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Autore: MaggieMary    17/07/2014    3 recensioni
« Kim Myungsoo e Lee Sungjong non si conoscevano. Non si erano mai incontrati in vita loro e nemmeno mai si erano presentati l'uno all'altro. Eppure entrambi provavano una strana sensazione. Come se già si conoscessero anche se erano certi di non conoscersi. I loro sguardi che continuavano a non volersi separare l'uno dell'altro sembrano voler dire "Ehi, è da tanto tempo che non ci vediamo! È da tanto che volevo rincontrati anche se non ti ho mai incontrato in vita mia". Kim Myungsoo e Lee Sungjong non si conoscevano, si riconoscevano. »
[ MyungJong ]♡
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: L/Kim Myungsoo, Lee Sungjong
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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All right
N.d.A: Ohilà, ci rivedremo alla fine della OS (sempre se ci arrivate ;;) (?), sono solo qui per consigliarvi due canzoni che potete ascoltare durante la lettura, dato che il titolo si ispira ad esse.
"All Right": https://www.youtube.com/watch?v=GUdaqNaPGoc
"All Right (remix)":  https://www.youtube.com/watch?v=b-JC5Ocg784
Kisu < 3, ci si vede alla fine;


ALL RIGHT
×


Lee Sungjong e Kim Myungsoo non si conoscevano. Seppur avessero sempre vissuto nello stesso paese, Seoul poteva di sicuro definirsi una metropoli fin troppo grande per riuscire a conoscere ogni singolo individuo abitante ivi. Probabilmente alcune volte si erano incrociati. Magari si erano ritrovati in un stesso centro commerciale. Forse avevano addirittura amici in comune, vista l'età molto vicina. Ma, nonostante tutte queste possibili variabili, Lee Sungjong considerava Kim Myungsoo uno sconosciuto e di conseguenza faceva l'altro, come giusto che fosse visto che nemmeno consideravano l'esistenza l'uno dell'altro. Come tutti fanno dopotutto, arrendendosi all'evidenza di come sia impossibile conoscere ogni singolo essere umano. Così, Lee Sungjong e Kim Myungsoo avevano sempre vissuto vite separate. Vite, che ormai giunte per entrambi alla maggiore età, stavano riservando ad entrambi spiacevoli inconvenienti e duri problemi da affrontare. I due non si conoscevano, eppure le loro esistenze potevano reputarsi simili. E così entrambi, per un motivo o per l'altro, si trovavano con l'acqua al collo per l'oppressione che le loro benestanti famiglie continuavano a riservare ai propri figli, nonché primogeniti e futuri eredi dei loro beni.

×

Tante volte si era sentito fare un simile discorso e Lee Sungjong sapeva che anche quella serata si sarebbe conclusa con le stesse e identiche parole che da giorni, forse da anni, forse da sempre, si era sentito dire. Camuffata come una normale e serena "cena di famiglia", la famiglia Lee si era ritrovata a trascorrere tutta insieme quell'ultimo pasto della giornata in uno dei facoltosi ristoranti dei ricchi quartieri di Seoul. Uno di quei ristoranti che Sungjong odiava e aveva sempre odiato. Stretto nel suo smoking elegante, il ragazzo provava la sgradevole sensazione di venirgli l'aria a meno, mentre allentava con le lunghe e affusolate dita la sua cravatta dalla tinta pastello, nella vana ricerca d'aria. Seduti allo stesso tavolo, il suo fratellino attendeva l'arrivo della cena, facendo svogliatamente scorrere il suo pollice sullo schermo del suo cellulare, mentre i genitori se ne stavano in un religioso silenzio, attendendo solo il momento esatto per sganciare la bomba e ricominciare a fare discorsi che il giovane non voleva ancora sentire, ormai conoscendoli a memoria. Lee Sungjong non si voleva sposare, non alla sua giovane età e né tantomeno con una ragazza. Ma andatelo voi a spiegare a quella coppia di ricchi genitori che avevano solo atteso il momento di poter far sposare il loro primogenito con la figlia di un ricco affarista, nella speranza di poter aumentare il loro capitale. A Sungjong però non importava nulla di tutto ciò. Non voleva sposarsi e far realizzare quell'egoistico sogno dei suoi genitori. Già tante di quelle storie ne aveva viste passare tra vita reale e fantasia cinematografica e letteraria. Non avrebbe realizzato il sogno dei suoi genitori solo per il loro volere. Ma sarebbe riuscito a disobbedire ai progetti già imposti? In quel momento Lee Sungjong era come un corn flakes. Un ultimo corn flakes rimasto in una grande tazza di latte. Inzuppato, ultimo, da solo, .Attaccato da un cucchiaio di metallo che non gli avrebbe lasciato scampo e lo avrebbe catturato. Catturato e fatto di lui ciò che voleva. Sungjong sarebbe potuto rimanersene ancora per un po' nascosto nella bevanda, ma per quanto davvero sarebbe riuscito a scappare dalle grinfie della posata?
« Sungjong-ah, te l'abbiamo già detto che la famiglia Yoon è entusiasta di incontrarti? Loro figlia non vede l'ora di poter finalmente far la tua conoscenza-- »
« I-Io vado un attimo in bagno. »
Forse anche quell'ultimo corn flakes sarebbe presto stato catturato.

×

Chiuso in quella stretta cabina dalle calde tinte, Kim Myungsoo pensava di aver preso la scelta sbagliata. Aveva abbandonato la cena per prendersi una boccata d'aria, ma chiuso in quello stretto e lussureggiante bagno era proprio l'ossigeno ciò che gli mancava. Ne aveva trascorse di cene sgradevoli, ma quella era di sicuro la peggiore ai cui avesse mai assistito. Quando i suoi genitori avevano offerto di passare la cena insieme, Kim Myungsoo sulle prime era stato entusiasta. I suoi genitori erano costantemente in viaggio per lavoro ed erano rare le volte in cui si fermavano per mangiare con i loro due figli. Ma se solo avesse saputo cosa nascondeva quella cena, il ragazzo avrebbe di sicuro fatto di tutto per evitarla, inventando anche la mia banale e insulsa delle bugie. Myungsoo si sedé su quel bianco gabinetto chiuso, portandosi poi una mano sulla fronte. Come avevano potuto fargli quello? Come poteva i suoi genitori aver davvero preso una simile decisione, seppur consoni dell'impegno che il loro primogenito aveva sempre avuto per raggiungere i suoi obiettivi personali? Seppur consoni della passione per la musica che il giovane aveva sempre avuto, ora erano decisi a porre fine a tutto ciò solo per mandarlo a studiare all'estero? Erano decisi a mandare in fumo anni di studio intenso e duro lavoro solo per farlo studiare in vista del suo futuro come erede della grande azienda di famiglia? Cos'erano state allora quelle promesse che gli avevano sempre riservato fin dalla più tenera età? Cosa era servito farlo studiare nelle più prestigiose scuole di musica se alla fine non avevano mai avuto intenzione di fargli realizzare i propri sogni? Troppe domande aveva fatto venire a Myungsoo una terribile emicrania, che ancora gli martellava forte contro la testa. Sarebbe davvero finito tutto così? Il suo sogno di diventare un famoso cantate e musicista si sarebbe concluso quella serata? Il ragazzo non poteva accettarlo. Non voleva. Ma cosa avrebbe potuto fare? Rimanersene ancora chiuso in quel bagno? Ma cosa avrebbe portato continuare a scappare? Avrebbe fatto bene a sottomettersi alle scelte che gli avevano già imposto i suoi genitori. Non aveva via di scampo. Kim Myungsoo prese un nuovo respiro prima di decidersi ad uscire da quel bagno, ormai avendo rinunciato all'idea di trovare una fuga da tutto ciò.

L'istante in cui il ragazzo uscì dal bagno, anche un'altra porta si aprì in quel lussurioso bagno. Ma Myungsoo non diede alcun peso a quel giovane e non lo degnò nemmeno di uno sguardo, e l'altro di conseguenza fece con lui. Entrambi troppo assorti dai propri pensieri, entrambi troppo impegnati a venir schiacciati dai propri problemi, si diressero verso i lavandini, senza alcuna necessità di lavarsi le mani perché entrambi se ne erano rimasti chiusi semplicemente nei bagni a pensare o prendere aria. Eppure quel gesto fu automatico e involontario per entrambi, che ancora ignoravano la presenza dell'altro avendo altro a cui pensare. Myungsoo fece per aprire l'acqua da uno di quei lavandini di un brillante color oro, ma alcuni rumori dalla sua destra lo fecero sobbalzare e attirarono la sua attenzione. Quel giovane sconosciuto, dal viso coperto dagli scuri capelli, aveva cominciato a lottare con il dosatore del sapone. E se all'inizio lo aveva premuto con delicatezza, ora aveva cominciato a fare uscire sempre più sapone con maggior forza, come se si stesse sfogando contro quel povero dosatore che non aveva fatto nulla di male per meritarsi la furia di quel giovane. Myungsoo guardo basito le azioni di quel ragazzo, non comprendendone il motivo. Fece per aprire bocca e cercare di avvertire lo sconosciuto che forse aveva preso ormai "sufficiente" sapone, ma quest'ultimo fu più veloce a parlare.
«Io non voglio sposarmi ... »
Myungsoo impiegò un paio di secondi per comprendere che quella parole non era riservate a nessuno, ma erano un semplice sfogo di quel giovane dalla voce roca e tremante, come se fosse sul punto di piangere. Il ragazzo tentò nuovamente di aprire bocca per primo, ma anche questa volta fu più veloce lo sconosciuto.
« Ho solo 21 anni! Perchè dovrei aver voglia di sposarmi?! Per di più con una ragazza! Dannazione, non voglio una moglie! »
Myungsoo non comprendeva il discorso di quel ragazzo. Non sapeva di cosa stesse parlando o a chi si stesse riferendo, eppure ogni parola non faceva altro che far aumentare un grosso groppo nella sua gola, inconsapevolmente. Era come se Myungsoo comprendesse i problemi e le preoccupazioni di quella persona. Era come se la sua rabbia e tristezza corrispondessero esattamente a quelle dell'altro, seppur per storie e motivi diversi. Era come se entrambi fossero nella stessa situazione, come se entrambi fossero ormai giunti alla conclusione di non poter sfuggire a tutto quello. Ed era vero.
« Non voglio sposarmi! Ho tutta la vita davanti! »
« E io non voglio andare a studiare all'estero .. » la voce di Myungsoo si unì a quelle lamentele facendo bloccare per un attimo lo sconosciuto, ma solo per poco.
« Non voglio nessuna ragazza! » riprese a lottare contro il dosatore del sapone, come aveva iniziato a fare anche Myungsoo.
« Non voglio smettere di studiare musica! »
« Non voglio nessun matrimonio combinato! »
« Non voglio lavorare nell'azienda di mio padre! »
« Non mi interessano i soldi che la mia famiglia potrebbe avere! »
« Non mi interessa diventare conosciuto per essere l'erede di mio padre! Voglio diventare famoso per il mio talento! »
« Non possono decidere loro per me! » i due pronunciarono quell'ultima frase all'unisono, quasi facesse parte di un copione che avevano precedentemente studiato a memoria.
Entrambi si fermarono, avendo ormai consumato due interi dosatori. Il sapone era sparso per tutti i lavelli e della schiuma aveva cominciato a formarsi nelle loro mani che prima avevano inumidito. Guardando la confusione che avevano creato in quello che doveva essere un elegante bagno di lusso, non poterono che scoppiare a ridere, quasi felici di aver scombussolato quella stanza troppo perfetta e ordinata. Continuando a ridere, finirono per alzare la testa verso lo specchio a loro di fronte, entrando finalmente in contatto con i volti riflessi l'uno dell'altro. Le loro risata si spensero e il sapone passò in secondo piano. Le loro menti si fecero improvvisamente vuote, mentre i loro occhi scuri continuano a perdersi ad osservare la figura dell'altro. Non si conoscevano. Kim Myungsoo e Lee Sungjong non si conoscevano. Non si erano mai incontrati in vita loro e nemmeno mai si erano presentati l'uno all'altro. Eppure entrambi provavano una strana sensazione. Come se già si conoscessero anche se erano certi di non conoscersi. I loro occhi non si erano mai incontrati, eppure sembravano anche così stranamente familiari. Come se avessero già incontrato la figura dell'altro, ma in altre sembianze, in altre occasioni, in altri tempi. I loro sguardi che continuavano a non volersi separare l'uno dell'altro sembrano voler dire "Ehi, è da tanto tempo che non ci vediamo! È da tanto che volevo rincontrati anche se non ti ho mai incontrato in vita mia". Quella serie di ossimori continuavano a farsi vivi, in quello che sembrava uno scontro tra differenze. I loro cuori avevano preso a battere forte, come se solo essi avessero riconosciuto quella persona in particolare. Come due affidabili gattini che rincontrano il padrone dopo tanto tempo e all'inizio sono schivi a faticano a riconoscerlo. I loro cuori stavano salutando l'un all'altro in quello stesso identico modo. Battendo forte e scandendo il tempo che passava in silenzio. Come in silenzio, anche lacrime cominciarono a scorrere sui volti dei due giovani. Lacrime che sapevano di un "Mi sei mancato", "Perché ci hai messo così tanto tempo a venire?", "Ti stavo aspettando". Kim Myungsoo e Lee Sungjong non si conoscevano, si riconoscevano. Riconoscevano nell'altro tutto ciò di cui avevano bisogno in quel momento. Così, senza dire nulla, lasciando solo i loro cuori a battere e le loro lacrime a scorrere, si voltarono l'uno di fronte all'altro, osservandosi finalmente concretamente e non solo nel loro riflesso. Così, inaspettatamente e quasi inconsapevolmente, i loro volti si avvicinarono lentamente finché le loro labbra non entrarono in contatto. E finirono per baciarsi. Un bacio lento e profondo, senza alcuna pretesa, senza alcuna fretta. Qualche lacrima ancora scendeva silenziosa, finendo per mischiarsi con quelle dell'altro, in un miscuglio di acqua salina carica di problemi condivisi. Si staccarono l'uno dell'altro, tornando a fissarsi dritti negli occhi scuri e ormai gonfi dalle lacrime. Myungsoo prese il volto dell'altro ragazzo tra le mani, asciugandogli le guancie bagnate con i pollici, mentre Sungjong allungò una mano e raccolse tra le sue dita le lacrime di quel giovane, di cui nemmeno ancora sapeva il nome. Con i fiati ancora corti, i due tornarono nuovamente ad avvicinare i propri volti, come alla ricerca di un nuovo bacio che non tardò ad arrivare. Entrambi erano fuggiti in quel bagno per prendere aria e finalmente, labbra contro labbra, stavano tornando a respirare. Le preoccupazioni e i problemi di poco prima sembravano ormai sono un lontano ricordo, eppure erano consoni che non sarebbero scomparsi così presto. E allora velocemente tornavano a baciarsi, come preoccupati che i loro timori sarebbero potuti ripresentarsi subito, nell'esatto istante in cui avessero posto fine a quel loro dolce contatto. Con il sapone nelle mani, Myungsoo prese i fianchi di Sungjong, facendolo camminare all'indietro fino a farlo sbattere contro una parete di rosso dipinta. Le loro labbra non si staccarono nemmeno un istante, quasi ubriachi da quel nuovo sapore che in tutti quegli anni non avevano assaporato. Sapore che non conoscevano, ma che ad entrambi era mancato. Sungjong portò le mani intorno al collo di Myungsoo, costringendo i loro corpi così a sfiorarsi, stringendosi sempre di più. I loro corpi che strusciavano uno contro l'altro e le loro bocche che continuavano a muoversi contro l'altra, provocavano ad entrambi un piacere sconosciuto e nuovo. Un piacere che però faceva loro avvertire una certa mancanza. Nuove lacrime ripreso a scorrere sui volti di entrambi, mentre Myungsoo prese di mira il collo scoperto di Sungjong e il resto della sua faccia con la sua bocca rossa.


« Mi sei mancato. »
« Anche tu. »
« Perché hai tardato così tanto a giungere? »
« Scusa.. non era mia intenzione farti attendere così tanto... »
« Non ti preoccupare, l'importante è che alla fine tu sia giunto. »
« Ti ho aspettato tutta la vita. O forse anche di più. »


Le mani di Sungjong strinsero tremanti la camicia bianca di Myungsoo, bagnandola e sporcandola di sapone. Ma nessuno dei due se ne preoccupò anche solo minimamente. Il minore tra i due prese ora di mira la cinta dei pantaloni dell'altro, avvicinando la parte inferiore di quel corpo contro il suo. Quando i loro corpi scontrarono l'uno con l'altro, un gemito soffocato uscì piacevolmente da entrambe le bocche, presto nuovamente rinchiuse da un ennesimo lungo bacio. Non seppero per quanto tempo andarono avanti così a suon di baci e carezze. Le lacrime non avevano smesso di scendere, né i cuori di battere forte. Sarebbero potuti andare avanti così all'infinito, chiusi in quel bagno di un ristorante lussuoso deserto, perché l'elité che frequentava quel locale era troppo altezzosa anche solo per permettersi di essere vista andare in bagno. Mentre le lingue di entrambi avevano preso a rincorrersi eccitate quanto i tuoi ragazzi, alte voci da fuori li fecero ritornare alla realtà, ponendo così fine a quei loro piacevoli contatti. Entrambi si dedicarono quello che sapevano sarebbe stato il loro ultimo bacio per quella serata, prima di tornare a fissarsi negli occhi. Gli occhi erano gonfi, le guance rosse e bagnate, i capelli arruffati e gli abiti sporchi di sapone e scompigliati. Entrambi risero per com'erano finiti per conciarsi in quel breve lasso di tempo. Si sorrisero, alzando il più che potevano gli angoli delle loro bocche, prima di abbracciarsi in un tenero e stretto abbraccio.

« Va bene. » gli sussurrò Myungsoo « Va tutto bene. »
« Si.. » concordò Sungjong « Andrà tutto bene. »

Sistemandosi e asciugandosi alla meno peggio, entrambi uscirono da quel lussuoso bagno, felici di ciò che avevano fatto. Felici di aver scombussolato tutto quel bagno, ancora pieno di sapone. Felice di essersi ritrovati. Con una nuova leggerezza, i due si separarono con un ultimo sguardo che gli diede la forza di tornarono ai loro tavoli, dove le rispettive famiglie li accolsero con sguardi confusi. Ma a loro non importava.
Avrebbero avuto il coraggio di ribattere alle scelte dei loro genitori? Forse si, forse no, ma intanto avevano una nuova consapevolezza. Myungsoo e Sungjong erano due inzuppati corn flakes senza possibilità di fuga, ma almeno non erano soli, sapevano di essere insieme in quella grande tazza di latte freddo. Forse però avevano trovato la forza di combattere quel cucchiaio. Di combatterlo insieme.

Perché va bene, va tutto bene.






Note dell'autrice

Annyeong a tutti! Maggie è qui (non si sa perché /?). L'altro giorno, anche qui non so sinceramente perché, ho ripreso ad ascoltarmi tutta la discografia di Lim Kim (artista che amo con tutto il mio cuore e mia figlia alpaca ne sa qualcosa (?)) e beh, sono incappata in "All Right", canzone che adoro e che boh mi ha dato l'ispirazione per questa cosa nonsense. Non so perché, ma questa OS mi piace... E ciò mi sconvolge. È tipo la prima volta (o una delle rarissime) che sono stranamente convinta di ciò che ho scritto. La storia di per sé non ha senso e neanche una trama particolarmente entusiasmante, ma sarà tutto questo nonsense che mi piace /?. Ora il mio dubbio è... se a me questa storia "convince anche solo un pochino", voi lettori come la trovate? Magari non vi è piaciuta nemmeno un pochino-ino, yee ( ; ; ). However, a parte il fatto che l'ho scritta ascoltando "All Right", non c'entra un piffero con la canzone di per sé, ma sorvoliamo (?).
Grazie grazie mille per aver letto questa semplicissima OS ^^ Me davvero felice che qualcuno l'abbia davvero letta ; - ; E mi farebbe davvero MOLTO piacere se la recensiste, ma non voglio forzarvi, quindi taccio--
Se ci sono degli orrori chiedo venia ; ; L'ho riletta solo una volta;;
E se alcune cose vi sembrano davvero TROPPO nonsense (come il fatto di conoscersi ma di non conoscersi (?), o il fatto del corn flakes (.__.)) tenete conto che io di per sé sono nonsense, quindi IT'S ALLLL RIGHTTT (??).
Davvero ancora grazie di tutto, siete splendidi e io sto intasando il fandom OuO

Alla prossima (si spera con qualcosa con del senso o ancora meglio con un nuovo capitolo di 5,5);

Love you,
Maggie

Ps. COMEBACK. INFINITE. Non so come faccio a essere ancora in vita-- La morte è vicina. Soprattutto perché il 24 è il mio compleanno.. Il loro comeback non mi farà invecchiare di un anno, ok.
PPS. Pagina autore, mu-haa: https://www.facebook.com/pages/Maggiemary-EFP-/657116371016674?ref_type=bookmark
   
 
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