2. CAPITOLO SECONDO
Lacrime sotto le stelle

Vi era una stanza buia e silenziosa, così silenziosa da sembrare vuota. 
Ma era reale? Una finestra era apparsa al muro. L'unica forma che vi si poteva scorgere era una luna piena. 
Raggi lattei filtrarono dal vetro, illuminando una sagoma scura. La figura prese forma, gambe, braccia, bacino. 
Capelli color grano scivolarono sulla schiena. 
Hikari? 
La sagoma rimase immobile. Yaya non poteva vedere il viso. 
Hikari? chiamò più forte, con gli occhi umidi. 
La ragazza in piedi si voltò. Era Misaki. 
Sorrise storgendo la bocca in un sogghigno. 
E Yaya si svegliò. 
Ci mise qualche secondo per mettere a fuoco il soffitto. La stanza era pervasa da una leggera penombra. 
Si trovava distesa nel letto, sudata fradicia. Si portò una mano alla testa, massaggiandosi la fronte e sospirando.
Era solo un sogno. 
Si mise seduta respirando affannata. Il letto di Misaki era disfatto ma vuoto. 
Che cavolo? 
Yaya si alzò stupita. Erano le due e mezza nel cuore della notte e dal bagno non proveniva alcuna luce. 
Dove sarà andata? Si alzò e fece un giro della camera. 
Accese la luce in bagno e si fissò nello specchio. Poi udì la porta schricciolare piano. 
Qualcuno entrò a passi felpati. Yaya ebbe un tremito e sbirciò piano nella camera. 
Misaki era tornata e si stava spogliando per rinfilarsi a letto. 
« Oh, sei sveglia? » bisbigliò vedendo Yaya in piedi. 
Ora la camera da letto era ben illuminata dalla luce del bagno. 
« Dove.. dove sei stata? » chiese Yaya confusa. 
Misaki sogghignò. 
« Non fare domande a cui non posso dare una risposta » disse dondolando la testa. 
Si mise sotto le coperte e con una voce già assonnata mormorò oyasumi Yaya-chan. 

Il giorno seguente Yaya si svegliò nuovamente sola. Le prime luci dell'alba rivelavano un cielo sereno. 
Yaya aprì le finestre per far arieggiare la stanza e una leggera brezza di prima mattina le sfiorò il viso. 
Stranamente, l'angoscia che da mesi avviliva Yaya ogni giorno appena alzata si faceva sentire meno. 
Si chiese se, finalmente, avrebbe potuto tornare a sorridere. 

Le lezioni sembrarono noiose come tutti i giorni. Storia, matematica, geografia, regligione. Tutte le materie sembravano assomigliarsi. 
Misaki stava dritta nel banco di fronte al suo e più volte si girò sorridendo a Yaya. Nella pausa della penultima ora si lamentò con una voce buffa. 
« Non ce la faccio più. Non vedo l'ora che arrivino le vacanze. »
Suonata l'ultima campana, un sospiro generale si fece sentire nella classe. 
Yaya stava raccogliendo i suoi libri quando Hikari spuntò al fianco del suo banco, sorridendole timida come sempre. 
Oggi pomeriggio vi è la gara di equitazione di Amane-san » fece. 
Yaya si chiese quando Hikari avrebbe preso il coraggio di parlare di Amane come una studentessa qualunque.
« Equitazione? Anch'io adoro i cavalli! » esclamò Misaki saltellando vicino a loro. 
« Vuoi venire anche tu? » si rallegrò Hikari.
Certo e grazie per l'invito. »
Alle tre di questo pomeriggio nel recinto a sud..
« Non importa, sono sicura che Yaya-chan mi può accompagnare. »
Yaya arrossì sentendosi presa in causa. 
« Non ho mai detto che sarei venuta » fece piano fissando il banco. 
« Non dire stronzate! Misaki la prese sotto braccio. Certo che ci andiamo insieme. Compagne di stanza devono uscire insieme, giusto? »
Yaya scosse la testa, fissando quegli occhioni azzurri.