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Autore: Pergamenanuova    19/07/2014    2 recensioni
Due ragazzi, la cui vita sembra aver finalmente preso la piega giusta dopo anni di sofferenze, si ritrovano al punto di partenza a causa di un incidente nella quale uno dei due ha perso la memoria.
Riuscirà l'altro a far ritornare la bussola puntata verso 'casa' ?
Rigorosamente Larry
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7 Settembre 2018







Le sirene dell'ambulanza minacciavano di svegliare l'intera Londra, talmente forti risuonavano.
Il veicolo giallo sfrecciava a tutta velocità verso l'ospedale più vicino, costringendo le auto a spostarsi sul ciglio della strada.
All'interno, i paramedici circondavano due corpi, facendo il possibile per salvarli.
Le flebo venivano attaccate alle braccia e le rianimazioni erano in pieno svolgimento.
L'ansia si poteva respirare in ogni centimetro di quell'abitacolo, la paura di non riuscire a farcela, di non riuscire nell'unica cosa che contava davvero: salvare due vite.

- Trauma cranico, una frattura alla gamba sinistra, una costola incrinata - questo fu il responso di un paramedico sulla cinquantina, dopo aver analizzato il corpo del ragazzo disteso sulla barella alla sua destra.

- Non riprende conoscenza - esclama concitato un altro - defibrillatore, subito! -
L'aiutante si china velocemente e prende lo strumento indicatogli dal più esperto, poggiandolo al suo fianco.

Quest'ultimo apre la camicia del paziente e con un gesto secco strappa la stoffa della canotta nera, posizionando gli elettrodi direttamente sopra le valvole cardiache, appena sotto un tatuaggio con scritto 'it is what it is'.

- Al mio tre - dice - uno, due, tre libera! - facendo partire la prima scossa che fa sussultare tutto il corpo del ragazzo. I suoi occhi restano chiusi anche dopo la terza scossa, e i paramedici sbuffano sconsolati, il battito cardiaco è debolissimo.
All'improvviso un mugugno li fa voltare verso sinistra, dove il secondo ragazzo stava lentamente riprendendo conoscenza.
'Grazie al cielo almeno uno' pensò speranzoso il paramedico, che si avvicinò subito al secondo paziente.
Nessuna lesione grave, solo il braccio sinistro aveva delle fratture e a parte qualche punto in testa non riportava grossi traumi. Niente in confronto all'altro per lo meno.
Videro che provava ad alzarsi e lo bloccarono subito, poggiando le mani sul suo petto ampio, facendolo stendere supino.

- Non muoverti - gli ordinarono perentori - Potresti avere dei capogiri - gli spiegò il più giovane aiutante.

Si distese sulla barella con sguardo vacuo e chiese - Che è successo? - con voce roca.
'Deve essere stato il trauma' pensò il paramedico.

- Hai avuto un incidente. Ma non ti preoccupare, a parte il braccio non hai nulla. - tacque, indeciso se nominare l'altro ragazzo, ma non ebbe il tempo di riflettere perché gli occhi verdi del ragazzo si erano accesi di consapevolezza e paura e si era girato alla sua sinistra. Per poco non svenne di nuovo, dal pallore della sua pelle.

- LOUIS!! - gridò spaventato, cercando di mettersi a sedere, lottando contro chi lo stava trattenendo dall'alzarsi.

Allungò il braccio, purtroppo per lui quello sinistro, il più vicino al ragazzo, emettendo una smorfia di dolore. Vedendo che l'altro era immobile, i suoi occhi verdi si allargarono paurosamente e il paramedico decise di sedarlo, finché non fossero arrivati all'ospedale. Il suo corpo non poteva sopportare tutto quel dolore.



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Dopo quelli che gli parvero giorni, il ragazzo dagli occhi verdi si svegliò.
Non aveva mai dormito così tanto in vita sua, e così profondamente.
Una delle poche notti senza sogni.
Il rumore di un macchinario aveva richiamato la sua attenzione, facendolo uscire dal sonno. Si sentiva leggero come una piuma, la testa un po' dolorante, ma senza pensieri.
Affinò i sensi, ma visto che non riusciva a capire dove si trovasse, decise di aprire gli occhi.

Una luce accecante e bianca invase le sue pupille, impedendogli di vedere altro.
Fu quando un viso si mise di fronte al suo coprendo la luce, che capì di essere disteso in un letto d'ospedale. Le pareti che una volta dovevano essere state bianche ora erano color crema, e il bip del macchinario in fianco a lui confermò le sue tesi.
Si ritrovò ancora una volta a fissare il viso di sua madre, che si era sporta per osservarlo. Notò subito la paura in quegli occhi così simili ai suoi, quando sua madre premette un pulsante vicino alla testiera del letto, probabilmente chiamando le infermiere e i dottori.

- Harry tesoro! Come stai? - chiese riflettendo la preoccupazione degli occhi nella voce.
Scrutava ogni tratto del suo viso, passandogli una mano tra i capelli ricci, facendolo rilassare.

- Sto bene mamma - rispose il ragazzo con voce più roca del normale, visto che si era appena svegliato.

La donna non sembrò soddisfatta della risposta, e posò gli occhi sul gesso che ricopriva il braccio sinistro quasi del tutto, lasciando intravedere solo l'àncora tatuata vicino al polso.
Non ebbe il tempo di chiedere né di dire altro, perché un dottore e un'infermiera entrarono a passo spedito nella stanza spoglia, con cipiglio severo e qualche ruga di preoccupazione sulla fronte.

- Signor Styles, si stenda per cortesia - disse il medico, un uomo sulla sessantina, con occhi scuri e capelli brizzolati. Si avvicinò e punto negli occhi verdi una luce per vedere i riflessi e l'infermiera controllò la flebo.

- Per quanto tempo ho dormito? - chiese Harry curioso.

- Due giorni - rispose il medico. Il ragazzo fece per toccarsi il braccio ma venne fermato dal dottore che gli disse - È meglio che non si tocchi il braccio. È fratturato. Dovrà tenere il gesso per un po' di tempo -

Harry annuì, guardando sua madre. Sapeva che c'era qualcosa che doveva chiederle, ma con tutti i farmaci che aveva in circolo gli risultava difficile mettere in funzione il cervello. Ma il cervello non serve per ricordare certe cose, basta il cuore.

E se ne accorse quando il dottore chiese in modo professionale - Cosa ricorda di quello che è successo, signor Styles? -

In quel momento si sforzò di richiamare a sé i ricordi, sforzo che gli fece venire il mal di testa ma non se ne curò. Voleva a tutti i costi comprendere quella sensazione di ansia e preoccupazione che gli attanagliava le viscere e il cuore da quando si era svegliato.
Non se lo spiegava, ma seppe di avere ragione quando nello sguardo di sua madre riuscì a leggere che c'era qualcosa che la spaventava. Come se temesse una sua reazione a qualcosa.


E poi i flash di quella notte arrivarono. Immagini confuse occuparono la sua mente in una successione talmente rapida, a cui faticava a stare dietro.
Un'auto.
Dei fari.
Una barella.
Un corpo disteso sopra.
Capelli castani.
Un paio di occhi azzurri come il mare che lo guardavano.
Lo schianto.

Si alzò a sedere sul letto ed esclamò - LOUIS! - quasi urlandolo.

Spostò rapidamente gli occhi dal medico a sua madre, preso dal panico.
Non si curò del gesso sul braccio, né della testa che nel movimento brusco aveva iniziato a girare, né della vista che si appannava, né del fatto che indossasse solo una veste bianca. Scese dal letto ignorando le proteste del medico e le raccomandazioni di sua madre e reggendosi a stento in piedi, raggiunse la porta della sua stanza.
Una mano gentile lo afferrò per una spalla e lo costrinse a voltarsi. Incontrò gli occhi verdi e supplicanti di sua madre che lo intimavano di sedersi, ma scosse la testa con vigore e una smorfia di dolore.

- Mamma no - disse perentorio - Devo vederlo - aggiunse con voce rotta.

La madre annuì e - Stanza 103 - comunicò rassegnata.

Gli prese il braccio sano e lo condusse alla fine dello stesso corridoio, dove la scritta 'Stanza 103' catturò la sua attenzione.
Harry era sofferente fisicamente, ma non era niente in confronto a quello che sentiva dentro.
Era terribilmente agitato e qualcosa gli diceva che era successo qualcosa di brutto. Provava con ogni fibra del suo essere ad ignorare quella voce, quindi si concentrò su quella meravigliosa e cristallina della persona che amava.

Prese un respiro e abbassò la maniglia della stanza, notando le pareti dipinte di azzurro, anche se non vibrante come le sue iridi.
Poi il sorriso nato dalla sua voce nella sua testa, morì in fretta come era nato.
Louis era disteso in un letto d'ospedale circondato da macchine che scandivano il ritmo del suo cuore. I suoi occhi azzurri erano chiusi, l'espressione del viso era rilassata, la bocca non era visibile, in quanto una maschera e il tubo per l'ossigeno ne nascondevano la vista. I capelli castani erano leggermente spettinati e il corpo era immobile, le braccia distese lungo i fianchi e un lenzuolo bianco lo copriva fino al petto.


A quella vista, Harry si pietrificò.
Sbatté le ciglia continuamente, come per verificare che quello che aveva davanti agli occhi fosse reale. Poi la mente e il cuore ripresero il controllo del corpo, facendolo balzare in avanti, staccandosi bruscamente da sua madre e attaccandosi al letto di Louis.

Si posizionò di fronte al suo viso e quasi urlò - Louis!! Louis svegliati!! Sono io, Harry!! -

Gli accarezzò una guancia con la mano sinistra, che non aveva il gesso.
Continuò per qualche minuto, non sentendo le lacrime silenziose rigargli le guance pallide, né gli occhi verdi bruciare dalla consapevolezza e dalla disperazione.

La voce di sua madre gli risultò più vicina di quanto si ricordasse, quando gli sussurrò - Tesoro, Louis non può risponderti - posando il palmo della mano sulla sua, ancora aggrappata a quel letto di ferro.

Si girò verso di lei e con fare aggressivo le chiese - E perché non può? Mamma, dimmi che gli è successo e che significa tutta questa storia. Ho il diritto di saperlo!! -

Fu allora che la voce del medico di poco prima irruppe nella stanza, dicendo l'unica cosa che Harry non avrebbe mai voluto sentirsi dire.

- Louis Tomlinson è in coma - rispose abbassando lo sguardo.


SBAM.
Ecco la bomba che stava facendo crollare il suo grattacielo in miliardi di piccoli pezzettini di vetro.
Non era pronto a questo.
Si voltò ad ammirare i tratti angelici dell'amore della sua vita e passando le dita lunghe e sottili sulla sua pelle sussurrando - Non è possibile. Svegliati amore, ti prego - si rese conto che davvero non rispondeva, e se fosse stato vigile di sicuro l'avrebbe fatto.
Lui non l'avrebbe lasciato lì in quello stato.

Cercò di trattenersi dal piangere di fronte al dottore e trovò il coraggio di chiedere con voce strozzata - Per quanto tempo? -

- Non lo sappiamo. Potrebbe svegliarsi in questo momento come tra un anno. Ha subìto un trauma cranico piuttosto grave. Anche se riprendesse conoscenza non è sicuro che la memoria non abbia avuto dei contraccolpi -

- Mi sta dicendo che potrebbe non ricordare nulla? - si intromise Anne, vedendo l'espressione di suo figlio.

- Esatto - rispose il medico.


Harry lasciò la stanza da solo, reggendosi dove poteva, fino ad arrivare alle sedie nel corridoio e lasciarsi abbandonare su una di quelle chiudendo gli occhi.
Non era possibile. Tutto questo non poteva accadere a loro. Come se non avessero già sofferto abbastanza nella loro vita.
E lì, di fronte alla gente che passava nel corridoio, Harry Styles scoppiò a piangere.
Non seppe per quanto, ma continuò finché i suoi occhi verdi non si seccarono e rimasero senza lacrime da versare. Un pianto di disperazione che non mostrava in minima parte ciò che provava. Nemmeno se si fosse pugnalato al petto avrebbe reso il dolore che lo squarciava in quel momento.

Si sentiva come se la sua linfa vitale gli fosse stata succhiata via, come se il cuore gli fosse stato strappato dal petto, come se l'avessero afferrato e stappato dalle sue radici, come un essere vivente senza ossigeno.
Perché Louis era la sua linfa vitale, il suo cuore, la sua radice, il suo ossigeno.
E Harry era sicuro di non riuscire a sopravvivere a tutto quel dolore senza di lui.
SENZA di lui. No. Non riusciva nemmeno a pensare a questo.
Nel dolore, nella salute, nella malattia.
Questo si erano promessi due anni prima, e di sicuro non avrebbe smesso di sostenerlo ora, anche se ci sarebbe voluta tutta la sua buona volontà per riuscire a non crollare.
Doveva essere forte, per lui. Glielo doveva.

Sentì la presenza di sua madre di fronte a lui e realizzò di essersi rannicchiato in corridoio, non che la cosa gli importasse molto al momento.
Si inginocchiò di fronte a lui e lo abbracciò forte, facendogli sentire la sua vicinanza e il suo amore.

- So che sei forte piccolo. Devi avere fiducia in lui - sussurrò dolcemente al suo orecchio.

Gli asciugò le lacrime e riprese - Sono sicura che non vorrebbe vederti così. E poi la speranza è sempre viva -

Harry le diede un bacio sulla guancia, pensando che lei sapeva sempre cosa dirgli al momento giusto. Non come Louis, ma quasi.
Si ripresentò il nodo alla gola e la sensazione di soffocamento pensando anche solo il suo nome.
Alzò la mano sinistra e vide quello che gli serviva per ritrovare il coraggio: l'anello di oro bianco.
E decise che avrebbe aiutato Louis ad uscire dal coma, costi quel che costi, a costo di soffrire lui stesso. Lo avrebbe fatto per sé stesso, perché senza Louis non riusciva a vivere, ma soprattutto per Louis stesso, perché lo amava più di quanto un essere umano possa amare.
Voleva ridare un colore alla sua vita, che in quell'ora era diventata nera: azzurro.








----------------angolo autrice-----------

Ciao a tutti 👋
Allora, prima di tutto questa era nata come una os. Si è trasformata in una mini-long quando ho capito che avrei voluto approfondire il tutto e quindi in un unico documento non mi stava ahah
Spero davvero che vi piaccia, perché ci ho messo il cuore.
Certo, cuore che mi si è spezzato scrivendola.
Anyway, come avrete sicuramente notato, questa storia è ambientata nel futuro, esattamente nel 2018, quando Harry ha 24 anni e Louis 26. Ho voluto mettere le date, perché rappresentano i vari momenti che attraverseranno. Preciso che loro sono come sono nella realtà, quindi sono cantanti e ci sono i One Direction ✌️ Nel prossimo capitolo capirete molto come si sono evolute le cose nel corso degli anni e sì ci saranno anche gli altri ragazzi ovviamente 👍
Se vi state chiedendo cosa intendevo nell'ultimo pezzo, sì si sono sposati nel 2016. Ovviamente procedendo con la storia verranno rivissuti tutti i momenti più importanti 😉

Niente, spero vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate per favore ❤️

Questa è la mia long sempre larry, se volete passarci e darci un'occhiata http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2597749&i=1



Un bacio, al prossimo capitolo,
Vale xx
  
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