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Autore: Ice Star    20/07/2014    5 recensioni
-Non sono....veramente qui...- disse affannosamente il verde
-Cosa significa che non sei qui? Perchè dovrei salvarti?- chise agitata la rossa
-Non lo so....non so perché solo tu puoi salvarmi, così....così come non so dove mi trovo...so solo che..-fece una lunga pausa, prendendo fiato -.. sono morto, in un certo senso- sorrise amaro.
-M-Morto?-chiese incredula.
-Ma non per sempre!- cercò di correggersi -Dovete aiutarmi....sono tutti in pericolo....siamo in pericolo-
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Mugiwara, Nico Robin, Nuovo personaggio | Coppie: Nami/Zoro
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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A Piper e alla sua infinita gentilezza​





CAPITOLO 16

 

Camminavano in silenzio, stando attenti a tutto ciò che accadeva loro intorno.

Gli alberi tinti di rosso e giallo dalla stagione, che predominava su quell'isola formavano una specie di tunnel ed i timidi raggi di sole pomeridiani faticavano ad attraversare quel soffice manto naturale ma, facendo capolino tra una foglia e l'altra, colpivano il terreno umido sotto i loro piedi, rendendo tutto più luminoso. Grazie a ciò, i nostri eroi si trovarono a passeggiare in uno di quei bellissimi paesaggi che vengono dipinti in vecchi quadri e che si vorrebbero visitare a qualsiasi costo.

Peccato che non fossero esattamente dell'umore adatto per certe considerazioni.

In testa al gruppo, Kiku guidava i pirati verso la montagna; accanto a sé la piccola Riku camminava allegra chiacchierando con un divertito Chopper di giochi e buffi scherzi; dietro di loro, Rufy ed Usopp, entrambi a testa bassa ma con uno sguardo meno triste di prima, si facevano forza l'un l'altro, lanciandosi occhiate e sorrisi amichevoli; Brook aveva improvvisato una piccola canzoncina priva di parole e, sulle note della chitarra, Franky mimava alcune piccole pose e passi di danza privi di schema; a chiudere il gruppo, Sanji e Nami non parlavano né si guardavano ma lui, finalmente uscito da quella casa, si stava fumando con gusto la sua sigaretta.

Un passante occasionale avrebbe potuto guardarli da lontano e, osservandoli uno ad uno, pensare che si trattasse di un semplice gruppo di ragazzi intenti a fare una scampagnata nel bosco, per passare il tempo nell'aria frizzante di un solito autunnale pomeriggio. Eppure, nonostante l'aria spensierata, ognuno di loro era carico d'ansia e tensione e, tra risate e note danzanti, l'angoscia per l'imminente avventura era ormai palpabile.

Nami alzò lo sguardo dalle foglie degli alberi che passavano sotto i suoi piedi all'esile figura di Kiku, distante da lei e coperta da quelle più grosse ed imponenti dei suoi nakama. Presa da un improvviso moto di curiosità e volendo trovare risposte alle sue piccole domande, la rossa si fece largo tra i compagni e si affiancò alla giovane sotto gli sguardi noncuranti degli altri.

-Ehi!- salutò con un sorriso ed un cenno della mano

-Che vuoi?- rispose fredda, senza nemmeno guardarla

-Ecco io....sei certa della strada?- cercò di rompere quella fredda atmosfera

-Certo...non è che ti dispiacerebbe metterti dall'altra parte?- domandò a bruciapelo

-Eh? Ah, certo!- senza accorgersene, la navigatrice si era messa alla sua destra, proprio nel suo punto cieco -Scusa, è che sono abituata a mettermi a destra delle persone- ragionò a voce alta

-È per via dello spadaccino....- la squadrò la corvina, facendole venire i brividi per il colore chiaro dell'occhio sinistro

-Cosa?-

Sembra che il suo occhio sia fatto d'acqua..ghiacciata...”

-Zoro, il vostro compagno. Ha l'occhio sinistro cieco e per questo ti metti sempre alla sua destra. Forse hai preso l'abitudine di farlo con tutti senza nemmeno rendertene conto.....- si toccò con la punta delle dita la benda che le copriva la parte destra del volto e Nami, per la seconda volta, vide quella che sembrava essere nostalgia riempirle gli occhi.

-Forse hai ragione, ma perché sembri così nostalgica?- non aveva più voglia di intavolare altri discorsi e decise di andare dritta al punto

-Io? Io non..-

-Non mentire, anche quando mi hai parlato della mia anima hai detto delle parole che.....sembravano rivolte più a te che a me- spiegò brevemente, senza giri di parole

-So quello che provi per....lo spadaccino...- puntò l'occhio azzurro sul micetto che, appollaiato sulle spalle di Nami, ronfava tranquillo -Io....mi sono successe molte cose che vorrei dimenticare..- il suo sguardo divenne serio e triste e la rossa ebbe quasi l'impressione che stesse per scoppiare a piangere

-Ha a che fare con questa leggenda?- abbassò il tono ed ammorbidì la voce, osservando un piccolo sorriso dolce amaro spuntare sulle rosee labbra della giovane.

-No, ma c'entra con mia madre...Lei mi ha portato via qualcuno di importante, mentendomi e facendomi del male- si morse un labbro e le sue guance si tinsero di rosso per la rabbia

-Se non vuoi parlarne, non sei costretta- osservando la reazione della corvina, Nami mosse velocemente le mani davanti a sé e, se possibile, abbassò ancor di più il tono

-Sei molto gentile, ma credo che avrei bisogno di parlarne un po', sempre se vuoi ascoltarmi- alzò lo sguardo su di lei. Era uno sguardo dolce e triste che chiedeva aiuto in modo silenzioso e la ramata non poté far altro che annuire con un tenue sorriso.

-Conosci la leggenda del filo rosso del destino?- la voce tremante tradiva la sua timidezza

-No, perché?-

-Secondo la tradizione ogni persona porta, fin dalla nascita, un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che lo lega alla propria anima gemella. Il filo ha la caratteristica di essere indistruttibile: le due persone sono destinate, prima o poi, a incontrarsi e a sposarsi. Sembra strano ed infantile, ma è vero, anche se la leggenda è un po' differente dalla realtà-

-Vuoi dire che ognuno di noi ha qualcuno a cui è già predestinato?- alzò le sopracciglia, mostrando tutto il suo scetticismo

-Sì, ma potremmo anche non incontrarla mai quella persona a cui siamo legati. Devi sapere che le anime gemelle sono davvero legate da un filo rosso che le unisce da sempre e, seppur sia difficile, non è impossibile che le due anime si trovino e vivano per sempre insieme-

-Sembra una fiaba- affermò divertita

-È vero, lo sembra- l'appoggiò con un sorriso

-Ma se tu dici che è vero, vuol dire che hai visto il filo?- alzò la mano sinistra, osservandone il mignolo

-Ti lega allo spadaccino e tu provi qualcosa per lui, giusto?- indicò il felino con l'indice, per poi spostarlo al suo viso

-Io...ecco non..sì, è vero ma...come potrò salvarlo?- le guance si tinsero di rosso quasi come i suoi lunghi capelli ed i labbro venne torturato tra i denti

-Questo non so dirvelo nemmeno io, so solo che puoi farlo- annuì seria, riportando lo sguardo alla strada di fronte a sé

-Aspetta un momento, questo cos'ha a che fare con la tua storia?-

-Io....incontrai un ragazzo, tempo fa e mi innamorai di lui- arrossì vistosamente, portando l'iride color cielo tra le foglie rosse degli alberi

-Davvero? Non lo avrei mai immaginato. È per questo che hai detto di sapere ciò che provo?-

-Sì, perché sei così dubbiosa?- domandò di rimando

-No, è che prima vi siete parlati o almeno così mi è sembrato e tu hai sorriso in un modo strano e....mi è sembrato che foste....molto intimi, ecco- si morse un labbro, nella vana speranza di potersi rimangiare quanto detto

-Non siamo “intimi”, come dici tu. Dimmi, se tu fossi rinchiusa da qualche parte ed avessi un'unica persona con cui parlare, non si creerebbe un rapporto di amicizia?- sorrise eterea

-Ecco....penso di sì- annuì un paio di volte con la testa

-È esattamente quello che è successo allo spadaccino....-

-Allora: tu sai ciò che provo perché....sei stata innamorata- affermò con una punta di malizia assottigliando lo sguardo

-Sì, è così. Non è nemmeno successo molto tempo fa, forse un anno o un anno e mezzo fa....- sospirò osservando gli occhi nocciola della sua interlocutrice -Il suo nome era Kayne ed era un viaggiatore solitario. Diceva sempre di voler girare tutto il mondo ma, dopo solo una settimana passata qui, mi disse di essersi innamorato di me e di voler restare qui-

-Un tipo molto deciso ed anche molto romantico- commentò dolce la rossa

-Ed era anche molto bello. Aveva dei capelli corti, di un biondo cenere molto chiaro, ed un paio di occhi verde smeraldo, mentre il suo fisico era asciutto e tonico e la sua pelle abbronzata a causa dei viaggi per mare. Era dolce, romantico ed anche sicuro di sé, ma non era uno spaccone. Un giorno però, mi disse di sentirsi male, disse di avere mal di testa ed una strana voce che gli ronzava nelle orecchie-

-Non ci credo! Ma perché proprio lui?- Nami tentennò, immaginandosi la fine di quel racconto

-Lui era orfano e forse è per questo che lo prese. Una notte, dopo essermi assicurata che dormisse sereno, andai nella grotta ed incontrai quella donna da cui ero scappata con Riku. Lei mi disse che era un ragazzo perfetto per poterlo lasciare nel bosco e quando le dissi che lo amavo, scoppiò a ridere affermando che, con il dolore, sarei presto diventata come lei. Non puoi capire cosa ho provato nel vedere Kayne arrivare come in trans alla grotta- abbassò lo sguardo ai piedi, torturandosi le dita

-Cosa? Davvero?- si mise una mano sulle labbra, immaginandosi il dolore di quella povera ragazza e pensando che la musica alle sue spalle fosse troppo allegra per fare da colonna sonora ad un racconto tanto straziante

-Lei gli mise le mani nel petto, dopo avermi imprigionata tra degli spuntoni di roccia apparsi dal nulla. La vidi, la sua anima verde come i suoi occhi, l'anima di un guerriero solo e comunque pieno di speranze per il futuro, che veniva trasformata in qualche animale. Non seppi cosa ne fece, della sua anima, perché svenni con le sue risate divertite nelle orecchie e mi risvegliai nella radura dove c'è la mia casa, con Riku che mi chiamava tra le lacrime. È stato un dolore davvero straziante e da allora mi sono rinchiusa nella mia piccola casa, mentre la mia sorellina cresce e si diverte spensierata- passò lo sguardo alla testolina bionda di Riku, che ascoltava estasiata le avventure che il piccolo medico le raccontava. Le parve di sentire qualcosa riguardante ad un'isola nel cielo e si chiese che razza di avventure avessero vissuto quei pirati.

-Scusa se lo domando, ma come mai tu e tua sorella siete così diverse?- la voce di Nami la fece voltare di nuovo verso di lei con uno sguardo interrogativo

-Che intendi?-

-Insomma avete gli stessi occhi azzurri ma la pelle, la forma del viso, i capelli ed anche il carattere sono leggermente diversi. Forse sto dicendo solo delle sciocchezze ma....-

-Non siamo proprio sorelle- le parole di Kiku bloccarono quelle della rossa che, stupita, fissò la piccola che si trovava alla destra della ragazza

-Davvero? Ma....avete comunque gli stessi occhi- affermò convinta

-Quel demone che è nostra madre voleva avere un figlio simile a lei ed ha cominciato ad usare alcuni uomini per avere dei bambini. Io sono nata con metà del volto uguale al suo e mio padre aveva la pelle molto chiara ed i capelli neri. Il padre di Riku, invece, doveva avere i capelli biondi e la pelle leggermente più scura della mia; lei ha solo quello strano sesto senso per le persone che stanno per essere rapite. Non vede né sente quello che vedo io, ma appena si ferma a guardare un gruppo di persone appena arrivate sull'isola, riesce ad individuare il prossimo sfortunato-

-Ho capito, ma se né tuo padre né il suo avevano gli occhi azzurri, vuol dire che...-

-Lei può far cambiare colore ai suoi occhi e da rossi diventano azzurri e la sua pelle può diventare normale e liscia, è così che, alle volte, scende in paese a scegliere le vittime di persona- strinse i pugni lungo i fianchi, digrignando i denti in una sorta di ringhio mal trattenuto.

-Vuoi dire che...potremmo anche averla incontrata per strada e....non essercene accorti?- deglutì rumorosamente, sperando in una risposta negativa.

-Potreste, è vero. Ma lei non ha mai contatti con coloro che rapisce prima di prenderli- scosse la testa a destra e sinistra, muovendo la treccia sulla schiena.

-Ho capito...-.

La conversazione finì lì ed il silenzio tornò a regnare tra loro, rotto solamente dalle note allegre del musicista.

 

 

Continuarono a camminare per un po' e, quando finalmente arrivarono ai piedi della montagna, il sole era quasi al tramonto.

Gli alberi sembravano ancor più brillanti con la luce rosso-arancio del sole e l'aria si stava lentamente rinfrescando.

-È meglio se rimandiamo il tutto a domani, non è un bene camminare per gli stretti sentieri della montagna col buio, anche se non dobbiamo percorrere molta strada- affermò Kiku.

-Cosa? Sul serio? Non abbiamo tempo da perdere!!- protestò il capitano.

-Possiamo dormire nella radura, tra quegli alberi lì e prepararci per domani- aggiunse la ramata indicando un punto imprecisato alla sua sinistra.

-Io potrei trovare un po' di castagne da mangiare- sbuffò una nuvoletta di fumo il biondo

-Potremmo anche trovare qualche bacca- pensò il cecchino guardando i cespugli attorno a sé.

-Allora mangeremo qualcosa che Usopp e Sanji cercheranno nel bosco e poi, dormiremo su dei letti di foglie. Non è male!-

-Sì, la sorella ha ragione, meglio riposare un po'-

-Concordo con Nami-san-

-Allora è deciso!- sorrise il capitano.

 

 

Dopo aver fatto il pieno di castagne e bacche cucinate alla meglio da cuoco, andarono a dormire su delle specie di materassi che Nami, Kiku, Riku e Chopper avevano preparato con le foglie trovate lì attorno.

La radura in cui si erano stanziati non era molto grande né molto piccola ed era cintata dagli alberi che, con il calar della notte, erano diventati oscuri sorveglianti dei loro sogni.

Nonostante la frescura autunnale, si addormentarono tutti più o meno serenamente e nessuno si accorse di un paio di occhi verde brillante che si allontanavano furtivi nella foresta per poi seguire il sentiero su per la montagna.

 

 

Chissà come mai Zoro si era allontanato furtivo dai compagni....

 

  
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