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Autore: Menade Danzante    19/07/2014    4 recensioni
[OS ambientata nel post 3x06]
Ben presto, però, lo scherno si tramuta in mera nostalgia, nostalgia di qualcosa che la donna ha perso per ben due volte. Daniel ormai non può più guardare la luna, ma l'uomo con il leone tatuato sul braccio forse sì - ma non è lì con lei.
La consapevolezza che sta rischiando di perdere anche la terza occasione che il destino ha voluto concederle è più raggelante di ogni cosa, le genera un brivido che le corre sulla colonna vertebrale, irrigidendola nell'avanzare. Sull'Isola che non c'è sta combattendo contro la possibilità che il suo piccolo Henry venga ucciso da Pan. È ancora vivo, lo sente, lo crede – una madre lo sa –, ma potrebbe non essere più così, e di punto in bianco.
È un attimo ed anche Regina si ritrova a fissare la luce soffusa di quella sfera.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Regina Mills, Signor Gold/Tremotino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Moonlight Talk

Moonlight Talk




Regina ancora non ci crede. Ancora non si capacita di come sia potuto accadere davvero. Che sia stato tutto un subdolo inganno di quel Peter Pan? D'altronde, sono sull'Isola che non c'è, tutto è possibile, anche il raggiro ben articolato da parte di quel moccioso. Ne ha avuto prova, dunque perché no?
«Pensierosa, Vostra Maestà?»
La voce velatamente ironica di Rumpelstiltskin la riporta alla realtà con un sussulto. Si volta a guardarlo, incuriosita. Non è da lui chiederle come stia – non ha usato queste parole, ma conosce il significato di quella domanda – eppure l'ha appena fatto. Nota che non è più lui da molto tempo, che è cambiato, forse anche fisicamente. Lo vede più... vecchio. A gravargli sulle spalle, però, non sono tanto gli anni, quanto tutto ciò che gli è accaduto nel loro corso.
«No.» risponde la donna, tornando a fissare la distesa d'acqua scintillante sotto il chiaro di luna. Non può fare a meno di riflettere che non ha più visto la luce del sole.
«Mi permetto di dissentire.» la schernisce ancora l'uomo. Recupera la distanza che li separa, affiancandola nel guardare il nulla. «Dopo tutto quello che hai visto, continui a stupirti?»
«Non capisco di cosa tu stia parlando.»
È fredda, Regina, e non ricorda da quanto tempo lo stregone riesca a leggere all'interno dei suoi pensieri così bene. Forse da quando gli ha permesso di darle lezioni di magia – da quando è diventata quasi ciò che sua madre voleva che diventasse.
«Bugiarda.»
Sul volto del folletto compare un ghigno e con quel cambio d'abito le sembra di avere davvero a che fare con il vecchio bastardo dedito agli accordi. Sospira, la Regina Cattiva. L'interlocutore sa, è inutile continuare ad aggirare l'argomento.
Storna lo sguardo e comincia a parlare, la voce strascicata di una persona che è stata costretta a cedere una confessione senza un valido motivo per farlo.
«Non capisco il perché di quello che è successo.»
Sente Rumpelstiltskin che sogghigna accanto a sé. Lo osserva attentamente mentre egli si porta le mani dietro la schiena e le rivolge un'occhiata che reca tracce di preoccupazione e al contempo tenera derisione.
«Henry?» dice, regalandole poi un'espressione così beffarda da farle quasi montare la rabbia. Sa benissimo che non è questo il motivo delle sue riflessioni, ma la vuole provocare, la vuole indurre a rivelare tutto come se fosse una sua spontanea ammissione.
Regina se ne accorge, ma cede inevitabilmente.
Sei diventata debole. I sentimenti ti indeboliscono.
La voce di sua madre le rimbomba nella mente, ma non ha ancora alcuna voglia di assecondarla. Scuote il capo a scacciare il pensiero, rendendosi conto con un secondo di ritardo di aver anche risposto alla domanda dell'essere vicino a sé.
«Perché si è fidata? Ariel... Si è fidata! Perché, dannazione?» sbuffa e ringhia quasi nello stesso momento.
Rumpel ghigna. «Dearie, hai passato un po' troppo tempo con il bel pirata! Stai diventando scurrile!»
«Siete tutti pazzi.»
Regina non intende andare oltre. Quella conversazione per lei si è protratta anche troppo a lungo. Fa per allontanarsi, per mettersi seduta da qualche parte, lontana dall'unico membro della compagnia che le andasse a genio. È anche disposta a tornare nella giungla e farsi richiamare quando la sirena sarà tornata indietro.
«Dearie, il tuo è un quesito la cui risposta non è affatto difficile.»
Finge di non ascoltarlo mentre distende le membra su un tronco tagliato a qualche passo dalla riva.
«Biancaneve e il Principe Azzurro non ti hanno insegnato niente in questi anni di vita insieme, vero?» ride ancora l'uomo. Odia essere presa in giro da lui, ma sa che se si mettesse a ribattere, perderebbe solo tempo. Tuttavia, quella strana questione la colpisce.
«Che vuoi dire?» non si trattiene. Vuole capire.
Stupisce e non poco quando Rumpelstiltskin gira sui tacchi per piantarle addosso uno sguardo serio. Ma non è solo questo. Legge rassegnazione in quegli occhi profondi e un tempo inarrivabili; c'è amarezza, tanta amarezza, e Regina ha la netta sensazione di aver quasi compreso il motivo che ha spinto Ariel a fidarsi di due come loro, due cattivi, senza fare troppe storie. Eppure, c'è anche un'altra cosa, stavolta in grado di spaventarla: vede speranza.
Ora non è più sicura di voler sentire dalla bocca di quell'uomo le ragioni della sirena, ed è certa che anche Rumpel sappia ciò che Sua Maestà non vuole, proprio per questo non considererà chiuso quello scambio di frecciatine se non prima di aver soddisfatto i suoi precedenti desideri.
«Il Vero Amore può tanto, Regina, se non tutto. Ariel non sa se ha fatto bene, Dearie, ma non le importa: per lei conta soltanto vederlo di nuovo, assicurarsi che stia bene. Per ora, vive nell'illusione che le abbiamo detto la verità. Ha bisogno di credere che sia così.»
Regina non sa se a stringerle il cuore sia stato il discorso in sé, l'ovvietà della risposta o il fatto che, nel dirlo, Rumpelstiltskin abbia guardato la luna. Le nasce appena un sorriso di bonario scherno nel pensare che ciò sia dovuto alla romantica speranza che anche la sua Belle la stia guardando.
Ben presto, però, lo scherno si tramuta in mera nostalgia, nostalgia di qualcosa che la donna ha perso per ben due volte. Daniel ormai non può più guardare la luna, ma l'uomo con il leone tatuato sul braccio forse sì - ma non è lì con lei.
La consapevolezza che sta rischiando di perdere anche la terza occasione che il destino ha voluto concederle è più raggelante di ogni cosa, le genera un brivido che le corre sulla colonna vertebrale, irrigidendola nell'avanzare. Sull'Isola che non c'è sta combattendo contro la possibilità che il suo piccolo Henry venga ucciso da Pan. È ancora vivo, lo sente, lo crede – una madre lo sa –, ma potrebbe non essere più così, e di punto in bianco.
È un attimo ed anche Regina si ritrova a fissare la luce soffusa di quella sfera.
«Come si chiama il Principe?» chiede Rumpel d'improvviso, strappandola di nuovo dalla sua mente.
«Quale Principe?»
«Ma quello di Ariel, Dearie!»
«Eric.»
Rumpel arriccia il naso. «Troppo corto. Sa di principino servito e riverito che vive di rendita.»
Il commento assurdo le fa inarcare le sopracciglia. «Fammi capire... Il nome corto ti fa dire che è un damerino, in parole povere?»
«Esattamente, Dearie!»
Regina si concede qualche secondo per realizzare che l'ha detto davvero. Quindi capisce: il mago sentimentale ed innamorato della sua principessa ribelle deve tornare ad essere il folletto che non conosce la pietà, almeno finché non sarà più necessario; deve essere pronto anche ad ammazzare, senza pensarci due volte, uno di quei Bimbi Sperduti, se vuole salvare la vita di suo nipote. Non può permettersi smancerie, non adesso.
Con questo modo di fare, inconsapevolmente – forse –, sta aiutando anche lei.
La donna piega le labbra in quella che somiglia più ad una smorfia che ad un sorriso, quindi la Regina Cattiva ironizza:«E Rumpelstiltskin cosa dovrebbe suggerirmi? Un bastardo che gode nel far soffrire il prossimo con accordi palesemente ingiusti, con fregature dietro ogni angolo?»
Trattiene una risata quando lo vede portarsi una mano al petto, mentre la bocca gli si apre in un muto grido di sorpresa, come se l'avesse colto nell'atto di commettere un crimine.
«Dearie, non solo il pirata ti ha messa in ginocchio, ma anche la carissima Mary Margaret con la sua logorrea!» esclama sarcastico, simulando uno shock sul volto. «Avrei riassunto con un parola, Dearie: bestia
Si scambiano un'occhiata divertita, prima di spostare la loro concentrazione sul mare: Ariel potrebbe tornare da un momento all'altro e non sarebbe corretto farsi trovare impreparati.


Hanno un accordo da rispettare.






Angolo dell'Autrice: Salve a tutti voi che siete arrivati fin qui, ed anche a chi non ci arrivato! :D
Ho scritto questa OS di getto, riflettendo sul comportamento di Ariel che, inizialmente, mi era sembrato un po' strano: avrei immaginato più ritrosie da parte sua nell'accettare un accordo con ben due personalità di discutibile morale – ciò non mi impedisce di amare sia Regina che Rumpel! –. Ho notato che nella serie non si è approfondito molto questo aspetto (anche perché, se si mettessero a dare spiegazioni lunghe e contorte su tutte le malefatte di Regina e sulle sensazioni di chi le ha subite, farebbero una sceneggiatura a parte :P), dunque ho immaginato che anche la Evil Queen si sia posta l'interrogativo. Questo è il risultato! :D
Spero che vi sia piaciuta questa piccola FF senza alcuna pretesa! Se volete, fatemi sapere cosa ne pensate! :*
Un bacione e un ringraziamento a tutti quelli che leggeranno, che recensiranno, che inseriranno la storia in una raccolta!
Ciao ciao! <3

Julie_Julia

   
 
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