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Autore: Midori Shiroyama    16/07/2014    0 recensioni
Guardando Makoto, Shizuku capì che lui era l'amore. E ormai non aveva più dubbi: sapeva di fragola.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Makoto Tachibana, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dunque, questa storia è stata scritta per soddisfare la mia assoluta ed improvvisa necessità di vedere un tenero Makoto innamorato che cerca di conquistare una ragazza per la prima volta. Il tutto grazie anche al dubbio aiuto di Nagisa e Rei che decidono di vestire a tutti i costi i panni di Cupido. Chiedo scusa a tutte le fan di Free! per aver praticamente distrutto le varie coppie yaoi che vedono coinvolto il dolce Makoto ^^''. Cercate di capirmi, dopotutto l'ho fatto per una buona causa XD. detto questo, spero che la storia possa piacervi. Ciao ciao!!!!

 
Capitolo Uno: Un dolce profumo al gusto di fragola
 

Erano le quattro del pomeriggio e dopo due ore, Shizuku riuscì finalmente a sedersi. Aveva trascorso tutto il giorno in piscina a correre dietro a  dei bambini, e ormai era veramente esausta.
Ad essere onesti, se non fosse stata minacciata di morte dalla sua amica Chigusa non avrebbe mai accettato di fare una cosa del genere, questo principalmente per due motivi: primo non aveva pazienza con i bambini, quei piccoli diavoli la spaventavano a morte e mettevano a dura prova il suo autocontrollo. Secondo lei odiava la piscina. La trovava un posto inutile, dal momento che non sapeva nuotare.
''Allora, ti stai divertendo?'', Chigusa spuntò fuori dal nulla facendo sussultare Shizuku per lo spavento.
''Dì un po', ma sei matta a saltar fuori in questo modo? Ho perso dieci anni di vita!''
Chigusa rise divertita e si sedette vicino all'amica. ''Hanagata sei esagerata come al solito''
Shizuku sbuffò e si girò dall'altra parte ''Non è vero'', borbottò in fine.
L'amica le diede un leggero pizzicotto sul braccio. ''Guarda che lo so che ti stai divertendo, te lo si legge in faccia''
''Oh, certamente! Un'intera giornata in piscina, circondata da bambini pestiferi, il cui unico obbiettivo sembra quello di volermi buttare brutalmente in acqua, pur sapendo che non so nuotare. Sì, direi che questo è proprio il giorno più bello della mia vita!'' rispose sarcastica.
Hana-chan scosse la testa. ''Non fare tanto la difficile!'', le gridò mentre tornava dai bimbi.
Shizuku per tutta risposta le fece la linguaccia. Okay, in fondo era la verità: si stava divertendo. Almeno, per una volta, aveva fatto qualcosa di diverso dal giocare a Basket o studiare. Ma comunque non lo avrebbe mai ammesso esplicitamente. Da brava ragazza testarda e orgogliosa quale era avrebbe continuato a negare.
Si rilassò poggiandosi sullo schienale della panchina, chiuse gli occhi e fece un profondo respiro. Improvvisamente, però, il pianto di un bambino la fece tornare alla realtà.
Si guardò frettolosamente in giro, e in fondo alla piscina vide il piccolo che era a terra e che si teneva il ginocchio. Shizuku si alzò e corse verso di lui. Era piccolo con due grandi occhi castani.
''Cos'è successo?'' Gli chiese con dolcezza quando lo raggiunse.
''Sono scivolato'', piagnucolò lui tirando su col naso. Aveva l'aria spaventata.
Shizuku fece un profondo respiro ed esaminò la ferita. Non era nulla di particolarmente grave. Era solo una sbucciatura, ad essere sinceri, ma l'esperienza le aveva insegnato che  era sempre meglio disinfettare e medicare, anche se si trattava di un graffietto innocuo.
Fece un altro respiro e sorrise dolcemente al bambino. ''Come ti chiami?''
''Ren...'', disse lui sottovoce mentre si asciugava le lacrime con la mano.
''Bene, Ren, adesso ti porto di là e ti medico il ginocchio, così poi puoi tornare a giocare con gli altri, va bene?''
Lui annuì, poi gettò le braccia intorno al collo della ragazza, mentre quest'ultima lo prendeva in braccio. Nel frattempo si era radunata una piccola folla. Tanti occhietti di bambini li stavano guardando incuriositi.
''Hanagata, cos'è successo?'' Le chiese Chigusa.
''Nulla, solo una piccola sbucciatura. Ora andiamo a medicare la ferita e poi riprendiamo a  giocare, vero Ren?'' Chiese Shizuku rivolta al piccolo.
''Sì'', rispose lui visibilmente più tranquillo.
''Vengo anche io!''  esclamò una bambina dai capelli scuri, aggrappandosi alla gamba di Shizuku. La ragazza le sorrise. ''Non preferisci restare qui a giocare con Hana-chan e gli altri? Noi torniamo subito''
La bambina scosse la testa e si avvinghiò ancora di più alla coscia di Shizuku. ''No, Ren è mio fratello, io vengo con voi!'' Le disse.
Quindi quei due bambini erano fratelli eh? Shizuku li guardò attentamente ed si accorse che erano gemelli. Chissà come aveva fatto a non farci caso.
''Come ti chiami piccola?''
''Ran'', rispose emozionata la bambina.
''E va bene Ran, andiamo allora''. Shizuku le porse la mano e poi si incamminarono verso l'infermeria. Sistemò entrambi i gemelli sul lettino bianco e medicò il ginocchio di Ren, e per finire in bellezza, pensò bene di regalare ad entrambi i due lecca lecca che aveva comprato quella mattina.
All'inizio non sapeva nemmeno il perché li aveva acquistati, dato che di solito non mangiava quelle cose, però poi alla fine si erano dimostrati utili.
Shizuku riaccompagnò i gemelli in piscina e il resto del pomeriggio trascorse velocemente e in tranquillità.
Alle sei lei e Chigusa riaccompagnarono tutti i bambini alle rispettive case. Una cosa piuttosto stancante, ma che comunque faceva parte dei loro compiti.
''Accidenti, è tardissimo!'' Esclamò l'amica alle sette in punto. ''Hanagata dobbiamo andare!''
''Tu vai pure Hanamura, ci penso io a riportare a casa Ren e Ran.'' la rassicurò Shizuku. Quei due bimbi le erano rimasti appiccicati per tutto il tempo. E stranamente la cosa non l'aveva infastidita. Probabilmente perché erano educati e carinissimi.
''Sei sicura di farcela in tempo per la partita?''
''Sta tranquilla, vorrà dire che mi farò una corsetta fino alla palestra!'' Tenendo Ren in braccio e Ran per mano, la ragazza si divise dall'amica. Durante il tragitto si accorse che la casa dei due gemelli non era molto distante dalla sua. Questo era destino! L'aver scoperto che ci avrebbe messo pochissimo tempo a rincasare per prendere l'occorrente che le serviva per la partita le riempì il cuore di gioia e si sentì subito sollevata.
''Siamo arrivati!'' Esultò Ran.
Le piaceva quella bambina, era vivace e piena di vita, un po' pestifera, a volte, ma comunque adorabile. In un certo senso le ricordava come era lei da piccola.
Shizuku suonò il campanello e dopo poco una donna dall'aria dolce aprì la porta di casa.
''Mamma!'' esultò Ran abbracciandola.
''Buonasera signora, mi chiamo Shizuku Hanagata, sono venuta a riportare Ran e Ren a casa.'' Shizuku si presentò facendo un leggero inchino.
''Oh, grazie mille, sei stata molto gentile!'' La donna le sorrise con fare materno.
''Mamma, Ren si è fatto male oggi ma...''
''La sorellona mi ha medicato la ferita, ora il ginocchio non mi fa più male'', disse Ren prima che la sorella potesse terminare la frase.
''Ren, stavo finendo di parlare io!'' Protestò Ran.
''Su, su, non litigate bambini'', intervenne la madre. ''Shizuku grazie mille per quello che hai fatto per i miei figli.'' La sua voce era talmente dolce che la ragazza arrossì imbarazzata senza sapere bene il perché.
''I-in realtà non ho fatto molto, era solo una lieve sbucciatura'', balbettò mentre posava a terra Ren.
''Non essere modesta! Entra pure in casa, ti andrebbe una tazza di the?''
Ran e Ren la guardarono speranzosi, ma Shizuku non poteva proprio trattenersi oltre. ''L-la ringrazio signora, ma non posso accettare, questa sera ho una partita di basket e se non mi sbrigo temo che arriverò in ritardo'', e arrivare in ritardo significava sostanzialmente: compagni di squadra con violente crisi di pianto isterico, tecnici in preda al panico e allenatore intenzionato a suicidarsi. Dunque, considerando che le restavano solo trenta minuti per andare a casa, prendere il cambio e tornare a scuola, era veramente il caso di darsi una mossa.
''Devi proprio andare?'' Chiese Ran abbracciandola. Ren imitò la sorella
''Purtroppo sì, ma sappiate che ho passato una bellissima giornata, in vostra compagnia'', sorrise ai due gemelli. In quel momento si sentì stranamente dolce ed affettuosa. Era un buon segno. Quei due piccoletti avevano risvegliato in lei un lato materno che non sapeva nemmeno di avere.
''Tornerai a trovarci, vero sorellona?'' Le chiesero all'unisono.
Shizuku annuì, salutò per un'ultima volta e poi corse verso casa. Era stava veramente una bella giornata e la partita di basket di quella sera sarebbe stata la ciliegina sulla torta.

Il giorno dopo, lunedì, scuola superiore Iwatobi.

La campanella dell'intervallo suonò puntuale come al solito. Shizuku era distrutta. La sera prima era rincasata tardi e quella mattina si era svegliata alle sei per poter venire a lezione. In più, come se non bastasse, il tempo era orribile e questo le metteva ancora più sonno.
''Hanagata! Hey Hanagata! c'è qualcuno che chiede di te!'' Le disse tutto emozionato un suo compagno di classe. Sul volto del ragazzo era dipinto uno strano ed inquietante sorrisetto malizioso, il che non preannunciava nulla di buono.
''E chi sarebbe?'' Chiese perplessa.
''Ah non lo so!'' Esclamò alzando le mani al cielo. ''Però sappi che è un ragazzo di un'altra classe. Dimmi, è un tuo qualche spasimante?''
Ecco spiegato quel sorrisetto. Shizuku sospirò. ''Ti sbagli, io non ho nessuno spasimante'', rispose con decisione avviandosi verso la porta.
Lei non era popolare tra i ragazzi, quindi probabilmente era semplicemente qualcuno che aveva bisogno di informazioni sul club di basket.
Quando uscì in corridoio sentì nell'aria un dolce profumo al gusto di fragola. Si ritrovò davanti agli occhi un ragazzo alto, con i capelli castani e dei bellissimi occhi verdi. L'aria da bravo studente, incredibilmente rassicurante, e il suo volto tranquillo distrussero inevitabilmente tutta la sua sicurezza di Shizuku, la quale rimase a guardarlo imbambolata.
''Ciao, scusami se ti disturbo, ma sei tu Shizuku Hanagata, vero?'' Le chiese il ragazzo.
Lei annuì, incapace di poter fare altro.
''Io sono Makoto Tachibana, molto piacere. Sono il fratello maggiore di Ren e Ran''
''Ah, sì, certamente! Ran e Ren! Non sapevo avessero anche un altro fratello!''
Makoto arrossì leggermente e poi le sorrise. Così a prima vista le sembrò un ragazzo abbastanza timido. '' Sì, beh sono venuto a ringraziarti per esserti occupata di loro, ieri'', le disse.
Shizuku arrossì senza sapere bene il perché. ''Ah, ma figurati! Non ho fatto nulla di che'', rispose ridendo nervosamente.
''Senti, ti andrebbe di pranzare insieme?'' Makoto sfoderò un sorriso mozzafiato che per poco non le fece uscire il sangue dal naso. Non gli si poteva dire di no, però, ovviamente, lei lo fece.
Si inchinò per evitare di guardarlo negli occhi. ''M-mi dispiace, ma devo pranzare con gli altri componenti del club di basket!'' Disse quasi urlando in preda al panico.
Lui sospirò. ''Va bene, sarà per un'altra volta, allora''. E al suo ennesimo sorriso Shizuku non poteva più resistere, abbozzò quello che doveva essere un saluto e poi corse via.
Makoto rimase a guardarla finché la sua figura non scomparve del tutto. Quel primo incontro non era stato esattamente come se l'era immaginato. Forse era stato indiscreto a chiederle di pranzare con lui. Ma quella proposta gli era uscita dalle labbra senza che se ne rendesse conto.
Un po' deluso si trascinò lentamente sul terrazzo, dove lo stavano aspettando gli altri.
''Mako-chan! Com'è andata?'' gli chiese Nagisa tutto emozionato.
Makoto si sedette e sospirò. ''Bene, credo''. Mentì spudoratamente perché, stranamente, non se la sentiva di condividere i propri pensieri con gli amici. ''L'ho invitata per il pranzo, ma ha rifiutato perché aveva già preso un impegno con gli altri componenti del club di basket''
''Che peccato!'' esclamò Nagisa.
''Già'', disse Makoto con un filo di voce.
''Ad ogni modo, perché fa parte di un club maschile? In teoria è contro il regolamento'', rifletté Rei.
''Sembra invece che non sia un grosso problema, dal momento che si tratta di una squadra scolastica'', gli rispose Gou. ''E poi, a quanto pare, il coach del club non si sarebbe fatto scappare una giocatrice come lei per nessuna ragione al mondo. Dicono che sia un vero prodigio.''
''Senti, Gou, ma tu la conosci questa Hanagata?'' Le chiese incuriosito Nagisa.
''A dire il vero non di persona, però visto che Hana-chan è la manager della squadra di basket le ho chiesto qualche informazione sul suo conto''
Makoto era rimasto in silenzio fino a quel momento, quando la curiosità ebbe improvvisamente il sopravvento su qualsiasi altra cosa. ''E-e c-che cosa hai scoperto?'' Chiese visibilmente nervoso.
''Dunque'', fece Gou. ''Visto che i suoi genitori viaggiano spesso per lavoro ha deciso di venire qui a vivere con il fratello maggiore. Prima frequentava il liceo Kaminari di Tokyo. E' molto brava a scuola e passa molto tempo in biblioteca. Da quello che dice Chigusa è una ragazza socievole e solare, però...''
''Però?'' Chiese Makoto praticamente al limite.
''Però odia nuotare. Più di qualsiasi altra cosa al mondo''.
Quest'ultima frase lo lasciò a bocca aperta, ed impiegò qualche istante per realizzare pienamente la cosa.
''Allora non siete fatti per stare insieme''. Quello fu l'unico commento di Haru.
''H-haru, ma cosa centra questo!?'' Disse lui imbarazzato.
''Non è perché ti piace, che oggi sei andato a cercarla?''
Quella domanda così diretta arrivò improvvisamente e lo lasciò spiazzato.
''Ah dunque è per questo che sei andato da quella ragazza oggi Mako-chan!'' esultò entusiasta Nagisa.
''Eh? N-no, non è come pensate io...''
''Sta tranquillo! Io e Rei-chan ti aiuteremo a conquistarla!''
''Hey, ma cosa centro io!'' Protestò Rei.
''Nulla potrà fermare il vostro amore!'' Ormai era troppo tardi, Nagisa era partito in quarta e niente sarebbe riuscito a fermarlo.
Makoto avrebbe voluto ribattere e dire a tutti che si stavano sbagliando, ma non riuscì a dire nulla. La campanella suonò segnando la fine dell'intervallo, così si limitò a tornare in classe.
Quel giorno era andato da Shizuku solo per ringraziarla di essere stata così premurosa verso i suoi fratelli. Però poi, di punto in bianco, l'aveva invitata a pranzo, perché quella ragazza gli era piaciuta fin da subito.
Alla fine, dunque, era la verità. Haru e gli altri avevano ragione: a Makoto piaceva Shizuku Hanagata.
E un'altra cosa su cui aveva ragione Haruka era la questione del nuoto. Se a lei non piaceva, probabilmente non avrebbe mai accettato di uscire con lui.
Riflettendoci bene, però, avrebbe potuto proporsi per insegnarle a nuotare. In questo modo avrebbero trascorso del tempo insieme.
Nella sua mente cercò di immaginarsi la scena di un'eventuale lezione di nuoto e la cosa gli mandò la guance in fiamme. No, forse non era la mossa giusta da fare, pensò. Era patetica come scusa, veramente patetica. Troppo sfacciata come proposta. Cercò di togliersi quel pensiero dalla testa, deciso a trovare un'altra soluzione.
In quel momento si accorse del fatto che quella era la prima volta che cercava di conquistare una ragazza.

 
 
   
 
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