Moonlight Talk
Regina ancora non ci
crede. Ancora non si capacita di come sia potuto accadere davvero.
Che sia stato tutto un subdolo inganno di quel Peter Pan? D'altronde,
sono sull'Isola che non c'è, tutto è possibile, anche il raggiro
ben articolato da parte di quel moccioso. Ne ha avuto prova, dunque
perché no?
«Pensierosa, Vostra
Maestà?»
La voce velatamente
ironica di Rumpelstiltskin la riporta alla realtà con un sussulto.
Si volta a guardarlo, incuriosita. Non è da lui chiederle come stia
– non ha usato queste parole, ma conosce il significato di quella
domanda – eppure l'ha appena fatto. Nota che non è più lui da
molto tempo, che è cambiato, forse anche fisicamente. Lo vede più...
vecchio. A gravargli sulle spalle, però, non sono tanto gli
anni, quanto tutto ciò che gli è accaduto nel loro corso.
«No.» risponde la
donna, tornando a fissare la distesa d'acqua scintillante sotto il
chiaro di luna. Non può fare a meno di riflettere che non ha più
visto la luce del sole.
«Mi permetto di
dissentire.» la schernisce ancora l'uomo. Recupera la distanza che
li separa, affiancandola nel guardare il nulla. «Dopo tutto quello
che hai visto, continui a stupirti?»
«Non capisco di cosa tu
stia parlando.»
È fredda, Regina, e non
ricorda da quanto tempo lo stregone riesca a leggere all'interno dei
suoi pensieri così bene. Forse da quando gli ha permesso di darle
lezioni di magia – da quando è diventata quasi ciò che sua
madre voleva che diventasse.
«Bugiarda.»
Sul
volto del folletto compare un ghigno e con quel cambio d'abito le
sembra di avere davvero a che fare con il vecchio bastardo dedito
agli accordi. Sospira, la Regina Cattiva. L'interlocutore sa,
è inutile continuare ad aggirare l'argomento.
Storna
lo sguardo e comincia a parlare, la voce strascicata di una persona
che è stata costretta a cedere una confessione senza un valido
motivo per farlo.
«Non
capisco il perché di quello che è successo.»
Sente
Rumpelstiltskin che sogghigna accanto a sé. Lo osserva attentamente
mentre egli si porta le mani dietro la schiena e le rivolge
un'occhiata che reca tracce di preoccupazione e al contempo tenera
derisione.
«Henry?»
dice, regalandole poi un'espressione così beffarda da farle quasi
montare la rabbia. Sa benissimo che non è questo il motivo delle sue
riflessioni, ma la vuole provocare, la vuole indurre a rivelare tutto
come se fosse una sua spontanea ammissione.
Regina
se ne accorge, ma cede inevitabilmente.
Sei diventata debole.
I sentimenti ti indeboliscono.
La
voce di sua madre le rimbomba nella mente, ma non ha ancora alcuna
voglia di assecondarla. Scuote il capo a scacciare il pensiero,
rendendosi conto con un secondo di ritardo di aver anche risposto
alla domanda dell'essere vicino a sé.
«Perché
si è fidata? Ariel... Si è fidata! Perché, dannazione?» sbuffa e
ringhia quasi nello stesso momento.
Rumpel
ghigna. «Dearie, hai passato un po' troppo tempo con il bel pirata!
Stai diventando scurrile!»
«Siete
tutti pazzi.»
Regina
non intende andare oltre. Quella conversazione per lei si è
protratta anche troppo a lungo. Fa per allontanarsi, per mettersi
seduta da qualche parte, lontana dall'unico membro della compagnia che
le andasse a genio. È anche disposta a tornare nella giungla e farsi
richiamare quando la sirena sarà tornata indietro.
«Dearie,
il tuo è un quesito la cui risposta non è affatto difficile.»
Finge
di non ascoltarlo mentre distende le membra su un tronco tagliato a
qualche passo dalla riva.
«Biancaneve
e il Principe Azzurro non ti hanno insegnato niente in questi anni di
vita insieme, vero?» ride ancora l'uomo. Odia essere presa in giro
da lui, ma sa che se si mettesse a ribattere, perderebbe solo tempo.
Tuttavia, quella strana questione la colpisce.
«Che
vuoi dire?» non si trattiene. Vuole capire.
Stupisce
e non poco quando Rumpelstiltskin gira sui tacchi per piantarle
addosso uno sguardo serio. Ma non è solo questo. Legge rassegnazione
in quegli occhi profondi e un tempo inarrivabili; c'è amarezza,
tanta amarezza, e Regina ha la netta sensazione di aver quasi
compreso il motivo che ha spinto Ariel a fidarsi di due come loro,
due cattivi, senza fare troppe storie. Eppure, c'è anche
un'altra cosa, stavolta in grado di spaventarla: vede speranza.
Ora
non è più sicura di voler sentire dalla bocca di quell'uomo le
ragioni della sirena, ed è certa che anche Rumpel sappia ciò che
Sua Maestà non vuole, proprio per questo non
considererà chiuso quello scambio di frecciatine se non prima di
aver soddisfatto i suoi precedenti desideri.
«Il
Vero Amore può tanto, Regina, se non tutto. Ariel non sa se ha fatto
bene, Dearie, ma non le importa: per lei conta soltanto vederlo di
nuovo, assicurarsi che stia bene. Per ora, vive nell'illusione che le
abbiamo detto la verità. Ha bisogno di credere che sia così.»
Regina
non sa se a stringerle il cuore sia stato il discorso in sé,
l'ovvietà della risposta o il fatto che, nel dirlo, Rumpelstiltskin
abbia guardato la luna. Le nasce appena un sorriso di bonario scherno
nel pensare che ciò sia dovuto alla romantica speranza che anche la
sua Belle la stia guardando.
Ben
presto, però, lo scherno si tramuta in mera nostalgia, nostalgia di
qualcosa che la donna ha perso per ben due volte. Daniel ormai non
può più guardare la luna, ma l'uomo con il leone tatuato sul
braccio forse sì - ma non è lì con lei.
La
consapevolezza che sta rischiando di perdere anche la terza occasione che il destino ha voluto concederle è più
raggelante di ogni cosa, le genera un brivido che le corre sulla
colonna vertebrale, irrigidendola nell'avanzare. Sull'Isola che
non c'è sta combattendo contro la possibilità che il suo piccolo Henry venga ucciso da Pan.
È ancora vivo, lo sente, lo crede – una madre lo sa –, ma
potrebbe non essere più così, e di punto in bianco.
È un
attimo ed anche Regina si ritrova a fissare la luce soffusa di quella
sfera.
«Come
si chiama il Principe?» chiede Rumpel d'improvviso, strappandola di
nuovo dalla sua mente.
«Quale
Principe?»
«Ma
quello di Ariel, Dearie!»
«Eric.»
Rumpel
arriccia il naso. «Troppo corto. Sa di principino servito e riverito
che vive di rendita.»
Il
commento assurdo le fa inarcare le sopracciglia. «Fammi capire... Il
nome corto ti fa dire che è un damerino, in parole povere?»
«Esattamente,
Dearie!»
Regina
si concede qualche secondo per realizzare che l'ha detto davvero.
Quindi capisce: il mago sentimentale ed innamorato della sua
principessa ribelle deve tornare ad essere il folletto che non
conosce la pietà, almeno finché non sarà più necessario; deve
essere pronto anche ad ammazzare, senza pensarci due volte, uno di
quei Bimbi Sperduti, se vuole salvare la vita di suo nipote. Non può
permettersi smancerie, non adesso.
Con
questo modo di fare, inconsapevolmente – forse –, sta
aiutando anche lei.
La
donna piega le labbra in quella che somiglia più ad una
smorfia che ad un sorriso, quindi la Regina Cattiva
ironizza:«E Rumpelstiltskin cosa dovrebbe suggerirmi? Un
bastardo che gode nel far soffrire il prossimo con accordi
palesemente ingiusti, con fregature dietro ogni angolo?»
Trattiene
una risata quando lo vede portarsi una mano al petto, mentre la bocca
gli si apre in un muto grido di sorpresa, come se l'avesse colto
nell'atto di commettere un crimine.
«Dearie,
non solo il pirata ti ha messa in ginocchio, ma anche la carissima
Mary Margaret con la sua logorrea!» esclama sarcastico, simulando
uno shock sul volto. «Avrei riassunto con un parola, Dearie:
bestia.»
Si
scambiano un'occhiata divertita, prima di spostare la loro
concentrazione sul mare: Ariel potrebbe tornare da un momento
all'altro e non sarebbe corretto farsi trovare impreparati.
Hanno un accordo da
rispettare.
Angolo
dell'Autrice: Salve a
tutti voi che siete arrivati fin qui, ed anche a chi non ci arrivato!
:D
Ho
scritto questa OS di getto, riflettendo sul comportamento di Ariel
che, inizialmente, mi era sembrato un po' strano: avrei immaginato
più ritrosie da parte sua nell'accettare un accordo con ben due
personalità di discutibile morale – ciò non mi impedisce di amare
sia Regina che Rumpel! –. Ho notato che nella serie non si è
approfondito molto questo aspetto (anche perché, se si mettessero a
dare spiegazioni lunghe e contorte su tutte le malefatte di Regina e
sulle sensazioni di chi le ha subite, farebbero una sceneggiatura a
parte :P), dunque ho immaginato che anche la Evil Queen si sia posta
l'interrogativo. Questo è il risultato! :D
Spero
che vi sia piaciuta questa piccola FF senza alcuna pretesa! Se
volete, fatemi sapere cosa ne pensate! :*
Un
bacione e un ringraziamento a tutti quelli che leggeranno, che
recensiranno, che inseriranno la storia in una raccolta!
Ciao
ciao! <3
Julie_Julia