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Autore: Merthur Pendragon    18/07/2014    2 recensioni
Arthur e Merlin si amano molto e vogliono stare insieme ma per qualche motivo e per qualche scherzo del destino si allontaneranno e qualcosa nella loro relazione cambierà drasticamente.
Quali ostacoli possono superare due persone destinati a stare insieme? Può l’amore bastare?
Tra dolori e difficoltà, amicizia e soprattutto Amore.
Due metà di una stessa medaglia troveranno mai la loro felicità?
Dal Capitolo 1:
-"Merlin, dobbiamo parlare."
-"Finalmente ti sei deciso a dirmi cosa ti sta succedendo?"
[...]
-"Merlin, dobbiamo rompere.”
[...]
-"Perché non ti opponi a lui e gli dici che non andrai? Non vale la pena combattere per me?"
-"Okay, hai ragione: non ne vali la pena!"
[...]
Merlin lasciò l'appartamento di Arthur in uno stato di shock, senza nemmeno far caso a dove stesse andando, al punto che, mentre stava camminando in mezzo alla strada, non si accorse che una macchina stava venendo verso di lui [...]
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Note del non autore (forse) traduttore:
Ciao a tutti! Per quelli che seguivano già da prima questa storia e per quelli che hanno il piacere dargli un'occhiata solo adesso, voglio dirvi innanzitutto grazie e avvisarvi che con la mia nuova beta Viviana sto ripubblicando i capitoli già postati della storia con una revisione più precisa e una presentazione del testo migliorata. Per questo ringrazio di cuore appunto la mia beta Viviana con la quale ho la fortuna di collaborare.
Questa nuova storia NON è mia, ma di un'autrice bravissima. Ho chiesto il suo permesso per tradurre la sua storia e lei mi ha dato l'ok! Per chi volesse visitarla la sua èpagina: https://m.fanfiction.net/u/3594035/
Non mi voglio dilungare e quindi vi auguro una buona lettura!
 

After The Break-Up
Capitolo 1

 

Erano tutti seduti nell'appartamento condiviso da Merlin e Gwen. Non era spazioso come quello di Arthur o immacolato come quello di Morgana, ma era ciò che due amici di lunga data con le risorse economiche di due studenti universitari potevano permettersi. In più, il fatto che Gwaine, Lance e Percy abitassero nello stesso edificio e Leon solamente in fondo alla strada, era un vantaggio in più.

In quel momento, Arthur e Merlin erano rannicchiati insieme sul divano.
"Allora, Arthur, come ti sta trattando il grande mondo degli affari?" gli chiese Gwaine.
Arthur e Leon erano più vecchi di qualche anno rispetto agli altri, si erano già laureati e lavorano da un anno nel mondo reale. Arthur per la compagnia di suo padre, mentre Leon come architetto.
"Veramente stancante. Abbiamo lavorato come matti per poter aprire la nuova sede a New York, ma adesso finalmente le cose si sono stabilizzate e hanno iniziato ad ingranare" rispose Arthur, tirando Merlin più vicino a sé, per poi baciargli la testa.

Arthur e Merlin erano una coppia soltanto da un anno e mezzo.
Morgana li aveva fatti incontrare due anni prima, poco tempo dopo aver conosciuto Merlin. Aveva conosciuto Gwen ad una lezione che tutte e due frequentavano e erano diventate subito amiche, cosa che poi permise loro di incontrare Merlin.
Arthur e Merlin, invece, i sei mesi dopo il loro primo incontro li avevano trascorsi ignorandosi, insultandosi  e provando persino ad uccidersi a vicenda. I loro amici, invece, se ne erano tenuti fuori, godendosi lo spettacolo e sapendo che, forse, tra loro avrebbero potuto esserci qualcosa. Sei mesi dopo, finalmente, avevano dichiarato di essere una coppia.

È raro che si ritrovino insieme tutti e otto. Di solito, alcuni non c’erano per motivi lavorativi, scolastici o per altri obblighi.
Negli ultimi tempi, poi, Arthur era stato assente più del solito a causa delle tante ore trascorse in ufficio. Sentiva che stava trascurando Merlin, ma quest'ultimo era sempre comprensivo con lui. Anche Merlin, infatti, era abbastanza occupato con le lezioni e il lavoro nella caffetteria di Gaius all'università.
Ogni momento libero, Arthur lo trascorreva con Merlin, ma non era mai abbastanza per lui. Adesso, invece, avrebbe finalmente avuto più tempo da trascorrere con lui ed entrambi ne avrebbero assaporato ogni momento.

*

Arthur non aveva mai intenzionalmente nascosto a suo padre Uther di essere gay, semplicemente non era mai venuto fuori.
Nonostante a scuola Arthur avesse anche frequentato ragazze, dentro di sé aveva sempre saputo di esserlo. Uther qualche volta gli aveva chiesto se c'era una ragazza speciale, ma lui aveva sempre negato, da quando quella persona speciale era Merlin.

Fino a quando, dopo la fine dei lavori per la nuova sede di New York, Uther aveva iniziato a incoraggiarlo, dicendogli che era arrivato a un punto della sua vita nel quale doveva trovare qualcuno con cui sistemarsi e avere una famiglia in futuro. Sentendo ciò, allora, Arthur trovò finalmente il coraggio di dire a suo padre di essere gay. Ovviamente Uther non fu propenso ad accettarlo.
"NON avrò un figlio gay! NON mi farai vergognare così! NON disonorerai il nome dei Pendragon!"
Arthur era rimasto seduto ad ascoltare la ramanzina di Uther. Aveva paura che suo padre lo avrebbe disconosciuto, ma, dopo che ebbe lasciato il suo ufficio, non menzionarono mai più il discorso e si comportarono come se non fosse successo nulla.

*

Qualche settimana dopo, Cendred si trovava nell'ufficio di Uther.
"Signor Pendragon, sembra che la relazione tra vostro figlio Arthur e questo Merlin stia andando avanti. Sembra anche che vostro figlio stia passando molto più tempo con lui, adesso che il progetto di New York è finito."
"Cosa sai di questo ragazzo?"
"Si chiama Merlin Emrys. Viene da una piccola città che si chiama Eldor, è stato cresciuto solo dalla madre, frequenta l'università e lavora in una caffetteria per pagarsi le spese e avere crediti extra. Studia per diventare insegnante e sta finendo il secondo anno. Ha dei voti eccellenti. Ed è anche amico di vostra figlia Morgana" rispose Cendred, dandogli anche il rapporto dettagliato con tanto di foto di Arthur che teneva la mano di Merlin mentre lo baciava.

Quando Arthur gli disse che era gay, Uther decise che avrebbe fatto qualsiasi cosa fosse necessaria per mettere fine a quella storia. NON avrebbe mai avuto un figlio gay.

Poi, gli era venuta un'idea: avrebbe mandato Arthur a New York per allontanarlo da Merlin e quest'ultimo non sarebbe stato in grado di seguirlo, essendo impegnato con l'università. Così la distanza e il tempo avrebbero messo una volta per tutte la parola fine a quella situazione.

*

Arthur venne chiamato nell'ufficio di Uther il lunedì mattina. Intuiva che non era un buon segno essere chiamati per una riunione privata e importante.
Si sedette sulla sedia prima che Uther cominciasse a parlare.
"Voglio che tu vada nella nuova sede a New York dall'inizio del prossimo mese."
"Perché? E’ successo? Pensavo che avessimo già assegnato i lavori allo staff."
"Certo, però ho pensato che, visto che è una sede nuova, sarebbe meglio se un Pendragon fosse lì a supervisionare giornalmente le cose per assicurarsi che tutto proceda per il meglio."
"Di quanto tempo stiamo parlando?"
"Un anno o due al massimo."
Arthur boccheggio, ma Uther lo ignorò, andando avanti. "Hai già un appartamento affittato lì, quindi non dovrebbero esserci ritardi nella partenza. Penso che tre settimane siano sufficienti per sospendere tutti i tuoi legami qui." disse, come se fosse un obbligo. Arthur avrebbe fatto ciò che gli aveva ordinato. Fine della storia.
"Ma papà... non potrebbe andarci qualcun altro? Ci sono numerose persone che potresti mandare, come Owen e George e.."
"Fermati!" lo interruppe Uther, alzando la sua voce. "Voglio un Pendragon lì. Un giorno questa compagnia sarà tua e devi renderti conto che bisogna fare dei sacrifici lungo il cammino. Adesso non voglio più sentire una parola. Tu sarai lì dall'inizio del mese."
Arthur si sentiva senza forze. Tre settimane, aveva meno di tre settimane prima di partire. Avvertiva di aver perso il colorito e sentiva di avere un nodo allo stomaco. E Merlin?
"Ma papà... tu non capisci, non posso lasciare Mer.." tentò di dire, prima che Uther lo zittisse improvvisamente.
"Arthur, se non hai intenzione di dare il meglio per questa compagnia, forse è meglio cerchi qualcun altro più portato a guidare la Pendragon Inc. dopo il mio ritiro..."
Quindi le cose stavano così: fare come voleva Uther, oppure essere diseredati.
"Sei congedato. Farò il modo che Vivian mandi alla tua assistente tutte le informazioni."
Arthur si alzò per andarsene, quando Uther aggiunse: "Non mi deludere di nuovo, Arthur."
Sapeva esattamente a cosa si riferisse quel "di nuovo".

Arthur tornò nel suo ufficio. Si sentiva male. Cosa aveva fatto? Aveva appena acconsentito ad andare a New York per almeno un anno? Perché non poteva semplicemente opporsi a suo padre? Stava veramente lasciando che tenesse sotto controllo la sua vita?
Allora, appoggiò la testa alla scrivania per qualche minuto dopo aver detto alla sua assistente, Mithian, di cancellare tutti gli appuntamenti del giorno.

Quindici minuti dopo, se ne andò per tornare a casa sua.
Non poteva concepire l'idea di lasciare Merlin, ma non pensava nemmeno di essere forte abbastanza da sfidare suo padre. Sapeva che Uther sarebbe stato capace di licenziarlo. Sapeva anche quanto meschino e dispettoso potesse essere e temeva anche che, dimettendosi, sarebbe stato capace di fargli terra bruciata intorno affinché nessuno lo riassumesse. Se fosse successo, cosa avrebbe fatto?
Sentendosi senza speranze, si ubriacò, cercando di dimenticare quanto incasinata fosse la sua vita.

*

Merlin e Arthur si trovavano nell'appartamento di quest'ultimo dopo aver pranzato. Era da diverse settimane che Arthur si comportava stranamente e il biondo sapeva che avrebbe dovuto dire all’altro che sarebbe andato a New York, ma non riusciva a costringersi a farlo. Voleva solo trascorrere più tempo possibile con lui, perché sapeva che presto non avrebbe più avuto la possibilità di farlo. Sapeva di essere egoista comportandosi in quel modo, ma non ne poteva fare a meno.
"Merlin, dobbiamo parlare."
"Finalmente ti sei deciso a dirmi cosa ti sta succedendo?"
Ogni volta che Merlin glielo chiedeva, Arthur si giustificava dicendo di essere semplicemente impegnato e stressato per il lavoro, che non c’era niente di cui preoccuparsi.
Merlin sapeva che era una bugia, perché Arthur aveva finito il progetto di New York da ben due mesi e, per quello che ne sapeva lui, non c'erano nuovi progetti in corso, ma capiva che Arthur si sarebbe confidato solo quando si sarebbe sentito pronto.
Purtroppo, venne comunque preso in contropiede da quello che apprese.
"Merlin, dobbiamo rompere"
"Cosa?!? Di che cosa stai parlando? Perché?"
Non se lo aspettava e quelle parole gli arrivarono come un pugno allo stomaco. Era vero che Arthur si comportava stranamente, ma Merlin non si aspettava di certo che avrebbe voluto mettere fine alla loro relazione.
"Penso che sia ora di andare avanti. Tu sei ancora a scuola, mentre io voglio focalizzarmi sulla mia carriera. Siamo in momenti diversi delle nostre vite."
"Mi stai prendendo in giro...? Da dove viene tutto questo, così, all’improvviso?"
"Mi sto per trasferire a New York per supervisionare la nuova sede. Starò li per almeno un anno e non voglio essere legato a qualcuno qui."
"Io... io non capisco. Ti amo e pensavo mi amassi anche tu. Vuoi davvero buttare via tutto?"
Arthur non disse niente, allontanandosi da lui e non sapendo se sarebbe riuscito ad andare fino in fondo.
"È una decisione che hai voluto prendere tu, oppure c'entra qualcosa Uther?"
La voce di Merlin era scossa e Arthur sapeva che, se si fosse girato a guardarlo, avrebbe visto le lacrime dai suoi occhi.
"Smettila!"
"No che non la smetto! Perché stai facendo tutto questo? Cos’è, Uther ha finalmente scoperto di noi e, visto che non approva, ti manderà a New York?" domandò Merlin.
In realtà, quel pensiero lo aveva attraversato, ma scelse di ignorarlo. "No. Penso solo che... sarebbe meglio se rompessimo..."
"È per Uther, vero? – riprovò Merlin - Quindi l'opinione di tuo padre conta più di me?"
"Merlin, per favore smettila! È finita, okay?"
"Perché non ti opponi a lui e gli dici che non andrai? Non vale la pena combattere per me?" urlò quello.
Arthur voleva finire lì il discorso, perciò si avvicinò a Merlin dicendogli: "Okay, hai ragione: non ne vali la pena!" Sperò che non si girasse, ma la faccia devastata di Merlin gli spezzò il cuore. Si sentì male, sapendo quello che le sue parole avevano fatto al ragazzo, ma non fu abbastanza per impedirgli di girarsi ed andarsene, sbattendo la porta, pochi secondi dopo.

Merlin rimase lì, come congelato, per qualche secondo, per poi iniziare a camminare verso l’uscita passando davanti a una sbalordita Morgana. La ragazza, allora, si diresse alla porta della camera di Arthur per bussare, ma dall'altra parte sentì un urlo che non riuscì a comprendere, ma che la distolse dall'intento di parlare con lui. Raggiunse poi Merlin per chiedergli se stesse bene. Il ragazzo la guardò e dal volto traspariva quanto fosse devastato; le disse di chiederlo al fratello, per poi fuggire e uscire fuori dall'edificio.

Vedere Merlin in quello stato, le spezzò il cuore e le fece venire voglia di prendere a pugni il suo adorato fratellino, perciò si precipitò nel suo appartamento. Non vedendo Arthur, si diresse nella sua stanza e aprì la porta senza preoccuparsi nemmeno di bussare, entrando con irruenza e sbattendola contro al muro lasciando anche un'ammaccatura. Arthur era seduto alla scrivania e dava le spalle alla porta. Non si accorse nemmeno della presenza della sorella. Morgana si diresse verso di lui, girando la sedia finchè non fu di fronte a lei.
"Cosa diavolo hai fatto?!? Sei un pezzo di merda, non ci posso credere! Che cosa hai detto a Merlin per sconvolgerlo?"
Quando Arthur non rispose, se ne stette li con le braccia incrociate, guardandolo ferocemente. "Beh, sto aspettando."
"Gli ho detto che abbiamo rotto, okay? Adesso che lo sai, te ne puoi andare."
"Hai fatto cosa?! Perché mai?"
"Lascia perdere Morgana. Non sono affari tuoi."
"Col cavolo che non lo sono! Merlin è uno dei miei amici più cari. Come hai potuto fargli questo?"
"Tu non capisci," rispose Arthur, piano.
"Allora illuminami!"
"Mi trasferisco a New York..." sussurro lui.
"Tu COSA?!? E per quale motivo lo faresti?"
"Papà ha bisogno di me per supervisionare la nuova sede a New York per almeno un anno o due, quindi è meglio così. Non voglio una relazione a distanza."
"Ti è mai passato per la mente di dire no ad Uther?"
Arthur non osò rispondere perché non c'era niente da dire. Sapeva di essere un codardo, ma ormai aveva già deciso e non aveva intenzione di cambiare idea. Anche se avrebbe potuto. Le parole erano già state dette e il danno fatto.

Quando Arthur continuò a stare seduto in silenzio, Morgana proferì parola: "Incredibile! - poi aggiunse – Sei un coglione!" e se ne andò, sbattendo la porta dietro di lei. Doveva trovare Merlin ed assicurarsi che stesse bene.

*

Merlin lasciò l'appartamento di Arthur in uno stato di shock, senza nemmeno far caso a dove stesse andando, al punto che, mentre stava camminando in mezzo alla strada, si accorse che una macchina stava venendo verso di lui. Fortunatamente stava andando piano, ma lo fece cadere lo stesso. Atterrò sul sedere, scorticandosi le mani e i gomiti e il guidatore ed un passante accorsero subito per vedere se stesse bene. Lui insistette, dicendo che stava bene e si rialzò in piedi, si pulì le mani sui pantaloni e si spazzolò il didietro.
Il conducente stava tornando alla sua macchina quando Morgana arrivò e si precipitò subito da lui per assicurarsi che non avesse danni gravi, per poi chiamare un taxi per riportarlo a casa. Merlin camminò carponi, per poi salirvi, sentendosi ammaccato e malconcio, sia fisicamente che emotivamente. "Vuoi che venga a casa con te?"
Merlin disse di no.
"Ti chiamo più tardi allora, okay?"
"Grazie Morgana" fu tutto ciò Merlin riuscì a dire, facendo poi partire il taxi.
Quando Merlin se ne andò, Morgana prese il cellulare e chiamò Gwen.

*

Non appena Merlin arrivò a casa, Gwen si precipitò verso di lui e gli prese i polsi.
"Dobbiamo pulire queste ferite." Disse, guardandogli le mani e alzandogli delicatamente le maniche della maglietta per vedere i gomiti.
"Non sono messi così male. Andiamo."
Poi lo fece entrare in corridoio per dirigersi in bagno.

Una volta pulite le ferite, Merlin la ringraziò e si diresse nella sua stanza.
Non disse quasi niente, dopo essere arrivato a casa.

Gwen aspettò qualche minuto, prima di seguirlo. Era sdraiato su un fianco sul suo letto a guardare il vuoto e non si accorse che era lì finché la ragazza non si sedette sul letto vicino a lui. Merlin, allora, la guardò con gli occhi rossi e le disse che Arthur lo aveva lasciato.
Lei non disse niente. Si sdraiò accanto a lui, lo abbracciò e lo lasciò piangere. Rimasero in quella posizione fino a che Merlin non si addormentò, dopo un'ora e mezza. Poi, Gwen si alzò, lo copri con una coperta, gli diede un bacio sulla fronte e usci dalla stanza chiudendo la porta dietro di sé.
Andò in cucina per chiamare Morgana. Poi chiamò anche Lance per cancellare i loro piani per quella sera e quest'ultimo fu comprensivo, dicendole di chiamarlo se avessero avuto bisogno di qualcosa.

*

Una volta tornata a casa, Morgana telefonò a Leon per dirgli cosa aveva fatto Arthur. Lui pensò che sentisse responsabile, perché era stata lei a far incontrare Merlin ed il fratello.
"Andrò a parlarci e ti chiamerò più tardi."

Leon arrivò all'appartamento di Arthur e bussò alla porta; quando non ricevette risposta, girò la maniglia, trovandola sbloccata, quindi entrò. Arthur non era in salotto, né in cucina, quindi andò nella sua stanza,
bussando alla porta.
"Vattene via, Morgana! Non ne voglio più parlare!"
Leon aprì la porta e vide Arthur seduto sul letto che guarda fuori dalla finestra. C'erano lattine di birra vuote sparse per terra.
"Senti, Arthur... - disse Leon - Ho bisogno di parlarti: Merlin ha avuto un incidente."
Arthur si girò istintivamente, guardandolo preoccupato, quindi Leon aggiunse rapidamente "Sta bene. Ha solo qualche piccola ferita, ma sta bene."
Prima che Leon potesse aggiungere altro, Arthur, però, lo interruppe: "Non voglio più sentire altro! " il che era una bugia, vista la faccia preoccupata che aveva visto Leon qualche momento prima.
"Cosa?!? Non vuoi nemmeno sapere cos'è successo?"
Arthur scosse la testa e Leon si chiese perché facesse finta che non gli imporatasse. "Cosa ti sta succedendo?"
"Leon, non ti riguarda. Siamo amici da tanto tempo, ma devi imparare comunque a farti i fatti tuoi e rimanerne fuori."
Leon non poteva credere a quello che sentiva. "Accidenti, Arthur, perché stai lasciando che Uther controlli la tua vita? Cammina da solo, prendi le decisioni da solo, digli che non ti trasferirai a New York! E smettila di essere il burattino di tuo padre!"
"È la mia vita e non voglio che nessuno mi dica come viverla, quindi, se non hai altro da dire, vattene, perché non sono interessato" disse Arthur con voce severa.
Leon lo guardò furioso, dicendogli che stava facendo un grosso errore e che un giorno se ne sarebbe pentito.
Arthur, però, non ci fece caso e tornò a guardare la finestra, come prima. L’altro, allora, uscì dalla stanza, sbattendo la porta.

Quando Leon uscì dall'edificio, chiamò subito Morgana e lei rimase scioccata scoprendo che non era riuscito a far parlare Arthur. Erano amici da quando avevano dieci anni e Leon era sempre stato capace di far ragionare l’altro.

Quando Arthur sentì la porta chiudersi, si buttò sul letto. Che cosa aveva fatto? Aveva rotto con Merlin e adesso questo stava male, mentre lui faceva finta che non gli importasse, quando in realtà tutto ciò che voleva fare era assicurarsi che stesse bene e pregare per il suo perdono. Ma sapeva di non potere. Sarebbe partito dopo pochi giorni, quindi era meglio così, si convinse. In qualche modo avrebbe dovuto scordarsi di Merlin senza rimpianti e concentrarsi sulla sua carriera. Sarebbe stata dura, ma era uno dei sacrifici che avrebbe dovuto fare.

  
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