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Autore: Naky94    19/07/2014    3 recensioni
Dalla storia "Sul set di Star Trek 3 si aggira un uomo.
Veste un completo scuro, con giacca e pantalone coordinati e un panama bianco calato sugli occhi.
Guarda tutto con attenzione: le ricostruzioni di alcune stanze dell’Enterprise, i tecnici affaccendati, costumisti e truccatori che corrono di qua e di là.
Si bea della confusione di una produzione in pieno fermento.
Un piccolo sorriso, velato di nostalgia e ricordi, gli si apre sul viso."
[Christopher Pine] [Zachary Quinto] [Karl Urban] [Leonard Nimoy] [Sorpresa] (Chris Pine/Zach Quinto)
Genere: Generale, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Quanto di seguito narrato non corrisponde affatto al vero. Le vite degli attori citati non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro.
Pace e Amore, buona lettura!

 

 
Un giorno sul Set

 

 

 
Sul set di Star Trek 3 si aggira un uomo.
Veste un completo scuro, con giacca e pantalone coordinati e un panama bianco calato sugli occhi.
Guarda tutto con attenzione: le ricostruzioni di alcune stanze dell’Enterprise, i tecnici affaccendati, costumisti e truccatori che corrono di qua e di là.
Si bea della confusione di una produzione in pieno fermento.
Un piccolo sorriso, velato di nostalgia e ricordi, gli si apre sul viso.
Ci ha pensato molto, prima di prendere la decisione che lo ha condotto su quel particolare set.
Anni fa, si era ripromesso che mai più sarebbe tornato. Ma poi, la curiosità e, soprattutto, l’insistenza di un certo suo amico lo hanno convinto a tentare una visita.
Almeno per un ultima volta.
L’uomo si sistema il cappello, così che nessuno lo possa riconoscere.
Continua il suo giro e si stupisce che nessuno venga a fermare un perfetto sconosciuto che si aggira indisturbato.
Ma forse, questo, gli fa piacere.
Perché da quando ha messo piede lì, in mezzo a tutto quel trambusto pieno di vita, si è sentito come rinascere. Catapultato indietro nei tempo, quando ancora era giovane e nel pieno degli anni.
Ora, fuori di lì, si sente sfiorito. Quasi potesse sentirlo quel senso di inevitabile che lo sta chiamando a sé.
Ma oggi, non ha tempo di dedicarsi a pensieri così foschi. Deve ancora incontrare tante persone. Deve conoscere il nuovo gruppo di attori, e soprattutto deve trovare il suo amico e dirgli che sì, aveva ragione quando gli diceva che andare lì gli avrebbe fatto bene.
L’uomo col panama bianco cammina ancora un po’, tenta di avvicinarsi ai camerini ma viene fermato da un tecnico.
“Mi scusi signore, quella zona è vietata ai non addetti ai lavori. Posso chiamarle qualcuno?” si offre, gentilmente, il ragazzo.
Lo sconosciuto ci pensa qualche attimo, poi si decide.
Porta un dito della mano destra ad alzare il panama che gli da quell’aria da boss mafioso degli anni 50.
Il tecnico segue attentamente le azioni dell’uomo e quando, finalmente, il cappello viene alzato, il ragazzo rimane senza parole.
Sa perfettamente chi è quell’uomo, ora non più sconosciuto, ma lo stupore di trovarselo lì è talmente tanto che il respiro si mozza in gola al tecnico.
“In effetti –inizia l’uomo col panama- potrebbe chiamarmi Leonard Nimoy? Grazie” ed accompagna il tutto con un sorriso gioioso.
“Lei... lei... lei è...” il tecnico balbetta, vorrebbe riuscire a finire la frase, ma lo stupore glielo impedisce.
“Si, sono io”. L’uomo continua a sorridere, ora leggermente intenerito dalla reazione del ragazzo che ha davanti.
Sapeva che sarebbe successo e dopo tutto quel tempo passato fuori dalla luce dei riflettori, sapere di essere ancora così amato lo turba e lo inorgoglisce.
“Vado... vado a chiamarle il sig. Nimoy. Lei rimanga qui, signore, la prego”. Il tecnico sparisce, correndo ai camerini.
L’uomo col panama bianco, non può fare altro che aspettare che il suo amico lo raggiunga.
Sorride, felice di essere lì e aspetta che quel viaggio nel tempo continui.

 

 

٭  ٭  ٭

 

 
Christopher Pine è disteso sul divanetto del suo camerino.
Ad occhi chiusi, cerca di rilassarsi. La sera precedente ha dormito poco e male. Qualcosa, un presentimento, ha guastato il suo sonno, impedendogli il meritato riposo.
Ora, sebbene non voglia e non possa dormire, vuole almeno tentare di alleviare i nervi.
Nello stesso camerino, Karl e Zachary ripassano la parte, bisbigliando.
I due mori, sanno che Chris non sta dormendo ma, lo stesso, preferiscono mantenere quel tono di voce per non disturbarlo troppo.
Chris si bea della gentilezza dei due amici. Ha sempre adorato rilassarsi ascoltando le loro voci. Soprattutto quella di Zach.
Quinto ha una voce talmente calda e suadente fa fare da calmante naturale.
Purtroppo per loro, la calma del momento viene interrotta dal vociare soffuso che viene fuori dalla porta.
Inizialmente i tre attori non vi danno peso, ma quando sentono un boato espandersi per l’aria, Karl decide di andare a vedere cosa succede.
Chris apre gli occhi e si gira a guardare verso la porta.
Prima che la sua attenzione si catalizzi sull’amico in maglia blu, Chris non può fare a meno di soffermarsi su Zach.
Indossa ancora i suoi usuali pantaloni neri e il maglioncino in lana nera, che lo fanno sembrare uno di quegli attori shakespeariani che interpretano le opere del bardo d’Inghilterra nelle nuove trasposizioni.
Ma questo a Chris non importa, perché quei vestiti mettono bene in risalto il corpo statuario di Zachary e questo al biondo basta.
“Si può sapere che sta succedendo?” le urla di Karl, riscuotono il biondo, che finalmente si convince a spostare l’attenzione sull’amico alla porta.
Yelchin si avvicina alla porta e con aria allucinata, guardando Urban, urla.
“William Shatner è sul set. Dovete assolutamente venire, correte!” per poi sparire oltre la loro porta. 
Karl si gira verso gli amici e li guarda per qualche minuto. Tutti sono rimasti paralizzati dalla notizia.
Nessuno si aspettava una visita del genere.
“Bhe, che aspettiamo? Andiamo, no?” esordisce Urban, già curioso di fare quell’insperato incontro.
Zachary annuisce col capo e poi si alza dalla poltroncina per andare verso la porta.
“Chris?” chiede Karl, incuriosito dal prolungato silenzio del biondo.
“Il... Il Capitano è sul set.” La voce di Chris esce in un rantolo spezzato.
Il ragazzo è sconvolto. Indubbiamente è felice della notizia di star per incontrare il suo idolo. Ma, allo stesso tempo, è terrorizzato da quest’ incontro.
Terrorizzato di fare brutta figura, o di non essere all’altezza agli occhi di quell’uomo che così tanto ammira.
“Io... io... credo che non... andate avanti voi, io vi raggiungo fra un attimo.” Dice Chris, la voce chiaramente rotta dal panico.
“Oh amico, non mi dirai che hai paura di quell’uomo?” lo prende in giro Karl, cercando di alleviare la tensione che percepisce emanare l’amico.
“Non è un semplice uomo, Karl” scandisce con astio il biondo, alzandosi repentinamente dal divano su cui era ancora seduto.
“E’ IL Capitano, e io.... io non...” le parole gli si mozzano in gola e la paura lo sommerge.
 “Karl, tu vai. Ci penso io qui”. Zachary, che fino a quel momento aveva seguito la discussione impassibile, cerca di mediare fra i due amici.
Urban lancia un’occhiata al moro, già sapendo che se c’è qualcuno che può fare calmare Chris, quello è proprio Quinto.
“E va bene. Vi lascio soli.” E così dicendo esce dal camerino.
Una volta rimasto solo con Pine, Zach va a sedersi sul divanetto sul quale precedentemente era stato sdraiato Chris.
Lo guarda per qualche attimo e poi decide di iniziare a parlare.
“Chris, siediti dai” e picchietta con la mano sul posto accanto a lui.
Il biondo non se lo fa ripetere due volte; si siede, sconfortato e abbandona le spalle sullo schienale del divano.
“Allora, qual è il problema?” chiede Quinto con voce calma.
“E’ che... Shatner è sempre stato il mio idolo, fin da piccolo. Ed ora che è qui, a pochi metri da me, ho paura. Paura che io possa non essere abbastanza per interpretare Kirk. Paura che lui mi possa ritenere non adatto a ricoprire quel ruolo. Infondo è lui il Capitano e ne sa molto più di me sul come essere il giusto Kirk.” Il viso del giovane si vela di tristezza. L’opportunità che Shatner possa non approvare il suo lavoro, lo terrorizza a tal punto da farlo dubitare di quanto fin ora fatto nei film precedenti.
E dire che i trekker non lo hanno poi così disprezzato. Almeno, non tutti.
Zach rimane qualche attimo a pensare, deve trovare il modo migliore per arginare l’attacco di panico del compagno. Poi, dopo interminabili minuti di silenzio, riprende.
“Sai che questo non è un reboot nel vero senso della parola, ma più un universo alternativo; vero Chris?”. Il biondo annuisce, pur non capendo dove voglia andare a parare l’amico.
“In quanto universo alternativo, ci sono delle differenze su cui potresti far leva per creare una tua versione personale di Jim Kirk. E nessuno potrebbe dirti niente.”
Far ragionare Chris, delle volte, per Zach non è per niente facile, ma generalmente gli esempi giovano allo scopo.
“Prendi ad esempio la storia personale dei vostri Kirk. Il tuo è orfano di padre, il suo no. Questa è un enorme differenza su cui si potrebbe far leva. Gli sceneggiatori non ci hanno ancora pensato, ma tu dovresti farlo. Non siete la stessa persona e lui questo lo sa benissimo. Non credo che un uomo intelligente come lui possa farti questo tipo di problemi.” Zach finisce la sua spiegazione con un sorriso intenerito verso il compagno.
Delle volte lo vede come un piccolo cucciolo indifeso e dubbioso di cui prendersi cura.
“Le differenze...” sussurra Chris meditabondo.
“Come Spock che se ne va in giro a limonare con Uhura?” chiede, gettando uno sguardo malizioso al compagno.
Zachary ride, divertito dal fatto che di tutto il discorso che ha appena fatto, Chris sia stato attirato da una cosa futile come la relazione fra Spock e Nyota.
Però questo vuol dire che, se riesce a fare dell’ironia, Chris si è calmato.
“Già, proprio così” concede il moro, prima di lasciare un bacio sulla tempia al biondo.
“E ora andiamo, William Shatner ci aspetta” sorride Zach, per poi voltarsi verso il compagno e porgergli la mano per aiutarlo ad alzarsi.
Chris guarda la mano davanti a lui qualche attimo, per poi prenderla e seguire Zach fuori dal camerino.
Prima di arrivare al grande studio, dove tutti sono radunati, Chris sussurra al compagno.
“Tu non lasciarmi mai, ti prego”.
Il sorriso sul volto di Zach e la stretta alla mano che si chiude leggermente di più sono le uniche risposte che il biondo riceve.

 

 

٭  ٭  ٭

 

 Quando Karl arriva sul set, trova esattamente quello che si aspettava.
C’è un capannello di gente che accerchia Shatner. L’attore, ormai riconosciuto, dispensa placidi sorridi e brevi frasi di circostanza con chiunque gli rivolga la parola.
Mentirebbe Urban se dicesse che non teme affatto quell’incontro. Tutti lì dentro hanno visto tutte le serie di Star Trek e sanno quanto il primo cast sia stato importante e straordinario in quello che hanno fatto.
Soprattutto se si considera che erano gli anni sessanta, che giravano per la televisione e che gli effetti speciali erano ancora molto rudimentali.
Star Trek, insieme all’inglese Doctor Who, è stato un pioniere del genere fantascientifico e ci si può solamente chiedere cosa non sarebbero riusciti a fare se solo avessero avuto gli effetti speciali sviluppati come al giorno d’oggi.
Probabilmente, considerando anche la notevole inventiva degli sceneggiatori negli anni settanta, avrebbero creato delle meraviglie televisive, più di quanto non abbiano fatto in realtà.
Per questi e per altri motivi, Karl non può affatto dirsi del tutto tranquillo, ma di sicuro non è impaurito ed emozionato come lo sarebbe stato se avesse potuto incontrare Kelley.
Lì si che gli sarebbero tremate le gambe.
Un po’ si dispiace di non aver potuto incontrare quello che, a tutti gli effetti, è il suo punto di riferimento, ma è anche felice di poter parlare con Nimoy e di assistere ai suoi racconti sui giorni passati a girare insieme.
Karl si fa largo fra la folla di gente e quando finalmente riesce a catturare l’attenzione di William, dopo essersi presentato, gli dice.
“E’ un piacere fare la sua conoscenza, signor Shatner.”
Will stringe con gioia la mano al ragazzo. La prima volta che lo aveva visto in divisa blu e nera, era rimasto particolarmente sorpreso nel constatare quanto somigliasse al suo compianto amico.
Aveva fatto non poca fatica nel ricacciare quell’attacco di nostalgia ma dopo esserci riuscito aveva continuato con la visione dei film, insieme a Leonard.
“Oh, chiamami Will, ragazzo. Non mi piacciono le cerimonie!” gli sorride incoraggiante.
“Bene, Will” concede Urban.
“Da quel che mi hanno detto, tu devi essere la parte razionale del gruppo. Dove sono gli altri due?” chiede Will con curiosità.
“Oh li devi perdonare, sono dei ritardatari cronici. Vedrai che spunteranno da un momento all’altro.” Karl scherza, ma i suoi occhi si fanno scappare un lampo di furbizia.
Shatner capta subito quel piccolo guizzo negli occhi del moro e capisce che c’è ancora qualcosa che non sa.
“Non siamo dei ritardatari. Sta zitto, Karl”. La voce gioiosa di Chris preannuncia il suo arrivo.
Entra in sala ancora tenendo per mano Zach e questo non sfugge né ad Urban né a Shatner.
Per l’attore più anziano è quasi una gioia vedere che ora, certi atteggiamenti, non devono essere più nascosti agli occhi del “grande pubblico”.
Sorride benevolo ai due ragazzi che gli si presentano.
“Signore -inizia Chris volevo invitarla a rimanere per le riprese. Mi piacerebbe molto avere un suo parere.” Pine sorride, aspettando la risposta dell’attore.
Shatner non sa cosa rispondere. La curiosità la fa da padrona, in quel momento, ma non vuole neanche risvegliare i ricordi. Sa che poi non sarebbe capace di ricacciarli. Non senza aiuto.
Però la curiosità riesce a vincere la paura, così si ritrova ad accettare la proposta del ragazzo.
Chris, concento della risposta ricevuta, lascia Zach a parlare con Will e si avvicina ad Urban.
“Non è meraviglioso? Ci seguirà nelle riprese!”. I suoi occhi brillano di felicità e Karl non può che esserne contento. Contento per il suo amico e che sia riuscito a superare l’attacco di panico.
“Quanta esuberanza! Quasi non sembri lo stesso che dieci minuti fa mi urlava dietro. Ma che ti ha detto l’elfo?” scherza il moro, per poi accennare con la testa a Zachary.
“Oh lo sai, il solito” cerca di minimizzare Pine, ma l’affetto per il compagno traspare chiaramente dai suoi occhi quando si gira a guardarlo.
“Sapevo che prima o poi avresti deciso di farci visita”. Leonard Nimoy entra della sala con passo sicuro e un sorriso gioioso sulle labbra.
Non è in abiti di scena, perché questa volta si dedicherà solo alla sceneggiatura. Ma nonostante questo, per i presenti vedere Shatner e Nimoy a distanza di pochi metri è un esperienza incredibile. “Tu mi conosci meglio di tutti Len, sapevi che sarei venuto. Fin dal primo momento che me lo hai chiesto.” Shatner sorride, prima di avvicinarsi all’amico e abbracciarlo.
Tutta la gente lì intorno guarda intenerita la scena finché i due non si separano e Nimoy richiama l’attenzione di tutti.
“Ora è meglio andare a girare o non finiremo mai.”

 

 

٭  ٭  ٭ 

 

 
E’ da un’ora che sono fermi sulla stessa scena.
Avranno fatto almeno una trentina di ciack, ma non riescono mai a completarla.
Chris continua a dimenticare le parole.
In verità non è neanche una scena complicata. Sono in plancia e il capitano deve dare una serie di comandi per far dirigere la nave verso un determinato pianeta.
Pine non deve ricordare neanche troppe battute, ma ugualmente ogni ciack arriva un punto in cui si blocca.
E’ sempre lo stesso. Appena si siede alla poltrona del capitano, non può impedirsi di lanciare un occhiata a Shatner e questo gli fa scappare le parole di bocca.
Sì, perché Will ha quello sguardo perso nel nulla che fa credere al ragazzo che abbia sbagliato qualcosa.
Inizialmente ha anche chiesto all’attore cosa stesse sbagliando, ma lui, a parte consigliargli di stare un poco più calmo, gli aveva detto che andava tutto bene.
Così avevano riprovato, ma immancabilmente l’espressione di Shatner non cambiava.
Quello che Chris non sapeva, era che quello specifico set aveva risvegliato tutti i ricordi sepolti dell’attore. E ora Will non poteva far altro che navigarci in mezzo, alla ricerca di un posto che gli era appartenuto ma che aveva deciso, consapevolmente, di abbandonare.
“E’ chiaro che con questa scena non andremo avanti per oggi. Dieci minuti di pausa a tutti, riprenderemo con la prossima.” Il regista si decide a concedere una pausa e tutti tirano un respiro, lieti della pausa.
Chris non riesce a gioire della pausa. E’ frustrato perché non riesce a capire perché sbaglia e in cosa lo fa.
Si lascia ricadere pesantemente sulla sedia e si guarda le mani, corrucciato.
“Io non credo che sia colpa tua. Credo ci sia qualcosa che non va in lui”. Il biondo alza lo sguardo per ritrovare Zachary, o forse dovrebbe dire Spock, fermo accanto alla sedia.
“Lo penso pure io, ma non riesco a capire che problema ci sia!”, Pine concorda col compagno e porta lo sguardo sull’attore seduto in fondo al set che, ancora perso nei suoi ricordi, non si è accorto della pausa.
“Vieni con me, forse ho avuto un idea!” il moro si allontana verso Shatner e Chris, curioso, lo segue diligentemente.
Arrivati davanti Will, Zach comincia a parlare.
“Signore, che ne dice di sedersi qualche attimo lei sulla sedia del Capitano?”.
Pine non aspetta neanche che l’attore risponda, prende parola anche lui, perché ha capito l’idea del moro.
“Si, signore. Vada lei a sedersi. In memoria dei vecchi tempi” e poi sorride, sperando che William possa dargli ascolto.
L’uomo guarda i due ragazzi con sguardo sconcertato e stupito. Non sa come abbiano fatto a capire ma di sicuro non andrà a sedersi su quella sedia. Sarebbe troppo doloroso.
“Will, perché non gli dai ascolto?” Nimoy, con la sua solita aria serafica si aggiunge alle suppliche dei due ragazzi.
“Questo è giocare sporco, Len!” gli fa presente Will. Il moro sa che non è capace di dirgli di no.
Seppur restio all’idea di farlo, William Shatner si alza dalla sedia che gli hanno fatto avere e va a sedersi sulla poltrona del capitano.
Sul set cala il silenzio. Il momento è carico di emozione da ambo le parti. Lo è per le persone che vedono Kirk sedersi sulla poltrona di comando dell’Enterprise, dopo così tanto tempo.
E lo è per Will che appena tocca il morbido velluto della sedia sente gli anni che velocemente lo abbandonano.
In un attimo si ritrova trentenne, circondato dai suoi più cari amici, su un set completamente diverso. Più rudimentale, ma pieno di ricordi disseminati qua e là.
Una piccola lacrima scappa dall’occhio destro dell’attore. Lacrima che prontamente viene asciugata da una mano.
Leonard si avvicina all’amico e compagno e va a stringergli una spalla per infondergli forza e coraggio.
Tutti guardano la scena cercando di memorizzare ogni singolo dettaglio. Ogni cosa, il più piccolo movimento o la più semplice parola che quei due si scambiano sa di prezioso ed irrecuperabile.
“Molti trekker pagherebbero oro per vedere questa scena.” Karl cerca di spezzare la tensione del momento, ma nonostante questo, tutti sanno che ha ragione.
Fin da quando Nimoy è apparso nel primo film del reboot, i fan di Star Trek hanno chiesto che anche Shatner apparisse. Ma l’attore è sempre stato restio a farlo.
Non è più il suo tempo, è questo che pensa.
Meglio lasciare il campo ai giovani.
“Ma nessuno, tranne i presenti, deve esserne messo al corrente. Capito dottore?”.
La battuta finale di Will fa ridere tutto l’uditorio, ma le sue parole hanno un che di definitivo che convince tutti a non protestare.

 

 

٭  ٭  ٭

 

 

 
E’ sera ormai e tutto il cast si è spostato in un ristorante per una cena in allegria.
Shatner non sa se essere felice che quella gita fra i ricordi stia per finire o triste nel non poter ripetere l’esperienza anche il giorno seguente.
Per il momento si gode la cena e la compagnia. Soprattutto quella di Leonard, seduto alla sua destra.
Aspetta che il compagno finisca di parlare con non ricorda quale attore e quando finalmente è libero attira la sua attenzione con un leggero tocco sul suo avambraccio.
Leonard si gira a guardarlo e inarca un sopracciglio in una muta richiesta.
Quel gesto fa sorridere Will, certe cose fra di loro non cambieranno mai.
“Che mi dici di quei ragazzi? –dice accennando a Pine e Quinto, dall’altra parte del tavolo- ce la faranno a non soccombere agli squali mediatici?” chiede sommessamente.
Non vuole che troppe persone sentano la loro conversazione.
Inoltre vuole che quelle parole rimangano fra di loro, quasi fossero in combutta per proteggere i ragazzi.
“Sono delle brave persone e si vogliono bene. Finché potrò cercherò di aiutarli, ma per la maggior parte dovranno fare da soli.” Spiega Leonard con tono deciso e fermo.
Lui ha avuto più tempo da passare con loro ed è pronto a combattere finché quel che gli resta da vivere glielo permetterà.
“Bene. Spero ce la facciano” sussurra Will, prima di portarsi un bicchiere di vino alla bocca.
“E noi?” ricomincia Nimoy, sommessamente.
“Noi saremmo sopravvissuti?” chiede.
Will lo guarda per qualche minuto. Si perde nei suoi occhi neri. Così profondi, ma ancora vivi e splendenti.
Si chiede se ce l’avrebbero fatta. Certo che ce l’avrebbero fatta, se solo non si fossero trovati nel tempo sbagliato.
Shatner sorride felice, per poi allungare due dita della mano destra e prendere con quelle le due del compagno.
Per due persone comuni, quel semplice contatto non è niente più di questo. Ma per loro, per Leonard Nimoy e William Shatner, per Kirk e Spock, quello sfregarsi di dita è più di quanto si possa dire a parole.
E’ meglio e più forte di un bacio terrestre. E’ una promessa di felicità condivisa.
E anche se Will non risponde alla domanda di Len, lui sa che il compagno ha capito quale sarebbe stata la sua risposta.
Lo capisce dallo scintillio di un paio di occhi neri come l’universo. Quegli stessi occhi per cui ha perso la testa e che non si stancherà mai di fissare.

 

 

 
Dall’altra parte del tavolo, Zach sta mangiando un pezzo di torta quando vede una mano di Chris artigliargli il braccio.
Si gira verso il biondo, pronto a dirgli che gli sta facendo male, ma lo vede intento a fissare qualcosa davanti a loro.
Zach segue con lo sguardo la scia degli occhi di Chris, fino a posarlo sulle mani intrecciate di Shatner e Nimoy.
Inizialmente Quinto non ci trova niente di inusuale o sconvolgente, ma dopo qualche attimo scopre che quelle mani non sono semplicemente intrecciate.
Quello che i due attori si stanno scambiando è un bacio vulcaniano.
Zach si fa scappare un sorrisino intenerito e poi si gira a guardare il compagno, ancora rapito dai due attori più anziani.
“Non lo avevi mai visto?” chiede Zachary con dolcezza.
“No. E francamente, è bellissimo. Loro sono bellissimi, insieme”. Gli occhi di Chris brillano di meraviglia.
Quando decide di lasciare un po’ di privacy ai due attori, si gira verso il compagno e gli dice.
“Sai, un po’ li invidio. Sono ancora insieme, dopo tutto questo tempo. Vorrei avere anche io la loro fortuna. Trovare qualcuno con cui dividere la vita.”
“Concordo. Ma... io ho già trovato qualcuno” sussurra Zach imbarazzato.
Chris lo guarda allibito. Non glielo aveva mai detto, e già sente i primi morsi della gelosia farsi strada.
“Oh, bhe... Allora buon per te.” Cerca di dire, mostrando felicità per l’amico, ma lo stesso, le sue parole suonano cariche d’astio.
Zachary sorride, per l’ingenuità del compagno e prima che questi possa farsi delle strane idee, tuffa una mano fra i suoi capelli morbidi e lo attira a se per un bacio carico di passione.
Christopher, stupito, risponde al bacio con altrettanta passione, sempre felice di potersi beare della morbidezza delle labbra di Zach.
Solo quando la mancanza d’aria comincia a farsi sentire, il moro decide di separarsi dal compagno.
Hanno ancora, entrambi, il fiato corto, ma Zach ci tiene a precisare una cosa.
“Parlavo di te, stupido”.
Chris sorride, felice e non ci rimette molto a riprendersi quelle labbra così eccitanti che lo mandano in brodo di giuggiole ogni volta che le vede muoversi.
Non hanno la certezza, Chris e Zach, che le cose andranno sempre bene per loro due; ma per ora sono insieme e sono felici.
E questo basta.

 
FINE

 

 

 
Note:
Eccoci alla fine. Ho un paio di cose da spiegare:
Perché ho scelto di mettere What If..? E’ molto semplice. E’ vero che Shatner non ha intenzione di apparire sul Reboot, nonostante glielo abbiano chiesto.
Quindi mi son detta “che succederebbe se cambiasse idea?” ed è uscita questa fic.
Fic a cui tengo particolarmente. Perché mi ero promessa di pensare seriamente alla sua pubblicazione se fosse stata aperta la sezione apposita per il cast. Perché mi piace molto l’idea e la trama e mi ci sono affezionata. Ma soprattutto perché, dopo tanto, sono riuscita a scrivere una fic che mi soddisfa in pieno.
Nelle ultime mie storie, ho ridotto sia l’azione che l’introspezione al minimo e rileggendo mi sembrava che le storie peccassero un po’ d’anima.
Questa volta, sono riuscita a trovare le condizioni tali per cui ho potuto dare più spazio ai personaggi, che hanno finito per fare quello che più gli piaceva.
E devo dire che sono contenta di quello che è uscito fuori.
Una piccola precisazione; sebbene lo possa sembrare per tematiche e per ambientazione temporale, questa shot non vuole essere un seguito a Without Him.
Semplicemente credo che anche Shatner possa sentire la voglia di vedere come andranno a finire Chris e Zach. E credo che anche lui speri che loro riescano a vivere il loro amore.
Non dobbiamo dimenticare che insieme a Nimoy, c’era anche lui su quel set e come soffriva Leonard soffriva anche lui.
Bene, credo sia tutto.
Spero che vi sia piaciuta e se volete lasciarmi un commentino io ne sarò felice.
Un bacio a tutte!

 
Ps. Non siete felici che abbiamo la sezione? Perché io lo sono enormemente :D

   
 
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