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Autore: Follow The Sun    16/07/2014    2 recensioni
Praticamente una storia in cui non accade nulla di speciale, ma pur sempre frutto della mia immaginazione.
[DISPERATO BISOGNO DI CORREZIONE]
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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One direction and two possibilities.
Capitolo 1.
10;30. 1 Febbraio, 2000. 
-Vedrai che arriveremo presto- disse papà.
Tutto era normale in quella giornata di Febbraio, il primo giorno di Febbraio, un giorno caldo rispetto al solito, ma quella perenne umidità nell'aria.
-siamo quasi arrivati a Londra, non sei contenta puffetta?- mi rassicurò ancora papà.
-quand'è che vedrò la tua fidanzata?- dissi io.
Lui scoppiò a ridere.
-presto la vedrai, molto presto- concluse lui.
Su quella grande macchina grigia stava viaggiando da già qualche ora la famiglia Blue, o almeno, quello che ne restava. Lui, un uomo sui trentacinque anni, alto, robusto e dalla risata facile, e lei, cioè io, una bambina di soli 5 anni, sempre con le treccine, un vestitino rosa e la mia bambola 'Zoe' in mano.
-papà, papà, guarda!- esclamai.
-cosa hai visto?- mi domandò.
-il luna park!- gli risposi saltellando sul sedile posteriore.
-se vuoi ci andiamo in uno di questi giorni- mi rassicurò lui.
-sisisi!- conclusi per poi sedermi ancora al mio posto.
-ma quanto è lontana la nostra nuova casa?- domandai io.
-eccola laggiù- indicò una grande casa gialla con un enorme giardino rinchiuso da un'alta cancellata marrone.
-woooow, com'è grande...ma è vero che ci sono altri bambini come me?- domandai curiosa.
-certo! Te lo avevo già detto prima di partire-
Il papà era sempre in grado di rassicurarmi, ogni cosa che facevo era di grande significato per lui, mi aiutava sempre, anche dopo la scomparsa della mia mamma, lui era lì, pronto a voltare pagina, perché ciò che era stato era stato e non si poteva fare più niente.
-adesso chiamo Anne e te la presento- affermò il papà dopo essere sceso dall'auto.
Io guardavo fuori dal finestrino, appoggiai il mio nasino su di esso e lo appannai tutto, fu solo allora che notai una figura alta e snella avvicinarsi all'auto, mi levai subito dal finestrino e la vidi meglio. Lei aprì la portiera vicina a me.
-ciao piccola, tu devi essere Sophie, piacere, io sono Anne, la fidanzata del tuo papà, spero che ti troverai bene con noi- Anne concluse il discorso con un dolce sorriso rassicurante, sapeva come far sentire a proprio agio i bambini di quella età.
-ma adesso dov'è il mio papà?- chiesi io.
-il tuo papà è andato in casa a salutare mio figlio, Harold- mi rispose sicura lei.
-quanti anni ha Harold?- domandai.
-il mio Harold compie oggi ben 6 anni- mi fece un '6' con le mani e mi sorrise dolcemente.
-e quella chi è?- indicò Zoe.
-è Zoe, la mia bambola- le dissi io.
-ma che bella! Te l'ha regalata papà?- mi domandò.
-no, me l'ha regalata la mia mamma- risposi io.
Lei fece un sorriso come per rassicurarmi.
-ora vogliamo andare in casa? Così almeno conosci Harry ed i suoi amichetti- propose lei.
Io feci cenno di sì con la testa e lei mi prese in braccio.
Appena entrati in casa vidi una decina di bambini più o meno della mia età seduti attorno ad un tavolo.
-bambinii, attenzione, devo presentarvi una persona- annunciò Anne.
Tutti i bambini si girarono verso di me.
-lei è Sophie, la figlia del mio fidanzato, fatela sentire a proprio agio, mi raccomando, soprattutto tu Harry- indicò un bambino con gli occhi verdi seduto a capotavola con un cappellino in testa, sembrava un unicorno.
-saluta Sophie- mi incitò a dire mio padre che era appena sceso dalle scale.
-c...ciao- dissi timidamente io.
-ciaoo- risposero i bambini in coro.
-bene bambini, accoglietela tra di voi, e mi raccomando, fate i bravi o niente torta!- concluse Anne per poi dirigersi verso una stanza dietro il salone.
Un bambino con gli occhi azzurri e i capelli castani mi venne incontro.
-ciao Sophie, mi chiamo Louis, ma puoi chiamarmi Lou, benvenuta alla festa di Harry, sono il più grande qui, quindi se hai bisogno chiedi a me- concluse la frase e si mise la mano a pugno sul petto. 
Io lo guardavo strano, era più alto di me, perciò sembravo ancora più intimorita di quanto lo fossi già.
-Lou vieni qui! Stiamo giocando con le macchinine!- lo riprese un altro bambino. 
-arrivo Zayn- rispose lui.
-scusa ma devo andare a giocare, se vuoi unisciti a noi- mi disse sorridendo.
Io rimasi zitta, neanche una parola.
Sembravo una statua, ero in mezzo al salone con la mia bambola in mano, ferma e muta. 
-forza Sophie, vai a giocare anche tu- mi incitò papà.
-s...si- dissi io.
Mi avvicinai al gruppetto di bambini e li osservai meglio.
Erano tutti dei bambini poco più grandi di me.
-guardate chi c'è- Harry si girò verso di me indicandomi.
Io lo guardai per un secondo per poi posare il mio sguardo su Louis.
-Harry, sii educato, non si trattano così le bambine- si intromise Anne.
-mamma, ma cosa ci fa lei qua?- chiese Harry a sua madre.
-lei è la tua 'sorellastra' insomma- rispose Anne.
-mia sorella? Quindi deve vivere con noi?- chiese di nuovo a sua madre.
-sì- concluse Anne scompigliando i capelli a Harry e per poi dirigersi di nuovo nella stanza dietro di noi.
Mi sentivo osservata, avevo gli occhi di tutti puntati addosso, soprattutto quelli di Harry.
-bene sorellina, ti va di giocare con noi?- propose Harry.
Già, mi aveva chiamata sorellina.
Per me era strano venire chiamata così, da un momento all'altro da un bambino che conoscevo a malapena da 20 minuti. 
-beh, allora?- insistette lui.
-a che cosa giochiamo?- chiesi io.
-alle macch...- Harry venne interrotto da Louis.
-a quello che vuoi- disse Louis facendomi l'occhiolino.
-allora...giochiamo al gioco del conoscersi- dissi io.
-gioco del conoscersi? Mai sentito, e cosa si dovrebbe fare?- disse un bambino dietro a Harry.
-bisogna...conoscersi- risposi io.
-per me va bene- disse Harry.
-anche per me- dissero gli altri uno ad uno.
-bene, allora, cominciamo...- dissi io.
-comincia tu Sophie- disse Louis.
-io mi chiamo Sophie Blue, vengo da un piccolo paese a sud dell'Inghilterra, ho 5 anni e mezzo, sono nata il 3 marzo, mi piace stare in compagnia, mi piace il cioccolato e voglio tanto bene al mio papà- conclusi la frase sedendomi per terra.
-tocca a me! Tocca a me!- disse Harry.
-bene Harry, continua tu- lo incitò Louis.
-io, mi chiamo Harold Edward Styles, ho 6 anni oggi, abito a Londra con la mia mamma, mi piacciono le caramelle, adoro giocare con le macchinine, sono nato l'1 Febbraio e...e basta- disse tutto d'un fiato per poi sedersi per terra.
-ahahaha- sentii una risata alla mia destra.
-Harry, lo so che sei nato oggi, se no non eravamo qui a festeggiare- concluse sempre quel bambino.
-allora parlaci tu di te stesso- ordinò Harry.
-si- fece una piccola pausa.
-mi chiamo Niall James Horan, ho 6 anni e mezzo, sono nato il 13 Settembre, abito qui a Londra, ma da poco, vivo con la mia mamma e il mio fratellone e mi piace tanto tanto mangiare- a guardarlo non lo si diceva, era il più magro di tutti, eppure affermava di mangiare come nessun essere umano.
-quindi tu sei Niall...- dissi io mentre lui si stava sedendo per terra.
-in persona!- affermò lui gonfiando il petto e alzando la testa.
Era un bel bambino, aveva dei bellissimi occhi dello stesso colore del cielo, sembrava avere dei capelli morbidissimi di un colore sul marrone non troppo scuro, era carino, insomma.
Il tempo passò in fretta, ognuno di loro si presentò, conobbi i migliori amici di Harry, tutti i suoi cuginetti e altri, erano tutti molto simpatici e mi facevano sentire bene.
Harry corse a prendere qualcosa nel sacchetto sopra al tavolo al centro del salone, non ci feci molto caso, così andai avanti ad ascoltare la conversazione sulle figurine dei Pokémon degli altri bambini.
D'un tratto sentii qualcuno mettermi qualcosa in testa.
-cosa mi hai messo in testa?- chiesi spaventata ad Harry.
-un cappellino uguale al mio!- disse orgoglioso lui indicando il cappellino a cono che aveva in testa.
-perché solo noi due abbiamo un cappellino?- domandai agli altri.
Gli altri bambini mi guardarono e corsero a prendere altri cappellini che si misero in testa uno per uno.
L'unico che non aveva un cappellino era Louis.
-Louis, perché non hai un cappellino anche tu?- chiesi sottovoce a Louis.
-erano finiti, ma non ti preoccupare- rispose lui.
-non va bene!- lo rimproverai scherzando.
-prendi il mio- mi tolsi il cappellino e lui si mise in ginocchio davanti a me.
-abbassa ancora un po' la testa- dissi.
Lui abbassò la testa e io gli misi il cappellino.
-grazie Sophie, sei gentile- mi sorrise.
-adesso sei un unicorno anche tu- scherzai per poi mettermi a ridere.
-UN UNICORNO?- urlò Harry.
-sì- confermai io.
-ma...allora siamo tutti degli unicorni- Harry raggiunse una conclusione.
Tutti scoppiarono a ridere.
Dopo qualche minuto c'erano un gruppo di bambini che correvano per il salone e un altro gruppo che faceva finta di brucare dell'erba, il mio nuovo gioco era il più bello di tutti, tutti quanti degli unicorni. 
Il divertimento fu interrotto da Anne che arrivò nel salone con la torta in mano.
-dai ragazzi, smettetela, è ora della torta, poi si va a casa- annunciò lei.
Tutti i bambini si sedettero attorno al tavolo e io rimasi in mezzo al salone con la mia bacchetta-forchetta in mano. 
-vieni Sophie, siediti vicino a Harry e Zayn- disse papà.
-arrivoo- dissi mettendomi a correre verso il tavolo.
Zayn mi fece posto vicino a lui, mentre Harry era troppo impegnato a fissare la torta, come Niall, tra l'altro.
-forza bambini, tutti in coro!- disse Anne.
-TANTI AUGURI A TE, TANTI AUGURI A TE, TANTI AUGURI AD HARRY, TANTI AUGURI A TEEE!- un coro di voci si fece sentire in quella stanza e Harry era tutto rosso come un pomocorno (?)
-forza, ora facciamo le foto!- annunciò sempre lei.
-Sophie, mettiti vicina a Harry e sorridi- 
Io mi misi vicina a lui, lui sorrideva intensamente, così decisi anche io di immortalare quel momento con uno dei miei sorrisi migliori, e...*cheese* 
-come siete teneri- disse ridendo Anne.
Harry mi sorrise, Dio mio, Harry che mi sorride.
-Harry vieni! Liam ha un Pokémon leggendario che vuole scambiare!- disse ad alta voce Zayn.
-arrivo subito!- rispose Harry.
Così rimasi da sola, ancora, fissando la fetta di torta che avevo nel piatto.
-tu non vieni a giocare con noi?- mi domandò Louis.
-ho scoperto che non mi piacciono poi così tanto i Pokémon...- risposi io.
-allora te li faremo piacere!- aggiunse lui.
Mi trascinò letteralmente fino agli altri bambini.
-ehm ehm- Louis fece un finto colpo di tosse.
-che c'è?- domandò Zayn che non stava ascoltando la 'conversazione sui Pokémon' facendo girare anche tutti gli altri.
-a Sophie non piacciono molto i Pokémon...- disse Louis.
-e allora cosa dobbiamo fare, giocare ancora agli unicorni? Io sono un po' stanco...- disse Harry freddamente.
-già, e poi tra poco dobbiamo andarcene- aggiunse uno dei cugini di Harry.
-oh beh, va bene, non fa niente, Sophie mi spiace- disse Louis per poi girarsi verso di me e facendo spallucce.
Dopo qualche minuto quasi tutti i presenti erano tornati a casa.
-papà, papà, dove sei?- domandai io salendo al piano di sopra.
-qui, puffetta, sono qui- disse lui sorprendendomi da dietro.
-papà!- esclamai io abbracciandolo mentre lui mi prendeva in braccio.
-che c'è piccola?- domandò lui.
-ma perché Louis, Zayn, Niall e Liam sono ancora qui? Tutti se ne sono già andati...- dissi io.
-loro rimangono qui a dormire- rispose lui.
-ah...e io devo stare con loro?- chiesi io.
-beh, se vuoi- disse lui.
-va bene-
Poco dopo vidi Harry e i suoi 4 amici preparare dei letti per terra con dei cuscini e delle coperte, erano proprio buffi.
Scesi le scale e li raggiunsi.
-dormite qui nel salone?- domandai io.
-sì, la mia cameretta è troppo piccola per tutti- disse Harry.
-e tu, Sophie, con chi vuoi dormire? Non abbiamo tanti letti, sempre se si possono chiamare così- disse ridendo Anne che stava sistemando meglio tutte le coperte.
-n...non lo so, forse da sola- dissi io timidamente. Non mi andava molto a genio il fatto di dormire con dei bambini che conoscevo a malapena.
-bene, allora ti sistemerò delle coperte sul divano, così starai comoda e da sola- disse lei facendomi l'occhiolino.
-ma io non sono sola, c'è Zoe con me- dissi io.
-giusto, giusto- disse lei per poi sorridermi.
Poco dopo Anne diede a tutti la buonanotte e si avviò in camera da letto.
-io ho sonno- disse Liam.
-ma tu hai sempre sonno- aggiunse Niall.
Tutti ci mettemmo a ridere.
-bene, allora buonanotte a tutti!- disse Louis.
-buonanotte...- dissi io seguita poi dagli altri.
  
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