Heather deglutì, stringendo le mani attorno al manico della pistola. Strinse i denti, mentre i suoi stivali avanzavano sopra un liquido vermiglio, che si appiccicava sotto le suole.
«Ti
sembrano mostri?» un sorrisino comparve sul
volto di
Vincent.
«Ch-che vuoi dire?» borbottò Heather,
incrociando le braccia.
Vincent alzò gli occhi verso un soffitto rischiarato appena
dalla
lampada appesa alla parete. «Non preoccuparti. E' solo...uno
scherzo! Devo andare, ora» disse, voltando la schiena verso
la porta
dal legno scrostato.
«Aspetta! Vincent!»
La ragazza scosse la testa, mentre i corpi afflosciati di quelle
creature invadevano il pavimento, i crani fracassati.
«Ti sembrano mostri?»
Heather si fece strada lungo il corridoio, una mano a sfiorare la
parete, l'altra che stringeva la pistola. Quei corpi distesi a terra,
le loro carni impregnate di sangue, che ora scorreva per tutto il
pavimento, finendo sotto le suole delle sue scarpe.
"E' tutto vero, Vincent...". Heather si fermò,
irriggidendosi. Un ronzio nella tasca del suo giubotto.
«Arrivano...»
sibilò, appiattendosi alla parete.
Maledetto Vincent, svanito dietro alla porta, con il suo sorrisino, lasciandola colma di interrogativi. Lasciandola sola, lì, mentre il buio avvolgeva il suo corpo.
Il suono dei loro passi che si trascinavano lungo il corridoio le arrivò all'orecchio. Verso la sua direzione.
Maledetto Douglas, che in quel centro commerciale le era
rimasto
alle calcagna. Ed ora, le aveva detto di andare avanti.
Lasciandola sola, lì, mentre il buio avvolgeva il suo corpo.
"Eccoli" pensò Heather, l'indice che sfiorava il
grilletto. Sporse il collo oltre la parete, che si piegava verso
sinistra. Il buio davanti ai suoi occhi.
«Merda...» - frugò nella tasca della
giacca, le sue dita si
strinsero attorno al manico della torcia. «Devo farlo, non
vedo
niente...». Puntò l'oggetto in aria, il dito
premette il pulsante.
Già poteva immaginarsi le loro urla – no, i loro
ringhi –
riecheggiare per tutto il corridoio. Il fascio di luce
illuminò le
mura, e alcune macchie rossastre che le riempivano.
Maledetta Claudia, che le era apparsa davanti. Con le sue idiote farneticazioni su un paradiso. Che le aveva riempito la testa con quel ronzio, facendola cadere a terra. Che l'aveva trascinata fin lì. Che...
Alte figure comparvero nel corridoio. Due. O forse anche di
più.
Uscivano da quelle fottute pareti, come vespe che escono dai loro
nidi, e che in un secondo ti sommergono con i loro ronzii.
I mostri ruotarono il collo, i loro corpi vennero scossi da
tremiti non appena il fascio di luce arrivò verso di loro.
Le loro
urla – no, i loro fottuti ringhi – riecheggiarono
per l'intera
stanza.
Heather mosse un passo avanti, stringendo le labbra.
Maledetti, maledetti coloro che avevano ucciso suo padre.
L'immagine del suo corpo piegato sul divano era impresso nella sua
mente. Le gocce di sangue colavano dalla sua maglia, precipitando
sulla poltrona, imbrattandone il tessuto.
Lasciandola sola, lì, inginocchiata davanti a lui, mentre il
buio
avvolgeva il suo corpo.
Udì lo strascichio dei loro passi, lenti, lo
sguardo si posò
sulle loro braccia gonfie che si protendevano verso di lei. Heather
alzò la pistola verso i loro visi, proboscidi che si
allungavano
verso il basso. La mano tremò, il mirino si
spostò da un lato.
"Merda, stai calma, Heather!" si disse, le gambe percorse da tremiti.
Poteva sentire il battito del cuore pulsare in
ogni centimetro del suo corpo.
Maledetto Vincent.
"Sono mostri, mostri!". Arretrò di qualche passo, le
statiche della radio che le perforavano il timpano.
Ora poteva vedere la pelle marroncina e colma di squarci che
ricopriva quegli esseri. Le loro braccia roteavano ogni volta che si
muovevano. Sentì lo stomaco ribaltarsi, facendola piegare in
avanti.
"Non adesso, non adesso!"
E se davvero a Vincent non sembravano mostri? Se davvero i suoi
occhi li vedevano come...
«No!»
Heather urlò, le ginocchia urtarono il pavimento. Una fitta
le
attraversò il cranio, mentre lo sguardo era fisso su quei
mostri.
«Ti sembrano mostri?» la voce di
Vincent le martellava
nella mente.
Maledetti, maledetti tutti.
La pistola si alzò di nuovo nell'aria, puntata verso quelle
creature, a pochi passi da lei. Il dito scattò sul
grilletto, lo
sparo riempì il corridoio.
Uno di quegli esseri si bloccò, afflosciandosi a terra. Un
altro
sparo. Poi due. Anche il secondo precipitò, piombando sul
corpo del
compagno. Heather si alzò, trascinandosi verso di loro.
Viscidi. Si contorcevano su una pozza di sangue che usciva a
fiotti dai loro petti.
Il grilletto scattò. Il proiettile schizzò dritto
nel viso di
uno, su quella pelle marroncina e coperta da pieghe. Un altro
ringhio, più acuto, ed il corpo del mostro si
irriggidì. Il braccio
dell'altro ancora si contorceva, ruotava su se stesso. Heather
arricciò le labbra, la punta del suo stivale
centrò la sua spalla.
«Crepate, bastardi!» sibilò, fissando il
braccio ruotare
un'altra volta, per poi cadere a terra.
"Vincent, come fai a non vedere?"
Heather proseguì lungo il corridoio. Lo stomaco non le si
contorceva più. Nessun conato di vomito. Un sorriso si fece
strada
sulle sue labbra.
«Li farò cadere a terra, uno ad uno»
Erano mostri, e meritavano soltanto un proiettile dritto nelle
loro teste. O sprangate sui loro colli, fino a farne schioccare le
ossa.
Le pareti si piegavano ancora, ed una porta comparve nel fondo.
«Ci siamo!» sussurrò la ragazza,
scostandosi i capelli dal
viso.
Avanzò tra quelle mura, accellerando il passo, una pistola
ed una
torcia tra le mani.
Il buio piombò dietro di lei. Avvolse il suo corpo.
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Hallo!
Aallora, sono passati praticamente tre o quattro anni da quando ho
finito Silent Hill 3, quindi non ricordo bene tutte le scene. Per
questo l'ambientazione di questa storia è un anonimo
corridoio, avrei potuto arricchirla di più ma le
ambientazioni non sono molto vivide nella mia testa. Ed i
mostri sarebbero i Closer, non so se li ho resi bene. .-.
Comunque sia questa storia è nata mentre pensavo alla frase
detta da Vincent, che dà il titolo a questa storia.
Mi sono trovata a pensare che magari l'apparenza inganna. Magari
Heather vede le creature che si trova ad affrontare come orridi mostri,
ma questo perché è la reincarnazione di Alessa, e
sappiamo che Alessa aveva la mente offuscata dall'odio. Ma magari altre
persone, come Vincent, che si affida molto al raziocinio, alla logica,
in quei mostri vedono tutt' altro. Ovvero, non li vedono come mostri.
Boh, questo è tutto, ditemi se la "storia" vi è
piaciuta, se non vi è piaciuta, e non abbiate timore nel
lasciare le vostre critiche!