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Autore: Marlowe    19/07/2014    7 recensioni
Dopo la battaglia ad Idris, Clary si risveglia in una cella buia e fredda. Non sa chi l'ha portata lì, né il perché. L'unica cosa che sa è che Jace è morto. Più tardi scoprirà che il suo carceriere è Jonathan, suo fratello. Il ragazzo è deciso a farsi amare da lei a costo di utilizzare trucchi e inganni.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern
Note: What if? | Avvertimenti: Incest
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CAPITOLO 2


 

CLARY


 

Non so cosa sia peggio, essere rinchiusi in una cella al buio e al freddo, o essere rinchiusi in una cella al buio e al freddo ed annoiarsi a morte.
Il ragazzo mascherato non si era più fatto vedere. Quanto era passato, un giorno? Un’ora? Senza luce o altri riferimenti era difficile calcolare il tempo trascorso. Sapevo solo di quanti stramaledetti mattoncini in pietra era formata questa cella. Sì, per la disperazione mi ero messa a contarli, più e più volte.
Non sono mai stata una persona paziente, non avevo nemmeno un angolino dove dormire, caspita nei libri e nei film nelle prigioni c’è sempre un letto dove il detenuto può disperarsi in santa pace. Possibile che ero talmente sfortunata da non avere nemmeno quello?
In più avevo fame, non mangiavo niente da … dal giorno della morte di Jace.
Se era davvero mio padre il mio carceriere gli avrei spiegato come si trattano i figli! Spietato assassino e pazzo ma almeno un pezzo di pane al sangue del tuo sangue potresti darlo no?
Ormai avevo ripreso sensibilità persino alle gambe, non che avessi molto spazio per passeggiare o altro, ma almeno avevo tentato di tirare qualche calcio alla porta. Niente, era di legno massiccio e non si muoveva di un millimetro.
La porta della cella si aprì ed entrò di nuovo, penso almeno, il ragazzo con un vassoio in mano.
Lo mollò a terra e se ne andò di nuovo, non una parola, niente di niente. Mi sarei sicuramente lamentata del servizio.
Sul vassoio c’era del pane, una minestra e una strana bevanda rosa. Mi dovevo fidare? Non pensavo fosse cibo avvelenato, se mi volevano morta che senso aveva tenermi lì tutto quel tempo, curarmi e poi rifilarmi della minestra condita al cianuro? Nessuno vero? Sicura della mia teoria mi tuffai sul cibo. Era tutto delizioso, come se avesse cucinato uno chef, la bevanda rosa aveva un sapore strano ma la bevvi fino all’ultima goccia, avevo così sete.
Finalmente con lo stomaco pieno cercai di nuovo qualcosa da fare. E se usavo il cucchiaio da minestra per forzare la porta? No, idea stupida e irrealizzabile. Potevo dare in testa il vassoio al mio aguzzino prendendolo di sorpresa … potevo nascondermi dietro la porta in modo che quando l’aprisse, non vedendomi nella stanza, sarebbe entrato e bam un colpo secco che l’avrebbe steso.
Bel piano! Rimaneva solo un punto fondamentale, non sapevo quando arrivava, non potevo sentire i suoi passi e soprattutto dubitavo di riuscire a tramortirlo con un semplice vassoio d’alluminio.
Alla fine non mi resi conto degli occhi che si chiudevano, piano piano scivolai in un mondo senza sogni.


 

Quando mi svegliai niente era cambiato, stessa cella, stessa situazione. Dovevo andare assolutamente in bagno, non sapevo fin’ora com’ero riuscita a resistere ma ormai non riuscivo più a trattenerla … e a dirla tutta iniziavo a puzzare.
Oltre al servizio scadente alle mie lamentele avrei aggiunto la mancanza di igiene per i detenuti.
Iniziai a battere i pugni contro la porta, facendomi male, urlavo e chiamavo a gran voce qualsiasi persona fosse a portata d’ orecchio.
Strillai talmente forte che alla fine Mr incappucciato venne ad aprirmi.
- Era ora, devo andare in bagno.
Mi afferrò per un braccio e mi trascinò in fondo al corridoio. Aprì una porta e mi ritrovai in un orribile bagno. Era stato sicuramente usato da altri prigionieri, questo mi portò a domandarmi quanta gente ci fosse rinchiusa in quel posto, c’erano anche i miei amici?
Era sporco, mi veniva un conato di vomito ad afferrare la maniglia della porta, figuriamoci nel sedermi sulla tazza del gabinetto! Ma il mio caro carceriere mi spinse dentro e con un gesto delle mani mi esortò a muovermi.
Ok Clary ce la puoi fare, preferisci espletare i tuoi bisogni e darti una sciacquata o farti venire una cistite? È triste dirlo ma la cistite vinse con un largo margine di maggioranza.
Solo che il tizio dietro di me mi spinse ancora, che maleducato, e non potei più cambiare idea, solo che non accennava ad andarsene! Non potevo mica fare pipì davanti a lui!
- Ehm te ne vai?
Negò con la testa.
- Non ci riesco con qualcuno che mi guarda.
Sollevò le spalle come per dire problema tuo non mio.
- Almeno puoi girarti?
Lo sentii sbuffare ma mi accontentò.
Mi avvicinai a quello schifo di coso e feci quello che dovevo fare con la faccia rossa fino alle orecchie, mai mi ero sentita così in imbarazzo!
- Ho finito.
Lui, continuo a pensare che fosse un uomo, non la pensava allo stesso modo. Mi condusse a una parete con le docce e con un gesto mi fece capire che dovevo lavarmi.
- Non ci penso proprio, non con te che mi guardi, preferisco avere una comunità di pidocchi in testa piuttosto che rimanere nuda davanti a un perfetto estraneo.
E soprattutto che mi lavavo a fare se poi non avevo niente di pulito da mettermi?
Ho per caso già detto che trovo questo essere assolutamente irritante? No vero? Perché non solo non mi permise di andarmene per tornare nella mia meravigliosa dependance buia e umida, ma si mise davanti alla porta, appoggiato con la schiena, incrociò le gambe e di nuovo a gesti mi indicò di lavarmi.
E ora? Che faccio? Mi dovevo sul serio spogliare?
Magari potevo lavarmi con ancora addosso i vestiti. Aprii l’acqua e fui colpita immediatamente da un getto caldo, pensavo che così andasse bene ma il pugno sbattuto contro la porta indicava che Mr non ti farò mai vedere la mia faccia, non era soddisfatto.
Mi si avvicinò a grandi passi e mi strattonò la maglia che avevo addosso per sfilarmela.
- Va bene ho capito, mi spoglio.
Tutto soddisfatto se ne tornò davanti alla porta e si godette il mio super frettoloso spogliarello.
Nessuno mi aveva mai visto nuda, non che ci fosse molto da vedere secondo me, non avevo poi tutte queste curve, ma era comunque imbarazzante.
Mi passai velocemente il sapone su tutta la pelle, sentivo gli occhi di quell’essere che mi ispezionavano ogni centimetro del mio corpo, fortunatamente rimase sempre al suo posto. Non avevo mai fatto una doccia così rapida in vita mia! Presi un asciugamano, miracolosamente pulito e me lo avvolsi intorno al corpo, e ora?
Da sotto il mantello tirò fuori della biancheria e una tuta pulita e le indossai, come faceva a sapere la mia taglia? Ma era comunque bello indossare qualcosa di fresco e profumato.
Fui riportata nuovamente nella mia cella e lasciata sola.
Dovevo assolutamente escogitare un modo per fuggire, con la coda dell’occhio un altro vassoio con del cibo … e questa volta c’erano forchetta e coltello … bene!

 




JONATHAN


 

Se essere sadici vuol dire godere dell’imbarazzo della propria sorella in un momento sconveniente allora ero sadico.
Le avevo portato da mangiare una minestra cucinata dal mio cuoco e una pozione rilassante. Non potevo più tracciarle rune calmanti addosso, mi dava fastidio il dover rovinare quella bella pelle bianca con delle cicatrici e poi la pozione riusciva a rilassarle i nervi e conteneva le sostante nutritive utili per non farla deperire in cella.
Forse Sebastian aveva ragione a darmi del pervertito, non è normale desiderare la propria sorella in quel modo, ma guardarla mentre faceva la doccia era stato divertente. Mi aveva dato l’illusione di una sorta d’intimità che non avevo mai sperimentato. Mio padre non era esattamente l’uomo più affettuoso del mondo, non con me almeno. Il suo prediletto era Jace, lui così dolce, così perfetto, con quegli occhioni color ambra. Quante volte mi ero sentito inferiore a lui? Tante! Eppure io ero il più forte, io ero invincibile, lui aveva il cuore debole, un animo gentile, allora perché mio padre preferiva lui?
Aveva anche cercato di portarlo dalla nostra parte e quello smidollato ci era anche cascato per un momento finchè non era arrivata Clary. Buffo come una ragazzina indifesa possedesse una tale forza d’animo. Era incorruttibile, aveva riportato Jace indietro con lei, l’aveva convinto a fare la cosa giusta, e dire che Valentine sosteneva sempre che i sentimenti rendessero deboli, forse aveva ragione, in fondo sia lui che il suo figlio prediletto erano morti.
L’avevo visto abbracciarlo mentre lo uccideva, gli si era spezzato il cuore, invece non provava niente nel sacrificare Clary, sangue del suo sangue.
L’avevo salvata io mia sorella, se non fosse per me in questo momento sarebbe morta.




Dopo il combattimento con Jace, dopo che ero rimasto privo di vita per alcuni istanti, avevo seguito il ragazzo e avevo osservato la scena da una collina sopra il lago.
Clary era a terra vicino al cerchio dell’evocazione, immobile, paralizzata dalle rune. Nostro padre la sbeffeggiava, le diceva che l’odiava. Come si poteva odiare una creatura luminosa e bella come lei?
Poi era sopraggiunto Jace, l’impavido paladino della giustizia. Si era subito preoccupato delle condizioni di mia sorella, si era arrabbiato e si era sentito tradito. Ancora non aveva capito chi era davvero mio padre? Nonostante tutto provava affetto per quel mostro? Iniziarono a combattere, spada contro spada ma Valentine era mille volte più forte e non ci mise molto ad ucciderlo. Avevo visto l’espressione di dolore di mia sorella, non poteva nemmeno urlare o raggiungere il suo amore ormai perduto. Valentine invece se lo coccolava nel suo abbraccio, io non ero mai stato soggetto del suo affetto. Per un momento l’invidia che provavo verso quel ragazzo mi rese felice, morto lui io sarei diventato il prediletto.
Ma mio padre era deciso ad evocare l’angelo Raziel sacrificando Clary. Non poteva usare il sangue del ragazzo? No vero? Preferiva uccidere la sua vera figlia piuttosto che sacrificare Jace. Ma io non potevo permettere che andasse così, mia sorella aveva perso i sensi, così non vide niente di quello che successe. Mi avvicinai di soppiatto e con una spada angelica lo uccisi prima che completasse il rito, si girò stupefatto e quando mi vide parve scioccato. Non se lo aspettava vero?
- Jonathan perché?
Estrassi la spada dal corpo di mio padre, il sangue scorreva a fiotti.
- Ho smesso di essere il tuo burattino padre.
Gli diedi le spalle e mi avvicinai al corpo inerme di Clary, sciolsi le rune che la legavano al suolo e la presi fra le mie braccia, un peso leggero da portare.
- Lo hai fatto per lei? Hai tradito tuo padre per lei?
Mi volsi a guardarlo un ultima volta.
- L’ho fatto per me, sono sicuro che adesso hai capito cosa vuol dire preferire qualcun altro vero? Muori in pace Valentine Morgensten.
E me ne andai.
Successivamente raggiunsi il palazzo dei Morgensten e iniziai a curare Clary. Non aveva ferite gravi, ma era stata intossicata dall’acqua e le rune tracciate da mio padre avevano indebolito il suo fisico.
L’avevo rinchiusa in una cella, era al sicuro laggiù, al sicuro da me. Non ero ancora bravo a controllare i sentimenti che mi provocava.





Raggiunsi Sebastian in cucina. Come al solito si stava ingozzando di cibo. Ma come faceva a mangiare così tanto e a non ingrassare di un etto?
- Ehi amico! Vuoi qualcosa da mangiare?
- No grazie non ho fame.
- Come vuoi, allora come sta la piccoletta?
Scrollai le spalle.
- Bene, l’ho portata a darsi una ripulita.
- Non l’avrei portata nel bagno dei sotterranei vero? Sono orribili! Nemmeno uno squadrone di domestici armati di uno sgrassatore iper potente riuscirebbe a pulire quel posto. Povera, inizia a farmi pena.
- Come sei esagerato, per un prigioniero vanno più che bene.
- Quindi lei è una prigioniera? Pensavo fosso più un’ospite.
- E infatti è un ospite.
- Ma sta in una cella.
- Già
- Non ha senso lo sai vero?
- Si che ne ha solo che non capisci. Comunque è anche vero che non può rimanere lì per sempre, ma non ho idea di come reagirebbe alla mia vista.
- Suvvia, sei pur sempre suo fratello, magari la prende meglio del previsto!
- L’ultima volta che mi ha visto ho picchiato il suo fidanzatino, il suo amico vampiro e ucciso un tizio a servizio di nostro padre che conosceva. Dubito che farebbe i salti di gioia sapendo che il suo aguzzino sono io, poi sa anche che sono morto, le farei venire un infarto.
- Come la fai tragica, farebbe un po’ di storie ma poi si calmerebbe. E’ una ragazzina dopotutto, che vuoi che faccia?
- Tu non la conosci, non è si arrende mai, non sai che storie che ha fatto per fare la doccia in mia presenza! Ancora un po’ è mi cacciava in gola il sapone.
Sebastian mi fissava con gli occhi fuori dalle orbite.
- Scusa, credo di non aver capito … hai costretto tua sorella a lavarsi davanti a te?
- Non rimanere indietro Seb, insomma come faccio a convincerla che sono una brava persona?
- Le brave persone non guardano la propria sorella che si lava! Per forza ti voleva strozzare con il sapone. Devi conquistarti la sua fiducia, farle capire che non sei così spietato e cattivo come invece ti piace mostrarti.
Lo guardai dubbioso, io ero cattivo e spietato, come facevo a dimostrarle qualcosa che in realtà non ero?
- Senti parliamoci chiaro, so che ti piace Clary, da quando ti conosco non ti ho mai visto così preso per qualcuno. Inizia a tirarla fuori dalla prigioni, portala in giro, falla stare bene e pian piano lei inizierà a volerti bene.
- Pian piano? Ho già aspettato diciassette anni!
- Piantala di fare il bambino, non puoi pretendere che lei si dimentichi del suo ragazzo e tutto a un tratto inizi ad amare te, che tra l’altro sei suo fratello. Le stai proponendo una cosa immorale sotto tutti i punti di vista.
- Che sciocchezza, nell’antichità ci si sposava fra fratelli e non c’era niente di strano.
- Ma ora non è più così. Non fare le cose di fretta, segui i miei consigli per una volta.
Sbuffai, sapevo che aveva ragione ma non ero esattamente la persona più paziente del mondo.
- E va bene.
Feci per andarmene dalla cucina quando la voce del mio amico mi richiamò indietro.
- Si può sapere ora dove vai?
- Vado a tirarla fuori di lì no?
E speriamo vada tutto bene.

 

ANGOLINO DI MARLOWE

Salve gente e buon weekend! Tutto bene? Ma passiamo al capitolo. La povera Clary si annoia a morte, insomma non è divertente essere rinchiusi in una cella senza niente da fare, per di più se il tuo perfido ( e coccoloso) fratello ti costringe a fare una doccia davanti a lui le cose vanno ancora peggio no? Jonathan ha spiegato in che modo è morto Valentine, un padre così amorevole meritava di essere ucciso da quel poverino che ha persino frustato no?! Se il nostro caro protagonista ha sto caratteraccio la colpa è tutta del padre! Chissà come reagirà Clary quando vedrà il fratello, voi che dite? Si mette a dare di matto? Le viene un infarto? Cerca di ucciderlo con le sue piccole e delicate manine? Sviene, batte la testa e le viene un'amnesia? Sono aperte le scommesse! Recensite renderete un'autrice felice! ( funziona se vi dico che lunedì è il mio compleanno???)
Kiss
Mar

 

  
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