Dolcezza. Struggente dolcezza,
Mi sento così.
Assalito, incapace di resisterle.
Innocenza, freschezza, chiare e vivide quando una delle sue mani sfiora
la mia. Lo fa con cautela, quasi con timore: mi solletica il dorso
della mano con i polpastrelli e io circordo quelle dita delicate con le
mie, trattenendole con forza. La guardo un attimo in viso; subito dopo
torno a fissare il paesaggio che scorre sotto il castello in movimento.
E' molto caldo qui, siamo ai margini di un deserto di sabbia e non si
vedono abitazioni, fiumi o specchi d'acqua come invece qualche giorno
fa. Se non fosse per gli ingranaggi del castello, di sicuro ci sarebbe
un silenzio desolante...
"Howl, sei arrabbiato?"
"No, perchè, lo sembro forse?" sono stupito, lei ha
un'espressione leggermente triste e mi scruta negli occhi.
"Non lo so, ma ho pulito e messo in ordine camera tua, ho trovato quel
barattolo con su scritto sale,
ho usato il contenuto per cucinare... e adesso vediamo i colori
più strani! Ne avresti di motivi per essere irritato."
"E' come essere daltonici, ma durerà un paio d'ore te l'ho
detto, non c'è da preoccuparsi. E inoltre, sai che ora
rivedo i tuoi capelli del loro colore scuro?"
Lei mi sorride, rincuorata.
"La prossima volta però non frugare tra le mie cose senza
avvertirmi!"
"Quella camera comunque era una vera discarica." borbotta a braccia
conserte.
"Insomma, saranno fatti miei?"
"No, visto che spesso ci entro anch'io e devo farmi largo a forza tra
tutte quelle cianfrusaglie! Non è comodo sai? E..."
Si blocca un istante.
"Non guardarmi così!"
"Così come? Stavo solo ricordando l'ultima volta che mi hai
fatto visita."
"Ecco, appunto."
"Certe visite potrebbero convincermi a mettere in ordine sai?" dico
osservando l'orizzonte di uno strano colore verde.
Lei non fa commenti, ma quando mi volto di nuovo ha le guance di un
colore acceso e si sta torturando una manica del vestito, come per
proteggersi.
"Screanzato." mormora con voce sottile. Io mi trattengo appena dal
ridere.
"Oh, mademoiselle, scusi se ho risvegliato brutti ricordi!"
"I-io... non penso sia stato brutto."
"Neanch'io sai." replico sorridendole.
"Ci credo, sei stato tu il primo ad avvicinarti!"
"E' stato un caso"
"Sì, casualmente,
sei inciampato proprio in quel momento verso di me che portavo la
biancheria pulita in camera tua."
"Certo, è così che ti sei ritrovata fra me e la
parete."
"Vedi, è colpa del tuo disordine allora." sta cercando di
concludere, sempre più imbarazzata; ma io non ho la stessa
intenzione.
"E' la dimostrazione di come il disordine sia utile in qualche caso. Al
momento altrimenti avrei avuto l'onore di baciarti una sola volta,
risalente a due settimane fa."
"Tu credi?" mi risponde scioccandomi "Non sono abbastanza coraggiosa
secondo te?"
"Sophie, sai a cosa mi riferisco. Se io non avessi preso l'iniziativa,
l'avresti fatto tu?" la fisso incredulo.
"Non in quel momento, magari dopo."
"E dopo quando?" le spettino i capelli prendendola in giro. Lei mi
cattura la mano infastidita e la stringe a sè,
giocherellandoci.
"Tipo adesso."
Le lancio uno sguardo di sfida. Non ci credo, non è il tipo
da prendere certe iniziative di punto in bianco. Restiamo a scrutarci
immobili.
Dopo qualche secondo mi si avvicina, aggrappandosi alle mie spalle.
"Sei alto, non ci arrivo." sbuffa già rassegnata.
Io la prendo in braccio senza aggiungere una parola, cercando di
apparire impassibile. Lei ha spalancato gli occhi, spaventata dal gesto
improvviso, e ora se ne sta raggomitolata contro il mio petto.
La sento tremare lievemente "... Cosa vedi di bello in me?"
"Come, che vuoi dire?" le chiedo sconvolto.
"Perchè mi tieni con te? Non sono che una ragazzina come
tante, nè particolarmente intelligente nè bella.
Perchè mi hai accolta qui?"
Ecco, era questo il motivo di tanta vergogna.
"Perchè sei l'unica che mi abbia dedicato tempo, attenzioni
e affetto. Che mi abbia visto nelle migliori e peggiori condizioni
senza mutare mai i propri sentimenti. La sola che ha guardato sempre
dentro di me e continua a farlo. Sei più speciale di quanto
credi tu."
E' arrivata ad accarezzarmi una guancia nel frattempo, senza che me ne
accorgessi.
"Anche tu sei speciale, ma già lo sai."
"E' diverso detto da te." la stringo un po' di più, mentre
le sue dita mi scivolano sul collo, fresche e morbide, facendomi
rabbrividire dall'emozione. Poco dopo cambia idea e risale; mi passa le
dita fra i capelli, come a volerli pettinare.
Non oso muovermi. Soprattutto non adesso che sta avvicinando il viso
verso di me, guardandomi con attenta dolcezza, pronta a cogliere ogni
mia più piccola reazione.
"Howl..." mi sussurra in un orecchio "Posso?" chiede toccandomi il
labbro inferiore con l'indice.
Vorrei essere ironico, ma riesco solo a deglutire lentamente e annuire.
Un battito di ciglia e l'indice viene sostituito dalle sue labbra.
Chiudo gli occhi, mi perdo, contraccambio, sento il cuore in gola;
troppa emozione per un solo contatto, mi stordisce.
Provo a sbirciare: ha un'espressione completamente indifesa... io...
cosa potrei fare per lei? Mi sento in debito. E' così
prezioso ciò che mi sta offrendo, me ne rendo ben conto. La
sua fiducia, i suoi sentimenti, la sua innocenza: tutto questo. E' una
grande responsabilità.
Voglio meritarti, perchè in realtà sono io ad
essere in difetto nei tuoi confronti.
Non c'entrano la bellezza, i colori, le incomprensioni; è
veramente importante solo ciò che abbiamo dentro. Me l'hai
insegnato tu... la forza d'animo di certo non ti manca. Mi hai salvato
dall'autodistruzione, te ne rendi conto? Ti sarò
riconoscente a vita, ma non è solo questo: si è
formato un legame, particolare, che non so ancora come spiegare. E
credo stia qui il motivo per il quale, da quando è tornato,
il mio cuore invece di essere debole batte tanto forte. Con molta
più forza di prima. Il merito è tuo,
perciò...