compromessi. Non era da lui perdere la calma, la compostezza, ma quel viaggio verso l'appartamento dell'unica persona a cui Draco avesse mai sentito di essere legato, stava diventando peggio di un martirio.
Si fermò di colpo in mezzo al marciapiede e si accasciò a terra stringendosi la pancia.
Tutto gli faceva male, tutto lo feriva.
Da qualche mese, quando aveva questi attacchi di panico si era abituato a scavare fra i ricordi, cercandone uno in particolare, e come una medicina, un antidoto, ripercorreva tutti i particolari di quel momento con calma: le parole, analizzava gli sguardi, si sforzava di ricordarsi il suo tocco sulla pelle e respirava. Respirava lentamente finché sentiva che l'aria intorno a sé tornava respirabile, smetteva di essere veleno.
 
***
 
Hogwarts, corridoio settimo piano, sesto anno.
 
Harry Potter e Draco Malfoy avevano smesso di scannarsi solo in pubblico ma cercavano il confronto anche quando si incontravano soli per i corridoi. Draco quella volta aveva detto una parola di troppo e Harry perdendo la pazienza lo stava strattonando in un'aula vuota lì vicino. Lo spinse con violenza contro la cattedra, Draco pensò che questa volta le avrebbe prese di santa ragione e invece Potter si avvicinò e lo stette a guardare in silenzio per un bel po': esaminò attentamente ogni lembo di pelle bianca sul volto di Malfoy, si soffermò in maniera particolare sulla sua bocca e sui suoi occhi, le parti del ragazzo che forse l'avevano più ferito. Poi fece una domanda semplice quanto disarmante, chiese, come un sussurro: "Perchè?".
Draco non aveva mai visto prima quello sguardo in Harry,  quegli occhi verdi che si soffermavano su ogni centimetro del suo viso lo ferivano più di una scarica di pugni. Stava tremando.
Così senza averlo previsto, senza sapere come...(probabilmente non avrebbe potuto fare niente di più sbagliato, niente di più impensabile) attirò Potter a sé e lo baciò con bisogno, con  foga eccessiva che prima sbalordì il suo compagno, poi lo fece sorridere sulle sue labbra. Harry  ricambiò il bacio con la stessa necessità.
Quando il Serpeverde si rese conto di quello che aveva fatto scatenare spinse via da sé con violenza il corpo dell'altro, che dall'intensità del bacio precedente gli stava stringendo la vita.
"M-Malfoy, ma cosa..?" Harry lo guardò un po' disorientato, sia dai gesti contradditori di Draco sia dal vulcano di emozioni che gli era scoppiato in pieno petto.
"Potter, dimentica quello che è successo o te ne farò pentire" Aveva annunciato il biondo tornato improvvisamente ad essere sprezzante nei confronti del Grifondoro, gli lanciò uno sguardo sdegnoso che nascondeva confusione e insicurezza. Stava già per andarsene voltando le spalle a Harry quando quest'ultimo lo fermò stringendogli forte un braccio e costringendolo a girarsi.
"Draco..." Harry aveva solo pronunciato il suo nome, quasi un sussurro, come una domanda, un interrogativo. L'aveva guardato negli occhi che erano limpidi e senza paura e aveva pronunciato il suo nome dolcemente.
Draco si liberò dalla presa del compagno e scappò via da quell'aula senza voltarsi indietro.
Non sarebbe stato il loro ultimo incontro nei successivi anni, non sarebbe stato il loro ultimo bacio in quell'aula vuota e polverosa. Non sarebbero stati i loro ultimi brividi.
Harry dopo quell'episodio andò a cercare Draco e si rividero: si incontrarono regolarmente facendo nascere dalla rabbia, le botte e il desiderio del corpo dell'altro, qualcosa che li avrebbe cambiati profondamente entrambi.
 
***
 
Cosa aveva perso lungo la strada? Probabilmente tutto, probabilmente se stesso. La stessa strada che adesso stava ripercorrendo per tornare da lui.
Si ricompose e gli ci vollero dieci minuti pieni, si rimise in piedi e si asciugò il sudore dalla fronte nonostante il gelo pungente.
Superò un bar un po' losco. Si sentiva lontano mille miglia da Harry, invece mancava poco, così poco che Draco trattenne il respiro.
Con che faccia si sarebbe presentato da lui dopo tutto questo tempo? Dove questi mesi successivi alla guerra si erano trasformati in anni, decenni, da dare la percezione a Draco di non vedere gli occhi di Harry da un'eternità intera.
Tutto in quel momento veniva a galla sulla superficie del cuore: le parole non dette, i gesti non fatti, gli sguardi lanciati attraverso la  sala grande del castello, prima che iniziasse la grande battaglia, solo per controllare che l'altro fosse ancora vivo, come se guardarlo lì e ora potesse essere una sorta di protezione. E c'era tutto in quello sguardo: gli anni persi in provocazioni e sfide, in risentimento e odio che era sfociato poi in un inesorabile bisogno dell'altro, un bisogno che brucia lo stomaco e ti fa strappare i vestiti e baciare la pelle, ti fa graffiare la schiena e desiderare di morire in quella stretta, tanto da esserne ossessionati, legati indissolubilmente... e alla fine ogni cosa era servita per arrivare a quello sguardo : "tieniti salva la vita Draco""Non azzardarti a morire Potter" e voleva dire tutto, l'essenziale e le parti di contorno.
Perché essersi odiati così tanto aveva significato per loro l'assoluta esclusività a qualunque cosa: prima a ferirsi, a sbeffeggiarsi, poi a baciarsi, a fottersi ed infine, e c'era voluto del tempo, l'esclusività a possedere un piccolo posto nascosto nell'anima dell'altro, come qualcosa che hai inciso sotto la pelle, un legame così vincolante che nessuno dei due si sarebbe mai azzardato ad ammettere, perché avrebbe scoperto una ferita troppo profonda.
A calci e pugni si erano appartenuti, facendosi la guerra con le parole. Cercando il coraggio di staccarsi dai quei baci disperati e non trovandolo. Forse in qualche modo si erano amati, forse quello era il modo più vero di amare: per necessità, per trovare il tassello mancante di te. Trovarlo negli occhi di Harry.  Cercarlo e scovarlo, nascosto nelle spalle di Draco.
 
Non si erano più sentiti dopo quella notte, una settimana prima della battaglia.
Non si erano più cercati per la paura che terrorizzava entrambi fin da bambini : cominciare davvero ad essere felici.
Draco era stato il primo ad andarsene, a chiudere la porta in faccia ad Harry per sentirlo un po' meno legato al cuore, per proteggersi. Erano chiusi entrambi nella stanza delle necessità, Malfoy aveva liberato il mostro di spavento e frustrazione che cercava di tenere a bada dentro di lui. Non si ricordava i dettagli, rammentava di aver urlato a Potter e di averlo ferito e di essere scappato lontano da lui.
Ora, era tornato per riprenderselo, dopo la guerra. Era tornato da Harry, forse da vigliacco, forse da uomo terribilmente coraggioso.
 
Ormai solo cento metri lo separavano dalla porta del nuovo appartamento del Grifondoro.
Dieci passi ancora.
Solo un passo. Un respiro.
Draco suonò il campanello e dovette aspettare circa due minuti prima di sentire la chiave girare.
Harry Potter stava in piedi davanti a lui, aveva una faccia sorpresa, quasi sbalordita, portava una maglietta a maniche corte rosse e dei pantaloni della tuta ed era  a piedi nudi.
"D-Draco...cosa ci fai qui?" Non riusciva a chiudere la bocca dalla sorpresa, un'onda di emozioni, ricordi e sensazioni segnate sulla sua pelle lo travolsero lasciandolo disarmato. Harry aveva cercato di dimenticare, stancamente, aveva cercato di lasciarsi alle spalle tutto del periodo della scuola e della guerra, aveva cercato con ostinazione di seppellire la memoria di Draco, il ricordo delle sue mani sui suoi vestiti, sotto un incontrollabile apatia. Anche se doveva ammettere che il sapore amaro della nostalgia e del rimpianto veniva ancora in superficie prima di coricarsi di notte.
Tutto, davvero tutto, si sarebbe aspettato quella notte di luglio fuorché di rivedere Draco Malfoy bussare al ciglio della sua porta, al limite della sua vita. Credeva di averlo lasciato nei ricordi di quando si era sentito vivo, credeva di averlo lasciato andare e di averlo perso.
"Potter scusa l'intrusione..." Draco aveva assunto un tono formale e non sapeva dove trovava la forza di rimanere così impassibile quando avrebbe solo voluto dirgli che ogni singolo giorno lontano da lui era stato come una condanna.
"Non ti aspettavo."
"Lo so"
"Dopo quella notte prima della battaglia, pensavo che..."
"Lo so"
"...pensavo che non volessi più vedermi"
Draco provò ad abbozzare un mezzo sorriso "è da maleducati fare aspettare un ospite sulla porta, ora sono qui..."
Il viso di Harry scoppiò in un sorriso radioso, confuso e disarmante.
"Gradirei un caffè Harry" Continuò Malfoy, con voce morbida.
"Io gradirei che non mi facessi più certi scherzi, cominciamo dal caffè..."
Draco lo interruppe alzando brevemente una mano nella sua direzione.
"Ci sono tante cose di cui dobbiamo discutere..."
Harry approfittò del gesto del biondo, gli prese la mano e lo attirò più vicino a sé e dentro casa.
"non andartene più Draco." disse in un sussurro vicino all'orecchio del compagno e chiuse la porta.
 
 
...Fine
 
Autrice:
una storia uscita così, non sono troppo soddisfatta ma la situazione descritta mi intriga molto : Draco che torna da Harry dopo la guerra per ricominciare...per avere un'altra occasione con lui.
Storia scritta di getto mentre ascoltavo la canzone -Set the fire to the third bar-.
Forse non molto chiara e un po' confusa (come i sentimenti di Draco) :D
Sicuramente ci saranno dei piccoli "errorini" che mi saranno sfuggiti nella correzione, scusatemi in anticipo :) nel frattempo mi sto dedicando alla storia :"I see fire"voi però lasciatemi un commentino per dire cosa ne pensate :D grazie mille!
   
 
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