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Autore: Beatit    19/07/2014    0 recensioni
"C’era una volta tanto tempo fa una vecchia [...] viveva in una piccola casa improvvisata che si affacciava sul mare. Quel mare … restava ore a fissarlo, sembrava che con gli occhi aspettasse qualcosa o qualcuno."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C’era una volta tanto tempo fa una vecchia piuttosto minuta, anche malaticcia a sentir parlare il paese, certo a sentir parlare il paese era scappata anche da un manicomio, a sentir parlare il paese aveva ucciso suo marito, a sentir parlare il paese quella vecchia era un diavolo con le rughe che Dio aveva punito togliendole l’uso della parola.
Viveva sola, in una piccola casa improvvisata che si affacciava sul mare. Quel mare … restava ore a fissarlo, sembrava che con gli occhi aspettasse qualcosa o qualcuno, restava lì nei giorni in cui il caldo torrido le imperlava di sudore la fronte, restava lì anche quando lampi tuoni e piogge torrenziali animavano il cielo inzuppandole i suoi vecchi e lerci vestiti, come se l’importante non fosse ripararsi dai malumori del tempo, come se l’unica cosa che contasse fosse trovarsi lì sempre e comunque.
Molti pensavano che sarebbe morta così, fissando quel mare che tanto adorava, aspettando qualcuno che non sarebbe mai arrivato, asfissiata da un caldo rovente o congelata da un freddo glaciale.
La vera storia della vecchia che fissava il mare, già vecchia, perché neanche il nome conoscevano, nessuno conosceva niente di lei, tutti ne avevano paura o ribrezzo e chi non ne aveva paura o non si macchiava di ignobili appellativi per descriverla, la ignorava.
La vera storia della vecchia che fissava il mare.
Nessuno conosceva il suo nome.
Un giorno una bambina le si avvicinò, sapeva benissimo quel che in paese si diceva di lei, eppure non ne aveva paura, anzi ne era affascinata, così decise di sedersi accanto, rimanere in silenzio ed aspettare insieme.
 Ogni pomeriggio per circa cinque anni quella bambina, diventata ormai ragazza, continuò ad andare da quella vecchia signora, finchè un giorno non decise di rompere il silenzio.
<<Non ho mai creduto a ciò che la gente diceva sugli altri, ho cercato di non costruire la mia vita su pregiudizi e falsità, ho dato sempre tempo agli altri di farsi conoscere, ho sempre voluto conoscere. E poi quel mio grande difetto di non arrendermi mai. Fidati di me, io continuerò ad esserci>>.
Il giorno seguente, la sedia su cui sedeva la vecchia signora era vuota.
Nessuno ne ritrovò il corpo, pensavano fosse stato mangiato dagli uccelli o che il mare l’avesse finalmente portata via con sé. Solo congetture, perché come la sua vita così la sua scomparsa era avvolta dal mistero.
La ragazza pianse per quella vecchia che non aveva avuto un nome, non aveva avuto una storia, non aveva una vita.
 
Chi sono io?
Il mio nome è gridato dai bambini, è sussurato dai ragazzi, è ignorato dagli adulti.
La mia storia è la vostra storia. La mia vita, le vostre esperienze. La mia morte, la vostra indifferenza.
Il mio riposo, la vostra lotta.
Lottate per quelle persone che vi amano e anche per quelle che non lo fanno, impareranno da voi.
Lottate per gli altri per poter lottare per voi stessi, vi ritroverete a lottare insieme.
E se un giorno vi sentirete soli, aspettate che il sole risorga, lo fa sempre.  
Chi sono io?
Io sono risate e lacrime, sono parole e silenzi, sono follia, sono certezza.
Prima o poi qualcuno vi dirà:<< Fidati di me, io continuerò ad esserci>>.
Chi sono io?
Guardati affiac
o.
 
P.S Disastro, per te io continuerò ad esserci sempre.
  
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