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Autore: New Red Eyes    18/07/2014    1 recensioni
Sette chiavi planetarie.
Sette nuove guerriere.
Sette nemici da sconfiggere.
Una nuova storia sta per cominciare; la Terra è nuovamente in pericolo e solo Lei può salvarla. Ma per risvegliarla dal suo sonno millenario serviranno tutto il coraggio, la forza d'animo, la scaltrezza, lo spirito di sacrificio, la pazienza, l'abilità e la testardaggine delle nuove Sailor.
Un ringraziamento speciale a PinkPhanterLady, per la sua pazienza, i suoi consigli e l'aiuto, ma soprattutto per l' idea dei Vizi Capitali.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chibiusa, Nuovo personaggio | Coppie: Chibiusa/Helios
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
Capitoli:
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-Miruno.-
La ragazza si voltò di scatto, attenta :-Che c’è, Diana?-
La donna le si avvicinò di un passo, per annunciarle con voce seria e grave :-I Vizi Capitali hanno attaccato di nuovo. Questa volta l’obbiettivo è stato proprio il palazzo dove tua sorella Inori lavora come modella. Lo scontro è terminato pochi minuti fa con la vittoria delle due Sailor coinvolte, ma al momento non si sa ancora se ci sono civili coinvolti…-
Miru si sentì morire.
Inori.
-Devo subito andare a vedere se sta bene. Devo andare! Devo andare subito…- scattò Miru,  mettendosi a correre all’impazzata.
-No!-
Diana, rivelando un’incredibile prontezza di riflessi, era riuscita ad  afferrarla per un braccio e a bloccarla prima che finisse investita da un auto.
-Non è questo il modo, Miruno.- scandì lentamente, mentre la ragazzina si dimenava, urlando selvaggiamente :-Lasciami! Lasciami, devo correre subito da Inori! Devo andare da lei! Lasciami andare!-
-Ti accompagno io.- esclamò lapidaria la donna, lasciando la presa.
La rossa crollò a terra come un sacco vuoto, sbattendo le ginocchia sull’asfalto senza provare dolore.
-Lei…mi aiuterà?- chiese, alzando gli occhi umidi di lacrime disperate.
La donna annuì, porgendole  una mano per rialzarsi.
-E, se ce ne sarà bisogno, aiuterò anche Inori.-
 
                                                                     
 
-Evvai, la nostra prima gita scolastica! E ad un museo d’arte contemporanea, per di più!-
Melania proprio non riesce a trattenere l’ emozione, pensò divertita Miruno, osservandola spiccare un balzo per la felicità.
Caroline, invece, sembrava dubbiosa :-Ma siamo sicure di non annoiarci? Voglio dire, sei piani d’esposizione mi sembrano  tanti!-
La castana si fermò a metà piroetta, per rimbeccarla, un po’ offesa :- Guarda che è uno dei musei più importanti e famosi del mondo, e ci sono centinaia di opere meravigliose. Non ci annoieremo di sicuro.-
-Speriamo…- si limitò a rispondere l’altra, non ancora del tutto convinta.
-E poi, al Mori Art Museum vale la pena di andarci anche solo perchè si trova al ultimo piano di un grattacielo, quindi  dopo aver fatto il giro delle esposizioni potremo goderci  la vista panoramica a 360° sulla città!- continuò sognante Melissa, con gli occhi scuri che le brillavano di felicità.
-…e  lì vicino c’è anche la galleria Wako Works of Art, un must per gli amanti del concettualismo!-
 s’intromise Rin, agitando un dépliant preso chissà dove e avvicinandosi alle tre.
-Sentite un po’ qua : la Mori Tower è un grattacielo alto 238 metri, formato da 54 piani che ospitano appartamenti, un museo d'arte, un complesso cinematografico, ristoranti, caffè, negozi, gli uffici di molte aziende come la  Konami e la Yahoo! Japan, e l'albergo a 5 stelle Grand Hyatt Tokyo. Che ne dite?-  lesse tutto d’un fiato, strapazzando il povero pieghevole.
-…che forse dovresti leggere un po’ più piano, mi hai fatto venire il mal di testa!- sorrise la rossa, massaggiandosi una tempia, mentre Caroline e Melissa scoppiavano a ridere, seguite a ruota da Rin, che esclamò :-Mi sa che hai ragione!-
-Ehi, è arrivato l’autobus. Ci conviene muoverci, o ci fregheranno tutti i posti migliori!- disse ad un certo punto la corvina, raccogliendo la borsa da terra e mettendosela a tracolla.
-Hai ragione…Miru?- commentò la ragazza dagli occhi verdi, interrompendosi vedendo la rossa allontanarsi nella direzione opposta a quella del mezzo.
-Devo fare una cosa, è importante. Voi intanto andate avanti, e prendete un posto anche per me.-
le rispose distrattamente la sedicenne, sparendo tra la folla apparentemente senza alcun motivo.
-Boh! Facciamo come ha detto. Avrà di certo i suoi buoni motivi.- tagliò corto Melania, salendo sull’autobus. -Non vorrà mica scappare?- le sussurrò l’altra; approfittando di un momento di confusione per non farsi sentire da Rin, poco più indietro di lei.
–Non credo. E comunque mi fido di lei.- ribattè con forza la mora, mettendo fine alla discussione.
 
 
-Raito!  Daisuku Raito!-
La bionda si voltò, preparandosi all’ennesimo scontro con l’ex-compagna di classe Miruno.
-Che vuoi?-  chiese, sulla difensiva, squadrandola da capo a piedi…e stupendosi di trovarla prostrata. La rossa, infatti aveva chinato il capo davanti a lei, mormorando :-Raito, ti ringrazio a nome mio e di tutta  la mia famiglia. Grazie per aver salvato la vita a mia sorella Inori. Ti sono…ti siamo debitrici.Non avrei mai pensato di dirtelo, ma…dal più profondo del cuore, grazie.-
La sedicenne non riuscì a ribattere.
Quella ragazza che mi ha ascoltata…
Nella sua mente, il volto di Miru, che nel frattempo si era rialzata, e quello della giovane modella si sovrapposero.
Stessi capelli rosso scuro.
Stesso viso pulito, senza l’ombra di una macchiolina.
Stessi iridi verde cupo.
Quest’ ultimo dettaglio la colpì; c’era qualcosa di diverso negli occhi di Miruno : nessuna traccia di quella dolce rassegnazione che aveva notato in quelli della giovane donna; come se avesse perso una battaglia tanto importante quanto dolorosa, sembravano  piuttosto due fiammelle smeraldine di inquietudine e rabbia.
-Fa’ come se non fosse mai successo. Questo…questo non cambia le cose tra noi: siamo ancora nemiche, non credere il contrario.- disse in fine, a disagio, decidendo di allontanarsi da lei il più velocemente possibile, prima che quella vicenda la toccasse troppo in profondità.
-Raito! Se un giorno tu avessi bisogno di una mano…- esclamò ad un tratto la rossa, lasciandole intendere il seguito. La bionda la sentì, e accennò un sorriso senza voltarsi.
Tua sorella ha già ripagato il suo debito, non preoccupare!
-Ora devo ringraziare Kelly Neidhart…- 
-Sono qui.-
La rossa sussultò, vedendo la giovane wrestler avvicinarsi a lei con tutta calma.
-Beh, io…volevo ringraziarti per tutto ciò che hai fatto per mia sorella Inori.- spiegò, un po’ intimidita.
L’altra sorrise :-Tranquilla, ero lì e ho visto la scena. Non mi devi ringraziare; al mio posto anche tu avresti aiutato un mio parente, no?-
-E’ vero, ma io mi sento comunque in debito con te!- ribattè Miru, stringendo i pugni. –Se per caso tu avessi…- La canadese la interruppe, alzando una mano :-Non c’è problema, sono in grado di cavarmela anche da sola.-
-Non c’è proprio niente che possa fare per sdebitarmi?- chiese ancora la sedicenne, ricevendo come risposta un’occhiata vagamente interessata :-Mh…se proprio ci tieni…mi potresti offrire un suika bar, che ne dici?-
 
 
-Allora? Com’è andata? Hai fatto questa cosa importante?-  chiese Caroline non appena l’autobus fu partito. Rin tossì da dietro il copione che stava studiando, era evidente che  considerava inopportuna quella raffica di domande;  mentre  Melania le scoccò un occhiataccia del tipo “Non vorrai fare la ficcanaso come al solito, vero?!”
Sorprendendole  tutte, però, Miru rispose con calma, usando tutte le parole necessarie piuttosto che i soliti monosillabi :-Credo di aver sistemato tutto, anzi, ne sono certa. Ed è  stato molto più facile e veloce del previsto. Non ho neppure dovuto alzare la voce per farmi ascoltare!- concluse, con l’ombra di un sorriso sul volto, girandosi verso il finestrino
Melania, preoccupata, si sporse per guardarla bene in viso; la corvina alzò gli occhi dai fogli  per azzardarle una timida occhiata e Caroline rimase di sasso.
-Be’? Cos’è successo?- chiese la rossa, riportando lo sguardo sulle compagne.
-Miruno, sei sicura di sentirti bene? Sei sicura?- scandì la mora, scatenando un sorrisino ironico di Miru :-Andiamo, non fare così! Non sono più una bambina!-
-Ma il tuo comportamento è parecchio strano, oggi.- ribattè Caroline, mentre Rin le osservava con un’espressione a metà tra il confuso e l’incuriosito.
La rossa inclinò la testa sul braccio che aveva appoggiato sul finestrino, lanciando  uno sguardo storto alle amiche.
-Non vi preoccupate. Sono difficile da comprenderetanto che, a volte, non riesco a capire neanche io cosa mi passa per la testa!-
-Possiamo sapere che cos’è successo?- chiese dolcemente Melania, non ancora tranquillizzata del tutto dalle parole dell’amica, che  rispose semplicemente :-Oggi sono di buon umore, nient’altro.-
-Bene! Se è così ci possiamo godere la gita. – esclamò allegramente Rin, sollevata, -Mi stavate quasi facendo preoccupare con tutti i vostri discorsi!-
Miruno,  dal canto suo, tornò a girarsi verso il finestrino senza però vedere la città scorrerle davanti agli occhi.
 
-Inori! INORI!-
Miruno aprì la portiera ancora prima che l’auto fosse del tutto ferma.
Si  lanciò tra la folla; soccorritori, poliziotti, volontari, medici, modelle, impiegati, gente che era stata fatta evacuare per sicurezza, semplici curiosi attirati dal trambusto.
In quel momento contava solo Inori.
Sentì delle sirene ululare, schegge di voci la sfiorarono, qualcuno la chiamò ‘ragazzina’ e le intimò di fermarsi, i vetri sotto le scarpe la fecero scivolare più volte, ma non  fermare.
Diana?
Non sapeva, non le interessava.
Una mare rosso scuro.
Istintivamente allungò una mano.
-…I-Inori!-
La ragazza fece per  voltarsi, ma lei non gliene diede il tempo.
Si strinse tra le sue braccia e la stoffa marrone, o  forse grigia, ma che le importava? della coperta che  aveva sulle spalle.
Scoppiò a piangere.
Di sollievo, di paura, di rabbia, di  gioia.
Ecco, adesso il suo cuore poteva anche fermarsi, se voleva.
Lei aveva ritrovato Inori, e quello era tutto ciò che importava.
 
 
-Melania…ehi, Leny-chan?-
La mora si risvegliò dal suo sogno ad occhi aperti :-Scusami, Caroline, ma ero così…così…-
-Impegnata ad ammirare le opere di questo museo da non sentirla nemmeno?- chiese Rin, sorridendo divertita.
L’altra annuì :-Sì, e a chiedermi se un giorno avrei mai potuto eguagliare questi artisti così talentuosi!-
-Ma certo! Sei mille volte più brava di tutti loro messi assieme!- le disse Caroline facendole l’occhiolino e beccandosi una gomitata da Miruno :-Non ti sembra di esagerare?-
-Ma è la verità!- protestò la ragazza dagli occhi verdi, facendo arrossire Melania per i complimenti.
-Comunque, noi volevamo dirti che abbiamo deciso di salire all’ultimo piano, per goderci Tokio dall’alto.- spiegò Rin, pratica.
-Oh, per me va bene! Io vi raggiungerò più tardi, se non vi dispiace.-
-Fai pure con calma, abbiamo ancora tre quarti d’ora di tempo prima del ritorno.- la rassicurò Caroline, mentre imboccava l’ascensore assieme alle altre.
-Questa mostra le deve piacere proprio!- commentò Rin non appena le porte si furono chiuse.
-Leny-chan ha sempre avuto una grande passione per l’arte, moderna o antica che sia…- disse Miruno, venendo però interrotta da Caroline che proclamò, entusiasta :-Ed è pure bravissima nel disegno! Specialmente nel fare schizzi di vestiti, che, a volte, realizza davvero con le sue mani!-
-Fantastico!- esclamò Rin sinceramente ammirata,  scatenando così ancora di più la mora :-Davvero! Pensa che per il mio compleanno, lo scorso 10 Febbraio, mi ha cucito una maglietta con del tessuto verde e bianco…uno splendore!-
-Ehi, siamo arrivate!- le interruppe Miruno indicando le porte spalancate dell’ascensore.
-Eh? Sì, arriviamo!-
 
 
E’ tutto così bello…
Osservò la cura maniacale con cui era stata dipinta quella statua : era magnifica!
Chissà se sarebbe riuscita a raggiungere le altre, sulla terrazza panoramica…ci stava mettendo una vita!
Ma, si disse, anche  da qui la vista non dev’essere così male!
Si avvicinò alle ampie finestre e guardò giù: sotto di lei, Tokio era un grigio, frenetico nido di formiche colorate, interrotto qua e là dal verde acceso e riposante dei parchi cittadini; un vero spettacolo!
Sentì uno strano bruciore alla fronte, e istintivamente si passò due dita sul frontino rosa che le cingeva la fronte, senza dare troppa importanza alla cosa.
Poi, d'istinto, Melania alzò gli occhi.
Sospesa in aria, perfettamente immobile, v’era una ragazza dai lunghi, fluttuanti capelli color del sangue, legati in una coda alta.
Li stava osservando.
Dopo qualche minuto, sembrò notarla e iniziò ad avvicinarsi, sempre camminando nel nulla.
 Man mano che si faceva più vicina, Melania potè vederla meglio in viso.
Aveva occhi di un inquietante azzurro ghiaccio,  e una serie di  percing al naso e alle orecchie, nonchè uno all' angolo della bocca.
Indossava un top  bianco che le lasciava scoperto l’ ombelico, un paio di  short neri sorretti da bretelle dello stesso colore, stivali neri col tacco e un paio di calze rosse e rosa.
Melania sentì il panico diffondersi dentro di lei come un veleno letale.
Raggelata, non riusciva a togliere gli occhi dalla figura che avanzava. Aveva tutti i muscoli bloccati, e dovette fare uno sforzo di volontà solo per  staccare la mano dal vetro dell’ampia finestra.
Poi, improvvisamente, la demone svanì.
Malenia sgranò gli occhi, sorpresa. Osservò affannosamente il cielo limpido e la Tokio sottostante per pochi secondo che le parvero secoli, ma non c’era più traccia della ragazza dagli occhi di ghiaccio.
Il terrore che era in lei aumentò a dismisura.
Tutto era gelo e attesa e il battito del suo cuore le lacerava le orecchie come il ticchettio impazzito dell’orologio che scandiva i suoi ultimi minuti di vita.
Silenzio.
Poi, il caos.
Pezzi d’ intonaco e calcinacci, schegge di vetro e di  legno, tutto  schizzò in aria; qualcuno gridò, Melania arretrò coprendosi il viso con le braccia…
La demone aveva fatto la sua entrata in scena.
 
-….perchè io so che seguendo il mio cuore…non potrò perdere questa battaglia!- concluse Rin ispirata, portandosi le mani al petto, giusto sopra il cuore, in un gesto terribilmente d’effetto.
- Sei davvero convincente nella parte di Yukiko, non c’è dubbio.- commentò dopo qualche secondo di silenzio Miruno, colpita.
-Wow, fenomenale! A sentirti, mi è venuta voglia di correre a vedere questo spettacolo!- saltò su Caroline con gli occhi sgranati pieni di  stelline sfavillanti.
-Beh, non è stata proprio un’ottima interpretazione, mancano i costumi, la scenografia e la musica di sottofondo…ma direi che mi è venuta abbastanza bene.- si schermì la corvina, apprezzando però i complimenti delle amiche.
-Ehi!-
Le iridi di Miru scattarono verso destra, verso il cielo color puffo punteggiato di soffici nuvole bianche.
-Cosa?!- chiesero all’unisono Caroline e Rin, sull’attenti.
-No, niente…mi era sembrato, ma a quanto pare non è nulla…- la rossa fu interrotta da un boato che attraversò l’edificio, facendolo inclinare pericolosamente su un lato.
Il primo pensiero di Miruno fu  uno solo : “Il terremoto!”
Il secondo, all’incirca, fu “Oh, mio Signore…!” seguito da una velocissima preghiera mormorata mentalmente e contemporaneamente la ricerca di un appiglio sicuro.
Il terzo, “Rin, Caroline!” fu  seguito da un fulmineo movimento della mano sinistra, che afferrò al volo un braccio della corvina ma che non riuscì a fare lo stesso con quello della mora, che scivolò inesorabilmente giù, verso il esterno dell’edificio…
Il quarto, fu lapidario: “Questa volta sarà dura.Molto dura”
 
 
Melania tossì, tentando di respirare normalmente nonostante il fumo provocato dall’esplosione.
Battè più volte le palpebre, fino a  mettere a fuoco la figura della demone; in piedi sull’ ex-piedistallo di una statua.
-Chi…chi sei?- riuscì a chiederle alla fine, nonostante il bruciore alla gola.
-Secondo te? Con un’entrata in scena del genere…?- ribattè quella, alzando appena le sopraciglia e continuando a sorridere maligna.
-Superbia…- mormorò la quindicenne, cercando di  fare mente locale; facendo ringhiare infuriata la rossa :-Ira! Io sono Zohoria, l’Ira, la furia cieca della rabbia!-
Prima che potesse anche solo articolare parola, la donna la colpì.
Uno schiaffo in pieno viso, che la fece cadere a terra e le ustionò la guancia.
Quando la ragazza alzò la testa, aveva gli occhi lucidi di  sorpresa e dolore, ma ancora abbastanza coraggio da replicare :-E i-io…io sono Melania Lambert! E tu non hai nessun diritto di trattarmi così!-
Sentì le schegge di vetro pungerle le gambe, ma non sotto i palmi, quando li posò a terra per fare leva e rialzarsi.
Strano! La gonna della divisa scolastica arriva fino alle caviglie, dev’essersi strappata…
Si guardò le mani : indossava dei guanti bianchi, lunghi fino al gomito, dov’erano trattenuti da tre elastici rosa. Sbalordita, osservò la propria immagine riflessa nel vetro di una finestra, l’unico rimasto ancora  in piedi per puro miracolo.
Indossava una  divisa Sailor dalla gonna celeste, della stessa tonalità degli stivali che le arrivavano fin sotto il ginocchio, e del colletto; legato sul davanti da un grazioso fiocco rosa, così come il nastro posteriore. A cingerle la fronte non v’era più il solito frontino bianco, ma una tiara d’oro, con al centro un fiore di cristallo il cui fulcro era una gemma rosa pallido…quella che fino a pochi minuti prima era incastonata nella sua fascia!
Capì e sorrise.
Adesso siamo pari, ho anch’io i superpoteri!
-…e da oggi, New Sailor Moon!- dichiarò, chiedendosi  se aggiungere il classico “Ti punirò nel nome della Luna!”.
L’altra scoppiò a ridere, scroccandosi divertita le nocche :-Ma bene! Così mi divertirò ancora di più a farti fuori!-, concluse, mentre sul dorso delle mani le comparivano due  strisce di metallo argentato.
-Sai, con questi i pugni fanno ancora più male…vuoi provare?- ghignò, avvicinandosi con fare minaccioso mentre  gli altri visitatori del museo, che avevano assistito terrorizzati a tutta la scena, fuggivano verso le scale semi-distrutte dall’esplosione, che doveva aver sconvolto l’intero edificio.
-No, grazie!- si affrettò a rispondere la giovane Sailor, schivando per un pelo un colpo alla testa, seguito da un calcio alle costole che riuscì a parare solo in parte e che le fece svuotare a forza i polmoni e appannare la vista.
Devo inventarmi qualcosa, o per me è la fine!
-Allora…cerchi anche tu una chiave, non è così?- chiese, cercando di prendere tempo.
-Ad essere precisi, la tua Chiave.- sibilò la donna, scoprendo i denti nel solito sorriso maligno, mentre le assestava  con la mano un colpo “di taglio’’ all’altezza delle reni.
-M-ma ce… ce ne…sono tante, in giro. Pe-perché vuoi proprio la mia?- chiese,  ormai in ginocchio, ansimando e asciugandosi il sangue che le colava giù dall’angolo della bocca. Le cose si mettevano molto male, per lei.
-Non una semplice chiave, mocciosa. Le sesta Chiave, quella della ‘forza d’animo’ o della ‘speranza’, a seconda delle versioni.- si degnò di spiegare Zohoria, annoiata, avvicinandosi a lei con tutta la calma del mondo.
-Moon Eclipse…- mormorò Melania, rialzandosi in piedi e portandosi le mani al petto per  condensare in una specie di palla bianco-argentea la luce del suo Satellite protettore,  che scagliò contro la donna con tutta la forza che le rimaneva.
Sul viso della demone si dipinse un’espressione sorpresa, mentre si portava una mano alla spalla destra, ferita di striscio.
Una sottile linea verticale da cui colava giù una sostanza vischiosa blu scuro sulla pelle candida
L’aveva colpita.
-Maledetta…MALEDETTA!-
Una raffica crudele di colpi spinse Melania verso quel che rimaneva delle finestre
Era sull’orlo dell’abisso, pochi centimetri e sarebbe scivolata giù, nel nulla…
La ragazza arretrò di nuovo e il vuoto la inghiottì.
 
 
Miruno chiuse gli occhi, aspettandosi il peggio.
Caroline era stata la prima a cadere, lei e Rin l’avrebbero raggiunta di lì a poco.
Sentiva i muscoli delle braccia tendersi fino all’inverosimile e pulsare dolorasamente.
Non resisterò ancora molto.
-Miru…Miru, ascolta! So che ti sembrerà assurdo, ma devi lasciarmi andare. Per favore…molla la presa!-
Sorpresa e preoccupata, puntò gli occhi in quelli di Rin, un’espressione indecifrabile sul viso.
-No! Tanto prima o poi sarò costretta a mollare comunque, tanto vale precipitare nel vuoto assieme!- gridò, esasperata, stringendo più forte le dita sull' arto della corvina, che la scongiurò:-Ti prego! Fidati di me e lasciami andare, ho un piano!-
Vedendo la serietà delle sue parole, la rossa allentò la presa, lasciando scivolare via prima l’avambraccio di Rin, poi il polso sottile.
Ebbe un’ultima esitazione quando venne il momento di lasciarla andare del tutto, e strinse convulsamente la presa. Poi chiuse gli occhi e  aprì di scatto la mano, senza avere il coraggio di guardare.
-Potere di Mercurio, vieni a me!-
Sentì una specie di fruscio e uno spostamento d’aria.
Riaprì gli occhi, cauta, e vide Sailor Mercury e Sailor Jupiter a mezz’aria.
Le ali di Caroline avevano una forma vagamente “a foglia” ed erano verde chiaro e rosse, ornate da piccoli rubini e smeraldi sulle punte, mentre dalla schiena di Rin spuntavano tre paia di semplici ali bianche, che davano l’impressione di essere fatte di  pura luce.
-Ok. Adesso mi direte che siamo in paradiso, vero?-
-Se proprio ci tieni, sì.- sorrise la corvina, tranquillissima, avvicinandosi a lei,  ancora sospesa. Le tese una mano, e anche la mora fece lo stesso, esclamando :-Su, coraggio! Non vorrai mica scendere a piedi?-
 Miruno strinse forte la presa nelle mani guantate delle altre due, prima una, poi l'altra:-Okay, mi fido. Ma non volate troppo velocemente, eh!-
 
 
Non c’era più sopra, sotto, avanti o dietro.
Era tutto un vortice pazzesco di colori.
Rin, Caroline, Miruno e le altre, Diana, i suo genitori e la sua sorellina…provò una fitta al cuore al pensiero di non rivederli mai più.
Quanti metri mancano al suolo?, si ritrovò a pensare, terrorizzata, chiudendo gli occhi.
Poi avvertì una sorta di 'strappo', come se qualcuno avesse arrestato bruscamente la sua caduta e la stesse muovendo verso…destra? Sinistra? Impossibile capirlo.
Qualcuno la stava stingendo forte a sé.
Preoccupata, aprì gli occhi.
Al suo fianco c’era un ragazzo vestito di bianco, con uno svolazzante mantello sulle spalle e una mascherina a schermargli gli occhi, che  lei avrebbe giurato fossero verdi.
Le aveva passato un braccio attorno alla vita e uno sotto le ginocchia e l’aveva tirata su con facilità, risalendo verso il piano da cui era precipitata.
Com’è possibile? E questo chi è? E’ carino…ma posso davvero fidarmi di lui?
-Siamo quasi arrivati, principessa.-
Arrossì di botto quando il ragazzo mascherato le rivolse la parola, anche perché le era sembrato di riconoscere quella voce…
Non ebbe il tempo di riflettere, perché nel frattempo avevano toccato suolo e lui  l’aveva rimessa giù. Una volta riacquistata sicurezza sulle gambe, New Sailor Moon osò chiedere :-Grazie…mi hai salvato la vita! Posso sapere chi sei?-
Lo sconosciuto sorrise, chinandosi con fare galante e facendole il baciamano :-Puoi chiamarmi Milord.-
-TU! Sei ancora viva!-
Uno strillo li fece voltare entrambi verso Ira, che, completamente fuori di sé, che fece per scaraventarsi verso la ragazza per eliminarla una volta per tutte.
Milord si frappose tra le due,  ma Caroline aveva già agito.
-Pearl Whip, azione!-
Una frusta  di perle bianche scintillò nell’aria, per arrotolarsi al braccio alzato di Zohoria e costringerla a ruotare sul posto, fino a fissare i suoi occhi di cristallo in quelli verde scuro di una Miru decisamente di malumore.
La donna, colta alla sprovvista, ricevette un  ceffone  che le fece girare di scatto il viso e le tinse di blu l’angolo della bocca.
-Melania! Melania, mi dispiace, ma non sono proprio potuta venire ad aiutarti prima…- disse in fretta,  correndo a soccorrerla senza perdere d’occhio il ragazzo di fianco a lei.
-No,no, va bene così, non preoccupatevi per me.- rispose la mora, felice di rivedere le amiche ma allo stesso tempo un po' frastornata per il loro improvviso ritorno.
-Sbrigatevi! Andatevene  via di qui!- urlò Caroline, stringendo con decisione la frusta che ancora teneva imbrigliato un braccio della demone, furiosa. Rin si preparò ad usare il suo bastone alato, ma fu fermata da un gesto di Malnia, che protestò :-No, io ho ancora un conto in sospeso con lei!-, indicando la demone schiumante di rabbia.
Iniziò a suonare l’arpa di luce che le era comparsa tra le mani, e quella subito si trasformò in un arco celeste che impugnò con fare risoluto.
-Moonshine arrow…shoot!- disse, scoccando una freccia di pura luce lunare contro Zohoria, che in un ultimo scatto disperato riuscì a liberarsi e a sparire.
La freccia attraversò l’aria dove  fino a pochi istanti prima c’era la demone, poi, non incontrando resistenza, si dissolse a sua volta.
Calò il silenzio.
-E’ stata dura, questa volta.- affermò Caroline dopo un po’, esausta.
-Ma quel tipo di prima, quello con lo smoking…dov’è finito?- chiese a bruciapelo Miruno, lasciando vagare lo sguardo per la stanza semi-distrutta.
-Non ne ho idea…- rispose Rin, venendo interrotta da Melania :-E’ merito suo se mi sono salvata, quando Zohoria mi ha spinta giù! E’ un nostro alleato, ne sono sicura!-
-Lo spero.- disse semplicemente Miru, a nome di tutte.
-Abbiamo ancora un quarto d’ora prima che la gita finisca. Che ne dite di fare un salto al café?- propose a sorpresa Rin, dopo essere ritornata alla sua forma "civile" e aver controllato l’orario sul telefono.
-Dopo tutto quello che è successo…?- chiese perplessa Melania, mentre Caroline scoppiava a ridere :-Certo! Perché no?-.
Miruno sorrise; nonostante tutto, non avevano perso il buonumore. -Solo una cosa…secondo voi, qui, ne vendono di Suika bar?-
 



*Mensola dell’Autrice*
 
Io….beh, credo di essere ritornata in pianta stabile.
Credo , perché nella vita non si può mai sapere.
 
Ma…al momento sono in vacanza!
 
Ho finito gli esami di terza media, e quindi credo di poter  affermare ufficialmente che ‘New Sailor Soldier : le sette chiavi del Cosmo’ riprende, e che, salvo imprevisti, non dovrebbero esserci più interruzioni.
E’ un po’ imbarazzante ritornarmene dopo così tanto tempo, e mi spiace davvero di aver abbandonato così tutti voi…specialmente Bimbarossa, Phink Phanter Lady,  Kelly Neidhart, Bunny_Small_Lady, che avevano creduto in questo progetto fin dall’inizio.
E’ davvero strano scrivere queste righe, ma sento di doverlo fare; per voi e per me stessa ma anche per i nostri Oc che sono stati costretti ad un “riposo forzato” per le mie vicissitudini personali e per il silenziosi lettori che mi seguono sempre.
Vi vedo, sapete?
So che leggete, che sospirate, che magari avete paura ed esitate, intimiditi da quell’ avviso in stampatello, SOSPESA FINO A NUOVO ORDINE, ma poi; neanche voi sapete perché, entrate e leggete, e sognate e saltate sulla sedia per i colpi di scena; e magari, come succede a me a volte, imprecate perché la barra di scorrimento è partita per-non-si-è-capito-dove-ma-di-sicuro-non-dove-voglio-io e quindi avete perso la riga e quindi dovete interrompere la magia, e quindi….
Baste con le e  e le virgole, che ne ho messe troppe, va’.
Comunque, so che avete capito.
So che tu che stai leggendo queste parole, scritte di fretta perché ho tante cose da dire e la batteria è troppo poca, mannaggia, sono già al 60%, e tra pochissimo-arrivano-i-miei-devo-scappare-subito e-ricaricare-il-computer-e-magari-andare-a-letto-in-orario-….lo sai meglio di me, ciò che voglio dire.
E niente, solo che d’ora in avanti non vi abbandonerò mai più (…almeno fino all’esame di maturità!)
e che vi voglio bene, davvero davvero, piccolo grande mondo di EFP.
 
NOTE:
 
*Suika bar : è un tipo di ghiacciolo giapponese a forma di fetta triangolare di anguria. Normalmente è  alto circa 8 centimetri e  i semi sono di cioccolato.
Ecco un esempio : http://24.media.tumblr.com/tumblr_lm6tz20F3N1qchbzjo1_500.jpg
 
*Mori Art Museum & Wako Works of Art : esistono davvero! Tutte le informazioni del testo sono prese da Wikipedia (Roppongi Hills) e da un altro sito, un blog specializzato in musei d’arte moderna di cui non ricordo il nome.
 
*Sono difficile da comprendere…tanto che, a volte, non riesco a capire neanche io cosa mi passi per la testa! :  sottospecie di citazione di Taiga (Toradora!) “Dubito che qualcuno possa riuscire a capire che cosa mi passa per la testa, perché... perché non lo capisco neanche io.”
 
*Un mare rosso scuro : no, state tranquille, non è sangue! Sono solo i capelli sciolti della sorellona della protagonista che, ci tengo a sottolinearlo, è illesa, dormite pure sonni tranquilli.
Ah, se ve lo state chiedendo, sì, indossa ancora il bikini viola che Raito non voleva…non ha avuto il tempo di cambiarsi, tra la fuga da  Sana (la vanità), l’arrivo della polizia eccetera.
  
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