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Autore: Shirokuro    21/07/2014    1 recensioni
{ len's pov; rinlen; the wolf that fell in love with red ridding hood | one-shot di 1630 parole circa | introspettivo; sentimentale | to uki, tanti auguri figliola }
Sono tornato dopo qualche anno e tu ti sei rinnamorata. Quel ragazzo che pare un adulto e che ti tiene a braccetto mi dà rabbia, una grande rabbia. Io ricordo di quando mi guardavi, come ora guardi lui e di quando sorridevo come sorride lui. Mi spiace che non abbia potuto mostrarti cosa provavo, quella cicatrice sulla guancia che senza sarebbe stata perfetta deve esserti costata tanto.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Len Kagamine | Coppie: Len/Rin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevo voglia di scrivere sui Kagamine, su questa canzone carinissima, volevo fare un regalo decente che vada oltre il lavoretto grafico alla mia amata Martina e quindi eccomi a scrivere la prefazione accanto ad un'icon di Rin che pare più Len quindi faremo finta che sia Len e ciao. Pensavo davvero di farle/ti un bel regalo con il semplice bannerino di buon compleanno di Mary del KagePro perché anche lei oggi compie una cosa tipo 169823508 anni (saranno 142 o giù di lì) (la smetto) (ma wow compie gli anni insieme a te! Auguri a tutte e due stelline mie) e nulla.
Questa è tipo la versione brutta della canzone, prima tutto bellino e poi continua malissimo, giusto perché i miei regali sono un'ammmhore. Diciam che comunque riprende il bannerino ed ok. Il ragazzo alla fine credo sia tipo bho Kaito? Ma voi immaginatevi chi volete, anche Kisaragi Shintaro va bene, vanno bene tutti. Ci sono robe strane in giro, ma la prima è Len. Diciamo che è tipo la Iniator di Shoma Nagisawa in Black Bullet, ovvero ha le orecchie da lupo (quelle erano da gatto ma dettagli) e tira fuori artigli et simila quando vuole lui, giusto per evitare incomprensioni. Tipo nel PV, sì. E nulla, anzi, sì. Il pezzettino del racconto che legge Len è rubacchiato dal libro "le più belle fiabe" o giù di lì di Amelia. Non mi andava di inventare/ricordare e poi non volevo metterci troppi aggettivi e cose così quindi ho spudoratamente copiato. E buona lettura, spero senza errori di sorta nel testo.
Ed ancora una volta e specialmente: auguri, Martina mia bella, considera almeno l'impegno grafico che è quello che volevo regalarti in principio.

 
Ululo alle Stelle, così la nostra storia sarà una d’amore – L’illusione di un giovane Lupo innamorato
   Anche se non voglio ammetterlo, ho fatto del male a molta gente, mia Cappuccetto Rosso. Sono stato crudele, non mi sono mai sentito in colpa per aver ucciso e mai mi sentirò in colpa, dopotutto è nella mia natura ferire per sopravvivere ed anche se me lo chiedessi tu non potrei mai cambiare, forse per questo ho finito per colpirti rudemente come ho sempre fatto con queste mani sporche del sangue di qualcuno puro come te che amo come mai nessuno. Sarebbe da ipocriti chiederti di dimenticare od addirittura perdonare tutto quello che ho fatto di sbagliato e lo so, ma tu devi far finta di nulla altrimenti queste parole che ti sto sussurando per il tuo giudizio sarebbero vane comunque. So che ci amiamo ambedue, ma fa comunque male l’idea che tu possa odiarmi.
   Non posso smettere di uccidere e di osservarti in lontananza. Nonosante tutto credo nei lieto fine e so che non ne avremo mai uno, ma anche se tutto questo è stupido e controverso sto ridendo leccandoti la ferita come fanno i bravi cuccioli. Se lo ritieni sbagliato o disgustoso o idiota, fermami. Non potrò prendermela, mi siederò sull’erba e lascerò che te ne vada o attenderò che tu parli, Cappuccetto. Sento l’odore della paura se ce n’è in giro eppure non odoro nulla che abbia a che fare con il terrore e mi allontano dal tuo viso stupito. Mi fissi sorridente e con quei tuoi occhi grandi e profondi ruoti la gonna a palloncino con le mani imbarazzata o nervosa, non sono mai stato bravo a capire questi sentimenti che confondono le mie sensazioni, i miei istinti e le mie voglie. Non posso averti, nonostante tutto lo so bene di mio, ma almeno aiutami a non illudermi.
   Sei così allegra per il fatto che mi sia preoccupato per te, ma perché? Ti ha davvero resa felice? Allora mi preoccuperò per te ogni volta che vorrai, quindi anche ora che corri lontana da me come farebbe chiunque, appoggiando la mani al tronco vicino al quale mi apposto sempre ad osservarti, mi chiedo se arriverai a casa senza graffi o ferite. Non sono certo di quello che vorrei dirti, ma corro verso la valle assieme ai miei simili lupi e sfogo i miei dubbi lì dove nessuno mi guarderà piangere. Sono patetico, forse lo pensi anche tu. Ma lasciami viaggiare libero dai tormenti per attenderti domani nello stesso posto. Stai ridendo ora? Stai giocando con gli altri esseri umani? Mi temi? Domani voglio sentire la tua voce, me la farai sentire, vero?
   Oggi mi hai addirittura sorriso, non l’avevi mai fatto prima. Questo significa che non ti è spiaciuto incontrarmi e l’istinto mi dice che ho ragione.

   Canto alla luna con quel mio ululato speranzoso e pieno di cuore. Spero che dal villaggio mi sentirai e capirai cosa voglio trasmetterti, che scoprirai quanto un lupo possa provare per te, Cappuccetto. Mi chiedo se stai ascoltando questi suoni acuti più di quanto mi aspettassi, che faccia starai facendo e perché ancora non ti ho detto chiaro e tondo che ti amo. Sono sicuro che mi parlerai e mi dirai qualcosa la prossima volta, che quando dovrai nuovamente consegnare la zuppa a quella tua parente ti fermerai e vedrò le bende che coprono la ferita che ti ho inflitto, anche se questo pensiero fa un poco male.
   Vorrei che tu corressi verso di me nel cuore della notte e che, con la Luna che ci guarda commossa, mi dicessi che sei felice, vorrei lo fossi davvero. Stringo i pugni e gli artigli che lasciò uscire mi penetrano nella carne. Chissà se hai provato lo stesso dolore che sto provando io. Ho davvero infilato dentro la tua pelle queste punte dolorose? Adesso che sento quanto possa bruciare questo dolore vorrei solo che non ti abbia ferita eccessivamente, anche se quando mi sono avvicinato non mi pareva di averti fatto poi troppo male. Me lo avesti detto se ti avessi fatto penare, ne sono sicuro, sarebbe stupido pentire per qualcosa del genere.
   Smetto di ululare e guardo la Luna bianca. Non ci guarderà mai, felice per noi, non voglio illudermi.

   Mi dirigo verso la casetta nella quale entri tutti i giorni ed apro la porta come fai tu. Ho imparato a memoria tutti i tuoi gesti fino a qua, d’ora in avanti devo destreggiarmi nel buio con i miei occhi gialli e tipici. Distinguo chiaramente il letto nel quale dorme la tua parente e la cucina nella stessa stanza. In realtà, l’intera casetta è una sola stanza e la cosa mi solleva, potrò uscire in fretta. Non so cosa cerco, se lo sapessi mi sarei prima preparato psicologicamente.
   Guardo in giro senza trovare nulla di interessante, solo cose che usa la vecchia ed un cestino coperto con un fazzolettino che so già contenga il cibo mezzo mangiucchiato che hai portato alla persona che sta dormendo pesantemente poco distante. Domani verrai a prenderlo lasciandogliene un altro. Certo che è uno spreco, la crostata deve essere ottima. Se non fossi carnivoro credo che la ruberei. Alla fine, non c’è nulla di interessante in giro.
   Ma guarda, sul comodino c’è un libro. Lo prendo e leggo rapidamente il titolo. C’è il tuo nome, mia Cappuccetto Rosso. Sorrido e lo apro. Per la mia nipotina. La calligrafia è obliqua e minuziosa, quasi per nulla tremolante. Tua nonna deve essersi impegnata proprio tanto. Ci sono anche delle piccole illustrazioni a penna, solo molto carine e sei stata rappresentata davvero bene. Inizio a leggere le prime righe e continuo nel racconto.
   All’inizio mi piace e mi pare davvero carino, ma poco dopo cambio radicalmente idea. Il lupo che incontri in questa storia è diverso da me, vero?
   In verità, il lupo non si preoccupava affatto per Cappuccetto Rosso: voleva solo essere sicuro che la bambina non arrivasse prima di lui! Infatti, si mise a correre a perdifiato e prese una scorciatoia che portava dritta dritta alla casa della nonna. E mentre correva, sapete cosa faceva? Continuava a leccarsi i baffi. Perché tra la nonna e Cappuccetto Rosso il più goloso era certamente lui!
   E corri e corri e corri il suo appetito diventò fame. In cielo le nuvole non avevano smesso di rincorrersi, nel bosco gli uccellini continuavano a cantare e si sentiva, lontano, il rumore dell’ascia di un taglialegna.

   Quali sciocchezze! Sappiamo che non ne sarei mai... in grado... Forse il resto della storia sarà a me sgradevole e tutto, ma so che non racconta menzogne. Sono un lupo, come quello della favoletta che è stata scritta per te. Ti piacerà questo libricino? Ovvio che sì, l’ha scritto la persona che ami più al mondo dopotutto, non importa quanto mi metta in cattiva luce. Sorrido nella penombra e mi allontano, lasciando il libro dov’era e con amarezza me ne vado rapido, dimenticando la porta aperta, ma in fondo daranno la colpa al vento. Mi dovrai promettere che non mi giudicherai male, sono sicuro che non lo farai se te lo chiedo gentilmente‎, se non ti farò più male. Sono un cattivo lupo del bosco e tu la dolce bambina del villaggio.

   Oggi non sei sorridente, mi chiedo se nessuno ti abbia ferito o qualcosa del genere, magari ti hanno solo ripreso per quella ferita che non sapevi giustificare o non so. Gli altri del branco mi hanno detto che la mia ossessione per te non è normale, che finirò per impazzire ed io di loro ridevo ma ora non ti capisco. La ferita è stata medicata da previsione, ma le mani che prima accompagnavano delicate la gonnellina nei suoi movimenti graziati ora la stringono prepotentemente ed insistetemente creando pieghe che saranno difficili da togliere. Mi nascondo nell’ombra dell’albero che costeggia il sentiero di ghiaia. Indugi un poco vicino a me, nascosto alla tua vista, per poi proseguire con amarezza. Ora la paura la sento, cosa ti starà tormentando è una cosa che voglio assolutamente sapere.
   Sento qualcuno avvicinarsi ed capisco che i cacciatori ti hanno seguito. Non sei stata tu a chiederlo loro, vero? Tu non te la sei presa, ieri hai sorriso quando ho tentato silenziosamente di scusarmi, non sei stata tu, Cappuccetto, lo so. Vorrei poter correre, ma se lo facessi mi localizzerebbero prima del dovuto. Ho sbagliato per tutto il tempo, ieri mi sono nuovamente cibato di animaletti e ho distrutto le loro vite, per le quali tu provi pietà e ti spiace per loro. Questa è la punizione che tu mi stai infliggendo? No, non sei stata tu. Non puoi esserlo stata.
   Aspetto il momento propizio e corro via, lasciandoli stupefatti e confusi. Potrà non sembrare ma in queste cose ho esperienza. Ti supero e raggiungo la casetta prima di te che vai ad una velocità talmente dosata che raggiungerti per me è facilissimo.
   Forse non mi farò vedere per un po’, mi spiace, Cappuccetto Rosso, io non voglio farti male, non ancora una volta.

   Sono tornato dopo qualche anno e tu ti sei rinnamorata. Quel ragazzo che pare un adulto e che ti tiene a braccetto mi dà rabbia, una grande rabbia. Io ricordo di quando mi guardavi, come ora guardi lui e di quando sorridevo come sorride lui. Mi spiace che non abbia potuto mostrarti cosa provavo, quella cicatrice sulla guancia che senza sarebbe stata perfetta deve esserti costata tanto.
   Hai soffrito? Credo che sapessi sin dall’inizio che non sarebbe mai funzionato questo legame. Ti sarai semplicemente arresa ed hai riso lasciando cadere una sola lacrima e dimenticando la mia misera esistenza. Nascondo meglio le orecchie che mi contraddistinguono da voi esseri umani con il cappuccio di sacco e di mi allontano evitandovi. Mi sarei aspettato una reazione indifferente al mio passaggio, ma il tuo sguardo mi segue e so che ti stai domandando dove mi hai già visto, ma io proseguo.
   Mi ero proprio illuso ed ora posso solo tornare a chiedere alle stelle il tuo ritorno.
   
 
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