Serie TV > Shameless US
Ricorda la storia  |      
Autore: arilu97    16/07/2014    1 recensioni
IanMickey.
Questa fanfiction tratta della separazione dei due ragazzi dopo la 3x12. Il punto di vista è quello di Mickey.
«“Cosa vuoi che faccia, eh Gallagher? Che ti dica di non andare, che ti segua come una puttana?”
Il tono era ironico, ma in realtà era esattamente quello che voleva fare: pregarlo, supplicarlo di non andare e di non lasciarlo solo. Ma non poteva.»
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I VERI UOMINI NON PIANGONO MAI 

POV Mickey
 
“I veri uomini non piangono mai”. Queste erano sempre state le parole di suo padre mentre lo picchiava violentemente. Non c’era sempre bisogno di un motivo vero e proprio: la maggior parte delle volte tornava semplicemente a casa ubriaco e con le mani che prudevano. In quei casi lui poteva solo stare fermo e farsi massacrare, senza piangere, dal momento che più piangeva più la carneficina andava avanti.
Qualche volta tornava con il cazzo che prudeva, allora andava da sua sorella Mandy: non sapeva quale delle due possibilità gli facesse più ribrezzo.
Proprio perché conosceva anche troppo bene il carattere del padre non si era stupito della sua reazione quando l’aveva trovato a letto con Ian Gallagher: si aspettava la reazione violenta e anche l’escamotage della prostituta. Lui era un frocio e suo padre non ne ammetteva l’esistenza.
Quello che non si aspettava era il viso ferito di Ian. O, meglio, la sua reazione al viso ferito di Ian mentre scopava con quella prostituta. Non era riuscito a reggere la vista delle sue lacrime, gli bruciavano dentro come acido e facevano uscire fuori il suo lato vulnerabile, che aveva nascosto così a lungo da non sapere nemmeno più di averlo. Perché lui era Mickey Milkovich e di certo non poteva permettersi di essere vulnerabile.
“Vaffanculo!” Era l’unica cosa a cui riusciva a pensare, mentre dava un pugno violento contro lo specchio, rompendolo in mille pezzi.
Dopo che aveva pensato che la sua vita non sarebbe potuta andare peggio di così (ed essendo figlio di un alcolizzato violento e squattrinato di certo la sua situazione non era mai stata rose e fiori) era arrivata l’ennesima batosta: quella puttana, Svetlana gli pare si chiamasse (che nome del cazzo era, poi?) era rimasta incinta e suo padre pretendeva che la sposasse. Dubitava che il figlio fosse suo, quella donna aveva visto più piselli di Mendel, ma tanto cosa poteva fare? Non era mai riuscito a ribellarsi a suo padre e di certo non ci sarebbe riuscito ora.
E qua era iniziata la recita: trattare Gallagher come una prostituta, al pari di Svetlana, fargli credere che la loro fosse stata solo una relazione di sesso (alla fine era quello che continuava a ripetersi per istinto di sopravvivenza) e che poteva benissimo continuare anche dopo il suo matrimonio.
Era stato crudele, se ne rendeva conto, e ogni sguardo ferito di Ian gli bruciava dentro come fuoco. Il suo inferno personale, insomma.
Dopo il matrimonio (per la sua sanità mentale si impediva di pensare a quella maledetta cerimonia), quando Gallagher era venuto a casa sua (per sua sorella, non per lui. L’aveva specificato nel tentativo, peraltro riuscito, di ferire, di ferirlo come lui era stato ferito) l’aveva provocato apposta, sperando di riuscire ad avere da parte sua una qualsiasi reazione, anche un pugno in faccia. In quel caso avrebbe ricambiato e la lotta sarebbe finita nel solito modo: nel suo letto. Esattamente dove Ian sarebbe sempre dovuto essere.
Ma la risposta del ragazzo gli fece cristallizzare il sangue nelle vene.
“Mi sono arruolato nell’esercito. Starò via per quattro anni come minimo. Volevo salutare Mandy”.
Questo non se lo aspettava. Una doccia gelata che fece subito spegnere il sorrisetto strafottente che aveva sempre sul viso. Cristo. Senza Ian la sua vita… No, non poteva! Cazzo. Poi Gallagher non sarebbe sopravvissuto cinque minuti! Doveva restare, senza dubbio!
“Non hai i 18 anni, non ti prenderanno mai”.
Uno spiraglio di speranza…
“Ho trovato il modo di aggirare la cosa, partirò domani mattina”.
Mickey era distrutto, devastato. Come poteva tutto essere crollato così nel giro di cinque minuti? Tutti i suoi piani per tenersi Ian nonostante il matrimonio… Sapeva che lui non sarebbe mai stato d’accordo, ma in qualche modo l’avrebbe convinto! Loro erano…Loro. Se gli fosse successo qualcosa… Non riusciva nemmeno a immaginarlo. Era colpa sua. Completamente e unicamente sua e della sua incapacità di ribellarsi a suo padre. Ma anche di accettare ciò che era.
Stava per crollare, ma non poteva farlo davanti a Gallagher, non poteva permetterselo. Provò ancora la carta della provocazione:
“Cosa vuoi che faccia, eh Gallagher? Che ti dica di non andare, che ti segua come una puttana?”
Il tono era ironico, ma in realtà era esattamente quello che voleva fare: pregarlo, supplicarlo di non andare e di non lasciarlo solo. Ma non poteva. Lui era e sarebbe rimasto Mickey Milkovich, degno figlio di suo padre.
A quelle parole vide il volto di Ian, già scuro, contorcersi in una smorfia di dispiacere e a quel punto Mickey pensò che proprio suo padre lo avrebbe massacrato se fosse stato lì, perché non era mai stato così vicino a scoppiare a piangere.
“Non sono qui per te, Mickey. Non voglio che tu mi dica niente”.
Se ne stava andando. No, no, no. Cristo! Prima ancora di capire cosa stesse succedendo sentì la sua voce strozzata (a quanto pare la crisi di pianto era arrivata. Non gliene era mai importato di meno) che lo scongiurava:
“Non… Solo non…”
Non sapeva nemmeno lui cosa volesse dire. O forse sì: voleva dirgli di non andare, che lui sapeva di essere un gran stronzo ma uno stronzo che aveva dannatamente bisogno di lui per continuare a vivere.
Ian si girò verso di lui, in attesa che dicesse quello che veramente lo avrebbe fermato, l’unica cosa che davvero importava.
“Io…” Vaffanculo. Tanto non l’avrebbe mai ammesso, non avrebbe mai ammesso ciò che era e ciò che provava. Doveva saperlo anche Ian, perché lo guardò per un’ultima volta con un sorrisetto rassegnato prima di andarsene da lì e dalla sua vita, per sempre.
Sentì la voce di sua sorella, migliore amica di Gallagher da anni e che doveva sapere già la verità da tempo, urlargli addosso.
“È tutto qui quello che hai da dirgli?! È così, allora? Non lo fermerai?! Sai cosa sei, Mickey? Lo sai? Sei un frocio di merda!”.
Aveva ragione. Era esattamente quello che era.
Quelle parole non lo sfiorarono minimamente, le sentì appena attraverso lo strato di lacrime che gli ricopriva le guance.
“I veri uomini non piangono mai”.
Era ora di alzarsi. Svetlana lo stava aspettando. 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Shameless US / Vai alla pagina dell'autore: arilu97