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Autore: chiaraEB    20/07/2014    1 recensioni
Immaginate cosa potrebbe succedere se il mondo di Twilight e quello di The Walking Dead fossero lo stesso.... se non ci riuscite venite a scoprilo leggendo.
(Titolo e Introduzione provvisori)
Genere: Avventura, Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clan Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Emmett/Rosalie, Jacob/Renesmee
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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1. L'alba di un nuovo giorno

L'alba.

L'inizio di un nuovo giorno, il proseguimento della vita,  la fine dell'oscurità: così i poeti designavano l'inizio delle ore di luce.

Una presentazione così poetica, romanzata e soprattutto positiva di una cosa così banale come lo spuntare del sole poteva anche risultare veritiera... fino a qualche mese prima.

Ormai l'inizio di un nuovo giorno per ogni essere umano ancora in vita era sinonimo di tentata sopravvivenza, costante pericolo, fuga e, nei peggiori dei casi, anche morte.

Sì, proprio così, nel ventunesimo secolo, la razza considerata la più evoluta del pianeta era costretta a una vita di stenti e sofferenze.

La causa? Un maledetto virus, causa di un’epidemia mondiale, che risvegliava - letteralmente - i morti dall'oltretomba trasformandoli in cadaveri che camminavano e, cosa ancora peggiore, affamati di carne umana,conosciuti, grazie ai film, anche col nome di “zombie”.

Purtroppo i poveretti, non abbastanza veloci da scappare o sprovvisti d’armi, che avevano la sfortuna di incontrarne uno o, peggio, un’orda,se erano fortunati, venivano mangiati vivi oppure, nel peggiore dei casi, venivano morsi per poi, dopo giorni d'agonia, tramutarsi a loro volta in zombie.

Il giorno, purtroppo, era la parte della giornata più pericolosa, perché più rumorosa rispetto alla notte: a causa del rumore degli animali era difficile sentire quelli prodotti da eventuali zombie in avvicinamento, specie nei boschi, come quello dove ci eravamo accampati, dopo l'esplosione del CDC, che pullulavano di numerosi esseri viventi.

L’alba per me era anche il momento in cui mi concedevo di avere qualche speranza: la speranza a cui mi aggrappavo con tutto me stesso era di riuscire finalmente, dopo mesi, a contattare Morgan Jones, l’uomo che, insieme al figlio Duane, mi aveva salvato dagli zombie il giorno del mio risveglio dal coma a King Country, la cittadina in cui vivevo e di cui ero il vice-sceriffo.

Quando abbandonai la cittadina, Morgan mi diede un walkie talkie, con cui ci eravamo promessi di provare a contattarci tutti i giorni all’alba, quando fossi arrivato ad Atlanta, città che pensavamo fosse sicura e non raggiunta dal virus, cosa che al mio arrivo si rivelò completamente sbagliata.

Cosa positiva del mio arrivo ad Atlanta fu il ritrovamento della mia famiglia e del mio amico Shane che, unitisi a un gruppo di sopravvissuti che avevano salvato anche me da un’orda di zombie e a cui successivamente mi unii anch’io, si erano rifugiati sulle colline vicino alla grande città ormai infestata dagli zombie.

Dopo mesi di tentativi, ormai la speranza stava scemando e le possibilità di riuscire a parlare con Morgan diminuivano.

Quella mattina provai diverse volte, purtroppo senza successo, fino a quando mio figlio Carl mi raggiunse sotto l’albero sotto cui ero seduto.

<< Ehi, buongiorno cowboy! Che ci fai a quest’ora già alzato? >> lo salutai scompigliandogli i capelli.

<< Ciao, papà! Ho fatto un incubo e non sono riuscito più a riaddormentarmi. >> lo abbracciai, ero divorato dal rimorso e dai sensi di colpa, sapevo che il mondo era diventato quel che era non per colpa mia, ma mi sentivo in colpa per non essere stato accanto alla mia famiglia, a causa del coma, nel momento probabilmente più difficile della loro vita, ovvero l’apocalisse che tragicamente si era imbattuta sull’umanità.

Avrei voluto che mio figlio trascorresse una vita lunga, felice e soprattutto normale, invece già all’età di undici anni la sua vita era caratterizzata dalla paura della morte e dal non sapere se avrebbe potuto vivere un altro giorno senza essere mangiato da abominevoli creature prive d’anima.

Ad un certo punto, la mia attenzione fu attratta da un rumore, simile a uno sfrigolio, provenire dal walkie talkie che avevo appoggiato sul terreno al mio fianco.

Mi staccai da mio figlio e presi il dispositivo sorpreso dal suo primo segno di vita, mostrato dopo mesi d'inattività .

Dopo poco si riuscirono a distinguere alcune parole pronunciate da una voce, presumibilmente maschile : a causa dello sfrigolio riuscì a capire poco e niente ma quel  poco mi permise di riconoscere la voce di Morgan.

Cercai di parlare al walkie talkie provando a dirgli la cosa più importante: non andare per nessun motivo ad Atlanta.

Fortunatamente riuscii a captare la sua risposta: << Sì, Rick.….Arrivando…Atlanta…Quasi.. >>

Molto probabilmente, le mie parole erano arrivate al suo walkie talkie ancora più disturbate rispetto a come arrivavano al mio, così da non fargli capire il vero significato del mio avvertimento.

Da quello che avevo intuito, quasi certamente aveva capito che poteva entrare in città senza nessun rischio.

Venni assalito dal panico, mi sentivo responsabile della sorte di quei due malcapitati la cui unica colpa era di essere in una zona con poco segnale.

Mi alzai, dissi a mio figlio di non preoccuparsi e dandogli il walkie talkie, di avvertirmi se fosse riuscito a contattare Morgan.

Corsi fino a dove avevamo montato le tende e svegliai Shane che, reduce dalla notte insonne in cui era stato di guardia all’accampamento, tra un lamento e un altro finalmente si svegliò.

Gli raccontai di Morgan e suo figlio e che erano diretti ad Atlanta.

<< Perchè dovremmo tornare in quell’inferno con il rischio di mettere in pericolo tutto il gruppo? Per salvare un uomo che oltretutto non conosciamo? Te lo puoi anche scordare! >> rispose infervorato.

<< Cristo, Shane! Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo? C’è anche un ragazzino di 14 anni con lui! Se lui avesse fatto lo stesso ragionamento che stai facendo tu, io adesso sarei all’altro mondo! Gli devo la vita! Sono venuto da te in cerca d’aiuto, ma non di certo per obbligarti… ci andrò da solo se fosse necessario!>>

Shane si fermò e forse riflesse sulle mie parole, comunque, dopo qualche minuto,mi rispose: << Va bene, ti aiuterò, ma solo perchè ci tengo a te e non voglio che vai là da solo per farti ammazzare da quei cosi >>

Venimmo interrotti da uno schiarimento di voce ed entrambi ci girammo verso la fonte di quel suono: Glenn, il ragazzo asiatico facente parte del nostro gruppo di sopravvissuti, era affacciato all’entrata della tenda.

<< Scusate se vi interrompo, ma visto che avete svegliato e reso partecipi dei vostri problemi tutti, mi offro come volontario per venire ad Atlanta con voi e da quel che ho capito anche Andrea e Daryl vogliono venire. >>

Uscii dalla tenda, seguito da Shane e Glenn, e mi diressi da Andrea e Daryl, già con le armi in mano e pronti a partire.

<< Siete sicuri di voler venire ad Atlanta con noi? >> chiesi.

<< Ovvio! Altrimenti non ci saremmo offerti. >> rispose Daryl, armato di balestra, con il suo abituale tono saccente.

Guardai Andrea che, armata di fucile, annuiva per confermare la frase detta dall’uomo accanto a lei.

<< Ok, solo voi quattro? >> annuirono.

Raggiunsi Carl, lo informai della nostra decisione, recuperai il walkie talkie e lo salutai rassicurandolo che sarei tornato.

Andai da Dale, il membro più anziano del gruppo e gli chiesi di informare mia moglie Lori che , fortunatamente, dormiva ancora; se si fosse svegliata non mi avrebbe mai lasciato andare, come l’avrebbe chiamata lei, in una missione suicida come quella.

Mi armai di pistola e accetta e insieme agli altri salì sul pick-up che avevamo trovato alla riva del fiume lì vicino.

Shane e Daryl presero posto nel cassone della vettura, mentre noi altri entrammo nella cabina, con me alla guida.

Misi in moto e ci dirigemmo verso Atlanta.




Ciao a tutti/e, mi chiamo Chiara. É la seconda volta che provo a scrivere questa fanfic, vi assicuro che non é un plagio. La prima volta che ci ho provato é stata circa un anno fa se non erro e essendo scritta malissimo l'ho sospesa per poi cancellarla e rifarla oggi. Questo é solo un capitolo di introduzione, la vera storia inizierà dal prossimo capitolo. So che sarebbe stato più giusto metterla nella sezione di TWD, ma per non avere commenti tipo "Ecco come rovinare un capolavoro horror con storie da bimbeminc*ia" ho preferito metterla nella sezione di Twilight, dove spero di ricevere recensioni un po' più serie e costruttive. Spero di ricevere vostre recensioni sia positive che negative ( mi aiutano molto a migliorare la mia scrittura ;) )
Grazie mille per aver letto ed, eventualmente, aver commentato
Ciao, ChiaraEB
  
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