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Autore: holocene    18/07/2014    5 recensioni
Ma quando la porta si apre – graziosamente – qualcosa assolutamente non quadra. Il mio cuore, che prima batteva velocemente, ora si è completamente fermato, per poi riprendere a battere ancora più forte. In più il mio palato si è del tutto asciugato, causa dovuta al fatto che la mascella sta toccando terra.
Perché al posto della figura tozza e accigliata della Hemmings, un bellissimo ragazzo dagli occhi azzurri e i capelli biondi mi fissa sulla soglia della porta. Regge in mano la maniglia e mi guarda aspettando che dica qualcosa. Rimango a boccheggiare ancora un po’ incapace di ragionare.

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Babe Kelly è la ragazza più razionale, ambiziosa e incline agli affetti morali che il Norwest Christian College abbia mai ospitato. Ma quando fa la conoscenza di Luke, frontman della band più popolare del momento e detentore del record ‘Ragazzo Bellissimo’ indetto dalla mente di Babe stessa, i suoi piani sembrano prendere una piega piuttosto piacevole. Peccato che lui sia il figlio della sua professoressa di matematica.
***
Una storia basata sull'arte di guardare film horror in completa solitudine, vecchie canzoni britpop, imbarazzo totale, aspiranti Primi Ministri, pazze migliori amiche e, molto più importante, sulla bellezza di Luke Hemmings.
[Luke/Babe]
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla Giulz e alla Giulia,
perché Michael vi ricorda la Fede
Calum è un orsetto
Luke fissa troppo
e la Giulia mangia la pizza degli sfigati come Ashton.
 
 

I.
The Attractive Boy With Blonde Hair And Light Blue Eyes
 
 
 
 
Mi candido come rappresentante di istituto poiché il Norwest Christian College, una tra le più prestigiose scuole private del New South Wales, nonché di tutta l'Australia, necessita di una guida che sappia condurla verso una morale religiosa ben fondata alle basi di intelligenza e buona fede, per garantire agli alunni diritti e far rispettare doveri cari a una scuola di questo prestigio. 

Questo era l'unico slogan che pubblicai per la mia campagna elettorale. Secondo Leigh candidarmi come rappresentante di istituto avrebbe potuto essere il trampolino di lancio verso la mia futura carriera politica. Quindi, mentre tutti i candidati più popolari del Norwest cominciavano a dipingere cartelloni colorati, pubblicare post su Facebook e organizzare dei party animatissimi, io scrivevo su un foglietto strappato il mio unico slogan. Lo stampai a caratteri grandi su un foglio rosso lucido, dopodiché lo mostrai a Leigh, che quando lo lesse scoppiò a ridere. Mi finsi seria per un po', poi cedetti e risi anch'io. In realtà avrei voluto veramente vincere una campagna simile, ma la mia scarsa popolarità e la mia intraprendente intelligenza non bastavano a tutti gli stupidi che popolavano il liceo. Di conseguenza mi limitai a rimanere in disparte, aspettando che uno dei tanti ignoranti venisse eletto. Credeteci o no, vinsi io. Ricevetti circa 850 voti, battendo gli altri cinque candidati, che mi squadrarono da capo a piedi appena fu il momento di salire sul palco del teatro per il mio primo discorso da rappresentante. Da quel momento in poi iniziai a diventare popolare, senza contare che la mia autostima crebbe in modo assurdo. Per la cronaca, non credo in Dio. I miei, cristiani fino al midollo, mi hanno iscritto a questa scuola così che potessi apprendere i valori della vita, ma non fanno per me. Capire perché esistiamo non mi interessa, poiché sono totalmente convinta che siamo esseri esclusivamente biologici, al massimo culturali, ma non del tutto diversi dagli animali. Con questo voglio spiegarvi che il mio slogan è una balla assurda, perché mai andrò a insegnare a questi ragazzi come essere fedeli o come praticare bene la propria fede cristiana – i miei non mi permetterebbero mai di incitare i non cristiani a praticare la loro religione. E voglio aggiungere, i miei compagni non meriterebbero diritti, né potrei impedire loro di infrangere i doveri o l'Honor Code del Norwest. Il mio scopo qui è solo comprendere come si svolgono certe azioni politiche, ma sopratutto sorbire un po' dell'atteggiamento da tenere in pubblico. Il mio sogno è infatti quello di diventare la seconda donna Primo Ministro del Regno Unito, nonché la prima leader donna del Partito Laburista. Lo so, è abbastanza triste sognare così in grande iniziando da un compito così elementare come il rappresentante di istituto, ma non ho altra scelta. Ogni altra caricatura politica sarebbe collegiale, e quindi non adatta a ciò che aspiro. In poche parole questa mia elezione può aprirmi diverse porte.
“Senti, Babe, secondo me stai facendo una grande cazzata. Puoi sempre consegnarglieli domani mattina.”
“Non posso. Diventerebbe una iena. Non voglio perdere la mia carica.”
Leigh sbuffa. “La tua è solo una patetica scusa per non ammettere che ti spaventa. La vicepreside non ha nessun potere se non quello di spifferare tutto al preside. Me lo hai detto tu.”
Dimenticavo. Non ho menzionato i lati negativi dell'essere rappresentante di istituto. I lati positivi sono sicuramente la popolarità, come ho spigato prima, nonché un senso di responsabilità e maturità. Ma occupare un ruolo simile significa, almeno per una scuola come questa, essere incaricati di tutto, dal tenere le assemblee di istituto alla consegna di documenti importanti. Ed è qui la parte peggiore.
Facciamo un passo indietro a esattamente una settimana fa, quando la Hemmings, la nostra professoressa di matematica, entrò in classe con un volto stranamente rilassato. Io e Leigh ci guardammo negli occhi con uno sguardo sorpreso: la Hemmings aveva passato praticamente tutto l'anno scolastico a renderci le giornate un inferno senza un apparente motivo. Non era mai stata simpatica, questo sì, ma qualcosa in lei era cambiato drasticamente durante le vacanze estive. Tuttavia quel giorno, seduta pacifica dietro la cattedra, non aveva lo stesso viso accigliato che portava sempre quando entrava in classe. Sembrava quasi di buon umore. Ma era comunque una serenità destinata a durare poco: alzò il volto dal registro e annunciò con un ghigno mortale stampato in faccia, “Compito a sorpresa.” Mezz'ora dopo, quando la classe aveva smesso di grugnire e aveva iniziato a svolgere il compito, un cellulare prese a suonare. La Hemmings, che passeggiava allegra tra i banchi, si precipitò sulla cattedra per rispondere. Corse fuori dall'aula, giusto il tempo per copiarci qualche risposta, e rientrò qualche minuto più tardi. Raccattò tutta la sua roba e, prima di andarsene nel bel mezzo dell'ora, si voltò verso di me. “Voglio questi compiti entro domani, intesi?”. Ma il giorno dopo non si presentò, il che era del tutto fuori dal mondo: quando la Hemmings forniva una data precisa, oppure un limite di scadenza, non c'era modo di non poterli rispettare. Come volevasi dimostrare la Hemmings aveva lasciato un messaggio in segreteria per me, nella quale mi chiedeva – o meglio, ordinava – di portarle i compiti in classe direttamente a casa sua, in uno dei quartieri più lussuosi nel centro di Sydney. Ci mancava poco che collassassi di fronte all'ufficio del preside.
“Non può essere così male” cerca di rassicurarmi Leigh. “E' un po' spaventosa e antipatica, questo sì, ma d'altronde te lo ha chiesto lei.”
“Questo non significa nulla. Quella donna è capace di uccidermi, tritarmi con lo sguardo. In più sono mesi che non vado a Sydney.”
“Vorrei tanto venire con te, Babe, ma devo vedermi con mia cugina oggi pomeriggio.”
“Morirei comunque.”

Tre ore più tardi mi trovo davanti casa Hemmings, una graziosa villa con un grazioso portico e un grazioso cane che abbaia sul retro. Avrei preferito fuggire da Alcatraz, incontrare Margaret Thatcher, addirittura ballare in pubblico piuttosto che essere qui. Dovete sapere che odio la matematica. Nonostante sia piuttosto razionale come persona, preferisco materie come storia o scienze, perché posso sapere la verità. Matematica invece è solo un calcolo. Non ci sono parole, né verità. Ma la maggior parte del mio odio verso la materia è sicuramente causato dalla Hemmings, che più che favorire cerca di rovinarci l'apprendimento, ma ora sono qui e non c'è scusa che mi sleghi dalla situazione imbarazzante alla quale sto andando incontro. Faccio un respiro profondo, cercando in tutti i modi di mantenere la calma. Attraverso il grazioso vialetto, salgo le graziose scale del grazioso portico e, dopo esattamente tre passi, sono davanti alla graziosa porta d'entrata. Appoggio il dito sul campanello e proprio in quel momento il cellulare comincia a vibrare dentro la tasca dei jeans. Se riesco a sopravvivere a questa tortura ritorno a Riverstone a uccidere Leigh. Tengo stretto il pacco di compiti in classe, ignoro la vibrazione e premo il campanello. Un suono molto grazioso rimbomba per tutto l'interno della casa. Il cane prende ad abbaiare ancora più forte, ma viene zittito dal padrone, sicuramente una Hemmings molto arrabbiata e indispettita.
Ma quando la porta si apre – graziosamente – qualcosa assolutamente non quadra. Il mio cuore, che prima batteva velocemente, ora si è del tutto fermato, per poi riprendere a battere ancora più forte. In più la mia bocca si è del tutto asciugata, causa dovuta al fatto che la mascella sta toccando terra.
Perché al posto della figura tozza e accigliata della Hemmings, un bellissimo ragazzo dagli occhi azzurri e i capelli biondi mi fissa sulla soglia della porta. Regge in mano la maniglia e mi fissa aspettando che dica qualcosa. Rimango a boccheggiare ancora un po' incapace di ragionare. Ah, non sono per niente brava coi ragazzi. Faccio piuttosto pena. Leigh invece è una maga: riesce a distrarli, incantarli, stregarli e poi, se si stanca, anche a mollarli. Io invece avrò sì e no intrattenuto una conversazione con almeno due o tre ragazzi in tutta la mia vita – senza contare i miei fratelli, s'intende. La mia maestria si ferma dove inizia l'altro sesso. Invece adesso sono qui, di fronte al ragazzo più bello che abbia mai visto, incapace di parlare o di respirare. Situazione imbarazzante n° 1.
“Ciao” dice. Ha una voce bellissima.
“C-ciao. Emh – c-c'è la professoressa Hemmings?” Patetica. Prima di tutto avrei dovuto assicurarmi che questa fosse la casa giusta, che sicuramente non è. Insomma, da quando in qua la Hemmings nasconde ragazzi simili in casa sua?
“Certo” risponde lui sorprendendomi. “Vuoi..?” Mi fa cenno di entrare. Annuisco timidamente, cercando il più possibile di non fissarlo. Beccato che inciampi nel bordo del grazioso tappeto dell'entrata. Fortunatamente il Ragazzo Con Gli Occhi Azzurri E I Capelli Biondi è girato di spalle, ma sento comunque le mie guance andare in fiamme. Situazione imbarazzante n° 2.
Lui si gira e io vorrei tanto scomparire. Oltre al fatto che sono in piedi nel bel mezzo del corridoio d'entrata della casa della mia più odiata professoressa di sempre, ovvio, con un ragazzo bellissimo che si guarda intorno sperando che io dica qualcosa. Situazione imbarazzante n° 3.
“Mmh” dice. “Allora.. sei.. sei del Norwest?”
Deglutisco troppo rumorosamente, chiedendomi come faccia una casa talmente tanto arredata ad avere un eco così forte. Ti prego, Babe, niente sproloqui mentali. Non adesso. “Sì” dico. Eloquente. “Purtroppo.”
Lui accenna un sorriso e solo ora noto il piercing minuscolo che porta all'angolo del labbro inferiore. “Ci andavo anch'io, sì.” Fa una pausa. “Molto.. difficile.”
Annuisco sorridendo. Situazione imbarazzante n° 4.
Così, mentre il ragazzo più bello di sempre si gratta la nuca notiamo entrambi la Hemmings scendere le scale con il suo passo felino – sarcasticamente parlando. Lei e il Ragazzo Con Gli Occhi Azzurri E I Capelli Biondi si scambiano un sorrisino, poi lui, in tutta la sua maestosa bellezza, si volta verso di me, folgorandomi solamente riservandomi un'occhiata. “Ci vediamo” dice, e poi cammina giù per il salotto e scompare dietro la porta della cucina. Rimango qui, ancora in piedi per chissà che botta di culo, mentre la mia mente continua a chiedermi ripetutamente che–cosa–è–appena–successo–?.
Sono così presa da quel ragazzo che non mi accorgo nemmeno della terribile ombra che si sta abbattendo su di me.
“E' stato difficile trovare la strada?” mi chiede la Hemmings.
Cerco di riconcentrarmi rispondendo alla domanda. “Emh.. no, non del tutto. Il quartiere è vicino alla stazione, quindi..”
“Hai portato i test?”
Giusto. Guardo in basso, sperando siano dove li avevo lasciati. I due minuti passati con il Ragazzo Con Gli Occhi Azzurri E I Capelli Biondi hanno praticamente resettato l mia intera concezione di tempo e spazio. Fortunatamente la pila di compiti è ancora tra le mie mani, sigillata da una busta di plastica trasparente, umida come non mai a causa della sudata che mi sono fatta. Glieli porgo con molta calma mentre flashbacks del Ragazzo Con Gli Occhi Azzurri E I Capelli Biondi lampeggiano uno dopo l'altro ogni volta che sbatto le palpebre.
“Beh, grazie mille. Aumenterò il tuo rendimento, ma non dirlo a nessuno, mi raccomando.”
Le sorrido, anche se lei è di ghiaccio. “G-grazie.”
E poi c'è il solito momento imbarazzante dove non sai mai cosa dire o come muoverti. Lo sguardo della Hemmings è un misto tra smettila di fissarmi così e porta il tuo culo fuori da casa mia. Acconsento senza esitazione, trovando la scusa più patetica per andarmene da qui. “Allora.. a domani. Arrivederci.”
Una volta uscita da casa sua mi ricordo di Leigh, che ha continuato a chiamarmi per tutta la durata dell'incontro con il Ragazzo Con Gli Occhi Azzurri E I Capelli Biondi. Certamente devo raccontarglielo. La richiamo.
Stronza” risponde dopo un solo squillo. “Ti ho chiamato circa dieci volte. Sei viva, sì?”
“Leigh, è successa una cosa.”
“Ma sei viva?”
“Sì.”
“Cos'è successo?”
“Ho incontrato un ragazzo. Era bellissimo.”
Un silenzio tombale giace dall'altra parte della cornetta. Leigh, che solitamente cerca di farmi conoscere e/o interessare qualcuno, molto spesso rinuncia o mi rivolge monosillabi per intere settimane. Non biasimo la sua sorpresa se, andando a casa della Hemmings, torni a casa morente a causa del ragazzo bellissimo che tiene in ostaggio.
“Leigh?”
Tossisce. “Sei sicura? Non era suo marito? Magari assomiglia a Churchill.”
“Brr, no” ribadisco immediatamente, tagliando fuori la possibilità di continuare il discorso. “Senti. Era un ragazzo più o meno della nostra età. Era bellissimo. Mi ha aperto la porta di casa e mi ha invitato ad entrare. Ed era bellissimo.”
“Molto figo?”
“Non lo so, era bellissimo.”
“Dio, Babe, ti sei innamorata!”
“Cosa? Eh? No. Impossibile.”
“Tutte cazzate, se ti piace non puoi negarlo a te stessa.”
“E' più un amore platonico, diciamo. Era bellissimo.”
“Senti, toglimi un dubbio. Che ci faceva a casa della Hemmings?”
A questo non avevo pensato. Ero così presa a contare le figure di merda che stavo facendo che proprio non me lo sono domandato. “Non lo so, magari è un ragazzo a cui dà ripetizioni.”
Ti pare che la Hemmings faccia ripetizioni?”
Rimaniamo in silenzio un altro po', giusto per riflettere. Attraverso il telefono riesco a sentire le rotative ingranare nel cervello di Leigh. “Oh mio Dio, Babe.”
“Cosa?”
E se fosse suo figlio?
Poi non so cosa è successo. Probabilmente sono morta o qualcosa di simile. 

 



here we go agaaaaain

dunque ora rientro nella categoria 5sos e mi sento estremamente figa
questa fan fiction nasce per caso/sbaglio pensando alla Liz come professoressa di matematica
e poi BOOM ho iniziato a scriverla in inglese e in seguito l'ho riportata in modo più articolato in italiano, e ora non riesco a smettere di pensare al seguito e a babe e a luke e a leigh 

quindi vi prego, se vi capita di aprire questa pagina, 
recensite, preferite, ricordate
lasciate un segno che mi possa far presumere che qualcuno l'abbia letta

detto ciò vi mando tanti kisses
fede
  
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