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Autore: MarcoG    02/09/2008    17 recensioni
Un letto pieno di corde, una lenta agonia e un essere misterioso che presto nascerà.
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una, due, tre, quattro e cinque. Sono cinque le corde che mi tengono legata la parte superiore del corpo, per le gambe e per i piedi saranno almeno altre cinque. Il letto in cui giaccio è un groviglio di corde che mi impedisce di muovere anche la più piccola parte del mio corpo. Cerco di guardarmi attorno, ma la stanza in cui mi trovo è spoglia di qualsiasi arredamento. Alla destra del mio letto c'è solo un grosso treppiedi su cui sono appoggiati molti fogli, purtroppo sono rivolti verso la porta d'entrata che mi sta davanti quindi non riesco a leggere cosa c'è scritto.
In questa condizione, non riesco a capire quanto dormo e quanto rimango sveglio. La stanza non ha finestre ed è illuminata da una sola lampada nuda che cade dal soffitto, quindi non so mai se è giorno o notte.
Quando vedo per la prima volta un essere umano, mi sembra di essere rimasto sdraiato per anni. Ha un lungo cappotto nero, pochi capelli grigi e uno sguardo assente. Mi fissa per un attimo, poi dice una parola in una lingua che non conosco e subito ne entra un altro. Quest'ultimo ha in mano una siringa che mi pare essere enorme, provo a dire qualcosa ma lui non mi ascolta e mi infila l'ago nel braccio. Il buio mi assale in un attimo.
Mi riprendo che sono in una stanza simile a quella in cui passo le mie giornate, ma questa sembra leggermente più grossa e c'è un sacco di gente. Parlano tutti in una lingua strana, credo sia tedesco e mentre lo fanno si rivolgono a una figura al centro della stanza. Io sono in un angolo e da questa posizione non riesco a vedere a cosa si stanno rivolgendo. Di tanto in tanto smettono di parlare e iniziano un canto, poi riprendono a parlare. Quando finalmente ritengono che la mia presenza non sia più opportuna, mi prendono di peso e mi portano via. Mentre mi spostano riesco a vedere verso cosa si rivolgevano e vorrei non averlo mai fatto. E' un tronco d'uomo, c'è solo il petto dove nella zona del cuore c'è un cerchio rosso disegnato forse con un pennarello. Non riesco a vedere altro perchè vengo brutalmente riportato nella mia stanza. Mi buttano sul letto, rimettono in tensione tutte le corde e se ne vanno.
Non so quando prendo sonno, ma quando mi sveglio c'è un orribile novità. C'è una corda in meno sul mio letto, il motivo è semplice, non c'è più una parte del mio corpo da legare. Nel braccio sinistro ho una sorta di primitiva flebo, l'altro braccio non c'è più. Mi deve essere stato amputato nel sonno, probabilmente mi hanno drograto, non saprei. Con gli occhi pieni di terrore mi guardo ciò che è rimasto del braccio e vedo solo una benda sporca di sangue. Urlo. Impreco. Mi muovo come se ce lo avessi ancora, sposto la spalla per togliermi le corde ma non posso farlo, non ho più la mano. Che diavolo mi hanno fatto, mio Dio.
Mi lasciano poco tempo per disperarmi perchè entrano subito gli stessi due uomini del giorno prima e mi portano via. Mi riportano nella stanza dove c'è quel gruppo di persone che parla e canta, ma questa volta il tronco d'uomo al centro della stanza ha una novità. Ha il mio braccio. Ricomincio a urlare ma nessuno mi ascolta. Credo di non stare neanche urlando, mi sento talmente debole che probabilmete è già tanto se esce qualche parola dalla mia bocca. Assisto nuovamente a questa specie di messa fino a quando i soliti due uomini mi portano via, ma rientrando nella mia stanza scopro un altro macabro particolare. Riesco a vedere per un attimo i fogli che sono sul treppiede e riconosco una figura umana stilizzata. Ha su un braccio e su una gamba una grossa "X" rossa. Penso inevitabilmente al mio braccio e mi assale l'ansia. Urlo e scalcio ma i due uomini mi hanno già sdraiato sul letto. Urlo, urlo il più possibile chiedendo cosa diavolo è quel disegno. Non mi rispondono. Uno dei due estrae una siringa la cui forma ricorda quella già vista nell'occasione precedente, fa entrare il suo liquido nella mia flebo e i miei occhi si chiudono.
Nuovamente mi sveglio senza sapere quanto tempo ho dormito. Manca un'altra corda sul mio letto, la corda della gamba destra. Il motivo è orribile: mi hanno amputato anche quella. Un'ansia mai provata mi assale. Non sento dolore così come quando si sono portati via il braccio, forse è per quella cosa che mi iniettano in vena tutti i giorni attraverso la flebo. Deve finire, questa mutilazione deve finire. Devo scappare. Devo scappare via di qui. La parte sinistra del mio corpo è ancora legata e senza braccio e gamba è difficile pianificare una fuga. Anzi, anche ammettendo di riuscire a slegarmi, dove vado con un solo braccio e una sola gamba? Mi devo rassegnare. No, non posso rassegnarmi.
I miei pensieri vengono interrotti dai soliti due individui che ormai conosco. La routine è la solita, prendo quel poco del mio corpo che resta e mi portano nella solita stanza. Il torso d'uomo a cui il giorno prima era stato attaccato il mio braccio ora ha cucito addosso anche la mia gamba. Lui sta iniziando ad assumere una forma umana, io sto perdendo la mia. Quanti altri pezzi vorranno sottrarmi per darli a quella...cosa? Quando i canti e le preghiere finiscono, mi riportano in camera dandomi la possibilità di guardare il disegno dell'uomo sul treppiedi. Ha una "X" rossa sul braccio, sulla gamba e sull'altro braccio.
Mi sveglio e scopro che è successo ciò che temevo. Non ho più il braccio sinistro e poco dopo lo vedo attaccato alla "cosa" che tutti questi uomini adorano. Il giorno successivo mi taglieranno anche l'altra gamba, ormai ne sono certo. A quel punto l'unico pezzo del mio corpo che mancherà a quella "cosa" sarà la testa, poi lei sarà completa. Io non esisterò più.
  
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