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Autore: lullublu    20/07/2014    3 recensioni
Mikoto brucia la macchina fotografica di Totsuka.
Cosa può fare per farsi perdonare?
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Izumo Kusanagi, Mikoto Suoh, Totsuka Tatara
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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una brutale uccisione Stringeva tra le mani i pezzi di quella che era stata una macchina fotografica.
Ormai aveva smesso di fumare, ma prima una nube grigia era sprigionata da essa.
Sfrigolava, sembrava lamentarsi, quasi fosse un'essere morente.
In un certo senso lo era.
Quando si trovava nelle mani di Totsuka, lui sapeva farla vivere.
Il giovane era in grado di riprendere qualsiasi cosa, qualunque momento.
Renderlo eterno, vivo.
"Si può sapere cosa ti è passato per la testa? Gli hai chiesto almeno scusa?" disse Kusanagi rimproverando Mikoto.
Era l'unico a potersi permettere di parlare in certi termini al re.
Mikoto scosse la testa "mi dispiace" disse, ed era vero.
Gli era dispiaciuto molto quando aveva visto il sorriso di Tatara sbiadire mentre la sua fotocamera veniva assassinata.
Non era un modello particolarmente costoso, ma lui vi era molto affezionato.
Con quella fotocamera aveva impresso i momenti migliori della sua vita, interi anni.
Da quando Suoh lo conosceva, non l'aveva mai cambiata.
Il biondo non si era arrabbiato, non se l'era presa con lui, anzi, aveva ripreso immediatamente a sorridere anche se con un certo sforzo e si era allontanato.
Mikoto lo detestò, invidiava quel suo sorriso, quell'atteggiamento così positivo che sempre aveva verso il mondo.
Totsuka era l'unico membro dell'homra che non sapeva combattere, ma in un certo senso era il più forte.
"Non è a me che devi dirlo, zuccone!" proseguì Izumo dandogli uno scappellotto ed il rosso sbuffò.
Se il biondo gli avesse urlato contro ne sarebbe stato più contento, ma non rientrava nel suo carattere.
L'amico era sempre gentile con tutti, e lui gli aveva distrutto la cosa più preziosa.
Si sentiva in colpa.
"Cosa posso fare?" chiese al barista.
Izumo si passò una mano fra i capelli e sorrise in modo inquietante.
Mikoto non lo sopportava quando faceva così, sapeva che si stava preparando a trattarlo da idiota, e certe volte aveva l'impressione che lo considerasse davvero come tale.
"Per prima cosa, devi comprargliene una nuova perchè chi rompe paga. Imparalo bene, caro re.
E seconda cosa, gli chiederai scusa, faccia a faccia, guai a te se mandi qualcun altro a farlo al posto tuo. Chiaro?".
"Chiaro" annuì il re, ed altro non avrebbe potuto fare, meglio non contraddire Kusanagi.
                                                                                                    ***

Chi rompe paga.
Quante volte gli aveva sentito dire quella frase a qualcuno dei ragazzi?
Ormai suonava come una minaccia.
Mikoto pensò che fosse stato fortunato a rompere la fotocamera piuttosto che il bancone del bar, di certo Izumo non si sarebbe limitato a fargli chiedere scusa.
Sapeva essere spaventoso quando si innervosiva.
Si fermò davanti alla vetrina di un negozio di elettronica.
Non sapeva quale modello comprare all'amico, non se ne intendeva.
Ne vide una dello stesso modello di quella ormai morta.
Meglio di no, gli avrebbe ricordato la vecchia.
Perchè poi l'aveva fusa?
Era stato per via della foto, l'aveva anche avvertito di cancellarla, ma Tatara non aveva voluto saperne.
Allora aveva reagito, gliel'aveva strappata di mano ed in breve della macchina non era rimasto che un oggetto informe.
Non sapeva spiegarsi la sua reazione, non c'era nulla di strano in quella foto, era solo abbracciato ad Anna e sorrideva.
Già, forse era stato per quel sorriso, o per il modo in cui Totsuka gliel'aveva fatto notare.
Gli aveva detto quanto fosse 'tenero' e lui aveva reagito.
Forse perchè quella particolare espressione del suo volto non gli si addiceva, o perchè non gli andava di far trasparire quel lato di sè.
Voleva solo che quella foto sparisse, che bruciasse, e così era stato.
Solo dopo aveva pensato a cosa aveva fatto, ed il senso di colpa non aveva tardato ad arrivare.
Entrò nel negozio e chiese alla commessa di aiutarlo.
Lei gli mostrò vari modelli e gli illustrò le caratteristiche di ciascuno.
Optò per un modello professionale che aveva un set di obbiettivi in omaggio.
Totsuka aveva sempre detto di aver bisogno di nuovi obbiettivi, qualunque cosa fossero.
Comunicò la sua scelta alla commessa, pagò, ed uscì dal negozio.
Tutto sommato era stato facile.
Il difficile stava per arrivare.
Mikoto odiava chiedere scusa, e di solito evitava sempre.
Scelse un pomeriggio in cui il bar era quasi deserto per farlo, e chiamò in disparte l'amico.
"Tieni" gli porse la nuova fotocamera in un gesto che poteva sembrare brusco ma che intendeva in realtà nascondere l'imbarazzo del re.
Il biondo fu colpito da questo gesto inaspettato.
Il suo sbigottimento però durò poco, ed in breve gli gettò le braccia al collo e prese a ringraziarlo, sorridente più che mai.
"Era proprio quella che volevo!".
"Ehi, Totsuka, spostati mi dai fastidio" disse il rosso spintonandolo, odiava quelle effusioni, l'unica che poteva permetterselo era Anna, ed anche in quel caso, Suoh non avrebbe mai ammesso che gli faceva piacere.
Sbuffò, preparandosi mentalmente.
"Scusa" gli disse.
"Eh?" fu l'intelligente risposta dell'amico.
"Per la fotocamera, scusa" spiegò Mikoto.
"Non fa niente" lo rassicurò Totsuka "basta che tu non lo faccia più, qualsiasi fotografia io possa fare".
In quel momento Mikoto cambiò idea, non seppe dire se si trattasse di suggestione ma avvertiva una minaccia in quelle semplici parole ('qualsiasi fotografia io possa fare'), forse sarebbe stato meglio rompere il bancone di Kusanagi.

  
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