My light in
darkness
Vagavo senza meta, con la disperazione nel cuore.
Un ex-soldato senza una dimora, una famiglia, senza più dignità.
Un tempo ero un giovane umano coraggioso e dal portamento fiero, con un vero talento nell’organizzare strategie di lotta. Ora cos’ero?
Un vampiro che uccideva chi incontrava nella sua strada, senza alcuna pietà.
La tempesta di neve si abbatteva su di me, ma il gelo non poteva nulla contro il mio corpo di solida pietra, era molto tempo che non percepivo il freddo, che non sentivo i brividi scuotere il mio corpo. La vita mi aveva abbandonato, così come la mia umanità.
O forse non c’era mai stata, in fondo anche quando facevo parte dell’esercito uccidevo delle persone senza farmi troppi scrupoli.
Mi giustificavo con il fatto di essere in guerra e di battermi per una giusta causa, ma ora non ne ero più così sicuro.
Più passava il tempo e più mi rendevo conto di essere diventato una persona orribile, ripugnante.
Più i minuti scorrevano e più tutto ciò che conoscevo, la mia vita fino ad allora mi sembrava lontano, quasi irreale.
Aveva assunto la consistenza di un ricordo dal retrogusto amaro.
Sulla scia di questi pensieri, mi accorsi solo dopo di aver abbandonato il bosco e di essere entrato in una cittadina illuminata da vecchi lampioni.
Senza rendermene conto mi ritrovai davanti ad un locale.
Benchè non avesse un’aria molto accogliente spinsi la porta ed entrai.
La mia presenza venne annunciata dal campanello della porta.
Alla mia entrata non ricevetti sguardi curiosi da parte degli altri umani presenti nella stanza, che non alzarono neanche la testa per vedere chi fosse il nuovo arrivato.
Venni semplicemente ignorato.
Meglio così, odiavo essere al centro dell’attenzione, preferivo di gran lunga passare inosservato.
Mi guardai intorno, per farmi un’idea di quel posto.
Il mobilio era di seconda mano, con un pesante strato di polvere e gli sgabelli vicino al bancone erano quasi tutti spezzati.
Solo uno era perfettamente intatto e sopra con le braccia appoggiate al bancone e le gambe accavallate, c’era una ragazza che mi stava fissando.
Appena i miei occhi incontrarono i suoi vidi le sue labbra incurvarsi in un sorriso di compiacimento.
In ritardo mi accorsi di un particolare, non era un essere umano.
I suoi tratti erano troppo belli e perfetti, troppo simili ai miei, perché potessero appartenere ad una ragazza di natura umana.
Quello che mi confondeva era il colore dei suoi occhi, per qualche strano motivo a me sconosciuto erano di un caldo color oro.
Non avevo mai visto nessuno della mia razza con quegli occhi.
Di solito erano rossi o neri a seconda della sete o dell’umore, ma mai dorati.
Istintivamente feci un passo indietro, avvicinandomi alla porta d’uscita.
Non cercavo uno scontro, quindi decisi che era meglio andarmene.
La vampira appena notò il mio gesto si alzò di scatto e si diresse verso di me.
A quel punto assunsi una posizione di difesa, pronto a combattere.
Ma al contrario di quello che mi aspettavo si arrestò davanti a me e prese a studiarmi.
Quando ebbe fatto tutte le sue considerazioni il suo sorriso si allargò e divenne di pura felicità, quasi euforico.
Restai sorpreso vedendo la sua espressione gioiosa e il suo viso angelico, nemmeno sfiorato dall’idea di una lotta.
“ Mi hai fatto aspettare parecchio”, mi disse con una scherzosa nota d’accusa.
“ Scusi signorina”, mormorai educatamente, non avendo idea di cosa stesse parlando.
I tratti del suo volto si fecero dolci, “ Devo parlarti”, mormorò seria.
“ D’accordo. Sarò lieto di ascoltare cosa ha da dirmi”, risposi con un certo distacco, cercando di mascherare la mia curiosità, senza però riuscirci.
“ Le cose che ho da dirti sono molte e complicate e questo non è il luogo adatto, troppe orecchie curiose. Potremmo fare una passeggiata, così avrò il tempo di spiegarti tutto a dovere. Tanto ne io ne te abbiamo bisogno di riposare e non verremmo certo scalfiti dalla tormenta”.
“ Mi sembra un ottima idea”.
Uscimmo dal locale e passeggiamo per le strade acciottolate della città, agili e silenziosi.
La tempesta di neve si era placata e così potevo guardare con maggiore facilità il volto della vampira.
“ Ti starai chiedendo chi sono e perché ti ho rivolto la parola poco prima, giusto?”.
“ In effetti si”, ammisi abbassando lo sguardo.
“ Be’ non so neanch’io chi sono. Potrei essere chiunque, come potrei essere nessuno, non lo saprò mai. Posso solo dirti che il mio nome è Alice, nient’altro. E il motivo per cui ti ho parlato è molto semplice, io sono innamorata di te”, rispose con l’ennesimo sorriso.
“ Come puoi essere innamorata di me, quando io e te non ci siamo mai visti prima. Di questo sono sicuro, perché se ti avessi incontrato me lo ricorderei sicuramente”.
“ Tu forse non mi hai mai
vista, ma io ho visto te. Sai
Jasper Whitlock, io ti
conosco meglio di chiunque
altro, persino di te stesso. Ho visto tutto quello che di buono
c’è in te e ti
assicuro che è tanto. Ho notato tutte le piccole sfumature
della tua persona.
Io so chi sei”.
Come
faceva a conoscere il mio
nome, senza che io gliel’avessi detto?
“
Per caso sei una veggente? Come
puoi sapere tutte queste cose? Come puoi conoscermi?”, chiesi
confuso dalle sue
parole.
“
Oh, è molto semplice, più di
quello che pensi. Io vedo il futuro”.
Notando
lo stupore dipintosi sul
mio volto aggiunse, “So che è impossibile da
credere, ma è così. In molti hanno
dubitato di questa mia capacità. Io stessa i primi tempi
pensavo di essere
pazza, ma quando ho visto che alcune miei visioni si avveravano, ho
capito che
era tutto vero: So che tu mi crederai. Devi credermi, perché
anche tu hai un
potere che altri non hanno, non è così
Jasper?”, chiese guardandomi dritto
negli occhi.
Alle
sue parole, rimasi
impietrito. Era vero, anche lui possedeva un potere particolare. Ma
quella
ragazzina come faceva a saperlo, lui non l’aveva mai
raccontato a nessuno,
nemmeno a Maria, nonostante la loro lunga convivenza.
“
Si, è vero. Io percepisco le
emozioni di ogni singola persona e sono in grado di manipolarle a mio
piacimento. E se tu affermi di vedere il futuro
be’….io ti credo”, le dissi e
la cosa più assurda era che le credevo veramente, non lo
facevo per consolarla.
Probabilmente
tutti quei giorni
passati in solitudine, mi avevano portato alla pazzia.
“Bene,
è già un passo avanti. Le
mie visioni spesso sono imprecise o sfuggenti, perché il
futuro è sempre
incerto, ma con te è stato diverso. Ti ho visto fin da
subito con chiarezza e
ogni volta che vedevo un pezzo della tua vita ero assalita da
sentimenti nuovi
e sorprendenti. Mi sono innamorata del ragazzo che ho visto lottare per
difendere
i suoi ideali, vivendo la sua vita giorno per giorno e prendendo sia
gioie che
dolori senza mai lamentarsi. So che è folle, ma che
cos’è l’amore se non un
immensa follia?”, chiese divertita.
“
E se non mi avessi mai
incontrato? Insomma, l’hai detto anche tu che il futuro non
è mai certo. Come
facevi ad essere tanto sicura che un giorno ci saremmo
incontrati?”.
“
Era una sensazione o forse solo
una speranza, non saprei. Però era la cosa più
forte che avessi mai provato. Ad
ogni visione la certezza che un giorno saresti arrivato cresceva, fino
a che
non è diventata una convinzione assoluta”.
“
Ti sei basata su una
sensazione?”, domandai stupito.
“
Si. Io non sono come te che
prima di agire devi avere tutte le certezze che ti occorrono. Io mi
butto,
sperando che tutto vada bene. So che per te questo è
incomprensibile, ma è il
mo modo di essere, questa sono io”, affermò
convinta.
“
Un po’ avventata direi. Comunque
non sta a me giudicare. Piuttosto cosa dovrei fare adesso?”.
“
In che senso?”.
“
Ora che tu mi hai detto di
essere innamorata di me e di tutto il resto. Come dovrei
comportarmi?”.
“
Semplice. Resti con me e andiamo
a cercare i Cullen”.
“
Chi sono i Cullen?”.
“
Sono dei vampiri molto
speciali”.
“
E cosa avrebbero di tanto
speciale?”, chiesi dubbioso.
“
Niente che anche noi non
possiamo avere. Tranne forse una grande forsa di volontà e
uno stile di vita
molto particolare. Diverso da tutti gli altri della nostra
specie”
“
Per stile di vita particolare
cosa intendi?”.
“
Oh, loro si cibano di sangue animale, anziché
di quello umano. Tra loro
c’è anche un medico, che lavora con i pazienti a
tempo pieno, senza sentire il
bisogno di ucciderli. Dicono che sia anche molto in gamba nel suo
lavoro”.
“
Co…come fanno a resistere?”.
“
Te l’ho detto, hanno sviluppato una
grande forza di volontà e un buon autocontrollo. Pensa che
vivono a stretto
contatto con gli esseri umani per gran parte
dell’anno”.
“
Come sai della loro esistenza?”.
“
Gli ho visti in una delle mie
visioni, tanto tempo fa. Da quel momento ho capito che ero destinata a
far
parte di quella famiglia. Così è da un
po’ di tempo che anch’io cerco di
seguire le loro abitudini e mi cibo di animali. Devo dire che per il
momento ci
sto riuscendo piuttosto bene. Non nego che è dura e che il
richiamo del sangue
umano è forte, ma faccio del mio meglio per resistere.
Se
non altro sei in pace con te
stesso, ti senti più umano e non più un
assassino. In fondo anche gli esseri
umani si cibano di animali. Vedi i miei occhi?”, chiese
indicandosi le pupille
dorate, che risplendevano nella notte, erano veramente stupendi, lei
era
stupenda.
“
Questi sono come un trofeo, te
li devi guadagnare. Sono gli stessi occhi che possiedono i Cullen, sono
quelli
dei vampiri buoni”.
Non
dissi nulla, restai
semplicemente ad ammirarli, estasiato e invidioso.
Benchè
non volessi ammetterlo
quegli occhi mi attiravano.
Desideravo
anch’io averli, così da
essere finalmente una persona diversa, così da poter
finalmente voltare pagina
e abbandonare per sempre la mia vita passata, fatta di morte e sangue.
Ma
sapevo di stare solo
illudendomi, io non avevo la forza necessaria per diventare un vampiro
buono.
Avevo provato a non cibarmi
di sangue umano,
spinto dalla disperazione e dal disgusto per me stesso, ma era stato
tutto
inutile.
Alla
fine avevo ceduto e compiuto
gli ennesimi omicidi.
“
Allora, resterai con me?”, disse
con la speranza che traboccava dai suoi occhi.
Volevo cambiare vita e ora che mi si presentava l’occasione
dovevo coglierla al
volo.
Forse
non ce l’avrei fatta, ma
almeno ci avrei provato.
“
Si, resto”, mormorai guardandola
negli occhi e regalandole un sorriso, il primo dopo tanto tempo.
“
Grazie”, disse semplicemente e
la voce le s’incrinò.
Sono
sicuro che se le fosse stato
concesso avrebbe pianto.
Inaspettatamente
mi si fiondò tra
le braccia ed io la strinsi a me.
Mi
piaceva avere quella piccola
creaturina tra le braccia.
Mi
sembrava così fragile rispetto
a me, benchè sapessi che essendo anche lei una vampira non
era certo indifesa.
Eppure
in quel momento sentii il
desiderio di averla con me per sempre e mi ripromisi di proteggerla da
tutto e
da tutti.
Lei
mi abbracciò stretto per
qualche minuto poi
alzandosi in punta di
piedi posò le sue labbra delicate sulle mie.
Quel
contatto così intimo mi
piacque e sentii una sensazione nuova impadronirsi di me, che mi
portò ad
approfondire il bacio.
Fu
bellissimo, non avevo mai
provato niente del genere in tutta li mia vita.
Quando
le nostra labbra si
separarono, lei sciolse la presa delle braccia attorno al mio collo e
posò la
testa sul mio petto.
“
Ti sembrerei troppo avventato se
ti dicessi che anch’io ti amo?”, domandai titubante.
Pendevo
dalle sue labbra, una cosa
piuttosto insolita per me.
Di
solito erano gli altri a
pendere dalle mie, quando ancora ero un generale.
“
A dire la verità hai impiegato
anche troppo tempo per dirmelo. Credo proprio che dovrò
farti sciogliere un po’
e abbandonare questa posa rigida. Ma per il momento ho solo una
richiesta”.
“
Quale sarebbe?”.
“
Baciami ancora. È troppo bello,
troppo perfetto”.
“
Non potrei essere più
d’accordo”.
Così
dicendo unii ancora una volta
le mie labbra con le sue, in un bacio meraviglioso.
“
Andiamo?”, chiese indicandomi la strada buia
.
“
Si, ma vai avanti tu, io ti
seguirò”.
“
Ok, però dammi la mano. Non è
che non mi fidi, non fraintendermi, ma non si sa mai. Se lungo il
viaggio
accadesse qualcosa di brutto, voglio tenerti per mano. Voglio che
d’ora in poi
affrontiamo le cose insieme”.
“
Anch’io, Alice, anch’io”.
Sorrise.
Un sorriso dolce, che
scaldò il mio cuore freddo e privo di vita.
“
Un’ultima cosa. Dove abitano i Cullen?”.
“
A Forks”.
Se
davvero fossimo riusciti a
trovarli e a farci
accettare, forse
avrei potuto realizzare il mio sogno di essere migliore e di cancellare
il
passato.
Così mano nella mano
c’incamminammo per le strade
scure.
Sono
pochi quelli nella vita che
dopo un periodo buoi trovano la luce che gli rischiara la strada,
be’ io ero
uno di questi e Alice era la mia luce nelle tenebre.
Dopo
un infinità di
tempo sono tornata con questa one-shot scritta quasi
un anno fa su
la coppia Alice e Jasper. Una storiella semplice sul loro primo
incontro,
niente di che, ma non mi andava da lasciarla marcire nel computer e
così la
pubblico qui. Quest'estate ho avuto un po' di problemi con il computer,
( un
brutto virus), ma adesso che sono finalmente risolti potrò
tornare a scrivere e
magari continuare le mia altre storie. Per il momento vi lascio a
questa e
spero come sempre in un commento, bello o brutto che sia. Un bacio da
bells87.