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Autore: Chiarakikkimassardo1D    19/07/2014    0 recensioni
Sono giorni ormai che mi sento diversa. Forse grazie a lui, o forse per colpa del cambio di stagione. Ad ogni modo da quando l'ho conosciuto tutto è cambiato. Sono diversa. Mi sento diversa. Tutto è diverso. Forse.. è come se fosse.... radioattivo.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Appena sveglia, butto l'occhio sulla sveglia accanto a me. E' decisamente tardi. Troppo tardi per andare a scuola. Mi dirigo verso l'armadio in fretta e furia, tirando fuori la divisa che mi sarei messa subito dopo la mia doccia fredda. Non c'è niente di meglio che una doccia ghiacciata per risvegliarsi. Lavo velocemente i capelli con il mio fidato shampoo all'albicocca. Adoro quel dolce profumo. Esco velocemente, facendo attenzione a non scivolare, dato che ho bagnato il pavimento. Spazzolo i capelli mentre passo il phon, sperando che si asciughino in fretta. Se riesco ad arrivare a scuola prima dell'intervallo, non salto un'intera giornata. Butto l'occhio sull'orologio 10:50. Lascio i capelli umidi, levo il mio pigiama bianco a pois viola e mi metto la divisa: camicia bianca, cravatta oltremare e gonna scozzese corta, sui toni del blu. Metto le mie converse verde acqua, prendo lo zaino. Mi volto un'ultima volta verso la sveglia. Se riesco ad arrivare a scuola in 15 minuti forse mi fanno ancora entrare. Prendo un toast dalla dispensa, per poi precipitarmi verso l'uscio. Inizio a correre molto velocemente, facendo attenzione a non prendere nessuna pozzanghera. Vedo scorrere di fianco a me le macchine, le bici, e anche motorini. La mia milza chiede pietà, ma io non le la concedo. Stavo per svenire, quando arrivata davanti al portone, vedo il bidello allontanarsi dalle porte appena chiuse. Dopo aver fatto tutti i gradini, schiaccio forte con l'indice il campanello. Vedo il bidello girarsi. Mi fa un sorriso cattivo, per poi continuare la sua camminata. Non è da molto in questa scuola. So che odia i ragazzi. Dice sempre che siamo la rovina dell'umanità. Rassegnata scendo gli scalini e mi dirigo di nuovo verso casa. Barcollo da una parte all'altra del marciapiede, prendendo a calci i sassolini che mi torvavo davanti. Odio la noia, ma ultimamente è l'unica cosa presente nella mia vita. Da quando trasclocai a Londra, la mia spensieratezza sparì. Forse è perchè non riesco a socializzare molto bene ultimamente. Il dottore dice che è la crescita. Da bambina ero molto più aperta, amichevole. Arrivata nella via di casa, a passo veloce mi avvio verso la porta. Prendo le chiavi da sotto lo zerbino e apro lentamente la porta.

''Ciao amore!''

''Ciao papà!''

La sua voce mi rassicura sempre molto. Ho paura a rimanere a casa da sola.

''Come mai sei tornata presto?''

''Mi sono svegliata tardi. Ho provato lo stesso ad andare a scuola, ma il signor Hemsworth aveva già chiuso le porte.''

Abbasso lo sguardo sulle mie converse. Proprio in quel momento, una mano potente mi tira su il viso.

''Quante volte ti ho detto di andare a dormire prima?!''

''S-scusa papà.. No-non''

Non ebbi nemmeno il tempo di finire la frase che mi arrivo un potente schiaffo in faccia, che mi fece sanguinare leggermente il labbro. La guancia mi bruciava da morire, ma mi faceva ancora più male il suo gesto. Perchè?

''Ricordati che non puoi fare quello che vuoi, capito?!''

''P-papà..i-io..''

La mia frase viene interrotta dal pianto. Ogni volta che mi fa queste cose, non riesco a trattene le lacrime. E ogni volta mi guarda con disgusto. Riesco sempre a deluderlo. Non sarò mai la figlia perfetta.

Con un gesto della mano mi indica le scale, allora con lo sguardo basso corro in camera mia. Sbatto la porta che poi chiudo a chiave e mi butto sul letto a piangere, affogando le lacrime in un cuscino.

Mi sveglio tra le coperte, con il cuscino tutto bagnato, e le maniche fradice. Giro la testa verso l'orologio. Dovevo essermi addormentata. La sveglia segna l'una. Non ho molta fame dopo tutto quello che è successo. Mi alzo dal letto, vado a lavami la faccia per cercare di far sparire il gonfiore dai miei occhi. ''Va sempre a finire così'' penso guardando il getto d'acqua scorrere giù per il lavandino. Passo l'acqua gelata sul mio viso, mugugnando al mio tocco. Mi asciugo, per poi andare verso l'armadio per mettermi qualcosa di più comodo. Non ho voglia di uscire oggi, allora decido di mettermi una vecchia felpa nera di mio fratello e una tuta grigia. Mi avvicino lentamente alla porta per sentire se mio padre è ancora in casa. Avvicino l'orecchio, ma non sento nessun rumore. Apro lentamente la porta.

''Papà? Papà?''

Nessuna risposta. Scendo le scale e vado verso la cucina, per prendere qualcosa da mangiare. Ad un tratto sento suonare il telefono di casa in salotto. Prendo le patatine dalla dispensa e vado a rispondere.

''Pronto?''

  
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