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Autore: Rechelon    19/07/2014    1 recensioni
Piccolo esperimento, non so come sarà ma ci ho provato. Hope you enjoy..
-Mi dispiace calpestare il suo ego da primadonna signor Leto, ma se essere echelon vuol dire non avere un cuore, preferisco non esserlo.-
Un cuore spezzato e tre uomini che cercheranno di rimettere insieme i pezzi, come faranno?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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1. PROLOGO


Il giorno più brutto della mia vita. Il mio primo Meet&Greet andato a puttane, e dire che ero veramente emozionata, non vedevo l’ora di vederli, anche senza di Shannon sarebbe stato abbastanza. Ma non è stato così bello come si immaginava, le voci di altri echelon cominciavano a girare “state attenti, Jared e Tomo sono su di giri, trattano male chiunque” ma io non ci credevo,o meglio, non volevo crederci. Non avevo più nessuno davanti a me, il cuore a mille, sudavo freddo, le mani che tremavano. Un passo dopo l’altro ero davanti ai miei idoli, ai miei eroi, stavo pensando a qualcosa di intelligente da dire quando una voce mi riportò alla realtà.
-Allora, ti muovi?- Jared si stava scaldando, non pensavo fosse un tipo così suscettibile, ma forse aveva ragione, c’era ancora tanta fila e forse non voleva perdere tempo inutilmente.
-S-sì scusa.. stavo cercando qualcosa di giusto da dirvi, ma un grazie penso vada bene- tirai fuori quelle parole tutte d’un fiato, concludendo con un sorriso imbarazzato e mettendomi tra i due. Poi mi venne in mente una posa originale per la foto. -pensavo.. potreste..-
-Senti, non siamo i tuoi pupazzi ok? è solo una cazzo di foto, ci vuole tanto a fare un fottuto sorriso e andartene?- mi sentii crollare dentro, non facevo Tomo un tipo così, l’avevo immaginato dolce e comprensivo, un tipo a cui piace stare al gioco. sussurrò qualcosa di cui colsi solo alcune parole a Jared, lui di rimando rispose con un “Gesù cristo..” accompagnato da un lungo sospiro. Era troppo. in un istante i miei sogni andarono in frantumi. scappai via, più veloce che potevo, non avevo bisogno di sentire altro.
-Des, che succede? hey, perchè piangi?- Matt mi venne incontro abbracciandomi. Des è il diminutivo di Desdemona, un nome che non mi piace per niente e che non si addice ad una nata ad Amsterdam. Piansi tra le sue braccia, siamo amici da sempre e gli sono davvero grata per non avermi mai abbandonato.
-Sono degli stronzi Matty, sono degli stronzi.- dopo avergli raccontato ogni cosa andammo a goderci il mio primo ed ultimo concerto dei Mars.
Ora sono qui a concerto finito da quasi tre ore seduta per terra con Matt in un silenzio abissale.
-vuoi una sigaretta?- chiedo a Matt prima di accendermene una io.
-Des, sai che non fumo, e non dovresti farlo nemmeno te-  dice girandosi verso di me.
-comprometterebbe la mia carriera da atleta- faccio, imitando la sua voce per prenderlo in giro ed evitando la seconda parte della frase.
-vedo che un po’ di senso d’umorismo ti è rimasto.-
-bisogna rinascere Matt, qualsiasi cosa accada, come qualche anno fa, ricordi?- faccio l’ultimo tiro di sigaretta e la spengo a terra.
-vieni qui.- mi racchiude tra le sue braccia come fa quando c’è qualcosa che mi rende triste poi inizia a slacciarmi il ciondolo con la triad che avevo appeso al collo.
-bisogna lasciarsi le cose alle spalle delle volte..- continua slacciandomi tutti i braccialetti collegati in qualche modo ai mars. -soprattutto se ci rendono tristi, la vita è così, le cose vanno e vengono..- mi sposta una ciocca di capelli dietro l’orecchio -e noi dobbiamo essere forti, noi saremo forti insieme.- mi bacia sulla guancia fermando il corso di una lacrima a cui avevo concesso di uscire e mi riabbraccia con più forza di prima come a farmi capire che lui ci sarà sempre per me.
-su andiamo, la notte è giovane- mi dice con il suo solito sorriso che incanterebbe chiunque. mi fermo a guardare la mia triad e i miei braccialetti a terra, ne vale sul serio la pena? subito mi do una risposta, certo che sì, è ora di cambiare. mi giro verso di lui e afferro la sua mano incamminandomi per il bar più vicino.
Una voce già sentita interrompe quel silenzio che non aveva niente di pesante, quel silenzio che bastava per riempire le bocche e far stare in pace chiunque.
-Non dimentichi nulla?- subito mi giro e rimango basita; un Jared semi-incazzato mi fissa a braccia conserte. Decido di rispondere a modo mio, dopotutto lui ha spezzato il mio cuore.
-mh, fammi pensare… mh no, credo di no.- dico sorridendo, non gliela darò vinta. intanto Matt mi stringe il braccio per farmi capire di non esagerare.
-Un vero Echelon non abbandonerebbe mai la sua band così.- dice cambiando tonalità di voce, ora sembra più schifato dalla mia reazione di poco fa.
-Mi dispiace calpestare il suo ego da primadonna signor Leto, ma se essere echelon vuol dire non avere un cuore, preferisco non esserlo- dico arrangiando un sorriso.
-qual è il tuo nome?- cambia discorso lui avvicinandosi di qualche metro.
-Desdemona. é un satellite del pianeta Uranio, una figura shakespeariana.. carino no?- decido di non dare peso a questa conversazione senza senso, sto parlando con uno sconosciuto che salta da un argomento all’altro disconnettendo il discorso, che importanza ha?
-Desdemona, l’Echelon che veniva da Uranio- conclude lui fissando punto dietro di me con lo sguardo perso
- addio Leto, che tu possa avere una bella compagnia stanotte.- finisco di dire io girandomi e prendendo la mia strada al fianco di Matt, che era restato fino ad ora dietro di me ed in silenzio.
-Aspetta, ti devo una foto- dice alzando il tono di voce per farsi sentire
-Nel cesso la butto la foto- ribatto con cattiveria non girandomi nemmeno. Sento il suo ego strisciare e baciarmi i piedi. Ho vinto io Leto, anche se tu hai spezzato il mio cuore.
  
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