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Autore: Princess Kurenai    03/09/2008    3 recensioni
Kushina Uzumaki lo sapeva sin da quando si era 'fidanzata' con Minato Namikaze ma aveva sempre preferito ignorare quel 'insignificante' fatto - nonostante fosse una delle cause che l'avrebbero sempre costretta ad allontanarsi da Konoha - per godersi quella misera fetta di felicità che le era poi stata strappata all'improvviso da un destino avverso. {KushinaNaruto - NO INCEST}
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Ok.
Devo o no confermarmi ogni tanto come 'Principessa dei Crack Pairing'?
Per me sì e quindi per riconfermare il mio titolo vi porto questa fic.
L'ho scritta utilizzando un mio vecchio progetto di qualche anno fa - sempre su Naruto.
Le spiegazioni a fine fic.
Ringrazio LalyBlackangel ed ElderClaud per averla letta in anteprima! Grazie tesore mie!
Spero vi piaccia!
Buona Lettura!

.: Memory :.

Kushina Uzumaki lo sapeva sin da quando si era 'fidanzata' con Minato Namikaze ma aveva sempre preferito ignorare quel 'insignificante' fatto - nonostante fosse una delle cause che l'avrebbero sempre costretta ad allontanarsi da Konoha - per godersi quella misera fetta di felicità che le era poi stata strappata all'improvviso da un destino avverso.
Quell'insignificante fatto riguardava la sua provenienza.
Era una kunoichi di Uzu e quindi una straniera per il villaggio, e quelli come lei non venivano accettati facilmente in quei territori, soprattutto dopo quella terribile guerra.
Doveva fare dei continui permessi di soggiorno e passare almeno un mese fuori da Konoha - necessario per dare valore a quelle pratiche - e non poteva, in realtà non voleva, neanche chiedere aiuto al suo ragazzo, il neo Hokage.
Minato gliel'aveva proposto più volte - lui sarebbe riuscito facilmente a farle ottenere una sorta di cittadinanza - ma Kushina non voleva essere privilegiata per la sua posizione affettiva con la massima autorità del villaggio, il suo orgoglio glielo impediva.
Lei era una stupida appunto per quel suo senso dell'onore che però era tanto amato dal Yondaime Hokage.
Era terribilmente testarda e non pensava alla che vita avrebbe dato a Minato comportandosi in quel modo 'infantile'.
Non pensava alla famiglia che tanto avrebbe voluto creare.
Che figli avrebbe potuto crescere facendo la spola tra Uzu e Konoha?
Sarebbe stata una pessima madre - anche se Minato aveva continuato sino alla fine a sostenere il contrario.
E sempre quell'onore era andato smarrito quando si era ritrovata senza più una casa, senza più un nome e senza più una famiglia.
Aveva perso tutto all'attacco di Kyuubi a Konoha.
Minato era morto per salvare il suo villaggio e la sua famiglia.
Naruto, loro figlio appena nato, era diventato 'proprietà' del Bijuu in quanto suo Jinchuuriki.
E lei?
Lei aveva perso la memoria per anni, diventando una vagabonda alla ricerca della sua identità.
Quando si era svegliata all'ospedale della Foglia, dopo un terribile parto e la morte di Minato, si era data alla fuga spaventata da tutta quella disperazione e distruzione.
Non era riuscita neanche a riconoscere suo figlio - il suo più grande dispiacere - e da quando era tornata la sua memoria non aveva avuto il coraggio di farsi vedere dalle persone che un tempo conosceva.
Si limitava a guardarle da lontano, primo su tutti Naruto.
L'aveva seguito in ogni sua azione da quando la sua memoria era tornata.
Aveva visto, nascosta da una maschera, il suo primo Esame di Selezione dei Chunin - o almeno il suo unico incontro dato lo scoppiare di quel furioso combattimento tra le forze del Paese del Fuoco e del Paese del Vento.
Aveva visto alcuni dei suoi allenamenti con Jirayasensei - il vecchio pervertito maestro del suo Minato.
L'aveva visto imparare il Rasengan - mossa del padre che non aveva mai conosciuto.
L'aveva visto assumere espressioni che tanto le ricordavano sé stessa - la madre che non aveva il coraggio di farsi avanti.
L'aveva visto ridere e piangere come una persona normale e Kushina con lui gioiva e piangeva.
Era diventata una codarda e il fatto di averlo abbandonato in un villaggio basato sull'intolleranza le faceva male.
Così male da non essere in grado di prendersi le sue responsabilità - sì, una codarda in tutto e per tutto.
Minato aveva sempre sbagliato, lei non sarebbe mai stata una buona madre.
Una madre avrebbe riconosciuto suo figlio anche senza la memoria mentre lei era fuggita e non riusciva nemmeno ad avvicinarsi quando lo vedeva piangere, solo, nascosto nella foresta - esattamente come in quell'istante.
Sarebbe bastato poco, qualche passo accompagnato dall'eliminazione del jutsu sul mimetismo, e sarebbe stata con lui.
L'avrebbe stretto tra le sue braccia, l'avrebbe consolato e asciugato le sue lacrime.
Gli avrebbe detto quanto gli voleva bene e quanto aveva sofferto in quegli anni.
Gli avrebbe chiesto perdono.
" Naruto...", quel sussurro le uscì spontaneo, come un lamento del suo cuore sofferente.
" Chi c'è?", l'esclamazione del ragazzo la colpì come uno schiaffo, così come quegli occhi azzurri che la cercavano.
Curiosi e spaventati, un poco anche imbarazzati oltre che arrossati.
Era forse quello il giorno in qui si sarebbe rivelata?
No.
Non poteva esserlo.
Si voltò, pronta ad andarsene, ignorando le frenetiche ricerche di Naruto - forse si vergognava di essere stato 'visto' in un momento così intimo, ma come dargli torto?
Avanzò di qualche passo per allontanarsi ma le sue gambe si rifiutavano di continuare.
Chiuse gli occhi, il cui color speranza era ormai spento da anni.
Il suo corpo le suggeriva - ordinava più che altro - di restare, ma il suo cuore no.
Oltre che essere una vigliacca aveva anche paura di essere rifiutata.
Non l'avrebbe potuto sopportare, non da Naruto.
Ma... che pretendeva?
Voleva forse che suo figlio, quello che aveva abbandonato, la accettasse?
Che ricambiasse il suo affetto?
E che magari la perdonasse?
Sì, era quello il suo desiderio che credeva irrealizzabile.
' Ormai hai perso tutto. Puoi solo provarci, più in basso di così non puoi cadere.', si disse incoraggiandosi.
Riaprì i suoi occhi, un poco più accesi e sciolse la tecnica voltandosi verso il ragazzo che si asciugò velocemente le lacrime con una manica.
" Chi sei?", domandò subito, senza attendere che la donna parlasse.
" Kushina. Solo Kushina.", le sue gambe parevano muoversi da sole - infondendole più coraggio fortunatamente - e si fermarono solo di fronte a Naruto che, spiazzato, restò immobile.
" Non ti ho mai vista! Perché mi spiavi?", stava sulla difensiva, era stato scoperto in un momento intimo, era ovvio che cercasse di difendersi.
" Naruto...", esitò un attimo, incerta se parlare o meno, ma stringendolo a sé - non era riuscita a farne a meno - riuscì a mormorare quell'importantissimo: " Perdonami."
Il biondo rimase senza parole di fronte a quella reazione ma, stretto in quel caldo abbraccio - materno, terribilmente materno - non riuscì ad allontanarla, anzi: ricambiò l'abbraccio.
Era una cosa nuova per lui, mai in vita sua era stato abbracciato in quel modo e si sentiva bene, protetto.
Era come l'abbraccio di una madre al figlio... che a lui era sempre mancato.
Ma un solo abbraccio - dato da una sconosciuta - non poteva colmare sedici anni d'assenza e quel pensiero lo atterrì.
" P-perché sì scusa?"
" Perché sono stata una vigliacca. Una egoista e una pessima madre, Naruto.", rispose stringendolo di più, quasi disperata. " Perdonami se puoi... altrimenti me ne andrò per sempre..."
Parole sputate con rabbia e tristezza.
Era una disperazione senza eguali quella di Kushina ma doveva farsi forza, qualunque cosa fosse accaduta.
Nel bene o nel male suo figlio sarebbe rimasto nel suo cuore e niente - nemmeno un'altra perdita della memoria - gliel'avrebbe fatto scordare.
" Non... non so chi tu sia...", aveva la voce quasi soffocata mentre nascondeva il viso contro il collo della donna. " ... ma non lasciarmi. Non ora almeno."
Quel bisogno impellente che si era risvegliato in Naruto l'aveva improvvisamente reso debole, si era ritrovato quasi catapultato nella sua infanzia quando stringeva un cuscino per compensare l'assenza di una famiglia.
E quell'abbraccio, quella donna... era ciò che più si avvicinava a una figura familiare.
" Non lo farò mai più. Resterò per sempre con te, piccolo mio."

.: Note Finali! :.
Vediamo un po' di andare per ordine.
1. Il personaggio di Kushina è avvolto ancora nel mistero e non si sa molto di lei, quindi tutto ciò che ho scritto - eccetto la sua provenienza, maternità e relazione con Minato - è da me inventato.
2. Leggendo il manga si può notare che gli stranieri per stare a Konoha devono richiedere dei permessi e quindi, nella mia personale interpretazione della coppia MinatoKushina, penso che quello sia uno dei loro principali problemi.
3. È ovviamente una what if che mostra in parte ciò che è accaduto a Kushina.
4. È conclusa. Niente seguiti =w=
Vi ringrazio spero vi sia piaciuta!

   
 
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