Prologo
Il
tramonto si è appena sciolto sul duro cemento del
tetto come se il sole cercasse un rifugio dalle nubi e dalle tenebre
senza
trovarlo. In questo ci somiglia, il tramonto intendo…
Si,
somiglia proprio a noi… Proprio come noi cerca un
rifugio dalle tenebre ma senza riuscirci, allora ci prova e riprova
tutti i
giorni pur sapendo che un rifugio in realtà non
riuscirà mai a trovarlo… Già,
somiglia proprio a noi.
§§§
Lo
senti? L’odore della pioggia, il suono del vuoto infinito,
delimitato solo da incubi,paure e forse troppe certezze… si,
certezze,troppe
per soli 17 anni di vita.
Certe
cose non puoi non accettarle, devi farlo e basta e
magari devi lasciare solo che svaniscano nel vuoto delle parole e poi
passino…
certo, non puoi aspettare che svaniscano da sole essendo inerme e
lasciandoti
deprimere da esse non puoi e basta, punto, stop, non puoi e basta.
Forse
è per questo che ho iniziato a fare volontariato o
forse è per altro che non ho voglia di
raccontare…
Sono
già tre anni che cerco di dare un po’ di speranza
a
quelle piccole creature bisognose di cure… a volte mi chiedo
davvero come sia
possibile che a dieci anni abbiano già subito 9 anni di
chemio,interventi e
cure terapeutiche poco piacevoli… lo so che non si dovrebbe
dire ma il mio
preferito è Pj, un vivacissimo bimbo di 8 anni. Purtroppo
pochi mesi fa, circa
10, gli è stato diagnosticata una malattia chiamata leucemia
e, per questo, è stato
costretto ad iscriversi all’ Helping Center Of London anche
detto H.C.O.L. ,
qui, tutti i volontari come me, ridanno il sorriso e un po’
di aiuto ai bambini
malati o forse è il contrario ma, ora, non è
questo l’importante. Oggi sono
alla raccolta fondi per finanziare il nostro progetto, Sally Robins
cerca di
vendere biscotti al burro di arachidi e mirtilli immangiabili con la
sua piccola
squadra di bambine ed io, invece, con altri volontari, sto facendo un
piccolo
concerto nel garage della signora Tomphson… non è
il Radio City Music Hall o il
Madison Square Garden ma mi accontento. Finora ho suonato la batteria
solo ad
uno stupido ballo della scuola indetto da finti snob che credono di
essere
ricconi e di potersi prendere il lusso di organizzare un ballo
sofisticato
nella scuola pubblica della periferia londinese. Il risultato? Una
palestra
inebriata di profumo di sudore e striscioni penzolanti, riflettendoci
il garage
dei Tomphson è il luogo più lussuoso in cui abbia
mai suonato.
§§§
La
raccolta fondi ci ha fatto guadagnare molti volontari,
per questo, oggi mi occupo del centro accoglienza, ne sono arrivati
moltissimi:
Jake, Anne, Simon, Luter e molti altri dei quali non ricordo il nome.
Ricordo
solo una ragazza, capelli corti castano scuro, occhi chiari e sorriso
lucente,
credo si chiami Liv… oltre a questo ricordo che lei non
potrà mai vedermi, si
non potrà mai farlo, anche se volesse. Non potrà
mai vedere le luci della città
la notte o l’alba che rischiara e che ti sveglia o la sua
bellezza… si, non
potrà mai farlo.
Salve, questa
è la mia prima storia. Spero vi piaccia e,
se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate.
A presto
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