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Autore: Nacchan Bei Fong    19/07/2014    2 recensioni
"Centinaia di migliaia di odori
sembravano non valere più nulla
di fronte a quest'unico odore.
Questo solo era il principio superiore
secondo il quale si dovevano classificare gli altri profumi.
Era la pura bellezza".
[Cit. Patrick Suskind, Il Profumo]
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Toph, Zuko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Il profumo
Ambientazione: Post finale della serie
Personaggi: Toph, Zuko
Coppia: Toko
Note: Allora, lo so che avrei dovuto scrivere il seguito di "Dirty Talking", ma non ho resistito.
Ho deciso di mettere il rating giallo, anche se ho ancora qualche dubbio... il massimo che c'è è qualche allusione, però il contesto potrebbe sembrare vagamente erotico... se ritenete che il rating debba essere alzato ad arancione fatemelo sapere.
Che dire, l'ispirazione mi è venuta dopo aver visto il film "Profumo - storia di un assassino", anche se la trama del film non c'entra nulla con quella della fanfic.
Inoltre, le citazioni tra le virgolette sono tutte tratte dal romanzo che ha ispirato il film, cioè Il Profumo di Patrick Suskind.
Che altro dire, spero vi piaccia ^^
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Zuko si svegliò.
Sbatté lievemente le palpebre, più volte, facendo vibrare le ciglia, le quali produssero un suono veloce e leggero, come uno sfarfallio.
Contrasse i muscoli; prima quelli delle braccia, poi delle gambe, infine quelli del petto, risvegliandoli dal torpore notturno.
Faticò più del dovuto a realizzare dove si trovasse. Con lentezza si abituò alla luce che filtrava dalle finestre della sua stanza, illuminando l'ambiente.
Riuscì a prendere realmente coscienza dell'aver abbandonato il mondo dei sogni solamente dopo aver visto una selvaggia massa di capelli arruffati adagiati vicino a lui.
Scosse la testa, lasciandosi sfuggire un piccolo sorriso divertito.
Conosceva fin troppo bene la persona alla quale apparteneva quella chioma, per questo era sicuro che avrebbe continuato a ritrovarsi quella visione ogni mattina.


Toph non si sarebbe mai comportata come una signora. Nonostante avesse dei meravigliosi capelli corvini, non si preoccupava certo di renderli lisci, morbidi e setosi; li lavava solo quando necessario, lasciandoli asciugare al sole, senza mai pettinarli, in modo che si increspassero ed annodassero naturalmente. Senza poi contare che, dopo poco tempo, ritornavano coperti da una sottile patina di polvere e terra.
 
Quello era solo uno dei comportamenti grezzi della sua compagna, ma non sarebbe mai riuscito a criticarla.
Dopotutto, era pazzo di lei.
 
La ragazza stava ancora dormendo profondamente; era abbracciata al cuscino,in posizione supina, mentre produceva qualche verso di troppo con il naso e con la bocca.
Il Signore del Fuoco dovette ammettere che, in quella circostanza, sembrava proprio una bambina, nonostante fosse perfettamente a conoscenza del contrario.
 
Cominciò ad accarezzarle una spalla con il dorso della mano, stando bene attento a non svegliarla.
Voleva poterla ammirarla così, come fosse un'opera d'arte, in quiete ed in silenzio, senza rischiare di ricevere qualche battutina canzonatoria.
 
In quell'istante, Zuko si domandò come avrebbe fatto, se fosse stato anche lui cieco.
Toph certo non lo dava a mostrare, ma quella sua caratteristica era comunque un piccolo impedimento, più che altro psicologico, nel suo caso.
E il ragazzo si sentì tremare pensando che non avrebbe potuto più guardarla, se anche lui non avesse il dono della vista.
Provò ad immedesimarsi nella sua amata.
Gli aveva sempre detto che lei era in grado di utilizzare il suo dominio... ma lui era un dominatore del fuoco; non avrebbe certo potuto ricorrere a quella tattica.
In quella circostanza, non gli interessava del combattimento, ma solo del poterla vedere.
E cominciò a ragionare. In quale altro modo avrebbe potuto percepirla?
 
Sicuramente con l'udito. Certo non sarebbe stato difficile, essendo lei piuttosto rumorosa; parlava molto, eccome, ed era piuttosto brusca nei movimenti.
Però, in quel contesto, mentre dormiva, non si sarebbe potuto basare molto sull'udito. Certo, poteva sentire il rumore delle sue gambe contro il lenzuolo, oppure il suo lieve russare... ma nient'altro.
 
Un altro senso utilizzabile era il tatto.
E sicuramente Zuko l'aveva toccata, sia semplicemente con un'affettuosa carezza, sia in modi ben più approfonditi.
E non riuscì a non sentirsi piuttosto in imbarazzo, pensandoci.
Certo, però, il tatto aveva bisogno di una sorta di permesso. Nonostante fossero ormai intimi, non si sarebbe mai permesso di toccarla mentre era addormentata, tranne per qualche gesto dolce.
E se l'avesse voluta percepire avrebbe sicuramente dovuto fare qualcosa di più.
 
Stessa cosa valeva per il gusto.
Certo, qualche bacio andava bene, ma non gli sembrava esattamente da gentiluomo mettersi a leccarla mentre lei era nelle braccia di Morfeo.
No, decisamente.
 
Rimaneva solo l'olfatto.
Lì per lì, anch'esso non gli sembrò una buona ipotesi, immaginandosi di doversi mettere ad annusarla come un segugio davanti ad una preda.
Pensandoci bene, però, era l'idea migliore. Dopotutto, avrebbe potuto sentire l'odore della sua pelle anche senza attaccarsi con il naso, inoltre avrebbe potuto avere una percezione complessiva senza dover sentire ogni singolo lembo della sua pelle, almeno per il momento.
Inoltre, l'olfatto era il senso a cui meno si affidava; era naturale, istintivo, stimolato in ogni momento, senza il vero e proprio bisogno di concentrarsi.
 
A furia di fare quei pensieri, una forte curiosità aveva cominciato ad invaderlo.
Nonostante sicuramente conoscesse l'odore di Toph, non l'aveva mai portato a coscienza.
Ci avrebbe messo poco, solo il tempo di poter provare quella nuova sensazione...
 
Avvicinò il viso all'incavo del suo collo, stando sempre attento a rimanere alla giusta distanza per non disturbarla.
Chiuse gli occhi, inspirando a pieni polmoni.


E, nel giro di qualche istante, si rese conto che quel corpo non solo odorava. Profumava.
 
 
 
"Stava quasi male
per l'eccitazione"
 
 
 
Certo, non era un profumo qualsiasi. Altri, forse, avrebbero anche potuto trovarlo troppo forte, quasi sgradevole, ma per lui no.
Tutti i sensi si risvegliarono quando quell'odore entrò nelle sue narici, e dovette concentrarsi per non perdere lucidità, e per non rimanere invischiato in qualche pensiero troppo sconveniente, almeno per la situazione.
 
 
"Qui si concentrò, si fermò e annusò.
Eccolo. Lo teneva stretto"
 
 
Da quella pelle provenivano aromi così contrastanti, ma allo stesso tempo in perfetta armonia tra loro.
Non si trattava di fragranze artificiali, bensì di odori veri, autentici, naturali, ormai perennemente impregnati in quella carne.


"Tentò di ricordare qualcosa
che gli si potesse paragonare,

e dovette scartare tutti i paragoni"
 
 
 
Dovette fare appello a tutta la sua memoria per riuscire ad associare i vari aromi.
Sicuramente, un lieve odore di terra. Era quasi scontato, in effetti; la terra era il suo elemento, la sua stessa essenza. Però era una terra buona, accogliente e fresca; a doverla immaginare, la sua mente dipingeva una distesa di terreno fertile, di zolle smosse prima dell'aratura...
Ma c'erano altre fragranze.
Concentrandosi, gli sembrò di percepire un odore di the.
Non era un'ipotesi assurda; dopotutto Toph aveva passato parecchio tempo nel negozio di suo zio Iroh, a Ba Sing Se, e probabilmente la sua pelle aveva assorbito l'aroma delle bevande.
Di quale the si trattasse però, Zuko non riuscì a comprenderlo.
C'era anche un altro odore, più acre, ma che su di lei non era sgradevole.
Si trattava di un leggero odore di traspirazione della pelle, dovuto probabilmente al calore della notte, oppure ad altre attività alle quali si erano dedicati insieme.
Per questo non era un odore sgradevole; era un odore di vita, di emozioni, di gesti.
 
 
 
"L'insieme di tutte queste componenti
dava un profumo così ricco,

così equilibrato,
così affascinante,
che tutto ciò che aveva annusato
 fino ad allora
in fatto di profumi,
d'un tratto divenne puro nonsenso"
 
 
Ma c'era anche qualche altro odore. Erano odori caldi, quasi bruciati.
Odori forti, piccanti.
Si accorse che erano gli odori del fuoco, delle fiamme scoppiettanti.
E quell'odore l'aveva preso da lui.
Sorrise, nel sapere che anche la sua pelle esprimeva che era sua e, a rigor di logica, anche lui avrebbe dovuto profumare di terra.
Poggiò un breve bacio sulla guancia di Toph, benedicendosi per aver avuto quell'idea.
L'aveva percepita in un modo totalmente differente, ed era stato meraviglioso.
 
 
 
 
"Centinaia di migliaia di odori
sembravano non valere più nulla

di fronte a quest'unico odore.
Questo solo era il principio superiore
secondo il quale si dovevano classificare gli altri profumi.
Era la pura bellezza".
   
 
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