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Autore: Licht4    20/07/2014    3 recensioni
Fanfiction basata su Silent Hill 3.
«Ti sembrano mostri?» un sorrisino comparve sul volto di Vincent.
«Ch-che vuoi dire?» borbottò Heather, incrociando le braccia.
Vincent alzò gli occhi verso un soffitto rischiarato appena dalla lampada appesa alla parete. «Non preoccuparti. E' solo...uno scherzo! [...]
Genere: Horror, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Heather Mason
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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sh3

Heather deglutì, stringendo le mani attorno al manico della pistola. Strinse i denti, mentre i suoi stivali avanzavano sopra un liquido vermiglio, che si appiccicava sotto le suole.

«Ti sembrano mostri?» un sorrisino comparve sul volto di Vincent.
«Ch-che vuoi dire?» borbottò Heather, incrociando le braccia.
Vincent alzò gli occhi verso un soffitto rischiarato appena dalla lampada appesa alla parete. «Non preoccuparti. E' solo...uno scherzo! Devo andare, ora» disse, voltando la schiena verso la porta dal legno scrostato.
«Aspetta! Vincent!»


La ragazza scosse la testa, mentre i corpi afflosciati di quelle creature invadevano il pavimento, i crani fracassati.
«Ti sembrano mostri?»
Heather si fece strada lungo il corridoio, una mano a sfiorare la parete, l'altra che stringeva la pistola. Quei corpi distesi a terra, le loro carni impregnate di sangue, che ora scorreva per tutto il pavimento, finendo sotto le suole delle sue scarpe.
"E' tutto vero, Vincent...". Heather si fermò, irriggidendosi. Un ronzio nella tasca del suo giubotto. «Arrivano...» sibilò, appiattendosi alla parete.

Maledetto Vincent, svanito dietro alla porta, con il suo sorrisino, lasciandola colma di interrogativi. Lasciandola sola, lì, mentre il buio avvolgeva il suo corpo.

Il suono dei loro passi che si trascinavano lungo il corridoio le arrivò all'orecchio. Verso la sua direzione.

Maledetto Douglas, che in quel centro commerciale le era rimasto alle calcagna. Ed ora, le aveva detto di andare avanti.
Lasciandola sola, lì, mentre il buio avvolgeva il suo corpo.

"Eccoli" pensò Heather, l'indice che sfiorava il grilletto. Sporse il collo oltre la parete, che si piegava verso sinistra. Il buio davanti ai suoi occhi.
«Merda...» - frugò nella tasca della giacca, le sue dita si strinsero attorno al manico della torcia. «Devo farlo, non vedo niente...». Puntò l'oggetto in aria, il dito premette il pulsante. Già poteva immaginarsi le loro urla – no, i loro ringhi – riecheggiare per tutto il corridoio. Il fascio di luce illuminò le mura, e alcune macchie rossastre che le riempivano.

Maledetta Claudia, che le era apparsa davanti. Con le sue idiote farneticazioni su un paradiso. Che le aveva riempito la testa con quel ronzio, facendola cadere a terra. Che l'aveva trascinata fin lì. Che...

Alte figure comparvero nel corridoio. Due. O forse anche di più. Uscivano da quelle fottute pareti, come vespe che escono dai loro nidi, e che in un secondo ti sommergono con i loro ronzii.
I mostri ruotarono il collo, i loro corpi vennero scossi da tremiti non appena il fascio di luce arrivò verso di loro. Le loro urla – no, i loro fottuti ringhi – riecheggiarono per l'intera stanza.
Heather mosse un passo avanti, stringendo le labbra.

Maledetti, maledetti coloro che avevano ucciso suo padre. L'immagine del suo corpo piegato sul divano era impresso nella sua mente. Le gocce di sangue colavano dalla sua maglia, precipitando sulla poltrona, imbrattandone il tessuto.
Lasciandola sola, lì, inginocchiata davanti a lui, mentre il buio avvolgeva il suo corpo.

Udì lo strascichio dei loro passi, lenti, lo sguardo si posò sulle loro braccia gonfie che si protendevano verso di lei. Heather alzò la pistola verso i loro visi, proboscidi che si allungavano verso il basso. La mano tremò, il mirino si spostò da un lato.
"Merda, stai calma, Heather!" si disse, le gambe percorse da tremiti. Poteva sentire il battito del cuore pulsare in ogni centimetro del suo corpo.
Maledetto Vincent.
"Sono mostri, mostri!". Arretrò di qualche passo, le statiche della radio che le perforavano il timpano.
Ora poteva vedere la pelle marroncina e colma di squarci che ricopriva quegli esseri. Le loro braccia roteavano ogni volta che si muovevano. Sentì lo stomaco ribaltarsi, facendola piegare in avanti.
"Non adesso, non adesso!"
E se davvero a Vincent non sembravano mostri? Se davvero i suoi occhi li vedevano come...
«No!»
Heather urlò, le ginocchia urtarono il pavimento. Una fitta le attraversò il cranio, mentre lo sguardo era fisso su quei mostri.
«Ti sembrano mostri?» la voce di Vincent le martellava nella mente.
Maledetti, maledetti tutti.
La pistola si alzò di nuovo nell'aria, puntata verso quelle creature, a pochi passi da lei. Il dito scattò sul grilletto, lo sparo riempì il corridoio.
Uno di quegli esseri si bloccò, afflosciandosi a terra. Un altro sparo. Poi due. Anche il secondo precipitò, piombando sul corpo del compagno. Heather si alzò, trascinandosi verso di loro.
Viscidi. Si contorcevano su una pozza di sangue che usciva a fiotti dai loro petti.
Il grilletto scattò. Il proiettile schizzò dritto nel viso di uno, su quella pelle marroncina e coperta da pieghe. Un altro ringhio, più acuto, ed il corpo del mostro si irriggidì. Il braccio dell'altro ancora si contorceva, ruotava su se stesso. Heather arricciò le labbra, la punta del suo stivale centrò la sua spalla.
«Crepate, bastardi!» sibilò, fissando il braccio ruotare un'altra volta, per poi cadere a terra.
"Vincent, come fai a non vedere?"
Heather proseguì lungo il corridoio. Lo stomaco non le si contorceva più. Nessun conato di vomito. Un sorriso si fece strada sulle sue labbra.
«Li farò cadere a terra, uno ad uno»
Erano mostri, e meritavano soltanto un proiettile dritto nelle loro teste. O sprangate sui loro colli, fino a farne schioccare le ossa.
Le pareti si piegavano ancora, ed una porta comparve nel fondo.
«Ci siamo!» sussurrò la ragazza, scostandosi i capelli dal viso.
Avanzò tra quelle mura, accellerando il passo, una pistola ed una torcia tra le mani.

Il buio piombò dietro di lei. Avvolse il suo corpo.

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Hallo!
Aallora, sono passati praticamente tre o quattro anni da quando ho finito Silent Hill 3, quindi non ricordo bene tutte le scene. Per questo l'ambientazione di questa storia è un anonimo corridoio, avrei potuto arricchirla di più ma le ambientazioni non sono molto vivide nella mia testa.  Ed i mostri sarebbero i Closer, non so se li ho resi bene.  .-. Comunque sia questa storia è nata mentre pensavo alla frase detta da Vincent, che dà il titolo a questa storia.
Mi sono trovata a pensare che magari l'apparenza inganna. Magari Heather vede le creature che si trova ad affrontare come orridi mostri, ma questo perché è la reincarnazione di Alessa, e sappiamo che Alessa aveva la mente offuscata dall'odio. Ma magari altre persone, come Vincent, che si affida molto al raziocinio, alla logica, in quei mostri vedono tutt' altro. Ovvero, non li vedono come mostri. Boh, questo è tutto, ditemi se la "storia" vi è piaciuta, se non vi è piaciuta, e non abbiate timore nel lasciare le vostre critiche!


  
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