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Autore: ladymisteria    18/07/2014    1 recensioni
Siria ha sempre voluto "scendere in campo" al fianco dei genitori, e quando Jack Harkness chiama il Dottore per proporre a lui e a River una spedizione su Dubhe sembra finalmente che il momento tanto atteso sia giunto.
Ma basterà la sua testardaggine a convincere il Dottore che la bambina è davvero pronta?
Versione riveduta e corretta.
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 1, Doctor - 11, Jack Harkness, Nuovo personaggio, River Song
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Baby Time for Doctor and River'
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River Song riapparve con un lampo bianco all’interno della piccola abitazione che divideva con il Dottore, Jack e Siria - le parole di Dorium che ancora le risuonavano nelle orecchie.

Doveva assolutamente parlare con il Dottore; riferirgli ogni cosa.

Se davvero nell’universo c’era chi aveva iniziato ad interrogarsi su Siria, era necessario trovare immediatamente un modo per proteggerla.

Più di quanto non stessero già facendo, almeno.

«L’hai trovato?».

La voce di Jack la riscosse.

Lui e il Dottore l’avevano raggiunta nella stanza senza che lei se ne accorgesse.

«Come, scusa?» si ritrovò a chiedere, stupidamente.

«Il generatore di campi di stasi. L’hai trovato?» ripeté l’uomo, apparentemente non accorgendosi dell’espressione di River.

La donna annuì, porgendogli una piccola sacca, in cui aveva riposto il piccolo oggetto sferico, una volta acquistato.

Jack studiò minuziosamente l’oggetto fra le sue mani.

«Funziona?» s’informò il Dottore, senza perdere di vista River nemmeno per un istante.

Quest’ultima annuì nuovamente.

«Dorium non avrebbe osato vendermi un rottame» mormorò, in una minaccia nemmeno troppo velata.

L’espressione del Dottore mutò impercettibilmente, ma l’uomo non parlò finché Jack non ebbe raggiunto Siria nell’altra stanza, lasciandoli soli.

«Dorium?» chiese il Gallifreyano, interessato.

«Non sapevo fosse uscito dal Settimo Transetto…» continuò, mellifluo.

«Non l’ha fatto, infatti. Sono stata io ad andare da lui. Sapevo di dovermi rivolgere al migliore, se volevo ottenere ciò che ci serviva» replicò River, tranquilla.

Il Dottore annuì lentamente.

Poi si voltò verso la porta, pronto a raggiungere la figlia e Jack nella stanza accanto.

Ma prima che potesse fare anche solo un passo, River lo fermò, trattenendolo per un braccio.

«Aspetta. C’è qualcosa che dovresti assolutamente sapere. Qualcosa che Dorium mi ha detto, mentre ero nel Settimo Transetto».

Il Gallifreyano la fissò, preoccupato dal tono serio che lei aveva utilizzato per pronunciare quella frase.

«Che è successo?» domandò.

River esitò.

«Si tratta di Siria».

*

La bambina alzò gli occhi sui genitori, non appena questi l’ebbero raggiunta nell’angusto soggiorno.

Ma notò immediatamente che qualcosa non andava, nell’espressione del padre.

Sembrava quasi che il suo lato giocoso - il suo desiderio di scherzare e giocare - fosse stato brutalmente inghiottito da un buco nero.

Nei suoi occhi Siria lesse una determinazione e una fierezza antiche come l’universo.

«C’è qualcosa che non va?» chiese, scoprendosi timorosa di ricevere una risposta.

Sua madre si esibì in un caldo sorriso rassicurante.

Un sorriso, però, che non si estese agli occhi.

«No, Siria. Nulla. Io e tuo padre abbiamo solo fatto due chiacchiere. Tremendamente noioso» disse, cercando di suonare convincente.

River sperò che la bambina le credesse, e fu sollevata quando la vide alzare le spalle e tornare al suo diarietto blu, apparentemente soddisfatta che non ci fosse nulla di cui preoccuparsi.

River gettò una rapida occhiata di sottecchi al Dottore, al suo fianco.

La reazione alle parole di Dorium era stata esattamente come lei se l’era immaginata.

Represse un brivido.

L’uomo aveva detto di dover parlare personalmente con Dorium, una volta conclusasi quella faccenda.

Il tono che aveva usato…

Jack – apparentemente sordo e cieco a tutto ciò che lo circondava – rigirò nuovamente il generatore di campi di stasi fra le dita.

«Sembra davvero perfetto. Non ha avuto bisogno nemmeno di una minuscola modifica. Non resta che metterlo nel posto giusto e… Zak! Il gioco è fatto» esclamò.

Guardò il Dottore, accorgendosi improvvisamente dell’elettricità di cui era carica l’aria.

Non era mai un buon segno...

«Ehi, Dottore… Stai bene?» chiese, piano.

L’uomo si riscosse.

«Come? Oh, sì. Sto benissimo. Una favola. Tutto okay» replicò, alzando entrambi i pollici a supporto delle sue parole.

Ma non sembrava molto convinto.

Jack scrollò le spalle, noncurante.

Aveva imparato secoli prima a non insistere troppo, con il Dottore.

Se diceva che era tutto okay, il 99% delle volte stava mentendo.

E in quel caso era molto meglio fingere di credergli.

River, intanto, sembrò improvvisamente ricordarsi di qualcosa.

«Ora che ci penso… Qual è il piano infallibile di oggi? Tramortire i Sontaran uno per uno, trascinarli in un unico “punto di ritrovo” per poi bloccarli con un campo di stasi?».

Il Dottore assunse un’aria critica.

«Certo che no! Beh, non proprio... Insomma, più o meno è così, ma no» esclamò, piccato.

River emise uno sbuffo a metà tra l’esasperato e il divertito.

«E allora che cosa farai? Saltellerai in giro per Kharia, attirando l’attenzione dei Sontaran e convincendoli così ad inseguirti fino ad una trappola?» continuò la donna, ironica.

Vide il Gallifreyano abbassare gli occhi con aria imbarazzata, e lo fissò sbigottita.

«Stai scherzando, vero?! Questo è il tuo piano? Fare da bersaglio mobile ai Sontaran e condurli in una trappola?» chiese, scioccata.

Il Dottore sorrise convinto, alzando nuovamente i pollici.

«Ho usato spesso questo piano. Sono più che certo che funzionerà. Sì, beh… Quasi del tutto certo. Insomma, potrebbe sempre andare storto qualcosa. Sarebbe un autentico inferno, specialmente per me» borbottò, pensieroso.

Si riscosse, battendo le mani.

«Oh, beh… Se non provo, non potrò certo sapere se il piano funziona oppure no, giusto?».

River aprì e chiuse la bocca per qualche istante, prima di passarsi una mano sul viso, esasperata.

Nemmeno la rigenerazione e l’aver superato da ormai un secolo i duemila anni di vita sembravano essere riusciti a cambiare il suo folle modo di ragionare...

«Quindi, in pratica, il piano di oggi è uno di quelli suicidi. Perché non sono sorpresa?» sbottò, ironica.

Il Dottore parve offeso.

«Non è un piano suicida! Vedrai, sarete tutti costretti a ricredervi, una volta che avrà funzionato!» esclamò, piccato.

«Se funzionerà» mormorò Jack, affabile.

Il Dottore lo fulminò con lo sguardo.

«Io sono convinta che funzionerà» s’intromise Siria, allegra.

Il Gallifreyano prese in braccio la bambina, stampandole un grosso bacio sulla fronte.

«Oh! Grazie tesoro. Dopo che avremo consegnato i Sontaran alle forze di giustizia intergalattica, io e te ce ne andremo da qualche parte a fare qualcosa di divertente. Che ne dici?» esclamò, allegro.

Siria rise.

«Solo noi due?» chiese.

Il Dottore annuì con aria solenne.

«Certo! E’ il premio per chi crede nella buona riuscita dei miei piani!» le confessò.

River alzò gli occhi al cielo.

Jack, da parte sua, non sembrò per nulla dispiaciuto di essere stato “lasciato senza ricompensa”.

E anzi ammiccò in direzione di River.

«Vorrà dire che noi due ci accontenteremo di una cena, come “premio di consolazione”» disse, divertito.

Il Dottore s’imbronciò per un istante.

Ma alla fine fece spallucce, stringendo maggiormente la figlia.

«Come volete. Ma non vi divertirete mai come faremo noi» sbottò.

River ghignò.

«Questo resta da vedere, Dottore».

*

Il Dottore prese un lungo respiro, avviandosi verso la porta d’ingresso.

La spalancò, rimanendo per qualche istante fermo sulla soglia, ad osservare la piazza gremita di Sontaran.

Doveva assolutamente costringerli ad inseguirlo per le vie del piccolo villaggio, e a lasciare la piazza quel tanto che bastava per permettere a Jack di posizionare il generatore di campi di stasi.

L’uomo fece schioccare sinistramente il collo, e con un ultimo respiro uscì e attraversò la sottile barriera di protezione fornita dal filtro di percezione.

*

Per qualche istante ogni cosa rimase esattamente com’era prima che il Dottore uscisse dalla piccola abitazione.

Ma ben presto i Sontaran iniziarono a notare – quasi per caso – quel singolare alieno, fermo in un angolo remoto della piazza principale di Kharia.

In realtà, era praticamente impossibile non notarlo, si dissero i Sontaran.

Non se indossava quello stupido cravattino.

I soldati impiegarono meno di un minuto a riconoscere in quello straniero un nemico a loro ben noto…

Come se fossero una sola creatura – cosa non del tutto impossibile, considerato il metodo usato per la creazione di nuovi soldati – i Sontaran alzarono le loro armi sul Dottore.

Questi sorrise sfacciato, allargando le braccia in un tacito invito a farsi avanti.

«Vi sono mancato?».
 
 
 
 
 
 
 
 
 
E alla fine sono riuscita a mettere da parte tutti i precedenti impedimenti e ad aggiornare questa fanfiction ^w^
Vi ringrazio davvero molto per la pazienza :)

 

   
 
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