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Autore: swiebers    21/07/2014    1 recensioni
Un cadavere. Un mistero da risolvere. Un agente appena rientrato in servizio. Cinque sospettati e il mare aperto. Cosa accomuna tutto ciò? La morte.
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ognuno di noi a Iride sapeva che ben presto sarebbe stato sotto interrogatorio, nessuno escluso. 
Persino il padre di Giovanna, Armando, quel giorno viaggiò a bordo della volante della polizia.
Vi rimase poco più di me e quando tornò in paese aveva la medesima espressione severa e impassibile con cui l'avevamo lasciato, sembrava che non fosse stato per nulla turbato dall'interrogatorio sulla morte di sua figlia.
Si catapultò in casa, incurante degli sguardi curiosi che lo avevano accolto e delle domande dei vicini più indiscreti. Non si fermò a parlare con nessuno.
Solo qualche ora più tardi riuscii a capire cosa si erano detti lui e l'agente Carrisi.

Leggevo svogliatamente Delitto e Castigo, ancora. Dovevo finirlo entro la fine dell'estate e ancora non ero a metà. 
Improvvisamente sentii il campanello suonare. Mia madre aprì la porta e dalla mia camera riuscii a capire che l'agente Carrisi era tornato a Iride per far visita a noi.
Scesi in salotto e lo vidi seduto a capotavola con una tazza di caffè fumante tra le mani. Mi salutò affettuosamente, poi disse: - Le indagini stanno richiedendo più tempo del previsto e non credo riusciremo a intervistare tutti in centrale. Ho bisogno di fare un paio di domande a tua madre, ma nulla di troppo formale. Del resto lei conosceva Giovanna solo perché una volta voi due eravate amiche, a quanto pare. Ma vorrei comunque restare solo con lei -.
Annuii e tornai in camera mia; inutile dire che nonostante cercassi di portare la mente altrove, non riuscivo ad ignorare la presenza dell'agente che rivolgeva domande a mia madre, già abbastanza sconvolta per aver assistito a due morti nel giro di poche settimane.

Trascorse circa un'ora prima che sentissi mia madre congedare l'agente Carrisi; subito mi fiondai di sotto, intenzionata a chiedere dell'interrogatorio di Armando e magari anche qualcosa su quello di mia madre, che non mi avrebbe mai raccontato tutto.
Agente Carrisi, le va se ci fermiamo in spiaggia prima che vada via? Avrei qualche domanda da farle - esordii, mentre lui mi fissava incuriosito.
Di solito gli interrogatori li faccio io, ma va bene - ridacchiò poi.

Ci sedemmo sul muretto che separava la strada dalla spiaggia, entrambi in silenzio. Poi mi feci coraggio e cominciai:
- Com'è andata con mia madre? E' stata brava?
- Direi di si, anche se era palesemente turbata. Magari non da me, magari da...Tutta questa situazione. In fondo, chi non lo sarebbe?
Vuoi dire che avresti paura? - risi.
Non ho detto questo! E comunque so bene che non mi hai trattenuto per sapere di tua madre.
Vero. In effetti mi farebbe piacere sapere di più sull'interrogatorio del padre di Giovanna.
Non potrei parlarne, ma sono certo che non mi tradiresti mai, quindi...
Puoi fidarti di me.
Stamattina, appena è salito in macchina, mi è parso di rivedere Giovanna. O meglio, la descrizione che un po' tutti avete fatto di lei. Austero, impassibile, non ha parlato fino alla centrale, a stento rispondeva a qualche domanda che io e i miei colleghi gli rivolgevamo per circostanza. Comunque sia, gli abbiamo chiesto le solite informazioni, quelle che abbiamo chiesto a te come ad altri.
Mh, e non avete scoperto nulla di interessante o che potrebbe aiutarvi nelle indagini?
In realtà sì. A quanto pare, aveva con sua figlia un rapporto conflittuale, una sorta di amore-odio, in cui il secondo prevaleva però. Giovanna sapeva qualcosa di Armando, probabilmente un tradimento, e minacciava di rivelarlo a sua madre, soprattutto negli ultimi tempi, prima di morire. Mi dispiace dirlo, ma questo mette Armando al primo posto nella lista dei sospettati.
Oh, quindi...Credete sia stato lui? Ad...Ad uccidere la sua stessa figlia?
Non siamo noi a crederlo, ma le parole che lui stesso ha pronunciato lo inchiodano. Se non altro, sembrava abbastanza sincero. Ora però devo proprio andare, si è fatto tardi.
Mi abbracciò teneramente e si congedò.
Io rimasi in spiaggia ancora qualche minuto, pensando ad Armando e al suo tentativo di costituirsi, per di più per un delitto che, chissà perché, ero sicura non fosse stato lui a compiere.
Stava proteggendo qualcuno? Può darsi.
Era divorato da un qualche senso di colpa? Sicuramente.
La situazione sembrava complicarsi ad ogni indiziato interrogato invece di condurre ad una qualche soluzione.

Quella sera chiamai Marina al cellulare, era da un po' che non la sentivo. Disse che suo padre era rimasto chiuso nel suo ufficio tutto il giorno e non aveva parlato con nessuno della famiglia di ciò che era successo alla centrale. Mi sentii in dovere di informarla; sapevo che stavo tradendo la fiducia dell'agente Carrisi e ancora adesso non posso che biasimarmi per questo, ma Marina doveva sapere: si trattava pur sempre di suo padre. E poi, lei sapevo bene che sarebbe stata più brava di me a tenere il segreto.
Dopo aver ascoltato attentamente, si mostrò sorpresa e quasi preoccupata. Mi salutò in fretta e riattaccò.

Erano tutti così strani ultimamente: che fossi l'unica a cui era rimasta ancora un po' di lucidità? Chi poteva dirlo, ormai.

  
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