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Autore: biancoceano    16/07/2014    3 recensioni
Si appoggiò alla console preso da un capogiro.
Era arrivato al culmine della sua vita. I Signori del Tempo avevano a disposizione più vite di un essere umano; le chiamavano rigenerazioni e, a quanto pare, era giunto all'ultimo stadio.
Stava invecchiando e, si sa, la vecchiaia non ha pietà.
Si appoggiò alla console, il Dottore, e tentò di ricordare i momenti più felici della sua vita.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Doctor - Altro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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As I try to leave.

In qualche angolo dell'universo, il Dottore stava guidando il suo TARDIS verso un ennesimo viaggio.
Quanti ne aveva compiuti? Oramai non lo ricordava quasi più. Era certo di aver visto quasi tutto l'universo e di aver esplorato ogni era possibile. 
Si appoggiò alla console preso da un capogiro. 
Era arrivato al culmine della sua vita. I Signori del Tempo avevano a disposizione più vite di un essere umano; le chiamavano rigenerazioni e, a quanto pare, era giunto all'ultimo stadio.
Stava invecchiando e, si sa, la vecchiaia non ha pietà.
Si appoggiò alla console, il Dottore, e tentò di ricordare i momenti più felici della sua vita. 

Il primo ricordo che riaffiorò, ha come sfondo un giardino di una normalissima casa terrestre. 
Era alla sua undicesima rigenerazione ed il suo TARDIS si era schiantato. Ricordava le fiamme e ricordava il viso di una piccola bambina dai capelli rossi.
Il Dottore sorrise a quel ricordo.
Amy Pond. La ragazza che aveva aspettato fin troppo per uno come lui.
All'improvviso, il ricordo della bambina dalla chioma rossa venne sostiuto con quello di un'altra chioma rossa.
Donna Noble.

Ricordava ancora la sua energia e il suo voler fare di testa sua. Era piombata nel TARDIS il giorno del suo matrimonio all'improvviso. All'inizio non riusciva davvero a sopportarla: troppo arrogante per il suoi gusti. 
L'aveva riaccompagnata a casa la sera stessa e le aveva chiesto di viaggiare con lui.
Non gli piaceva, ma aveva bisogno di qualcuno con cui viaggiare.
Si aspettava un sì; d'altronde, nessuno gli aveva mai detto di no.
Ma lei aveva rifiutato, e lui era ripartito come se nulla fosse.
Ma era sicuro che l'avrebbe incontrata ancora, e così fu.

Un boato lo distolse dai suoi pensieri. Si diresse lentamente verso il computer per vedere cosa c'era di sbagliato. 
Lesse qualcosa in gallifreyano, e rise tristemente.
"Non ho più tempo." Disse tra sé. 
Si diresse verso la scala che portava alle sue stanze.

Camminando per i lunghi corridoi, gli venne in mente Clara. 
La ragazza impossibile che aveva incontrato fin troppe volte e in epoche diverse. 
Si sedette di fronte ad una porta e lasciò vagare la sua mente.
Gli ritornò in mente il viaggio che Clara fece all'interno del TARDIS. 
Non era mai riuscito a comprendere il rapporto tra la sua macchina e la ragazza. L'aveva lasciata entrare poche volte da sola, ma quella sera... quella sera cercò di proteggerla. 
Ancora non riusciva a spiegarselo.
Clara gli mancava tanto; era stato l'enigma più grande della sua vita.
A distanza di millenni, non era ancora riuscito a risolverlo.

Si alzò con cautela ed entrò nella stanza di fronte.
Era abbastanza grande e piena di oggetti sparsi qua e là. Non aveva mai messo in ordine perchè l'ordine non gli piaceva. Non poteva essere altrimenti per un Signore del Tempo che salta di epoca in epoca senza ordine cronologico. A lui stava bene così, alla fine. 

Si avvicinò ad un mobiletto basso e prese la foto che prendeva posto sopra.
All'interno della cornice c'erano un uomo con un lungo cappotto blu, una ragazza di colore e lui durante la sua decima rigenerazione.
Jack Harkness e Martha Jones. 
Jack gli aveva fatto compagnia dalla sua nona rigenerazione, lo ricordava bene. Era stato diffidente nei suoi confronti, all'inizio, ma si sbagliava. Jack gli aveva salvato la vita molte volte, e lui era certo di non averlo ringraziato abbastanza.
Si soffermò sulla ragazza al suo fianco.
Martha.
La ricordava perfettamente, perchè con lei si era trovato per la prima volta faccia a faccia con il Maestro. E anche perchè aveva una cotta per lui.
Ma durante gli anni della sua decima rigenerazione nessuna donna sapeva resistergli.
Okay, accadeva anche con gli uomini.
Aveva ammirato Martha quando aveva deciso di lasciarlo e di tornare sulla Terra dalla sua famiglia, anche se ciò significava restare solo ancora una volta.
Il sorriso triste di prima fece di nuovo capolino sulle sue labbra. 

Posò delicatamente la cornice e andò verso il suo armadio.
Era pieno di vestiti che aveva indossato in diverse occasioni e altri che non avrebbe indossato mai.
Prese la veste rossa dei Signori del Tempo e scorse una maglia da donna dietro.
Aveva su la bandiera dell'Inghilterra del ventunesimo secolo.
Lasciò cadere la veste e stinse forte la maglia per annusarla.
Era appartenuta ad una persona importante, forse la più importante della sua vita.
La persona con la quale avrebbe speso tutta la sua vita, se ne avesse avuto la possibilità. 
Perchè era innamorato di Rose. Lo era sempre stato e lo sarebbe stato ancora fino alla fine dei suoi giorni, e non mancava molto.
Si sedette sul letto perchè i ricordi gli facevano mancare il respiro.
Il tempo che aveva passato con Rose gli sfrecciò davanti per soffermarsi su un giorno in particolare.
Era nella baia del Lupo Cattivo e aveva l'altro se stesso di fronte.
Non avrebbe potuto passare la vita con Rose perchè lei sarebbe morta molto, molto prima e lui non avrebbe potuto sopportare quel dolore.
In quel preciso istante, il peso dei Signori del Tempo si era fatto sentire davvero troppo.
Aveva pregato con tutte le sue forze che Rose non corresse da lui ma che decidesse di andare con il Dottore umano. Lui avrebbe potuto dargli una vita felice e probabilmente l'aveva fatto.
Probabilmente avevano avuto dei figli e questi avevano avuto altri figli e così via.
Qualcosa di Rose echeggiava ancora là fuori, ma non era Rose.
Gli tornarono in mente i giorni felici e quelli tristi, le avventure passate insieme e gli sembrò anche di sentire il suono delle loro risate in lontananza.
Uno scherzo del destino, probabilmente. 
Si accorse che le lacrime gli scorrevano lungo le guance e se le asciugò subito.
Non piangeva frequentemente; con tutto ciò che aveva visto, aveva imparato a non farsi coinvolgere.

Andrò a riprendere la veste rossa e la indossò.
L'aveva messa pochissime volte e gli fece uno strano effetto vedersi allo specchio così.
Uscì dalla stanza e ritornò nella sala di controllo.
"Sono pronto." Disse a nessuno in particolare.
Da lontano, comparì una luce bianca e ne uscì una sagoma.
La luce sparì e la sagoma si fece distinguibile, definita.
"Rose." Disse il Dottore, piangendo.
"Vieni con me. E' arrivato il momento." Disse lei, con voce calma, tendendogli una mano.
"Dimmi che questa volta sarà per sempre. Che questa volta non dovrò dirti addio." Rispose lui, tra un singhiozzo e l'altro. "Promettimelo."
Lei gli andò vicino e gli prese una mano.
Sorrise.
"Per sempre, Dottore. 
Per sempre."



Angolo autrice: Vi dico subito che, scrivendola, mi sono commossa un po'.
Ho immaginato la "fine del viaggio" in un mezzo pomeriggio davanti ad una tazza di tè (si siamo in estate, lo so.), e mi sembrava giusto condividerlo con voi.
Ci sono degli appunti che vorrei fare:
1)Non ho aggiunto River perchè, ad essere sincera, non mi è mai piaciuta. Tutte le parole che ho scritto qui, le ho scritte pensando a ciò che il Dottore ha provato con le singole persone e pensando anche a ciò che questi hanno trasmesso a me. River non mi hai mai trasmesso nulla. *si nasconde*
2)Il Dottore di questa OS è un dottore vecchio, barbuto e senza capelli, tipo Eleven in "The time of the Doctor". Ecco perché non ho specificato la rigenerazione.
Se vi ho messo un po' di malinconia, non odiatemi.
Alla fine, Il Dottore vivrà per sempre.
Ci sarà sempre una crepa nel muro che verrà a salvarlo.
  
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