Sembra diverso da come lo ricordavo.
Non c’è più l’erbaccia che ricopriva il vialetto, le siepi sono potate e verdi e si sentono le grida felici dei bambini.
-Dove mi trovo? Forse sono morta e in questo momento sono in Paradiso. Un momento… NON POSSO ESSERE MORTA, CI SONO ANCORA UN MUCCHIO DI COSE CHE DEVO ANCORA FARE PRIMA DI MORIRE: DEVO SPOSARMI, DEVO AVERE FIGLI, DEVO PRENERE A CALCI IN CULO QUEL BASTARDO DI STEFANO E…
L’urlo di una bambina di tre anni interrompe i miei pensieri.
E’ caduta e si è sbucciata un ginocchio.
La mamma corre da lei e cerca di consolarla ma lei continua a piangere e la mamma le dà una caramella per calmarla… ma io questa scena l’ho già vista…
MA QUELLA SONO IO!!!
-MAMMA MI SENTI !!! MAMMA!!!!!!!!!!!!!
Urlo con tutto il fiato che ho in gola, ma dalla mia bocca non esce alcun suono.
L’immagine della mamma inizia a scomparire così come il parco e io mi ritrovo sola nell’oscurità.
Inizio a correre a perdifiato cercando di uscire da questo incubo senza fine.
MIO DIO ALTRO CHE PARADISO, SONO FINITA ALL’ INFERNO!!!!
Penso continuando a correre senza meta.
Ad un certo punto mi fermo…
Sento dei lamenti seguiti da alcuni singhiozzi, ma da dove provengono?
Ricomincio a correre ma stavolta so dove vado: devo trovare la persona che
sta piangendo.
Chissà, forse saprà dirmi dove mi trovo.
Inizio a scorgere una figura indistinta illuminata da una luce fioca; è da essa che proviene quel pianto.
Man mano che mi avvicino, i tratti della persona diventano più nitidi: è un ragazzo sui 14/15 anni con i capelli neri corti e spettinati; il viso, come le braccia, è pieno di lividi ed è coperto in parte da una ciocca di capelli.
-Ok, se c’è Bill Kaulitz sono finita all’Inferno.
Sento il rumore delle macchine provenire da lontano.
Tutto attorno a me svanisce, anche Bill (EVVIVA!!!).
Mi sveglio e mi accorgo, a giudicare dai dolori che ho in tutto il corpo, di aver dormito su qualcosa di molto duro.
-Meno male, era solo un incubo.
Mi alzo e mi guardo intorno.
Ma dove diavolo sono finita?
Questo non è il mio quartiere, e quella non è la mia scuola!
Dall’altro lato del marciapiede sul quale probabilmente ho dormito c’è un edificio bianco di due piani circa con un gigantesco giardino recintato in ferro dove alcuni ragazzi stanno picchiando un loro coetaneo, del quale però, non riesco ancora a distinguere il volto.
Vorrei ringraziare Le Omine Sentenziose, in particolare la mia adorabile cugina, per avermi pubblicato la storia e per avermi trovato un titolo perché io ero senza idee. Inoltre vorrei ringraziare voi per i vostri commenti:
Arumi_chan e niky94
Inoltre ringrazio anche chi l'ha solo letta e coloro che hanno aggiunto questa storia tra i preferiti:
Arumi_chan , niky94 , tokiohotellina 95
Grazie.