Qualche avvertenza: Questa non è una songfic. La canzone che mi ha ispirata è Paradichlorobenzene, cantata da Kagamine Len e scritta da Owata-P. Spero che vi piaccia sia la canzone, sia la mia fanfiction.
Ringrazio CoderraFan per il suo prezioso aiuto in qualità di beta reader. :)
 
 
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Il vecchio sacco di iuta si agita velocemente stridendo, urla. H₂O penetra velocemente tra le larghe fibre, attraversa la superficie e annega l’interno.
La massa nera d’abisso lo divora, incatenandolo a sé e trascinandolo nell’eternità delle lente tenebre.
Sotto lo sguardo attonito dei lampioni giallognoli, di solito così rassicuranti e familiari, oggi testimoni della morte di un’anima. Le grida, che escono da quella trappola quasi del tutto affondata, sono ormai irriconoscibili come tali.
Chissà cosa avrebbe dato il vecchio me per liberarsi dalla tortura di vedere e sentire questo spettacolo orrendo, si sarebbe strappato il cuore dal petto per dimenticare.
 
Sotto lo sguardo stanco, arrabbiato di un ragazzo fuggito dal paradiso verso l’inferno, fuggito di sua volontà. Rumore, strida di un essere che soffre e che muore, e di nuovo, la voce, le voci, i pensieri, se questi sono pensieri.
Sono mostri che invadono la mente, la divorano incatenandola a sé, trascinandola nell’eternità dell’oblio. Con questa pulsazione nel cervello, negli occhi, nelle orecchie, tutto si tinge di un rosso veleno, che cosa hai fatto? Sei soddisfatto adesso?
 
Il ragazzo, essere arrabbiato e colpevole, fuggì dall’inferno verso il niente, pedinato, deriso, da quelle facce deformi, che ha creato lui stesso. Un veleno per la mente! Ormai l’ha visto, lo sa, ed è troppo lontano per tornare indietro. Ciò che è appena successo è già lontano, una pioggia di pietre lo affetta e lo tortura. Le pietre di realtà che glielo ricordano.
 
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C₆H₄Cl₂ ha distrutto la foresta per la cui crescita avevo faticato tanto.
********** non ha significato. È il nulla distruttivo.
Era entrato nella sua vita e sembrava una cosa bella e importante, così lui aveva detto sì.
Ha dedicato la sua vita al rigore vuoto. Alla scienza che non gioisce nella scoperta, ma nella morte, nell’inganno e nella derisione di ciò che è vero. Ci credeva con tutto se stesso, e il paradichlorobenzene gli ha abbattuto la mente, l’ha tradito.
Ha completato il suo compito, e la morte di un gatto innocente e irritante fu la conclusione della tormenta e l’inizio della desolazione.
 
Il mio cielo, ora coperto di oscurità, lo guardo e non capisco cosa sto facendo. Cosa sto facendo? Ormai non so più niente!
 
Cosa sei, realtà illusoria. Cosa sei se non un falso ricordo, false prospettive future. Sensazioni fasulle. Lo ricordo, ma non l’ho fatto. Non succede niente se non seguo le regole, perché niente esiste. Quanta desolazione lasciò quell’acido nel mio cervello, quanto vuoto il paradichlorobenzene.
 
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Note dell'autrice.
Il gatto rappresenta il ragazzo (Len).
Quando menziono la foresta, mi riferisco alla mente del ragazzo.
Il paradichlorobenzene (C₆H₄Cl₂), a cui mi riferisco come ad un veleno, è in realtà un concetto astratto, non semplicemente la sostanza chimica. Una specie di tempesta di pensieri ripetuti e ossessivi, un periodo buio che porta morte e vuoto nella vita del ragazzo.
Vi raccomando di leggere anche il testo (e la traduzione, se serve) della canzone per capirla meglio! ;)