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Autore: xperfoned    18/07/2014    8 recensioni
'Tratto dalla storia'
Ogni notte quando vado a letto abbraccio il cuscino, pensando a te. Mi sforzo di ricordare le sensazioni che provavo quando tu mi abbracciavi, mi sussurravi la buonanotte all'orecchio, o quando mi accarezzavi i capelli. Tutto questo per sentirti più vicino, amore mio.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calum Hood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La nostra relazione era vista dalle altre persone come la relazione perfetta, eravamo una coppia molto affiatata. Tutti, quando ci vedevano passeggiare, mano nella mano, ci facevano i complimenti, perché eravamo così spontanei, carini. La classica coppietta da cento e lode, insomma. Ed era vero. 
Io, la ragazza piena di insicurezze e paure, solo al tuo fianco riuscivo ad uscire dal guscio che mi ero costruita intorno. Sentivo che con te tutto sarebbe andato per il verso giusto, mi facevi sentire protetta. 
Ora mi sovviene il momento in cui ci siamo visti per la prima volta. È stato tutto puramente casuale: stavo pulendo il bancone del bar dove lavoro, quando ti ho visto entrare. Inutile dire che appena ti ho guardato negli occhi, il mio cuore ha perso un battito. Le tue iridi marroni erano profonde, rilassanti. Non capisco come dei semplici occhi marroni hanno potuto colpirmi in tal modo. Il tuo viso era dolce, rilassante anch'esso. Ho subito amato i dettagli del tuo volto, anche quelli più piccoli. Avevi le labbra a cuore, te le fissavo sempre mentre parlavi. Fatto sta che entrasti e io feci già da subito una figuraccia, ti stavo guardando imbambolata. Mi hai chiesto una bottiglia d'acqua, feci di tutto per farti rimanere di più, cercando di venderti qualcos'altro, secondo me sono risultata strana. Ti sei messo a ridere e lì, cavolo, la cosa desideravo di più al mondo era vederti di nuovo. Straordinariamente, il giorno dopo ritornasti, così come quello successivo e quello dopo ancora. Tutti i giorni compravi una bottiglia d'acqua. Ogni volta la tua permanenza nel bar si allungava. Imparammo a conoscerci e diventammo amici, mi facevi sempre ridere, eri una persona molto piacevole. Come di solito succede agli amici, io mi innamorai di te. Da lì in poi sono stata molto male, non sapevo cosa tu provassi nei miei confronti, non mi sentivo abbastanza per te.
Poi però mi hai invitato a cena, una sera, e solo in quella occasione hai svuotato il sacco, confessando di esserti innamorato di me. Mi sembra ancora pazzesco, io al tuo contrario non ho niente di speciale, sono una normalissima ragazza, ancora mi chiedo come hai fatto ad innamorarti di me. Tu avevi tante qualità. Quella che mi piaceva di più era la capacità che avevi nel suonare il basso. Mi ha sempre colpito vedere come cambiavi velocemente le dita a seconda degli accordi da suonare. Quanto pazienza che avevi, anche, quando hai tentato di insegnarmi qualche pezzo. Ero negata.
Mi hai fatto intendere di essere fidanzati quando ti sei presentato come il mio ragazzo ai miei genitori. Dopo hai avuto paura di aver frainteso quello che pensavo, ma sai cosa? Anche io avevo bisogno di una conferma, sapere che ora ti eri impegnato con me mi ha fatto sentire meglio.
Ricordo di quando passavamo le giornate sul letto, magari sotto le coperte, se faceva freddo, mi tenevi per mano. Certe volte me l'accarezzavi anche, alla fine io la prendevo e giocavo con le tue dita lunghe e affusolate, poi ti spettinavo i capelli. Quanto amavo farlo. Tu, però, mi guardavi male, perché ci mettevi sempre un'eternità per acconciarteli.
 Oppure quando mi hai dato il primo bacio: eravamo in gelateria, io mi ero sporcata tutta di cioccolato, tu ti mettesti a ridere e per pulirmi mi baciasti. Non funzionò molto, avevo ancora il gelato sparso intorno alla bocca, così tu ripetesti l'azione. Se ci ripenso, sei stato geniale. Abbiamo passato un sacco di bei momenti insieme, potrei startene ad elencare a migliaia e migliaia, ma non ce la faccio. Vuoi sapere perché ho raccontato tutta la nostra storia al passato? Perché ora non ci sei più. 
E fa male cazzo.
Mi sento vuota, come faccio senza di te, Cal? Eri la luce che illuminava il mio mondo, il mio piccolo mondo dove c'eravamo solo io e te. Senza di te sono persa. Ho i sensi di colpa, Calum. In tutto il tempo che abbiamo passato insieme, non mi sono mai accorta che qualcosa in te non andava. Tu eri un drogato. Suona così male, oddio. Cosa ne sapevo io che ti facevi di eroina con quegli altri tre coglioni dei tuoi amici? Ancora adesso non voglio sapere il motivo che ti aveva spinto a cominciare a farti. Adesso che sei morto, gli altri tre hanno smesso di drogarsi, hanno capito che è pericoloso. Ma santo cielo, proprio tu dovevi rimetterci la pelle? 
Non mi sono mai accorta di niente, non pensavo ci fosse qualcosa che ti turbasse, neanche quando ti vedevo sparire per intere settimane. Sono stata così ottusa. Ripensandoci adesso, sarei dovuta stare più attenta. Magari avrei potuto aiutarti, cazzo, magari io e te a quest'ora potevamo ancora essere insieme. Non ho voluto sapere chi ti ha trovato morto, né in quali condizioni. Non voglio saperlo tutt'ora, devo ancora assimilare questa situazione.
Io Cal ho bisogno di te, ho bisogno delle tue parole di conforto. Senza la tua figura accanto, sono sprofondata di nuovo tra le mie insicurezze. 
Adesso sono la pazza di paese, sai? Sono quella che ogni giorno passa ore intere al cimitero, vicino alla tua tomba. Sono quella che ti parla, quella che conversa con una pietra. Una fredda pietra. La gente sa solo giudicare, ora mi hanno etichettato con la depressa psicopatica. Ma tutte queste persone, hanno mai provato tutto il dolore che sto sentendo io adesso? Hanno mai capito cosa si prova ad avere il proprio cuore lacerato? A sentirsi sempre un vuoto incolmabile dentro? No.. 
Sarò anche non sana di mente, ma parlare con te mi fa sentire meglio, mi piace raccontarti come vanno le cose. Immagino anche quello che potresti rispondermi. Sai cos'altro immagino? Ogni notte quando vado a letto abbraccio il cuscino, pensando a te. Mi sforzo di ricordare le sensazioni che provavo quando tu mi abbracciavi, mi sussurravi la buonanotte all'orecchio, o quando mi accarezzavi i capelli. Tutto questo per sentirti più vicino, amore mio. 
Ci piango anche sopra, a quella pietra. Però ci faccio anche delle cose belle. Oggi ti ho portato un fiore. È una margherita, come quella che mi hai colto quella volta che eravamo andati a fare un picnic. Oddio basta, non voglio più ricordare. Mi sto distruggendo. Tu mi hai distrutta. Sono sei mesi che sono morta anche io, con te. Questo non era quello che avevo riservato per noi due. Eravamo giovani, avevamo una vita davanti, ora non l'abbiamo più. Non ho ancora superato la tua morte Cal, se è questo che vuoi farti sentir dire.Tanto per informarti, io lavoro ancora al bar, inutile dirti che senza di te è tornato quell'insignificante posto, buio e cupo. Un po' come sono io ora, buia e cupa. Continuerò a usarti come diario segreto? Questo è ovvio. Sappi che ti amo Calum Hood, spero che non te lo scorderai mai, anche da lassù. 


SPAZIO AUTRICE:
Ciao a tutte. Questa è la prima os che scrivo in assoluto, quindi scusate se non è un granché. Non sono molto brava a scriverle, dato che ne leggo veramente poche, e secondo me questa non è e anche originale, ma poco importa. Avevo voglia di scrivere qualcosa che rispecchiasse un po' quello che provo adesso, sono ancora in fase depressione post concerto, quindi perché non scrivere una cosa depressa? Sarebbe bello se lasciaste una piccola recensione, anche una critica, per sapere cosa migliorare, dato che sono ancora inesperta. Grazie se sei arrivata a leggere fin qua.
Fabs

  
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