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Autore: Ato    18/07/2014    3 recensioni
Questa oneshot prende le mosse dall'ultima pagina del capitolo 685, quindi è chiaramente un concentrato di SPOILER e vaneggiamenti da fangirl. Mi sono praticamente dilettata a prendere un paio di vignette, proseguire come mi era venuto in mente, e riversare in tutto tonnellate di fluff. Lettrici avvertite!
Dalla storia:
«Tu hai bisogno di chakra», osservò lui, senza alcuna particolare inclinazione nella voce.
«Ne ho abbastanza per riportarci…»
«Non ne hai nemmeno un po’». Sasuke fu diretto, come al solito, fedele a se stesso, e aveva ragione – ed era questo che le faceva più male. Non importava quanto tentasse di spingersi oltre i suoi limiti, di superarli perfino, non era mai abbastanza e lo sapeva anche Sasuke perché
eccola, davanti a lui, quasi esanime, completamente distrutta, il mediocre ritratto del fallimento.
Scusate l'intro insignificante - mai che ne scrivo una decente, eh - ma tutto il resto è spoiler e voglio tutelarmi da eventuali maledizioni!
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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Da martedì scorso avrete notato che il mondo è più bello, no? No, infatti è sempre la solita solfa, però la mia testa si è trasformata in un luna park e nemmeno a dirlo è colpa di Sasuke :3 Come dicevo nell’intro ATTENZIONE, è tutto un mega-spoiler, un enorme, cosmico, gargantuesco spoiler del capitolo 685. Semplicemente ci ho ricamato su e siccome Kishi non proseguirà come dico io, il post capitolo me lo sono scritto da sola. LOL Buona lettura J

 

 

Vivere

 

 

 

 

 

Amare qualcuno – amare Sasuke, per quel che ne sapeva lei – era come trovare continuamente nuove, ammalianti definizioni di bellezza. C’era qualcosa in lui che rendeva le sue battaglie, il suo odio, le sue sofferenze, la declinazione di un incantesimo poderoso, che lo possedeva, che l’aveva guidato nel suo cammino verso il fondo dell’oscurità – per amore, solo per amore. E ora quello stesso tipo di bellezza l’aveva condotto verso di lei, dietro di lei per la precisione, e si annidava nei suoi occhi come un demone gentile – quegli occhi la stavano quasi accarezzando, o almeno così le sembrava, ma Sakura sapeva che erano anche capaci di inghiottirla, perché probabilmente lei lo avrebbe permesso. Non aveva mai potuto scoprire come ci si sentiva tra le sue braccia, contro di lui, quanto poteva essere confortevole restarsene premuti contro la spalla di qualcuno e contro il suo petto, con una forza particolare, la più potente – che era quella di Sasuke e di quella sua strana premura quasi tenera. Quando riuscì a incontrare il suo sguardo, Sakura sentì le sue dita che correvano leggere sulla propria pelle, evitando le ferite. Era come se non solo lui stesse guardando nei suoi occhi, era come se Sasuke fosse capace di vederla tutta, e lei non sapeva nemmeno se fosse possibile o se per caso non fosse una sottile emanazione dello tsukuyomi, quella, ma ora era lì e voleva guardarlo allo stesso modo.

«Dobbiamo tornare da Naruto», lo sentì dire, e non stava parlando con lei.

Obito si passò una mano sul viso, ripulendosi del sangue che gli copriva le guance, poi annuì tentando di tirarsi in piedi. Sakura provò a fare lo stesso, concentrando un po’ di chakra nelle gambe, ma non gliene era rimasto abbastanza nemmeno per resistere un secondo e soprattutto la mano sinistra di Sasuke si era velocemente posata sul suo ventre, impedendole qualsiasi movimento azzardato.

«Tu hai bisogno di chakra», osservò, senza alcuna particolare inclinazione nella voce.

«Ne ho abbastanza per riportarci…»

«Non ne hai nemmeno un po’». Sasuke fu diretto, come al solito, fedele a se stesso, e aveva ragione – ed era questo che le faceva più male. Non importava quanto tentasse di spingersi oltre i suoi limiti, di superarli perfino, non era mai abbastanza e lo sapeva anche Sasuke perché eccola, davanti a lui, quasi esanime, completamente distrutta, il mediocre ritratto del fallimento.

«Mi dispiace», sussurrò, senza permettersi di spiare quanto fosse scocciato lo sguardo che lui le stava riservando.

Di tutta risposta Sasuke sollevò appena la spalla, abbastanza da farle inclinare la testa in una posizione più confortevole. «Tu…» cominciò, avvicinando la mano sinistra al suo volto. Aveva la sagoma di una luna scura sul palmo, era brillante e in un certo senso simile al sole di Naruto. Doveva essere il simbolo del potere del Rikudou, pensò lei, per quello che aveva potuto intuire. E le bastò un solo istante in più per capire cosa avesse intensione di fare Sasuke. «Dai…», le disse, vagamente incoraggiante, tentando di toccarle la fronte e bloccandosi come raggelato quando lei gli afferrò il polso per fermarlo.

«Devi combattere», gli disse, con la risoluzione che riusciva a mostrare quando si trattava di lui. Non voleva che le prestasse del chakrache lo sprecasse per lei, più precisamente – quando entrambi evidentemente sapevano quanto fosse inutile al momento. Sakura avrebbe anche rinforzato la stretta sul suo braccio se ne avesse avuto la forza – ma non ce l’aveva, ed era questa la sintesi perfetta della sua vita – eppure notò che Sasuke le permetteva di tenerlo fermo anche se avrebbe potuto facilmente continuare per la sua strada. I suoi occhi stavano denudando dei sentimenti particolari – di quella bellezza che si nascondeva dentro di lui – e Sakura realizzò che, a modo suo, lui stava tentando di dirle qualcosa di gentile, di delicata sensibilità: non l’avrebbe forzata a fare qualcosa che non voleva anche se le avesse fatto bene,  e forse – ma solo forse, in quel modo di comunicare che sembrava sempre un’allettante e fugace emanazione dello tsukuyomiSasuke voleva farle sapere che poteva capire se lei si sentiva spaventata da lui o da qualsiasi cosa avesse intenzione di farle. Ma non era così, Sakura in quel momento non riusciva nemmeno a ricordarsi di cosa significasse, essere spaventati, probabilmente per qualche motivo legato a quel tipo di bellezza che Sasuke continuava a riversare su di lei senza un attimo di tregua – sin dalla prima volta che l’aveva visto, oltretutto. E lei sapeva, ormai, che qualche volta la bellezza faceva male, che poteva ferire nei modi più dolorosi, ma aveva anche imparato un’altra cosa, amando Sasuke: così come feriva – lui, quella bellezza – sapeva anche guarire, era così che funzionava con lui. Ed era esattamente quello che Sasuke stava tentando di fare, ricomporre il puzzle disfatto nei mille pezzi in cui si era ridotta per lui, guarirla, in un certo senso, onorando la propria natura. Ma in quel momento una dimostrazione simile, di simile dedizione, non le sembrava… necessaria. Sasuke doveva combattere, e farlo al pieno delle forze e… «Soprattutto devi sopravvivere», gli disse, scaldando la voce con un morbido sorriso. Allentò la presa sul suo polso e si concesse un po’ di tempo per guardarlo, da vicino.

Sasuke le restituì lo sguardo con espressione pensierosa. Aprì la bocca per parlare, ma le parole vennero fuori solo qualche momento dopo: «a dire il vero, dovrei vivere».

Per un istante Sakura quasi si sentì mancare. Lui, quello che aveva rinunciato alla propria vita pur di realizzare un sogno distruttivo, lo stesso Sasuke – lo stesso, solo un po’ più maturo – le stava dicendo che finalmente desiderava riconciliare la sua vita coi suoi sogni – diventare hokage e onorare la sua famiglia o qualsiasi dannata cosa volesse in quel momento. Non sopravvivere, comunque, voleva proprio vivere, e lo stava dicendo a lei. E Sakura non aveva nemmeno lo spirito di considerarne le implicazioni – lui voleva aiutarla, e voleva vivere – che forse sul suo viso tutto d’un colpo si era dipinto un sentimento preciso – sì, devi vivere, e io vorrei essere parte della tua vita – e soprattutto Sasuke aveva dovuto notare qualcosa, una specie di assenso, nei suoi occhi, perché con un movimento molto cauto le scostò qualche ciocca di capelli dalla fronte e posò il palmo della mano sul sigillo dello hyakugou.

Perché voleva vivere, ora. «Te lo meriti, più di tutti», gli disse, in un sussurro che le sembrò troppo intimo, e prima di chiudere gli occhi per nutrirsi meglio di quel momento, lo scrutò un’ultima volta, appena in tempo per scorgere l’ombra di un delicato stupore sul suo viso.

 

 

 

 

 

 

 

Angolo della fangirl: lo so, lo sappiamo tutti, che probabilmente Sasuke ha intenzione di distruggersi un altro pochino prima di darsi pace e soprattutto concedere un momento di gioia pure a noi che ci struggiamo col sasusaku da anni. Ma alla fine confidiamo nel fatto che in futuro ci farà felici come nello scorso capitolo, io ho solo anticipato i tempi :3 Mi sembra che in qualche punto questa storia “suoni” male, il fatto è che c’è sempre il solito problema che in origine l’ho scritta nel mio inglese maccheronico perché adoro tumblr, il suo fandom e tutto il delirio che ne consegue, quindi ho portato tenda e picchetti e là mi sono stabilita. Però efp è stata la mia prima casa e in certi momenti più si fa festa meglio è *_* in ogni caso, volendo, sono qui.

Alla prossima!

F.

   
 
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