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Autore: Mak_Virgy    21/07/2014    2 recensioni
Hyuga Junpei osservò nello specchio il riflesso di Aida Riko. Secondo Junpei, Riko era sempre perfetta, ma lei sembrava non rendersene conto. Si preoccupava della sua coppa B e non si curava di lasciar allungare i capelli, ma a Hyuga non importava. C’erano qualità più importanti, e Riko le aveva tutte.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Junpei Hyuuga, Riko Aida
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Come le vanno, signorina?»

«Uhm… Perfetti! Grazie.»

Hyuga Junpei osservò nello specchio il riflesso di Aida Riko. Secondo Junpei, Riko era sempre perfetta, ma lei sembrava non rendersene conto. Si preoccupava della sua coppa B e non si curava di lasciar allungare i capelli, ma a Hyuga non importava. C’erano qualità più importanti, e Riko le aveva tutte.

«Si vede che sei il figlio di un parrucchiere.»

«Non dire così!» protestò lui.

«Eh? Ma questa insegna luminosa davanti al negozio non significa che è un parrucchiere? Cosa sarebbe se no?»

«Non è così. E non chiedermelo» ribatté secco Junpei. Riko riusciva sempre a irritarlo e divertirlo al tempo stesso.

La ragazza si era rimessa la giacca ed era pronta a uscire. «Ci rivediamo in campo allora.»

Riko giunse alla porta, ma all’ultimo minuto sembrò cambiare idea e si voltò a guardarlo negli occhi. «Vincila questa partita» gli disse, con il sorriso sulle labbra. «Dacci dentro, capitano.»

«Sì. Ci penso io, coach!» sorrise lui di rimando.

Se solo avessero vinto contro il Rakuzan… Junpei ricordò che all’inizio del primo anno lui e i compagni di squadra del Seirin avevano promesso che se non fossero diventati i numeri uno del Giappone si sarebbero dichiarati alla ragazza che amavano completamente nudi. Nessuno – tranne Kyoshi Teppei, il suo migliore amico – sapeva che Junpei progettava qualcosa di simile. Erano parecchi mesi che aveva in mente di confessare a Riko i suoi sentimenti – con i vestiti addosso però – ma aveva deciso di aspettare di vincere la finale per il titolo della Winter Cup per vuotare il sacco.

Ma ora Riko era davanti a lui, gli sorrideva ed era bellissima. La guardò per un istante di troppo e lei, che lo conosceva molto bene, capì subito che qualcosa non andava. Maledizione, era sicuramente arrossito.

«Qual è il problema?» gli chiese lei subito dopo.

«Riko, diciamo che… diciamo che oggi vinciamo la partita. Tipo, dovessimo diventare i campioni…»

«Achoo!» Lo starnuto fu violento, rumoroso e gli arrivò in faccia.

«Ehi, che cavolo…!» protestò Junpei.

«Ommioddio, scusa ma… È gelido qui dentro, avevo uno spiffero al collo…» Riko era imbarazzatissima.

«Colpa tua che tagli i capelli in pieno inverno!»

 

Quando Riko fu uscita, Junpei, rimasto solo nel locale, sospirò. Era stato a un passo dal dirle tutto, ma quello starnuto gli aveva rovinato i piani. Maledizione, maledizione, maledizione. Ora gli sarebbe toccato aspettare la fine della partita con il Rakuzan. Ma sarebbe riuscito ad aspettare fino ad allora?

Chiuse il negozio e tornò in camera sua. Per prima cosa avrebbe chiamato Kyoshi per raccontargli la patetica scenetta appena accaduta. Forse Iron Heart l’avrebbe compatito, o forse l’avrebbe preso in giro senza pietà, ma aveva bisogno di lamentarsi con qualcuno e visto che odiava Kyoshi, Kyoshi era la persona giusta per le lamentele.

 

Più tardi, poco prima del match contro il Rakuzan, spogliatoio del liceo Seirin…

«Riko, un secondo...»

«Che c’è Hyuga-kun?»

I ragazzi del Seirin erano già tutti fuori dallo spogliatoio, ma nessuno rimase ad aspettare Junpei e Riko. In fondo erano il capitano e il coach della squadra, avevano diritto a un minimo di privacy per discutere di strategie e schemi.

Junpei non poteva più aspettare. Se non si toglieva questo peso prima della partita non l’avrebbe fatto più. La guardò. Lei era lì, a pochi passi da lui, adorabile come sempre, così forte e sicura di sé. Riko non aveva mai bisogno di nessuno, anzi era lui ad aver bisogno di lei. Era stata lei che gli aveva fatto capire che il suo problema, quando aveva abbandonato il basket, non era che non aveva niente da fare, ma che non aveva cose che voleva fare. Se era arrivato in finale il merito era soprattutto di Riko. Prese fiato e si preparò a parlare.

«Riko, stamattina, quando sei passata da me, volevo parlarti di una cosa…»

«Ti ascolto» rispose lei.

Junpei osò avvicinarsi di un passo. Riko non indietreggiò. «Ricordi cosa promettemmo sul tetto della scuola lo scorso anno?»

Istintivamente Riko sorrise al ricordo. «Come potrei dimenticarlo? Che c’è, ora hai paura di farlo davvero?»

«Non è che ho paura… Lo sto facendo ora. Perché non vorrei perdere l’occasione… sai, se dovessimo vincere noi…»

Le parole di Junpei rimasero nell’aria. Lui deglutì. Lei, dopo alcuni secondi, fece due più due e capì cosa lui stesse cercando di dirle. Divenne rossa come un peperone e abbassò lo sguardo. Junpei si avvicinò di un altro passo. Riko rimase ferma. Lui si avvicinò ancora, rosso in viso e imbarazzatissimo finché lei non alzò lo sguardo su di lui. Le guance scarlatte, lo fissava con un’espressione strana… felice? Di sicuro non sembrava disgustata da lui.

La bacio? Non la bacio? Perché non dice niente? Mio Dio. La partita sta per iniziare. Ora? Più tardi? Dì qualcosa Riko, maledizione… Non aveva finito di formulare questi pensieri che se la ritrovò vicinissima. Gli sembrava di vedere le sue ciglia una a una. E le sue labbra, leggermente rosate e morbide… Morbide? Quasi in trance si accorse che la stava già baciando. Non sapeva se era stato lui o lei a chiudere la distanza che li separava, sta di fatto che erano lì, uniti solo per le labbra.

A ripensarci in seguito, Junpei si disse che erano stati fortunati. Si stavano baciando da pochissimi secondi e ancora non si erano avvicinati per stringersi tra le braccia, quindi quando Kagami entrò nello spogliatoio, con la sua tipica grazia elefantesca, non fu difficile allontanarsi a razzo.

«Ah, siete ancora qui? Scusate, prendo del Pocari e vi lascio alle discussioni tattiche…»

Prima ancora che Junpei o Riko riuscissero a rispondere, Kagami era uscito.

Bakagami pensò Junpei, furioso. Aveva interrotto il suo fantastico primo bacio con Riko, ma almeno non si era accorto di nulla. Di pettegolezzi nella squadra non avevano proprio bisogno.

«Bakagami» ripeté ad alta voce. Poi, all’improvviso, scoppiò a ridere. Riko era al suo fianco, imbarazzatissima per l’accaduto.

«Credi che abbia capito…?»

«Ma no, stai tranquilla, figurati se si accorge di qualcosa lui…»

L’espressione di Riko era dubbiosa. Le sue guance erano ancora scarlatte e i capelli tagliati la mattina sembravano spettinati. «Accidenti, proprio prima della partita… Il momento peggiore… Dobbiamo andare…»

Riko si girò pronta a fuggire. Junpei però se l’aspettava. Conosceva Riko da quando, alle medie, si allenava ogni pomeriggio nella palestra di suo padre. Sapeva che non aveva mai avuto un ragazzo e che un bacio da parte di uno dei suoi giocatori l’avrebbe probabilmente sconvolta, soprattutto prima di una partita così importante. Le afferrò e la tirò a sé, facendola finire tra le sue braccia. Le poggiò lievemente una mano sulla schiena, con l’altra le coprì la nuca. La guardò negli occhi e sorrise, lo stesso sorriso di quando faceva entrare una tripla. La baciò, e stavolta fu diverso. Si strinse a lei e le aprì le labbra con la lingua. Le succhiò il labbro quando sentì che lei gli metteva le mani sui fianchi e lo ricambiava. Non rimase molto sorpreso quando Riko lo spinse contro gli armadietti alla parete, freddi contro la sua schiena mentre Riko era così calda…

Lei si staccò all’improvviso. Lo guardò negli occhi come se avesse voluto dargli molto più di un bacio proprio lì nello spogliatoio. Aprì la bocca e…

«Idiota. La finale contro il Rakuzan, ricordi?» Gli tirò un sonoro ceffone e lasciò lo spogliatoio di volata.

Junpei rimase appoggiato agli armadietti, una mano sulla guancia nel punto in cui lei lo aveva schiaffeggiato, sicuro che le cinque dita rosse erano già visibili sulla pelle pallida. Il respiro era ancora affannoso. Ripensò a quanto era appena successo e sorrise. Finalmente aveva baciato Riko. E oltretutto era ragionevolmente sicuro che la coppa fosse una C e non una B.

 

 

Note dell'autrice

Se non si è capito adoro far interrompere le scene romantiche da Bakagami. Mi fa troppo ridere! 

Spero vi piaccia anche questa nuova storia. 

   
 
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