Fanfic su attori > Josh Hutcherson
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Autore: peetarms    18/07/2014    10 recensioni
Winter Davis, ragazza totalmente imprevedibile, testarda e chiusa nel suo dolore si ritrova a essere la damigella d'onore al matrimonio di sua madre quasi tre anni dopo la perdita di suo padre. Ma quello che Winter non sa è che da questo matrimonio la sua vita cambierà.
«Catching Fire?» una voce mi fa uscire dal meraviglioso mondo della lettura facendomi tornare alla realtà.
«Si, di Suzanne Collins, lo sto rileggendo per la milionesima volta, lo hai letto?» non alzo lo sguardo dal libro quindi non vedo da chi proviene la voce.
«Posso sedermi vicino a te?» chiede il ragazzo.
«Solo se mi rispondi» controbatto mentre finisco di leggere la pagina.
«Facciamo che se mi siedo ti rispondo» la sua voce è divertita.
«Okay» alzo le spalle mentre cerco il segna libro nella borsa. Sento che si è seduto vicino a me dal calore del suo corpo di fianco al mio ormai freddo per le ore passate a leggere fuori «Allora, mi rispondi?» finalmente trovo quello che stavo cercando.
«Certo che l’ho letto, l’ho anche interpretato, piacere Josh Hutcherson»
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Grandma always takes the time
To make this young boy feel so fine
She's got her special ways
To chase the clouds away
And make the sun come out to shine
Grandma I'm glad that you're mine
- Grandma, The Moffatts.

 




Sorrido appena apro gli occhi quando trovo Josh che mi guarda.
«Buongiorno» mi lascia un bacio sulla fronte appena mi avvicino a lui.
«Giorno» lo abbraccio «Finalmente sei qui quando mi sveglio» gli lascio un bacio sul petto.
«Posso dire lo stesso» intreccia la sua mano con la mia.
«Ho fame» lo guardo.
«Anche io» sorrido «Che ne dici di preparare i pancakes?» si alza.
Lo guardo ed è bello anche con i pantaloni grigi della tuta e la maglietta a maniche corte bianche che gli fascia i muscoli delle braccia, con i capelli tinti di biondo tutti spettinati.
«Amo i pancakes» mi metto in ginocchio sul materasso.
«Lo so» mi tende una mano e io sguscio fuori dalle coperte, quando appoggio i piedi a terra mi lascia la mano.
«Vado giù, intanto tu indossa un paio di pantaloni della tuta non puoi scendere con solo indosso la mia maglietta»
Annuisco prima di lasciargli un bacio a stampo.
«Sei diventata troppo dolce» ridacchia.
«Allora me ne vado» dico fredda mentre mi allontano da lui.
«Eccoti» sorride mentre mi ritira a se.
Appoggio la testa sulla sua spalla, poi lo lascio andare di sotto mentre io mi avvicino alla scrivania alla ricerca dei pantaloni blu della tuta in mezzo a tutto il casino dentro a quella stanza. Esco dalla camera dopo aver controllato il telefono, nessun nuovo messaggio.
«Buondì» esclama Connor uscendo dalla camera degli ospiti mentre si stropiccia gli occhi
«Buongiorno» mi avvicino a lui lasciandogli un bacio sulla guancia.
«Il ritorno di Josh ti ha resa troppo dolce» ride dopo avermi abbracciato.
«Anche tu non scherzi» lo stringo più forte.
«Che tenera che sei oggi, un abbraccio stritola costole» mi stringe anche lui più forte.
«Sì, ti voglio uccidere» gli mordo una guancia.
«Ehi» porta la mano sul punto morso.
«Gne, prendimi» corro giù dalle scale, arrivo in cucina e mi nascondo dietro Josh intento a preparare i pancakes.
«Ehi voi due, fermi» asserisce con tono divertito mentre io e Connor ci rincorriamo per la cucina ridendo «Peggio dei bambini»
«Fiato, ho bisogno di fiato» Connor si siede sulla sedia.
Rido dopo aver lasciato un bacio sul collo di Josh mentre girava un pancake.
«Ti uccido» mi sorride.
«Di baci?» domando sedendomi di fianco a suo fratello.
«Ci devo ancora pensare» appoggia l'ultimo pancake nel vassoio poi lo porta a tavolo mentre io mi alzo per prendere la bottiglietta di sciroppo d'acero e di cioccolato mentre Connor prende la panna montata dal frigorifero.
«Comunque devo chiedervi una cosa» Josh si rivolge a me dopo aver versato lo sciroppo d'acero sopra ai suoi pancakes.
«Cosa?» appoggio la panna montata sul tavolo dopo averla messa nel mio piatto.
«Si, cosa?» si intromette Connor.
«Tu lo sapevi che lei recitava non è vero?» guarda prima me e poi suo fratello.
«Chi io?» porta un dito al petto «No, no certo che no» afferma con voce angelica, ma in giro di due secondi scoppiamo entrambi a ridere.
«Si che lo sapeva» ammetto tra le risate mentre taglio un pezzo del primo pancake per poi portarmelo alla bocca «Sono più buoni quelli di Connor» rimprovero il mio ragazzo.
«Ho fatto male a lasciarvi a casa da soli per un mese» sbuffa mentre io e Connor ridiamo «Siete diventati ancora più simili» sospira.
«Dai Josh, tu sei bravo a recitare e io sono bravo a fare i pancakes» Connor cerca di non soffocarsi con il caffè.
«Amore non fare il permaloso»
«Io permaloso?»
«Si tu» mi verso il caffè nella tazza «Comunque parliamo di cose serie ora»
«Auch, ora iniziano i guai» mormora Connor sottovoce, gli tiro una gomitata mentre beve un sorso di caffè che sputa tutto sul tavolo mentre io scoppio a ridere di gusto.
«Siete seriamente pericolosi insieme» esclama Josh guardandoci.
«E tutta questa gelosia Joshua da dove la tiri fuori?» chiede pulendo il disastro che ha abbiamo combinato.
«Non sono geloso» si alza portandosi dietro il piatto per finire di mangiare sul ripiano.
«Sì che lo sei» mi avvicino a lui circondandogli la vita con le braccia.
«Smettila»
«Sei acido» aumento la presa ancora di più, avvicino la bocca al suo orecchio «Piantala di fare il geloso, io amo solo te» sussurro.
Lascia la forchetta e mi abbraccia forte, sorrido prima di dargli un bacio sul collo.
«Ho una proposta per te» appoggia le sue labbra sulla mia fronte.
«Dimmi» chiudo gli occhi per godermi meglio il momento.
«Ti va di andare in Kentucky?»
«Sei serio? No perché mi manca davvero tanto e se è uno scherzo è di cattivo gusto» spalanco gli occhi.
«Non è uno scherzo, manca anche a me. E se ti va, possiamo andare a conoscere tua nonna» sorride.
«Staremo nella mia vecchia casa» il mio tono non ammette repliche e lui annuisce.
«Va bene, dove vive tua nonna?» domanda appoggiando il piatto vuoto all'interno della lavastoviglie.
«Christine ha detto che vive a Louisville se non si è trasferita, di sopra ho l'indirizzo» rispondo ritornando vicino a Connor che nel frattempo ha ripreso a fare colazione.
«Allora dopo ci organizziamo» mi lascia un bacio sulla testa «Vado a fare una doccia, poi ne parliamo meglio»
«Voi due da soli per più di una settimana in Kentucky» mi guarda Connor appena finisce la sua colazione «Devo andare a comprarvi gli anticoncezionali di corsa» ridacchia.
«Quando sei idiota» gli tiro uno schiaffo mentre rido.
«Mai quanto te» mi bacia la guancia prima di uscire anche lui dalla cucina.
Scuoto la testa mentre mangio una forchettata di pancakes, ma a metà mi fermo, sono piena. Mi alzo per sistemare il tavolo, metto le tazze, i piatti e le posate dentro la lavastoviglie, li seguono a ruota i recipienti utilizzati da Josh e la padella dove ha cotto i pancakes.
Butto il resto della mia colazione nella spazzatura, dopo di che metto anche il mio piatto all'interno della lavastoviglie, che dopo pochi attimi è già intenta a lavare il suo contenuto con il programma che ho scelto.
Esco dalla cucina dopo aver pulito il ripiano e il tavolo con la spugna ed aver messo lo sciroppo d'acero, la panna montata e il cioccolato al loro posto.
Salgo le scale diretta in camera mia e di Josh, quando entro lo trovo intento ad asciugarsi il capelli con l'asciugamano a petto nudo.
«Che bell'accoglienza» sorrido dopo aver chiuso la porta.
«Peccato che io non ti colga mai in momenti come questi» sorride anche lui dopo aver appoggiato l'asciugamano sulla scrivania.
«Ti piacerebbe eh» rido quando sono davanti a lui.
«Decisamente» si sporge in avanti per baciarmi ma mi giro di lato così da farmi baciare la guancia «Ehi» mette il broncio.
Rido mentre prendo il telefono dal comodino. Un nuovo messaggio.

 
Da: Andrew
Win hai per caso da fare oggi?

«Josh dobbiamo fare qualcosa oggi?» chiedo appena finisce di asciugarsi i capelli con il phon.
«A parte decidere quando partire per il Kentucky no, perché?» domanda infilandosi una maglietta blu a maniche corte.
«Andrew mi ha scritto se avevo da fare» lo guardo: jeans e maglietta, semplice ma 
perfetto.
«Il ragazzo che viene a scuola con te?» si siede di fianco a me.
«Sì» annuisco mentre premo le dita sulla tastiera.

 
A: Andrew
No nulla, perché?

«Sono curiosa» mi appoggio con la testa sul petto di Josh, poco dopo comincia a giocare con i miei capelli e io chiudo gli occhi godendomi in pieno questo momento.
Il telefono appoggiato sopra la mia pancia vibra.
Nuovo messaggio.

 
Da: Andrew
Ti va di uscire a pranzo? Ti vorrei presentare la mia ragazza
 
A: Andrew.
Uscita a quattro, porto anche Josh. Va bene?

«Ti va un'uscita a quattro?» alzo lo sguardo verso Josh intento ancora a giocare con i miei capelli.
«Va bene, basta che non sia in centro non ho voglia di avere i paparazzi intorno» mi bacia la tempia.
«No tranquillo» sorrido.

 
Da: Andrew
Per me è perfetto. Mio zio ha un locale fuori LA.
 
A: Andrew
Ottimo perché Josh non vuole avere paparazzi intorno.
Inviami l'ora e l'indirizzo.
A dopo.

Suo zio ha un locale fuori Los Angeles» mi stringo di più a Josh dopo aver inviato il messaggio.
«Perfetto. Ti va di partire domani per il Kentucky? O non vuoi perdere giorni di scuola?» mi accarezza i capelli.
«Voglio stare con te prima che tu parta per l'Europa»
«Allora dopo prenoto i biglietti, quanto vuoi rimanere?»
«Fin quando non parti, tanto sono avanti con lo studio» sorrido.
«Mi piace questa cosa» ridacchia «Andremo anche ad Union dai miei per un po' va bene?» mi guarda. 
«Certo, andremo quando vuoi. Dai 'miei zii' ho la mia vecchia macchina quindi utilizzeremo quella»
«Allora sarà tutto perfetto»
«Sì, se non incontreremo Matt» sospiro.
«Dovete parlare, in fondo è sempre il tuo migliore amico no» mi accarezza la guancia.
«Ecco perchè ti amo, sei comprensivo e sai dirmi sempre le cose giuste» sorrido.
«Lo so è uno dei miei tanti doni» si vanta.
«Hutcherson» rido.
«Davis»
«Ti amo» lo guardo negli occhi.
«Ti amo anche io» mi bacia.

«Winter anche questa» esclama Connor davanti all'armadio.
«Non so per quale motivo ti sto facendo scegliere i vestiti da mettere in valigia» sbuffo.
«Perchè mi vuoi tanto tanto bene» sorride.
«No ti odio» arriccio il naso.
«Tanto tanto bene mi vuoi» utilizza il tono di voce dei bambini.
«Zitto idiota e passami i vestiti» ordino dopo aver finito di preparare i libri di testo per ripassare. Avevo deciso con Josh mentre tornavamo dal pranzo con Andrew e la sua ragazza di portare qualcosa da studiare per non impigrirmi.
«Intanto che vai in ''vacanza'' hai tempo per pensare a quale college scegliere»
«Credo di aver fatto la mia scelta ma ho bisogno di pensarci comunque e di cercare più informazioni su entrambi i college» apro la mia valigia per metterci dentro i vestiti dopo averli piegati.
«Fai bene» mi lascia un bacio sulla guancia «Vado giù a mangiare qualcosa che ho fame» esce dalla stanza.
«Sempre a mangiare» borbotto.
Faccio partire le note Right Place, Right Time di Olly Murs dal computer che comincio a cantare. Poco prima che la canzone finisca entra in camera Josh, che sorride.
«Non solo sei brava a recitare hai anche una bella voce»
«Sì, certo»
«É vero ma se non mi vuoi credere fai come vuoi. Comunque ho prenotato i biglietti»
«A che ora abbiamo il volo?» mi avvicino alla scrivania per prendere una sigaretta dal pacchetto.
Josh mi guarda male ma io gli sorrido «Alle 9.27am» mi fissa mentre esco in terrazzo dopo aver preso l'accendino.
«Perfetto» inspiro la nicotina.
«Sì» apre il suo borsone ancora pieno dove aggiunge soltanto un paio di cose prima di richiuderlo.
«Mi devi dire come sono stati gli MTV Movie Awards. Sei venuto a Los Angeles ma noi eravamo in gita» mi siedo con la schiena appoggiata alla ringhiera.
«Ho portato Connor, è stato bello passare del tempo con lui ed averlo accanto in quel momento» sorride.
«Lo so, io e Hailee siamo sgattaiolate fuori dalle nostre stanze e siamo andate nella camera delle nostre altre compagne di classe visto che loro avevano la tv» sorrido «Vederti vincere il Best Male Performance è stato stupendo, poi avevi le lacrime agli occhi»
«É stato un momento veramente stupendo ed emozionante» sorride al ricordo.
«Poi il miglior film Catching Fire» esclamo entusiasta «Vedere te e Sam insieme sul palco a ritirare quel premio è stato un'altro dei miei momenti preferiti»spengo la sigaretta finita.
«Credevo che non avremmo vinto visto che io e Jenn avevamo già entrambi i premi, ma invece siamo andati a casa con tre popcorn» ride «Peccato per Sam»
«Ti giuro che l'ho votato fino a quando non mi sono sentita più le dita, lo stesso per te e Jenn»
«Mi piace la tua parte da fan» ride.
«Prendimi pure in giro» faccio una smorfia.
«Dai Win» continua a ridere.
Non lo degno di uno sguardo.
«Sei permalosa, amore» mi abbraccia.
«Quando fai così sì»
«Ma io dicevo sul serio Win, non stavo scherzando» mi guarda negli occhi.
«Giura» punto un dito contro il suo petto
«Giuro» porta una mano sul cuore. Sorrido e lo abbraccio rimaniamo così fin quando non gli suona il telefono.
«Dimmi Jenn» si siede di nuovo tirandomi poi sopra le sue gambe mentre parla al telefono «No, non stavo facendo niente con Winter, piantala di pensare male» alza gli occhi al cielo mentre io rido sotto i baffi «E tu piantala di ridere» mi guarda «Sì è qui con me...Dio Jenn come ti fanno a venire in mente certe idee?» esclama scioccato, cerco di immaginare cosa possa aver detto e sorrido ma lo nascondo mordendomi un labbro «Sì te la farò conoscere quando pianterai di dire cazzate a tutto andare» ride «Sì allora mai» ride ancora più forte, lo osservo mentre ride e non posso fare a meno di sorridere «Jenn sai che domani andiamo in Kentucky io e Win?» dice dopo essersi calmato «Sul serio, anche tu lì, allora dobbiamo cambiare programmi» si rivolge più a me che a lei, la sento urlare: "Ehii", rido e scuoto la testa «Staremo ad Island, nella casa di Winter poi dobbiamo fare un paio di cose, speriamo di non incontrarti visto che saremo a Louisville, incrociamo le dita» sento un'altro urlo della ragazza e rido anche io «Scusa Jenn, speriamo di incontrarti» si morde un labbro per non scoppiare a ridere ancora«'Poi andremo dai miei per un paio di giorni, partirò per la Francia dal Kentucky, tu che fai torni a Los Angeles o rimani lì?» chiede «Ah okay, poi ci organizziamo, certo che ti voglio vedere, mi manchi Shrader» mormora sincero.
«Joshifer» sussurro felice.
«Ti ho sentito Win» mi guarda ridendo «Non ha detto nulla di sconcio Jenn» alza di nuovo gli occhi al cielo «Ha detto Joshifer» mi guarda «Sì l'adori di già va bene» ride, non posso fare a meno di sorridere «Sì, Jenn, ci sentiamo presto, va bene, ti voglio bene anche io, ciao» chiude la chiamata.
«Io la adoro» guardo Josh, come risposta ricevo un bacio.
«L'adoro anche io, è completamente pazza» ridacchia.
«Sì è facile amarla per questo motivo» mi stringo di più a Josh.
«Sì, è vero» passa le dita lungo la spina dorsale, questo gesto mi rilassa e calma e lui lo sa bene.
«Mi vuoi far addormentare?» domando sbadigliando.
«Non sarebbe una brutta idea vederti dormire in braccio a me» soffia al mio orecchio.
Annuisco mentre mi beo della dolcezza del mio ragazzo, così pian piano mi addormento tra le sue braccia ed immersa nel suo profumo.

«Amore devi svegliarti» la voce di Josh mi strappa dal mondo dei sogni, apro lentamente gli occhi per farli abituare alla luce del sole che proviene dalla finestra.
«Ma non eravamo in terrazzo e non era sera?» mi alzo dal letto mentre mi stropiccio gli occhi.
«Alla fine ti sei addormentata» sorride «Comunque giorno» si avvicina a me lasciandomi un bacio a stampo.
«Puzzo, ho bisogno di una doccia» sbadiglio.
«Intanto porto giù le valigie» prende la mia valigia blu notte e il suo borsone, io annuisco mentre continuo a sbadigliare avvicinandomi all'armadio. Una volta presi i vestiti esco dalla stanza diretta in bagno per fare un doccia.
Chiudo la porta a chiave prima di spogliarmi, entro dentro il box doccia e una decina di minuti dopo sono sul tappetino con i capelli gocciolanti e il corpo bagnato. Asciugo prima  i capelli con l'asciugamano poi con il phon. Dieci minuti dopo sono fuori dal bagno con indosso un paio di jeans skinny neri, un maglione bianco, un giubbotto di jeans sopra e come tocco finale una collana lunga con una croce in argento.
Scendo di sotto dopo aver preso il libro e l'i-phone dalla camera.
«Giorno» esclamo appena entro in cucina.
«Buongiorno Win» sorride Connor mentre mi abbraccia «Come siamo belle e profumate, però la collana è di bellezza, no? Tu sei atea, giusto?» mi lascia un bacio sulla guancia.
«Giorno, la collana è solo di bellezza visto che io sono atea» ricambio l'abbraccio.
«La colazione è pronta» Josh ci sorride.
«Non ho fame, prendo solo un caffè» prendo la tazza dopo aver sciolto l'abbraccio con Connor per versarmi dentro del caffè appena fatto.
«Vi devo accompagnare?» chiede Connor tra un boccone e l'altro di uova strapazzate.
«Sì, ma se hai da fare prendiamo un taxi» guardo Josh che annuisce.
«Era solo per sapere» sorride tornando a mangiare la sua colazione, e lo stesso continua a fare Josh.
Un'ora e mezzo dopo siamo davanti al nostro imbarco.
«Ci sentiamo presto Win va bene?» domanda Connor abbracciandomi.
«Sì idiota» rido prima di lasciargli un bacio sulla guancia.
«Ora dico a te di prenderti cura di lei» il fratello del mio ragazzo si rivolge a lui dopo aver sciolto il nostro abbraccio.
«Lo farò Conn» sorride ricambiando l'abbraccio.
«Saluta mamma e papà, digli che fra un po' sarò di ritorno»
«Va bene lo farò» afferma Josh prima di mostrare il biglietto alle hostess che ci fanno gentilmente passare. In men che non si dica siamo seduti nei nostri sedili. Io dalla parte del finestrino e Josh di fianco al corridoio.
«Come facciamo ad entrare in casa tua se le chiavi le ha tua mamma?»domanda guardandomi dopo avermi preso la mano.
«Perchè io da brava intelligente non gli ho mai riconsegnato le chiavi di casa» piego la testa di poco sorridendo.
«Sei terribile» si allunga in avanti per baciarmi.
«Però mi ami» mormoro sulle sue labbra.
«Sì questo sì» mi lascia un ultimo bacio a stampo.
Dopo di che allacciamo le cinture di sicurezza, prendo le cuffie e il telefono dalla borsa. Passo un auricolare a Josh e dopo essermi appoggiata alla sua spalla faccio partire Lights di Ellie Goulding.


«Ciao Luke» porto il telefono all'orecchio dopo che siamo usciti dall'aeroporto.
«Win che sorpresa» esclama lui dall'altra parte del telefono.
«Ascolta avrei bisogno di un favore» batto il piede per terra.
«Dimmi» risponde lui con il suo solito tono gentile.
«Mi verresti a prendere all'aeroporto? Però non in moto sono in compagnia»guardo Josh che risponde ad un messaggio.
«Certo, chiedo la macchina a mamma e arrivo» acconsente.
«Grazie, a fra poco. Luke, solo una cosa, non dire a tua madre che sono qui»
«Stai tranquilla non dirò niente a nessuno» chiude la chiamata.
«Lo spero Luke, lo spero vivamente per te» borbotto rimettendo il telefono nella tasca anteriore dei jeans
«Allora il tuo cuginetto ci viene a prendere?» sorride.
«Sì, il mio cuginetto di ventiquattro anni ci viene a prendere» annuisco.
«Non mi avevi detto che aveva ventiquattro anni»
«Non me lo avevi chiesto Hutch» mi mordo il labbro inferiore per non scoppiare a ridere.
«Ribadisco quello che ho detto sull'aereo» prende le mie mani per farmi avvicinare a lui «Sei terribile» mi guarda negli occhi.
«Sì è vero» sorrido.
«Almeno ne sei consapevole» ride.
«Certo Joshua» affermo prima che lui mi tiri a se per baciarmi.

«Così tu sei il famoso Josh» dice con voce grave Luke mentre guida verso casa mia ad Island.
«Sì»
«Luke lo stai spaventando» ridacchio.
«É il mio compito in fondo tu non hai un fratello» risponde mio cugino guardandomi mentre sorride.
«Okay ma non credo che mio fratello lo spaventerebbe così tanto» mi volto verso Josh.
«Tranquilla Win» mi tranquillizza il mio ragazzo «É normale visto che tiene a te»
«Vedi è intelligente il ragazzo, mi stai già simpatico» gli sorride «Come mai siete venuti in Kentucky?» mi guarda.
Mi volto verso «Dobbiamo incontrare una persona prima che Josh parta per l'Europa»
«So che non è Matt Win, non vi parlate da mesi» sospira.
«Come fa a saperlo?» chiede Josh.
«Si conoscono da una vita, oltre che ad essere il mio migliore amico è anche il suo, hanno la stessa età si sono conosciuti appena sono nati» lo guardo.
«Io e Matt siamo nati lo stesso giorno, le nostre mamme erano nella stessa camera all'ospedale» sorride.
«Non ci credo» esclama incredulo il mio ragazzo.
«Sì è vero» confermo.
«Poi è arrivata Winter e mi ha rubato il migliore amico» ridacchia mio cugino.
«Non è colpa mia se sono più simpatica di te» gli tiro un pugno sulla coscia «No non è vero, siamo sempre stati uniti noi tre, più che migliori amici sembriamo fratelli» metto una mano su quella di Luke «Ma ora si è rovinato tutto» sospiro.
«Le cose miglioreranno Win, anche se non sei mia cugina tu rimani sempre importante per me. Non fratelli di sangue ma di scelta» sorride.
«La frase che hai detto non ha un filo logico ma va bene»
«Ha la capacità di rovinare un momento dolce con uno schiocco di dita» borbotta Luke guardando il mio ragazzo dallo specchietto.
«Credevo che lo facesse solo con me» risponde lui.
«No è una mia caratteristica» rido «Comunque Luke, grazie» sono sincera.
«E dico cosa? Ti ho sopportato per diciotto anni»
Gli lascio un altro pugno sulla coscia prima di scoppiare a ridere tutti e tre.
Accendo la radio e la ascoltiamo fin quando non siamo arrivati alla mia vecchia casa.
«Grazie Luke, ti chiamo più tardi se stasera decidiamo di fare qualcosa» lo guardo appena siamo davanti al cancello della casa.
«Va bene» mi stampa un bacio sulla guancia. Lo abbraccio prima di scendere dalla macchina e rivedere la casa in cui sono cresciuta. Aspetto che Luke sia lontano e poi mi volto verso Josh, che ammira estasiato la mia casa.
«Ma è immensa»
«Lo so, è bella anche per questo motivo» prendo le chiavi dalla borsa «Papà quando ha fatto testamento ha dichiarato che la casa è mia e metà della somma del denaro sul suo conto corrente in banca sarebbe andato ad integrare il mio che già avevo» spiego camminando verso il vialetto dopo aver passato il cancello.
«Sapeva che non saresti andata d'accordo con Christine?»
«Lo ha sempre saputo perchè io e lei non siamo mai andate d'accordo» faccio spallucce «E poi sapeva che io amavo questa casa e il bosco che c'è dietro» apro la porta d'ingresso.
«C'è anche il bosco?»
«Sì, io e mio papà giocavamo a paintball con i miei amici ogni anno al mio compleanno» sorrido amaramente al ricordo.
«Che cosa bellissima» mi abbraccia.
«Sì, lo era, poi dormivamo in tenda e alla sera accendevamo il fuoco per mangiare i marshmallow» apro le finestre e Josh mi aiuta.
«Come in campeggio, ma a casa»
«Esatto»
«La tua camera?» domanda dopo avermi dato un bacio a stampo.
«Di sopra, l'ultima a destra» ricambio.
«Quando vuoi andare da tua nonna?» chiede mentre sale le scale.
«Dopo pranzo» porto le mani sulle braccia sfregandole per scaldarmi un po'.
«Va bene, appoggio le valigie e andiamo a fare la spesa» sorride «Chiudi le finestre che qui non siamo a Los Angeles» ride.
«Vaffanculo Hutch» rido anche io. Lui di tutta risposta mi manda un bacio volante.
Venti minuti dopo camminiamo tra le vie di Island diretti al supermercato, mentre rispondo ad un messaggio di Nick dove mi chiede come sto e se il viaggio è andato tutto bene sento una risata che conosco bene.
Alzo lo sguardo e vedo Matt al tavolo del bar con i dei suoi amici.
«Josh, al tre corri okay?!» lo guarda dopo aver riposto telefono dentro alla borsa.
«Perchè?» mi guarda confuso.
«Corri» lo prendo per mano. Cominciamo a correre veloce per il pezzo della via dove si trova il bar, quando ci fermiamo quattrocento metri più avanti il mio ragazzo mi guarda male.
«Non hai sempre detto che sei un ragazzo sportivo?» rido mentre prendo fiato.
«Sì, ma correre per quattrocento metri per non so quale motivo e con i jeans non rientra nella mia sportività»
«C'era Matt seduto al bar» mi avvicino a lui.
«Ah» risponde lui mentre mi stringe a se.
«Entriamo» indico il supermercato.
Lui prende la mia mano ed insieme entriamo a fare la spesa.

«Sono pronta» sospiro appena siamo davanti al cancello della casa dove vive mia nonna.
«Vuoi che venga?» domanda.
Annuisco. Scendiamo dalla macchina, metto le chiavi dentro alla prima di suonare al campanello.
Nessuna risposta, guardo Josh che mi indica che il cancello socchiuso. Prendo coraggio e lo spingo per entrare. Cammino sul vialetto in mezzo al giardino pieno di fiori. Man mano che avanziamo il cuore mi batte più veloce e una sensazione d'ansia mi assale. Vedo una macchina blu con la parte davanti aperta con qualcuno impegnato a lavorarci. 
«Salve, scusi signore» le parole escono dopo aver fatto un'ennesimo sospiro, la figura si solleva mostrando una donna non un uomo «Ah, ciao lei è Cyndi? Scusi l'improvvisata ma io ho dovut-» vengo stoppata.
«Sì, riesco a riconoscere la mia nipote» si pulisce le mani in uno straccio «Non è che sei scappata di casa vero?» mi guarda, tossisco.
«Dipende dai punti di vista» incrocio le braccia al petto.
«Identica a tua madre» ride leggermente mentre io sospiro.
«Stavi riparando la tua auto?» cambio discorso.
«Con le auto è semplice, è con le persone che hai bisogno di un manuale di istruzioni» si avvia verso le scale che danno sul portico, la guardo «Vieni, entra» sorride.
Annuisco, dopo di che mi volto verso Josh «E porta anche il tuo bel ragazzo attore»
«Ah, io già l'adoro» mi supera salendo le scale, prendo un attimo per analizzare la situazione.
Lei sa chi sono, come fa saperlo? 
Inalo un'ultima boccata dell'aria ancora fredda e pulita del Kentucky prima di salire le scale per entrare in casa.
«Volete un thè? Un caffè? Una cioccolata calda?» chiede appena entro in casa.
«No, per me niente, sto bene così» sorrido debolmente.
«Un bicchiere d'acqua andrà più che bene» asserisce Josh. Non vedo la sua espressione, sono troppo occupata a guardare il salotto, pieno di foto. Non riesco a far meno di toccarle, la maggior parte ritraggono mia madre. La mia vera madre.
Dopo un paio di minuti ne trovo una in particolare che ritrae mia madre con mio padre. 
Sono entrambi in abito da sera. Mio padre in smocking e mia madre con un bellissimo vestito lungo blu notte, i capelli biondi identici ai miei, della stessa lunghezza, stessi boccoli. Sembra una mia immagine.
«Sembra di vederti allo specchio vero?» la voce è calda, una di quelle voci  che può appartenere solo ad una nonna.
«Gli assomiglio davvero tanto» ho ancora lo sguardo sulla foto.
«Sei l'incarnazione perfetta di loro due»
«Lo ha detto anche Christine» rispondo assente.
«Christine» il suo tono diventa grave «Quella donna e le sue mille bugie» sospira appena mi volto. Mi fa segno di sedermi sul divano, io e Josh ci sediamo di fronte a lei.
«Sei così cresciuta dall'ultima foto che tuo padre mi ha inviato di te» mi guarda attentamente.
«Mio papà ti inviava mie foto?» sono sorpresa.
«Sì, Christine non voleva che io ti vedessi, dio che vipera quella donna, così tuo padre per farla contenta non ti ha mai portato da me ma mi inviava foto tue»
«L'ho sempre odiata Christine» stringo la mano in un pugno.
«Ma ora non è importante Christine»
«Se lo dici tu, Cyndi» la mia voce è fredda.
«Tuo padre non mi ha mai detto che eri così scontrosa e fredda»
«Non sono diventata stronza per scelta mia. Una volta ero dolce, una bambina fin troppo sensibile, mi piaceva sorridere e mi piaceva trattare con gentilezza le persone. Poi un giorno certi mostri mi hanno fatto aprire gli occhi, me li hanno spalancati. Hanno cominciato a farmi vedere come la gente facesse schifo, di come io riuscivo a spezzarmi come una foglia cade al primo vento gelido d’autunno, di come non sarei sopravvissuta in quello stato. Mi hanno fatto immaginare la mia fine dopo aver scoperto la malattia di papà, il mio cuore e il mio aspetto fisico. Così mi sono cresciuti gli artigli, il coraggio di rispondere alla minima cosa che mi infastidiva, mi sono costruita attorno alla mia persona e alla mia sensibilità uno spesso muro fatto di mattoni. E quella bambina con le treccine e con in mano il suo pupazzo preferito piano piano è scomparsa» la guardo dritta negli occhi.
«Non hai avuto vita facile Winter» sospira «E non sai quanto ho desiderato esserti accanto»
«Christine da quando papà si era ammallato pensava solo a se stessa, non riusciva più a guardarlo negli occhi. Io mi sono dovuta prendere cura di lui. Io a dodici anni ho dovuto crescere di colpo, sono dovuta diventare responsabile per badare a me e a papà. Mentre tutte le mie amiche di scuola giocavano con le bambole, si divertivano io dovevo assistere mio papà malato di cancro» la mia voce è piena di odio.
«Lo so, tuo padre continuava a scrivermi, mi ha detto di quanto sei cresciuta in fretta, di come ti sei presa cura di lui, di come gli dispiaceva lasciarti da sola in questo mondo» i suoi occhi diventano lucidi.
«E di come mi sono sentita dopo la sua morte? No non lo puoi sapere perchè non c’eri, se ti importava venivi a cercarmi» la guardo male.
«Win» Josh mi prende la mano «Non mi sembra il caso»
«No Josh, in parte ha ragione» abbassa la testa.
«Lo so che ho ragione, ma non sono venuta qui per parlare di mio padre» lego i capelli in una treccia laterale «Voglio sapere qualcosa su mia madre, voglio sapere i suoi sogni, che persona era, i suoi obbiettivi, le sue aspettative, di come si è sentita quando ha scoperto di essere incinta, del suo carattere, di come andava a scuola, il suo colore preferito, il suo animale preferito, tutto, voglio sapere tutto di mia madre e vorrei anche sapere dov’è seppelita»
Lei sorride «Per rispondere a tutte queste domande bisogna che vi fermiate a cena che ne dite?» guarda prima me e poi il mio ragazzo.
«Va benissimo, mi dispiace per come mi sono comportata poco fa»
«Tranquilla piccola, sei stata ferita molte volte nella tua vita è più che normale» si alza per abbracciarmi. 
Mi faccio abbracciare dalla madre di mia madre che è la cosa più vicina di lei che mi rimane e che non ho intenzione di perdere.
Ho già perso troppo tempo nella mia vita senza sapere la verità su di lei,  ora che la sto per scoprire non ho intenzione di rovinare tutto come mio solito, così l’abbraccio anche io. 
















































 

POV AUTRICE:

Buonpomeriggio gente!
Scrivere questo capitolo è stato come partorire, credevo di non riuscire a finirlo in tempo ma per fortuna mi si è accesa la lampadina.

Finalmente Win è andata a trovare la nonna.
Non so che altro dire, ultimamente sono a corto di parole ahah quindi lascio a voi la parole aspettando le vostre meravigliose recensioni.

Ringrazio come sempre chi legge questa storia, chi la recensisce, chi l'ha messa tra le preferite, ricordate o seguite; ma anche i lettori silenziosi con la speranza che un giorno mi lascino una recensione.

Quindi a venerdì con il prossimo capitolo.

peetarms.


   
 
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