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Autore: Adaralbion    02/09/2008    6 recensioni
[...]E ora mi chiedo,
alla luce di questa alba alla quale so, per certo, non seguirà un tramonto,
mi chiedo dove sta scritto, che devo morire.[...]
Genere: Malinconico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mello
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Perchè ci sono cose che non potrò mai vedere,

cose che non vorrò capire,

e ancora cose di cui non saprò mai il profumo,

il colore,

il sapore.


Ci saranno cose che rimpiangerò,

cose che mi mancheranno,

cose il cui sapore non potrò dimenticare,

il cui colore riempirà i miei occhi

e il profumo non abbandonerà mai la mia pelle.


Ci sono cose a cui non potrò rinunciare,

alle quali resterò legato per sempre;

Ci sono cose che non riuscirò ad immaginare,

alle quali resterò estraneo per sempre.



E ora mi chiedo,

alla luce di questa alba alla quale so, per certo, non seguirà un tramonto,

mi chiedo dove sta scritto, che devo morire.

Mi interrogo, e forse anche Matt lo sta facendo... tra un conato e l'altro...

è veramente questo il mio destino?

L'ho cercato un motivo, e tutt'ora cerco di artigliare le mie unghie a questo mare fatto di specchi:

e forse è nel mio passato che sta nascosta la risposta,

tra le righe dei miei ricordi,

tra i volti dei genitori che non ho mai conosciuto.


Un uomo e una donna che hanno concepito questo mio corpo,

un essere nudo e umido che incontra il mondo tra vagiti e sangue:

sta nei loro sorrisi?

Nelle loro lacrime?

Nella loro decisione di lasciarmi solo al mondo, abbandonato ad un destino che per un neonato significa solo morte?


Forse è vero: la morte è nel mio destino.


Ma come biasimare quelle persone? Come fargliene una colpa dopo che io,

senza il minimo scrupolo,

ho ucciso e torturato così tante persone da non ricordare nemmeno uno dei loro volti?


Posso essere io, migliore di loro?


Ho gli occhi di mia madre?

Ho gli occhi di mio padre?

E i capelli?

Le mani?


La cicatrice... quella è l'unica cosa che non proviene da loro,

quella è il frutto delle mie azioni,

ma forse anche lei era già stata prevista.


Come un percorso,

dettato da qualcosa di più grande,

un cammino che accompagna ogni esistenza,

ogni uomo,

un destino che per me significa morte.


Dove è finita la rabbia?

Dove sta, la vendetta?

E io, chi sono?


Cenere.


La mia vita finirà con la cenere,

lo sento,

perchè il mio volto è ancora mezzo intatto,

il mio corpo non del tutto divorato;

perchè ci sono andato troppo vicino,

e non avrò una seconda opportunità.


Quanto poco poetico è questo suono,

lo scarico del bagno e Matt barcolla verso il divano,

si siede,

ha gli occhi rossi... come i capelli.


Mi guarda.


Mi sorride.


Piange.


Quanto poco poetico è questo mondo,

lasciar morire un ragazzo così giovane,

dolce,

un amico che non incontrerò mai più.


E un'altra volta quella musica si accende,

sovrasta le campane e Matt questo lo sa:

una vita tentando di sfuggire a quel suono,

e oggi non sarà diverso per lui.


Tenterà di fuggire,

ma io non potrò.



Perchè ci sono cose,

che vorrei dire,

cose, che vorrei fare.


Ci sono cose,

che non dirò,

cose, non non potrò fare.


Un abbraccio,

un sorriso,

basterebbe poco e Matt morirebbe felice.


Un “grazie”,

un “sei il mio migliore amico”,

basterebbe poco e Matt morirebbe col sorriso sulle labbra.


Ma sono egoista,

lui lo sa meglio di me,

e se io devo morire con il dolore nel cuore,

lui deve morire come me.


Lui lo sa, ed è per questo che non dirà niente.


Dove sta scritto, che devo morire?

Vorrei chiederlo a lui,

Matt,

non risponderebbe.


Allora andiamo a morire,

insieme,

con gli occhi di mia madre, le labbra di mio padre;

andiamo a morire,

finalmente,

lasciamo che anche gli altri facciano la loro parte.




Perchè ci sono cose,

che amo,

ci sono cose,

che odio,

cose,

tante,

ma io non sono Dio.






After Words


Questa fic nasce in un momento di malinconia, quando le cose che vedi non sono né a colori né nere: sono semplicemente grige e le accetti per quello che sono.


AdaL

   
 
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