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Autore: Kotomy    20/07/2014    1 recensioni
Miss Dawson odia colui che dovrebbe amare... Ma tutto può cambiare no? Basta solo un giardino e un ricordo...
(Può ricordare Orgoglio e Pregiudizio in alcuni tratti)
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono Kotomy :3

E credo sia la prima Os che pubblico su Efp riguardo Dolceflirt xD

Spero vi piaccia e vi avverto che io amo Orgoglio e Pregiudizio quindi potrebbe assomigliarci, ma spero vi piaccia lo stesso u.u

 

 

Mai giudicare un libro dalla copertina...

 

 

È risaputo che ogni ragazza per diventare una donna rispettata debba sposarsi al più presto con uno scapolo di buona famiglia. O almeno, questo era come succedeva nel settecento. Ogni madre pensava ad accasare la propria figlia, anche contro la volontà di quest'ultima e purtroppo sapevo per mia esperienza cosa voleva dire. La sala ampia in cui ero stata portata di peso, ospitava una settantina di ospiti. I lampadari di cristallo riflettevano la luce sul pavimento rendendolo ancora più brillante di quanto non fosse già. I banchetti erano affollati, c'era chi intratteneva una conversazione con persone altolocate, chi invece cercava di conquistare lo scapolo di turno, come avrei dovuto fare io. Le ragazze che si spostavano e danzavano nella sala, avevano movimenti eleganti e fluidi. I loro piedi ormai conoscevano le danze a memoria, cosa che i miei si erano rifiutati di fare. La melodia echeggiava in tutta la stanza e gli invitati si facevano trasportare man mano. Ero propensa ad andare sulla terrazza per rinfrescarmi le idee quando venni bloccata.

"Signorina Dawson, prima che la vostra figura mi sfugga dagli occhi, mi fareste l'onore di concedermi un ballo?". La mano rosea del danzatore si mostrò e quando alzai lo sguardo riconobbi subito a chi apparteneva.

I capelli biondi tirati all'indietro, davano al ragazzo un'aria elegante e adulta. La tenuta da ufficiale della marina gli conferivano un aspetto sensuale e il suo sorriso ammaliante era il suo punto di forza. Conoscevo fin troppo bene l'individuo. "Spero vogliate scusarmi se rifiuto la vostra offerta così allettante ma ho bisogno di un po' d'aria" risposi puntando i miei occhi nei suoi ambrati. “Nessun rancore, ma sono sicuro che prima o poi dalle vostre labbra uscirà una risposta che mi renderà l'uomo più felice del mondo”. Mi congedai sorridendo e ripensando al primo incontro con l'ufficiale Whitlook. Non avevo mai conosciuto persona più cortese, scaltra e subdola. Le voci su di lui erano molte, chi lo riteneva un individuo a cui affidare la propria vita, chi invece uno da cui bisognava stare lontani. Io appartenevo alla seconda fascia di persone.

Per le famiglie il solo fatto che fosse presente ai propri balli, era una vittoria. Ma stavolta tutte le famiglie presenti erano vincitrici perché erano state invitate proprio da lui nella sua dimora.

La sua persona ammaliava chiunque ne venisse a contatto. Le prime a cadere ai suoi piedi erano le ragazze, poi le madri e infine addirittura i mariti, estasiati per il registro alto che usava l'ufficiale quando intratteneva qualche conversazione. Appena prima di varcare la soglia per il balcone, lo guardai e lo vidi stringere delicatamente la mano di una dama dal vestito rosso fiamme ormai in estasi per il solo contatto con lui.

“Signorina Dawson non mi sorprende trovarla in disparte al posto che in mezzo alla sala”.

Mi girai e vidi Mr. Duval osservarmi. La sua chioma così appariscente anche questa volta ricadeva sul suo viso in modo disordinato, i suoi occhi color ametista mi incantavano sempre. “Anche io non mi sorprendo a trovarvi qui anziché accettare gli inviti a danzare”. “Mi conoscete troppo bene, non vale. Mi concedereste l'onore di questo ballo?” mi chiese piegandosi e allungando la mano verso di me. Ricambiai l'inchino e posai le dita sul palmo di Mr. Duval. Alzò il viso e mi concesse un sorriso, scortandomi subito dopo in mezzo alla sala. “Devo dirle che il blu notte le dona proprio Miss Dawson e credo che io non sia l'unico a pensarlo. Sono ancora sicuro che la vostra bellezza eterea abbia colpito l'ufficiale Whitlook, dovreste concedergli un'opportunità” mi disse Mr. Duval. Spostai il mio sguardo verso l'ufficiale e vidi che l'oggetto della sua attenzione eravamo proprio io e il ragazzo che mi accompagnava nella danza, stava bellamente ignorando la dama in rosso, la quale guardava prima lui poi spostava lo sguardo carico d'odio su di me.

“Io credo vi stiate sbagliando, sono convinta che l'ufficiale punti più in alto” dissi fissando nuovamente i miei occhi sul mio compagno. “Se ne siete sicura voi... A proposito di conquiste, avete saputo che vostra sorella Martina finalmente è riuscita a ottenere un appuntamento con mio fratello Armin?”. Rimasi interdetta alla notizia, Martina non mi aveva raccontato niente. Negai con la testa. Mia sorella era sempre stata una ragazza riservata, ma nascondere proprio a me la sua vittoria, mi deluse. “Ovviamente non c'è da dimenticare che ormai la signorina Nina Rochefort convolerà presto a nozze con Mr. Ainsworth” dissi cercando di mantenere viva la conversazione. “Finalmente Lysandre ha deciso di aprire il cuore verso quell'adorabile ragazza. Ahimè, purtroppo per me dovrò abbandonare il mio sogno di diventare il signor Oak” mi disse con aria abbattuta. “Perchè mai?”. Mr. Duval aveva sempre tenuto nascosto il suo interesse verso i muscoli e io ero l'unica a conoscenza di questo e mi dispiaceva sempre non poter essere al centro della sua attenzione. “Oh volete dirmi che non sapete niente? La signorina Jonas prenderà il mio posto, e poi Miss Oak è pienamente d'accordo”. “Deborah Jonas sposerà Castiel Oak? E da quando in qua Alex Oak, nonché la peggior nemica di Miss Jonas, ha iniziato a nutrire simpatia verso quest'ultima?” chiesi curiosa. Alexy Duval sapeva sempre tutto su tutti, mi sorprendeva il fatto che non avesse ancora scoperto i miei sentimenti verso di lui. “Non me lo chieda, non lo so neanche io” rispose facendo spallucce. Mentre stavo per rivolgere un'altra domanda a Mr. Duval, curiosa dell'accaduto e incantata oltretutto dalla sua figura, la fila maschile iniziò a scalare e mi ritrovai a danzare con mia sorpresa con l'ufficiale Whitlook. “Voi non dovreste essere quattro dame più in là?” chiesi quasi infastidita. “Perdonate la mia irruenza ma non potevo perdere l'occasione di danzare con voi. Devo dire che il vostro modo di fare mi ha colpito, tutte le dame sognerebbero un ballo con me, ma voi invece ad ogni occasione rifiutate. Posso essere a conoscenza del perché? Non mi sembra di aver mai recato fastidio alla vostra persona, e poi non dimentichiamoci che vostra madre è propensa alla nostra unione” disse baciandomi la mano e iniziando a danzare. “Mi dispiace smontare i vostri piani, ma quella contraria sono io” risposi secca, posando la mia mano sulla sua. “Miss Dawson parto col dire che il blu le dona molto, da luce alla vostra carnagione nivea”. “Le sue parole mi feriscono. Cosa ho mai fatto per ricevere tanto odio da parte vostra? Parlandovi e conoscendovi ho iniziato a nutrire sempre più grande interesse, sino a che non è diventata stima e infine amore. Sono profondamente innamorato di voi, non posso negare l'affetto che provo verso la vostra persona. La bellezza che possedete non fa che ammaliarmi ogni giorno” continuò concludendo l'ufficiale Whitlook lasciandomi interdetta. Cercai di riprendermi velocemente dalla notizia. “Posso sapere cosa vi ha fatto infatuare tanto di me? Non credo possiate affermare di conoscermi, anzi voi siete l'ultima persona a poterlo dire” dissi stizzita. “Permettetemi di dirvi che ogni qualvolta parlavate con qualcuno, io vi fissavo costantemente, comprendendo sempre di più che quella dolcezza che usavate con gli altri, non l'avreste mai mostrata con me. Così mi innamoravo sempre di più del segreto, della parte di voi che non ho mai avuto il piacere di conoscere” concluse sorridendo. Ero rapita dalle sue parole e dalle sue osservazioni, non pensavo mi osservasse così bene. “Mi sorprendo di sapere di come vi sta a cuore la mia persona ma non posso dire altrettanto, mi spiace. Non ho mai avuto il pensiero di osservarvi e di conoscervi” dissi rammaricata. “Non scusatevi, l'errore è anche mio, avrei dovuto rendermi più vulnerabile ai vostri sguardi, così forse avreste nutrito qualche interesse verso il mio carattere”. Appena la musica si fermò, l'ufficiale Whitlook mi prese con se' e mi portò via dalla sala. Quando fummo fuori, mi condusse nella parte anteriore del palazzo e ne rimasi meravigliata. I giardini splendevano grazie alle lucciole che li popolavano. L'acqua cristallina della fontana rendeva tutto magico e le rose rosse, sbocciate da poco aggiungevano il tocco giusto di romanticismo. “Questo posto è stupendo” dissi meravigliata. “Vi piace? Lo curo io personalmente. È la parte che adoro di più della mia dimora” disse. Lo guardai con stupore. Non pensavo fosse quel genere di persona. “Posso sapere qual'è la cosa a cui tenete di più?” chiesi curiosa. “La cosa che mi è più cara è questa spilla regalatami dal mio ormai defunto padre ma non può certo superare questo pezzo di stoffa”. Appena tirò fuori il tessuto, lo riconobbi subito. Era mio e solo in quel momento mi ricordai di averglielo donato quando era venuto a farci visita per la prima volta. “Lo avete ancora...”. “Come potrei mai liberarmi dell'oggetto con cui, la donna che amo si è asciugata il viso mille volte? Ve lo ricordate? Me lo avete detto voi” disse. Annuì sorridendo. In quel momento i miei sentimenti per Mr. Duval sparirono e nella mia mente comparve l'immagine dell'ufficiale. Appena quest'ultimo si avvicinò, il mio cuore fece un balzo. Prese il mio viso e abbassandosi posò le sue labbra sulle mie. Spalancai gli occhi ma non lo respinsi, anzi approfondii il bacio e appena lui si staccò mi concesse uno dei sorrisi più belli sulla faccia della terra. “Mr .Whitlook...” balbettai rossa in volto. “Chiamatemi pure Nathaniel”. Annuì e rientrai correndo verso la sala.

 

“Bambina mia, l'ufficiale Whitlook è venuto a farci visita. Desidera avere un colloquio con te” disse mia madre entrando.

Annuii e scesi quasi di corsa le scale. Appena lo vidi il mio cuore si fermò. Il ricordo di quel bacio riaffiorò nella mia testa.

“Miss Dawson, vorrei parlare con lei in privato”. Lo scortai nella stanza accanto e chiusi la porta dietro le spalle. “Cosa volevate dirmi?” chiesi. “Noto che avete fatto tesoro della mia osservazione” disse. Mi guardai e notai che involontariamente avevo indossato una abito blu. Sono venuto qui per altri motivi, volevo scusarmi per il gesto avventato che ho fatto ieri sera e so per certo che i vostri sentimenti sono gli stessi e quindi vi chiedo di perdonarmi” mi disse l'ufficiale Whitlook inchinandosi. “Oh no, ve ne prego. Credo che da ieri sera la mia opinione su di voi sia cambiata e non solo quella. Ho potuto constatare che le voci di corridoio vi descrivevano ben diversamente da come siete veramente e ne sono felice. Possiate dimenticare e perdonare la mia arroganza nei vostri confronti, non sapevo ancora che persona eravate” dissi guardandolo. Il suo voltò si illuminò. “Quindi i vostri sentimenti...”. Annuii rossa in volto e quando mi prese le mani tra le sue mi incantai. “Spero mi diate il vostro consenso per chiedere la vostra mano”. “Ne sarei veramente contenta” risposi sorridendo.

Quando uscimmo dalla stanza, vidi mia madre sorridere e le feci un cenno d'assenso. “Oh Mr. Whitlook siamo veramente felici di poterla ospitare nella nostra famiglia” disse eccitata mia madre. “Mrs Dawson condivido la vostra felicità”. “Oh, chiamatemi pure Simona. Avvertirò io mio marito Dake del lieto evento” disse sorridendo e trotterellando verso la biblioteca. Mr. Whitlook mi guardò. “Miss Dawson la saluto con la più sincera gratitudine e spero che il mio amore per lei sia ricambiato da altrettanto amore”. Arrossii nuovamente. “A presto futura Mrs. Whitlook” mi disse salutandomi con un baciamano.

Potevo considerarmi innamorata di un uomo appena conosciuto e sono sicura che la nostra unione non sarebbe mai stata un errore.  

   
 
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