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Autore: moira78    19/07/2014    4 recensioni
"Ti dico che questo non ha la faccia da guardia del corpo!".
"E io ti dico che è il migliore sulla piazza!".
"Scusate? Avete ragione entrambe!", s'intromise con un sorriso. Le due si interruppero di colpo per guardarla. "Piacere, sono Kaori Makimura, l'altra... metà di City Hunter".
Una strana coppia è arrivata apposta da Nerima per chiedere la protezione del più famoso sweeper del Giappone: cosa dovranno aspettarsi questa volta Ryo e Kaori?
Crossover Ranma/City Hunter
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccoci al nuovo aggiornamento. Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno commentato questo crossover: è anche grazie ai commenti che sono motivata ad andare avanti, quindi continuate a dirmi cosa ne pensate! E per chi non avesse ancora commentato: fuori le critiche, anche quelle negative, che c'è sempre da imparare!
Buona lettura!



La scena che le si presentò davanti appena varcò la soglia del Cat's Eye aveva un che di grottesco. Sul bancone si rincorrevano un'anatra con gli occhiali, un gatto rosa e un porcellino nero; la prima gracchiando, il secondo soffiando e il terzo grugnendo. Falcon era steso a terra con la schiuma alla bocca, sicuramente dopo aver avuto un incontro troppo ravvicinato col felino e Miki lo stava sventolando con un tovagliolo, in una sorta di ripetizione degli eventi del giorno prima. Quando una fila di corvi le passò sulla testa poté considerare lo zoo al completo.

A un tavolo poco distante sedeva compostamente un ragazzo in tenuta da kendo, con un bokken tra le braccia conserte e la testa china; gli occhi erano chiusi e sembrava assorto nonostante il piccolo ninja che si affannava a parlargli: "Ma, padroncino, ero sicuro che non mi avesse seguito nessuno ieri sera, sono stato attentissimo! Perfino lei era sorpreso di vedermi! Sapevano di questo posto solo la ragazza cinese e sua nonna!", blaterava affranto.

Infine, orrore degli orrori, il vecchio maestro di Ranma era tranquillamente appollaiato su un altro tavolo a fumare la pipa con un enorme sacco di stoffa, decisamente più grande di lui, poggiato sulla schiena; accanto aveva una donna anziana di dimensioni altrettanto ridotte che si reggeva su un grosso bastone. Possibile che fosse la vecchia Obaba di cui parlavano? Quella che aveva le famose pillole che avrebbero fatto tornare Ranma un ragazzo?

"Lucciolone, non mi dire che ci hai chiamati per colpa di un gattino!", gridò Ryo avventandosi su Umibozu.

"Vecchiaccia!", strillò invece Ranma correndo in direzione dell'anziana.

"Akane, ragazza col codino!", si alzò su il ragazzo in tenuta da kendo correndo e spalancando le braccia.

"Kuno, anche tu qui?", domandò Akane.

"Ho seguito il mio cuore e vi ho trovate, i Kami hanno illuminato la via dell'amore!".

Ranma e Akane non scherzavano quando affermavano che il loro senpai aveva delle uscite simili a quelle di Ryo quando si trasformava in finto gentiluomo arrapato. Lei però non parve entusiasta delle sue attenzioni e gli rifilò un calcio in pieno plesso solare quando tentò di abbracciarla.

"Inutile che ti agiti tanto, futuro marito", stava dicendo la vecchia Obaba a Ranma, "in questa città ci sono persone più furbe di me: ci crederesti che mi hanno rubato le pillole che tenevo appese al collo?".

"Sei solo una vecchia rimbambita", caricò Happosai.

"Se tu non ti fossi gettato a capofitto su quella povera ragazza distraendomi, gli avrei lanciato un attacco di ki e l'avrei fermato!".

"Se tu non mi avessi impedito di invitare la ragazza a prendere un tè adesso avresti ancora al collo le pillole!".

"Se tu non mi avessi costretta a perdere tempo per togliere le tue grinfie da quella poveretta urlante, i ladri non sarebbero scappati a bordo di quella infernale macchina a due ruote!".

"Insomma basta!", intervenne Ranma. "Rivoglio le mie pillole della fenice!".
In quell'esatto momento, lo zoo improvvisato sul bancone si mosse verso di loro: il gatto saltò direttamente sulla testa di Ranma, che parve gelarsi di colpo, l'anatra lo seguì svolazzando in uno scomposto frusciare di piume e il maialino si gettò tra le braccia di Akane.

"P-chan! Come hai fatto ad arrivare sin qui?", esclamò la ragazza abbracciandolo, evidentemente felice di rivederlo nonostante lo stupore. L'animaletto grugniva felice, con tanto di lacrimuccia all'angolo degli occhi: sembrava addirittura umano!

Un momento.

Shampoo si trasformava in gatto, se ben ricordava. Poi c'era il papà di Ranma che diventava panda, ma non lo vedeva nei paraggi. E se anche gli altri due...
Si avvicinò a Miki, chiedendole di scaldare dell'acqua e parlandole della sua teoria, divertita al pensiero di scoprire chi si celasse dietro a quegli animali mentre Ryo e Falcon, finalmente rinvenuto, discutevano fra loro.

"Si può sapere chi diavolo sono queste persone e questi... animali?".

"Si sono presentati chiedendo dei tuoi protetti".

"Come sono arrivati fin qui?".

"Ma cosa vuoi che ne sappia! Per quel che mi riguarda, basta che ti porti via quel gatto schifoso".

Ryo si mise a ridere e a dare colpi sul bancone, scatenandosi in una scenata d'ilarità: "Kaori diceva che eri agitato al telefono, avrei dovuto capirlo subito che c'era un felino di mezzo!", rincarò.

"Non c'è niente da ridere, è da ieri che sono perseguitato dai gatti!".

Miki le porse un bricco colmo di acqua bollente e Kaori si voltò innanzitutto verso la gatta, che era certissima fosse la famosa Shampoo... ma quando vide Ranma rimase con l'oggetto a mezz'aria. L'espressione di puro orrore sul volto della ragazz... del ragazzo si stava trasformando in qualcosa di diverso mentre la micia, seduta sulla sua spalla, gli si strusciava languidamente sulla guancia: divenne... felina. Anche le mani presero a muoversi come se avesse degli artigli e la schiena si incurvò mentre uno strano lamento iniziava a uscire dalla sua gola.

"Ranma? Oh, no... mettetevi in salvo!", esclamò Akane con urgenza.

"Ma cosa...?". Tutti si voltarono verso di loro, persino Ryo, ancora in preda alle risa.

Il fidanzato di Akane alzò il volto: i lineamenti contratti sembravano appartenere a una belva feroce ed emise quello che aveva tutta l'aria di essere un miagolio. Santi numi, sembrava essere diventato un gatto a sua volta! Shampoo scese dalla sua spalla e si defilò, probabilmente conscia del pericolo.

Kaori non era davvero preparata alla furia di Ranma-gatto.

Prima saltò sui tavoli, attaccando direttamente il suo maestro e distruggendo il fagotto di stoffa, che si rivelò contenere decine e decine di mutandine e reggiseni. "No, i miei tesori!", piagnucolava il vecchio cercando di riprenderli mentre Ryo faceva un salto altrettanto felino per appropriarsene, profondendosi in esclamazioni entusiaste sul colore, sulla morbidezza e altre idiozie simili. Si beccò una serie di graffi in pieno volto da Ranma ma non fece in tempo ad inveirgli contro che lui era già di fronte a Obaba.

"Sempre il solito problema, vero, futuro marito?". Con un semplice tocco del bastone lo fece letteralmente volare nella loro direzione.

Istintivamente, Kaori si abbassò e il ragazzo atterrò sul bancone. Falcon perse colorito e il testone cominciò a sudargli mentre Ranma miagolava rabbioso inarcando la schiena come se volesse far rizzare il pelo. Il richiamo di Akane e il tonfo di Umibozu che perdeva nuovamente i sensi si udirono nello stesso istante.

Decise che ormai tanto valeva usare quell'acqua prima che si freddasse nuovamente.

La versò sulla gatta rosa che sulle prime le soffiò, poi si lasciò innaffiare docilmente. "Era bollente! E tu chi saresti?", le domandò senza tante cerimonie una bella ragazza dai capelli color lavanda e gli occhi a mandorla.

"Mi chiamo Kaori Makimura", si presentò mentre usava l'acqua rimanente sull'anatra che starnazzava verso Shampoo come chiedendo attenzioni. Non appena il vapore si dissolse, poté vedere un ragazzo moro dai capelli lunghi almeno come quelli della compagna che tanto rincorreva.

"Shampoo!", piagnucolò abbracciandola ermeticamente e facendole cadere la teiera. Si chiese come avesse potuto scambiarla per la cinese.

"Mousse, razza di papera cieca, io sono qui!", sbottò Shampoo colpendolo sulla testa. Immediatamente, il poveretto si staccò da lei solo per andare a stringere appassionatamente una sedia, ripetendo il nome di quella che, ormai ne era certa, era la donna amata.

Un'altra fila di corvi le gracchiò dietro la testa mentre le usciva una risatina isterica. Si voltò di nuovo e vide Akane che chiamava Ranma a gran voce: "Ranma! Qui, micio micio micio".

Oddei, forse invece che di acqua calda aveva bisogno di croccantini per gatti! Soppesò il bricco e scoprì che era rimasta acqua a sufficienza per il porcellino nero; lo vide accucciato in un angolo fissare con occhi sgranati la strana scena di fronte a sé, ma non appena si avvicinò a lui con l'intenzione di bagnarlo quello si ritrasse.

"Oh, probabilmente dopotutto sei davvero un maialino", mormorò vedendolo terrorizzato. L'animaletto annuì e lei gli sorrise, promettendogli che non gli avrebbe svuotato il bricco addosso.

Un momento, da quando i maiali...

"Miaoooooooooooooh!", fece Ranma strappandola alla propria riflessione. Distribuì un'altra buona dose di graffi sulla faccia di Kuno, che l'aveva avvicinato con slancio continuando a chiamarlo 'ragazza col codino', infine fece un salto lunghissimo in direzione di Akane.
Kaori scattò istintivamente verso di lei per proteggerla: il suo fidanzato era fuori di sé, chissà cosa le avrebbe fatto!

Invece, qualche secondo dopo, poté assistere a un'altra scena incredibile: la ragazza con i capelli corti era tranquillamente inginocchiata a terra con Ranma accovacciato sulle ginocchia, e i kami la fulminassero se quelle che stava facendo alla sua fidanzata non erano fusa!

L'ennesimo corvo gigante cadde a pochi centimetri da lei e dall'espressione di stupore sui volti di Ryo e Miki capì che nessuno di loro si aspettava un simile epilogo.

Akane carezzò dolcemente la testa rossa di Ranma e nel giro di pochi minuti il ragazzo fu di nuovo in sé.

***



Non c'era più rispetto per gli anziani! Pensavano forse che ignorandolo se ne sarebbe rimasto buono buono dove si trovava?

Ma neanche per idea!

Al Cat's Eye c'era la bella Miki, ma non poteva avvicinarla per via del gigantesco marito. Non senza che lui se ne accorgesse, per lo meno. Era sempre in guardia e armato, per di più. Anche la donna non scherzava: l'aveva vista girare per il locale con la pistola nei jeans quando si era accorta della sua presenza.
Così, stufo della situazione, aveva deciso di defilarsi discretamente per capire se riusciva a trovare la casa dove abitavano quel Ryo Saeba e la sua socia: dopo che l'affascinante Kaori era scappata via portandosi dietro Ranma e Akane, il suo nuovo amico di reggiseni e mutandine era stato costretto a seguirle ma gli aveva chiesto di rimanere dov'era, visto che teoricamente doveva proteggere quelle due sciagurate proprio da lui.

Certo, come no.

Appena Ryo era uscito dal Cat's Eye l'aveva pedinato di nascosto ma poi... oh, dolce visione! E chi lo sapeva che a Shinjuku avrebbe trovato tante e tali bellezze? E con quali caratterini! Alle sue richieste di prendere un tè insieme, più di una sventola gli aveva affibbiato borsettate o schiaffi, ma lui non si era arreso e alla fine aveva anche trovato un balcone dove erano appesi tanti tesorini. Mai pesca sarebbe stata più grossa di quel giorno... peccato che la momentanea distrazione gli avesse fatto perdere completamente le tracce di Ryo.

Pazienza.

Era tornato al Cat's Eye ma aveva avuto uno... scontro di opinioni col gigante che odiava i gatti e aveva dovuto passare la notte all'addiaccio, cercando invano una finestra o un buco qualsiasi dove intrufolarsi per spiare Miki. Ma la sfortuna lo aveva perseguitato, così di buon mattino si era messo a gironzolare nuovamente per Shinjuku: chi avrebbe mai immaginato che avrebbe incontrato l'intera combriccola di Nerima per strada? Prima Cologne con la nipote e il papero al seguito, quindi quel pivello di Kuno Tatewaki col suo tirapiedi ninja ma senza l'ombra della sua bella sorella. Kami, c'era persino P-chan che si aggirava sperduto!

Avrebbe voluto seminarli, ma correndo correndo erano tornati tutti al punto di partenza. L'unica nota positiva era che, con Shampoo trasformata in gatto, il pelato di nome Umibozu era troppo spaventato per contrastare i suoi approcci con Miki. Aveva udito distrattamente il suo vocione allarmato chiamare qualcuno al telefono e gridare di portarsi via 'tutti gli amici delle vostre clienti, gatto rosa compreso, grazie!', mentre la bella barista lo faceva volare via con una mossa di karate.

Beh, almeno avrebbe rivisto Ryo e si sarebbero potuti scambiare le opinioni sul suo nuovo bottino ma non credeva che si sarebbe portato dietro Kaori, Ranma e Akane.

Erano bastati pochi minuti perché si scatenasse il finimondo.

***



Per Kaori fu come rivivere un flashback del giorno prima, solo che adesso erano in undici al Cat's Eye... più un porcellino nero che si accoccolava beato tra le braccia di Akane.

Ranma aveva un muso lungo che quasi toccava terra e guardava in cagnesco i suoi amici. La storia che le aveva raccontato Akane sul suo fidanzato che si gattizzava a contatto con i felini la faceva ridere e rabbrividire allo stesso tempo: come avrebbe gestito la situazione Miki se la stessa cosa fosse capitata a Umibozu? Cercò di immaginarselo accovacciato sulle sue gambe a fare le fusa, ma scacciò l'idea con decisione.

"Si può sapere cosa ci fate tutti qui?! Come cavolo avete fatto a trovarci?". Sbottò Ranma.

"Beh, io ho fatto delle ricerche per il mio padroncino e...".

"Il mio cuore mi ha guidato fin da voi, mie dolci ragazza col codino e Akane". Kuno interruppe il piccolo ninja posando occhi adoranti su Ranma e la fidanzata.

Ragazza col codino? Di nuovo?

"Ho capito, è colpa di Sasuke. Vecchiaccia, non dirmi che tu eri venuta qui a portarmi le pillole della fenice di tua spontanea volontà, perché non ci credo!".

"A dire il vero l'ho convinta io", intervenne Shampoo, "volevo fartele riavere al più presto". Ora anche la cinese guardava Ranma con sguardo languido. Altro che triangolo amoroso, quello era un dodecagono!

"Certo, a quali condizioni però?", chiese Akane accigliata.

Per l'appunto...

"Non sono fatti tuoi, ragazza violenta!".

"Violenta a chi?".

"Racchia!".

"Smorfiosetta da quattro soldi!".

"Smettetela voi due! Mi dispiace, futuro marito, ma dovrai aspettare il nostro prossimo viaggio in Cina per avere altre pillole della fenice: nella collana che mi hanno rubato c'erano tutte quelle che avevo".

Futuro marito? Quindi la nonna di Shampoo era davvero convinta che un giorno Ranma avrebbe sposato sua nipote.

Bastarono quelle poche parole a far scattare il fidanzato di Akane, che si avventò sulla vecchia gridando minacce. L'ultracentenaria però era velocissima e lo schivava senza problemi saltando sul suo bastone. Durante quel buffo inseguimento, il ragazzo chiamato Kuno si avvinghiò a Ranma chiamandolo di nuovo in quella maniera strana e si beccò una gomitata in faccia.

"Scusa, Akane, ma il tuo amico è innamorato anche di Ranma oltre che di te?", domandò sottovoce.

"Sì, ma solo della sua versione femminile. Non ha mai capito che Ranma e la sua ragazza col codino sono la stessa persona".

"Oh...", fece più confusa di prima: il poligono amoroso si complicava.

Fu un attimo.

Ryo, che prima ascoltava annoiato, si irrigidì al suo fianco e lei percepì subito il pericolo. "Tutti a terra!", urlò il suo socio gettandosi su Akane. Pochi secondi dopo, una raffica di colpi di mitra mandò in frantumi l'intera vetrata del Cat's Eye e decine di pallottole sibilarono a pochi centimetri dalle loro teste. Kaori alzò prudentemente lo sguardo per verificare che fossero tutti fuori della portata di quella pioggia micidiale e fu sollevata nel constatare che avevano eseguito l'ordine di Ryo.

Si udì lo stridere di gomme sull'asfalto e pochi secondi dopo un grosso sasso volò nel locale atterrando vicino al bancone. Ryo corse fuori e Kaori decise di seguirlo. L'auto era già a distanza ragguardevole e il suo socio provò a prendere la mira per sparare alle ruote; ma c'era troppa gente intorno, spaventata e sparsa per la strada, così rinfoderò l'arma e rientrarono.

"State tutti bene?", domandò con aria grave.

Miki e Umibozu riemersero da dietro il bancone, mentre gli altri si guardavano attoniti intorno: neanche loro avevano mai visto gli effetti devastanti delle armi, evidentemente. I loro mondi di arti marziali erano agli antipodi di Shinjuku con la sua malavita e le sue pistole.

Parlottarono tra loro, chiedendosi vicendevolmente se era tutto a posto: Kuno andò subito a controllare i suoi due amori mentre il ninja di nome Sasuke si informava delle condizioni dell'amato padroncino; Shampoo e la nonna si guardavano stralunate, mentre il vecchio maniaco si domandava ad alta voce in quale manicomio fosse finito.

Ryo raccolse il sasso e, mentre lo soppesava in una mano, chiese a Falcon: "Ehi, Lucciolone, che fine hanno fatto i tuoi vetri antiproiettile?".

"Ho dovuto ordinarne di nuovi perché erano pieni di crepe. Hai idea di quanto siano forti le martellate che ti fai dare da Kaori quando sei da queste parti?".

Ops, pensò mentre un corvo gracchiava allegramente dietro la sua testa.

Ryo staccò un foglio di carta dalla pietra, lo lesse e si accigliò. "Che c'è scritto?", domandò Kaori accostandosi.

"Si tratta di un appuntamento. Al porto, questa sera. Rivogliono quel maledetto microchip".

"Ma noi non abbiamo niente del genere!", sbottò Ranma esasperato. "Si può sapere cosa vogliono da noi e chi diavolo sono queste persone?!".

"Ichisake Watanabe, un capo mafia della Yakuza in lotta per il controllo del territorio. Pare che abbiano sperimentato una nuova arma progettata in Corea e abbiano racchiuso tutte le informazioni in un microchip. Il loro contatto viaggiava in incognito sul treno, ieri, e sembra che l'abbia perso a poche fermate dal luogo dell'appuntamento". Saeko Nogami entrò elegantemente nel locale, pestando con grazia i vetri frantumati a terra.

"E tu come le sai tutte queste cose?!", si fece avanti Kaori.

"Parlavamo di questo, poco fa", rispose Ryo per lei, "voleva affibbiarmi l'incarico di scovare Watanabe e la sua banda. Così abbiamo capito subito che, guarda caso, ce l'avevamo proprio a portata di mano".

"Ma allora il vecchio di ieri... ci hanno seguiti fin dall'inizio!". Akane era diventata pallida mentre sembrava ricordare qualcosa.

Ryo le si avvicinò subito: "Cosa è successo ieri?", le domandò.

Akane gli raccontò un episodio avvenuto proprio sul treno di Shinjuku: si trattava di un uomo di una certa età che, con la scusa di aver perso il bastone durante una brusca frenata, le aveva casualmente palpato il fondoschiena.

"Che idea balzana, era solo un vecchio maniaco come ce ne sono altri due qui dentro!", protestò Ranma accennando con lo sguardo al suo maestro e a Ryo.

"Aveva questo aspetto?". Saeko tirò fuori dalla borsetta un foglio, sul quale era stato abbozzato un identikit. Kaori odiava il modo elegante con il quale incedeva nella baraonda del locale distrutto.

O, forse, sono solo terribilmente gelosa...

"Uhm, non ne sono sicura, ma mi pare gli somigli. Sa, non sono stata molto attenta al suo volto visto che dovevo tenere d'occhio dove metteva le mani", rispose Akane.

Ranma le prese il foglio e lo guardò accigliandosi. "Io non dimentico mai la faccia di un maniaco. Sono sicuro che sia lui", dichiarò.

"Bene, allora il mistero di chi vi insegua è risolto, resta solo da scoprire perché credono che voi abbiate il microchip". Saeko rimise in borsa il foglio e guardò Ryo come aspettandosi una risposta da lui.

Il socio rimase per un attimo fermo a guardare Akane, come se riflettesse, poi le si avvicinò posandole le mani sulle spalle. "Piccola Akane, non fraintendere quello che sto per fare", disse prima di accovacciarsi e infilare le dita nelle tasche posteriori dei jeans rosa.

Non ci vide più e in automatico sfoderò il martello, pronta a colpire, ma Ranma fu più lesto: "Come potrebbe non fraintendere, razza di pedofilo! E poi dici che devo fidarmi di te!". Gli saltò direttamente in testa, poi le strappò il martello di mano e lo finì con un colpo invidiabile. La faccia affondò nel pavimento pieno di vetri con un rumore argentino.

"Aya, questo sì che deve fare male!", commentò la cinesina portandosi una mano alla bocca.

"Ranma, mi stava solo guardando nelle tasche!", si lamentò Akane terminando lei stessa la ricerca. Persino il maialino si era avventato sulla cocuzza perversa di Ryo, anche se i suoi saltelli gli stavano probabilmente facendo il solletico: non aveva mai visto un animaletto domestico tanto geloso.

"Certo, proprio le tasche!", ringhiò Ranma sollevando il martello senza sforzo.

Però, anche da ragazza ne ha di forza!

"Akanuccia, se vuoi ti ci guardo io nelle tasche". Happosai si era materializzato al suo fianco e le si era avvinghiato senza tanti complimenti. Akane non ci pensò due volte, prese il martello che il fidanzato ancora brandiva e spiaccicò il vecchio con un grugnito di disgusto.

Anche Akane non scherza coi muscoli!

"Beh, visto che vi è così utile ve lo regalo, io ne ho tanti altri!", disse con una risatina.

La vecchia Obaba saltellò sul suo bastone e andò ad esaminare la sua arma preferita. "Lo trovo un modo molto rozzo di combattere, ma devo ammettere che è efficace".

"Hai ragione, vecchia mummia, dovrei aggiungerlo alla mia collezione di armi nelle maniche", commentò il ragazzo cinese innamorato di Shampoo. Si guadagnò una bastonata dalla signora, che gli intimò di non chiamarla più 'vecchia mummia'.

Armi dalle maniche, questa sì che era una novità! Kaori notò che in effetti la sua lunga casacca bianca aveva delle maniche piuttosto larghe e si chiese quale armamentario potesse nascondere lì dentro. Nel frattempo Ryo si era rialzato e stava sputacchiando frammenti di vetro, la sua faccia da maniaco era piena di ferite.

"Mi spiace, ma il microchip non è nelle mie tasche", annunciò Akane dopo un ultimo controllo.

"Hai guardato nella maglietta?", insisté il maestro lascivo attaccandosi al collo come se non fosse stato appena colpito da trenta tonnellate.

"Non ho tasche nella maglietta!", grugnì Akane ripetendo l'operazione con più forza. Il pavimento si crepò, e Kaori dedusse che forse sarebbe rimasto là sotto per qualche minuto prima di ricominciare a controllarle i vestiti.

Saeko sospirò: "Ryo, quando hai finito di sgranocchiare pezzi di vetro puoi spiegarmi che hai intenzione di fare stanotte?"

"E che ne so? Non ho mai ricevuto tante martellate in ventiquattro ore, la mia capacità di giudizio è seriamente compromessa", si lamentò tastandosi le ferite.

"Non fare la vittima", lo ammonì Kaori, "qui chi ci ha rimesso veramente sono Miki e Falcon".

"Oh, no, tranquilla, Kaori, ci siamo abituati", ribatté allegramente l'amica armandosi di scopa e pattumiera.

Kuno scelse quel momento per alzarsi, sfoderare il suo bokken e dichiarare a voce alta che avrebbe difeso dalla Yakuza sia l'adorata Akane che l'amata ragazza col codino fino alla morte. A lui si aggiunse Shampoo, pronta a difendere il suo 'Lanma', seguita a ruota da Mousse che voleva a sua volta essere certo che non accadesse niente a lei.

Era un gruppo davvero unito, non c'era che dire.

"Non potete fare gli eroi, siete solo dei ragazzini", protestò Ryo alzandosi in piedi e scuotendo la testa per rimuovere i frammenti dai capelli, "ora siete tutti in pericolo, nessuno escluso. Perciò verrete a casa con me e Kaori, quindi decideremo il da farsi". La botta in testa stava cominciando a far ragionare Ryo.

Forse doveva martellarlo più spesso del solito.
   
 
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