Di
cioccolato ed altre
disgrazie
(ovvero:
Le gioie dell’attesa…)
Un bel
Venerdì pomeriggio di Settembre la quiete
della campagna inglese venne scossa da un urlo lamentoso
“Non
mi ami più come una volta!!!!”
A dire
parole tanto dure era stato un giovane uomo
dai biondi capelli serici e dall’aspetto aristocratico. Aveva
gli occhi di un
colore indescrivibile: passavano dal celeste limpido del cielo estivo,
quando
era allegro, al grigio più cupo, quando era irritato. Ma in
quel momento i suoi
occhi erano tristi e lucidi ed avevano assunto il colore dell’acqua
del mare durante
l’inverno.
La
persona a cui era rivolto il suo sfogo sospirò
disperata. Era appena rientrato a casa dopo una missione delicata e
più
impegnativa del solito e tutto ciò che desiderava era farsi
un bel bagno
ristoratore, magari immerso nel nuovo bagnoschiuma al mandarino
ed orchidea
che il suo compagno gli aveva regalato,
mangiare qualcosa e fare l’amore con la persona che aveva di
fronte. Non
necessariamente in quest’ordine.
“E’
inutile che sospiri così, sai? Non sono
stupido! Lo capisco bene quando una storia
finisce…” continuò Draco ormai
vicino all’ennesimo pianto.
Il
giovane Auror dinanzi a lui alzò lo sguardo di
un verde brillante al cielo e, cercando di essere il più
paziente possibile,
provò a calmare la crisi isterica del suo biondo amore.
“Draco,
tesoro, lo sai bene che non è così. Ho
pensato a te ogni secondo, ed appena rientrato a Londra sono corso a
casa con
ancora indosso l’uniforme”
“Si
si… Ora lo dici… Ma io le noto certe cose,
Harry! Non mi hai chiamato mezza volta, in questi giorni!”
gli disse Draco,
tirando su col naso.
Harry
fece violenza su sé stesso per evitare di
rispondergli per le rime e scuoterlo dal suo atteggiamento lesionista.
E,
racimolata tutta la calma che possedeva, cercò di spiegargli
“Te
lo avevo detto che sarei stato nel bel mezzo
delle Highlands, lontano miglia da un qualsiasi centro abitato, con
solo il mio
sacco
a pelo e la
mia bacchetta”
Draco
lo guardò di sottecchi, ancora poco convinto.
“Senti!”
continuò Harry, avvicinandosi ed
abbracciandolo “che ne dici se dopo la doccia ti preparo una
delle mie
crostate?”
Gli
occhi di Draco si illuminarono “Davvero???” gli
chiese speranzoso
“Mmm
mmm… Si! Davvero!” gli sussurrò il moro
mentre
dava tanti piccoli e dolci baci sul collo del suo amore.
“OK!
Preparo gli ingredienti… Marmellata di
lamponi?” chiese con gli occhi sbrilluccicosi.
Harry
sorrise, annuendo. A volte il suo Draco era
come un bambino viziato. Cercava solo attenzioni. In quel periodo, poi,
si
sentiva più vulnerabile del solito, e lui avrebbe tanto
voluto rassicurarlo di
più. Ma il suo lavoro non gli permetteva di essere molto
presente.
Quando,
mezzora dopo, scese in cucina trovo Draco
intento a gustare qualcosa di cui nascose immediatamente
l’involucro non appena
lo vide.
“Cos’hai
qui, Draco?” gli chiese sospettoso
“Nulla,
amore! Che dovrei avere secondo te?”
rispose sulla difensiva. “Cominciamo?” chiese
subito dopo, sperando di
distogliere l’attenzione di Harry dal pezzetto di carta che
era accidentalmente
finito sul tavolo in bella mostra.
“
Draco
abbassò lo sguardo e le guance gli si tinsero
di un leggero rosa.
“Ma
il medico non ti aveva messo a dieta?” lo
riprese prontamente il moro.
“Quello…”
sbuffò Draco “Non capisce nulla… E poi,
amore,
una misera pallina di Mozart
non farà nulla di male al bambino…” si
giustificò, accarezzandosi amorevolmente
il ventre prominente.
Il
moro sospirò, disperato! Non vedeva l’ora che
passasse presto anche quell’ultimo mese…