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Autore: Ai Khanum    17/07/2014    1 recensioni
La vena poetica è qualcosa che va ricercata con assiduità, in qualsiasi modo possibile. Isabelle lo sa bene, ed è per questo che per un periodo di tempo ha cambiato aria e si è trasferita in Romania. Nel suo ritorno a Parigi, sarà qualcos'altro a cercare lei... Se vi ho incuriosito non avete che da leggere! ;)
Questa raccolta di storia partecipa al contest "Giallo a scelta multipla" indetto da Faejer.
Genere: Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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La Plume de Sang
 
Il treno da Bucarest correva lungo il paesaggio lussureggiante, per lo più foreste di conifere spruzzate candidamente per via dell’inverno, che si stendeva a vista d’occhio a destra e a sinistra dei binari. Isabelle guardava fuori dal finestrino, la testa appoggiata al vetro freddo, e pensava agli ultimi cinque anni della sua vita. Aveva viaggiato in lungo e in largo, alla ricerca dell’ispirazione perfetta. Le sue poesie, prima della partenza da Parigi, erano divenute scialbe, prive d’anima e completamente incolore. Sospirò.
In fondo era stata anche un po’ colpa sua: dedicarsi alle passioni musicali di suo fratello di certo non l’aveva aiutata a concentrarsi sul proprio lavoro. In breve tempo l’editore l’aveva messa sotto pressione e posto un aut aut: o entro un anno si rimetteva in riga per continuare a scrivere le sue raccolte oppure il contratto sarebbe stato stracciato e gettato nel camino. Isabelle cominciò d’istinto a giocherellare con i propri capelli rossi. Ogni volta che pensava alla frustrazione di non poter essere libera, costantemente condannata a scrivere pur di guadagnarsi il pane, si sentiva morire. Ovviamente scrivere era la sua passione, ma era snervante a volte. Le scadenze erano sempre così impietose!
Fortunatamente il suo ritiro a Bucarest l’aveva aiutata. La totale immersione in Romania, luogo d’ambigue e macabre leggende, aveva dato la spinta per poter comporre nuove poesie. Le nuove raccolte che aveva pubblicato l’avevano resa celebre come “La Plume de Sang”, la piuma di sangue, per via dei temi lugubri e spesso sanguinolenti che utilizzava come cardine per i componimenti.
“Vrei ceva?
[1]” Un controllore, dopo essersi assicurato che la luce fosse accesa, aveva bussato e aperto la porta dello scompartimento, sicuro ormai che l'inquilina fosse sveglia. Isabelle si girò, trovandosi davanti un uomo di mezza età con gli occhiali.
“Nu, mulțumesc.
[2]” La giovane sorrise cordialmente. Adorava il rumeno. Il suono delle parole richiamava all’ordine, ma al contempo era parecchio musicale. Inoltre Isabelle odiava il francese, lingua che aveva dovuto imparare fin da bambina quando i suoi genitori si erano dovuti trasferire per lavoro. Ritornò a guardare fuori dal finestrino e per qualche istante osservò il proprio riflesso sul vetro appannato. I suoi occhi erano grigi come il cielo di quella sera, mentre le lentiggini sembravano sempre più numerose. Il viaggio sarebbe durato poco più di un giorno e mezzo, tra una fermata e l’altra, e già anelava un letto più comodo della cuccetta di cui era stata fornita. Si morse il labbro inferiore. Quant’era diventata pretenziosa negli ultimi tempi? Ormai a Bucarest viveva come un nababbo, il Leu romeno così inflazionato era una manna per chi già faceva parte della comunità europea e quindi utilizzava l’Euro.
“In curand ne vom opri la Viena. Pasagerilor li se reamintesc să nu uite nimic în compartimentele. Multumesc călătorit cu noi.
[3]” La voce femminile si diffuse forte e chiara dall’altoparlante situato in corridoio e Isabelle ebbe un moto di noia, tanto che borbottò: “Ancora dobbiamo passare la notte.” Si stiracchiò ed intrecciò le dita delle mani per farle scrocchiare. Forse era meglio cominciare a sistemarsi per la notte. Aveva già mangiato nel vagone ristorante e non aveva voglia di essere importunata. Si alzò dal divanetto e chiuse a chiave la porta dello scompartimento.
Spense la luce. Dietro di lei, le prime luci viennesi facevano capolino, gettandola nella penombra. Nonostante il tedio dovuto alla solitudine, era sempre felice di poter viaggiare in treno. Potersi gustare il viaggio comodamente e al contempo poter vedere i meravigliosi paesaggi europei la rendeva sempre elettrica. Si mise il pigiama e si arrampicò sulla cuccetta in alto. Si sarebbe addormentata guardando il paesaggio scorrere.
 
Un doppio ticchettio svegliò lIsabelle, che guardò con gli occhi ancora assonnati il paesaggio. La grandine produceva un rumore assordante. Stava per voltarsi infastidita verso la parete, quando un altro rumore la fece fermare a metà movimento. Qualcuno stava bussando.
“Da..
[4]” che voce orrenda, si disse la poetessa. Si schiarì di nuovo la voce e con tono più alto rispose di nuovo. “Da!” Chi bussava attese pazientemente che Isabelle si mettesse una vestaglia. Quando aprì la porta un inserviente del treno, un giovane in divisa, affascinante e con profondi occhi verdi, sorrise e si presentò.
“Bună dimineața. Numele meu este Vasile. Vrei micul dejun?
[5]
Isabelle rimase qualche istante a guardarlo, rimpiangendo di non essersi data un’occhiata allo specchio prima di aprire. Dire che quel giovane dai capelli castani era tremendamente attraente e virile era un eufemismo. Deglutì e rispose imbarazzata, mentre abbassava di scatto lo sguardo sul carrellino. “Um salut. Ciocolată și un croissant pentru plăcere...”
[6] Il giovane la guardò con un sorrisetto sornione e quindi, in un francese fluente e ben articolato, le disse:“Sa che non è molto tradizionale questo tipo di colazione, vero?”
Isabelle rialzò di scatto gli occhi. Chi lo avrebbe mai immaginato che parlasse anche il francese! Notando il suo sguardo fu presa da un’improvvisa ispirazione e rispose per le rime: “ E lei sa che non è molto educato obiettare sui desideri dei clienti?” Sorrideva anche lei.
“Oh beh, il mio era solo un modo per conversare, signorina. Passerò tra un po’ per prendere il vassoio.” Rispose con non curanza Vasile, che nel frattempo aveva preparato tutto ciò che la cliente aveva richiesto.
Isabelle si chiuse la porta a scorrimento alle spalle e scosse il capo. Se quei cinque anni di reclusione erano tutto un pretesto per conoscere uomini così allettanti… Mon Dieu se ne era valsa la pena!
 
Il doppio avviso, in rumeno e francese poi, avvisò che il capolinea di Parigi era prossimo. Isabelle aveva già richiuso la valigia ed era pronta per scendere. Il giovane Vasile non si era più fatto vivo, sostituito da un’anziana signora grassottella che con mille sorrisi aveva preso il vassoio. Un fugace assaggio di virilità l’aveva profondamente scossa, ma non poteva certo pretendere che una persona conosciuta a malapena mantenesse le proprie promesse. Forse nemmeno lei l’avrebbe fatto.
Scesa dal treno trascinò la valigia per le rotelline, in un monotono rumore coperto dall'idioma più o meno snob dei numerosi parigini e francesi in genere in partenza. Isabelle si diresse senza tanti complimenti verso il primo taxi libero che trovò. Una volta all’interno dell’abitacolo stette un istantea pensare in silenzio prima di rispondere alla domanda di rito dell’autista. Dove sarebbe potuta andare? Di posti ce n’erano molti ma al momento la sua schiena dolorante implorava solo una cosa: casa. Poco dopo, il taxi s’immise nel traffico parigino.

 
Angolino dell'autrice!

Ciao a tutti! :D Questo è il mio primo tentativo di scrivere un giallo e spero con tutto il cuore che riesca! >.< Ovviamente, se non ci fossero le linee guida del contest a turni di Faejer non so se riuscirei a scrivere di sana pianta il giallo .-. Ma bando alle ciance! Teoricamente questa dovrebbe essere una long, ma per volere del giudice sarà una raccolta, ovviamente collegata da un filo conduttore! Spero di leggere vostri commenti con consigli e impressioni, mi aiuterebbe davvero tantissimo per crescere come scrittrice di gialli (per ora in erba :P)
A presto!

 
 
[1] Desidera qualcosa?
[2] No, grazie.
[3] A breve ci fermeremo a Vienna. Si ricorda ai passeggeri di non dimenticare niente negli scompartimenti. Vi ringraziamo di aver viaggiato con noi.
[4] Sì.
[5] Buongiorno. Mi chiamo Vasile. Desidera qualcosa per colazione?
[6] Uhm buongiorno. Cioccolata e una brioche per piacere...
  
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