Red thread
< Tu ci credi al filo rosso del destino?>
La domanda mi sfugge così, sovrappensiero, sembra quasi rivolta più a me che a lui.
Fa l’aria concentrata, ma dopo un attimo sbuffa.
< Non ci ho mai pensato, ne ho sempre e solo sentito parlare in qualche cartone giapponese... bho, chi lo sa, può darsi che tra qualche persona ci sia davvero.>
Sorrido.
< Tu e le tue risposte che non rispondono...>
Ricambia il sorriso con aria ironica.
< Ripassa tra qualche anno e saprò risponderti molto meglio!>
< Speriamo, perché se continui così...>
Entrambi i sorrisi diventano vere e proprie risate.
*
< Kenneth?>
Mi volto sorridendo alla sua voce, ma il sorriso scompare quasi subito vedendolo seminascosto nell’ombra e con aria guardinga.
< Ehi, tutto ok?>
Da come si muove sembra come a disagio e quel che mi preoccupa di più è che il suo onnipresente sorriso non c’è; faccio qualche passo avanti, ma lui arretra.
< Ricordi quella storia del filo rosso?> chiede esitante, sfregandosi nervosamente la mano contro un braccio.
< Sì, ma sono passati tre anni...>
< Se me ne fossi ricordato ieri – mi interrompe – ti avrei detto che ci credo, che c’è anche tra noi, ma...> si blocca, deglutisce, gli mancano le parole.
Sento una stretta al cuore.
< Ma...?> chiedo sempre più teso.
< Se c’era, oggi qualcuno l’ha spezzato.>
< Cosa intendi?>
Nuovo silenzio, cerca nuovamente le parole che gli sfuggono, cercando un modo non troppo violento di dirmi qualcosa, ma alla fine ci rinuncia e va senza mezzi termini.
< Brian mi ha licenziato: non sono più nel gruppo.>
No!
Tutto, ma questo no.
Brian non può aver fatto questo, lui è sempre stato con noi, è uno di noi, non può averlo...
< Dimmi che è uno scherzo.>
Non parla.
< Ti prego, dimmi che è tutto un maledettissimo scherzo!>
Ma non ride come dovrebbe, non mi abbraccia come fa di solito, i suoi occhi non sono luminosi come al solito: scuote la testa.
< Mi dispiace, Kenneth. Spero di rivederti.>
Nient’altro.
Sono immobilizzato in una sorta di gelatina formata da ricordi, risate, sogni condivisi.
Sei stramaledettissimi anni di amicizia.
Lui infila la porta, deciso a non voltarsi.
< JOHN!>
Urlo, scatto in avanti per bloccargli la mano mentre tira verso di sè la maniglia, ma è inutile; scivola tra le mie mani come acqua e la porta, inesorabilmente, si chiude.
Non l’ho aperta quella porta, mi sono appoggiato contro di essa, l’ho colpita, le ho urlato contro, ma non l’ho aperta.
Ed è stata l’ultima volta che ho visto John Lowery.
+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++Salve! Questa è la prima fan fiction, non esattamente un granché, sui componenti attuali o passati dei Marilyn Manson. Forse gran parte della gente di questo sito non apprezzerà che si scriva su un gruppo così, ma amen, i gusti sono gusti, se non volete proprio saperne di questo gruppo semplicemente non leggete ^___^ Come dicevo, questa fan fic a parer mio non è un granché, l'ho scritta ieri in pieno blackout mentale dato che dovevo studiare per l'esame di riparazione di greco ma non riuscivo neanche ad aprire libro. Bene o male che sia venuta, la dedico comunque a Fratellone Lontano, un fratello vero e proprio che mi aiuta a non esplodere per lo stress x3
Spero che qualcuno la commenti, il pairing, per chi non conoscesse i veri nomi di questi due, è Kenneth Wilson/John Lowery, ovvero rispettivamente l'attuale batterista del gruppo e l'ex chitarrista, che ora suona per Rob Zombie