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Autore: odoridisalvezza    21/07/2014    1 recensioni
"Sai Harry, la fotografia ha il potere di fermare qualcosa che altrimenti non ci sarà più. Con te non ci riesco. Qualsiasi foto è insufficiente per quello che vorrei fermare, perciò te ne faccio migliaia. Sei bellissimo, sai?"
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella sera di metà Ottobre sembrava ormai volta da tempo; come ogni sera, d'altronde, da ormai sei mesi a questa parte, tutto scorreva regolarmente, come se il giorno fosse fatto solo di ore, composte da minuti, che a loro volta erano composti da secondi e così via.
Non erano più i giorni della settimana, oppure mesi, erano solo giorni e mesi senza Louis.
Harry ormai non dormiva praticamente più; oppure se lo faceva, rischiava di svegliarsi di soprassalto e ritrovarsi il viso marcato dalle lacrime e il cuore a mille, e sopratutto, veniva invaso da una malinconia straziante che gli riempiva l'anima fino alla nausea.

La sveglia segnava le 02:30 di notte. Harry fissava il soffitto quasi assorto da quella parete bianca e cupa, quel tetto che probabilmente avrebbe preferito gli colasse addosso da un momento all'altro, solo per farla finita una volta per tutte e mettere fine alla sua maledetta malinconia. Ci aveva pensato parecchie volte di raggiungere l'amore della sua vita, in qualsiasi modo possibile. Ma non sa dirlo con precisione cosa lo avesse fermato, cosa lo avesse spinto a non provarci mai. Semplicemente sentiva che non era una cosa giuste, per sua mamma, per sua sorella, per suo padre, ma sopratutto per Louis. Provava ribrezzo solo a pensare di poter desiderare di togliersi la vita, risultando a se stesso solo un misero egoista. Ma alla fine pensava: "Cosa significa vivere la vita quando l'unica ragione per viverla gliel'aveva strappata proprio la vita stessa?" 
"Ma la vita non ha alcun senso, Harry mio, nessuno! Ed è per questo che la si deve amare!" Forse Louis aveva ragione, o forse no. La mente di Harry ormai era tutta una supposizione, non aveva più certezze. Solo Forse, solo si o no mescolati assieme tanto da non distinguerli più.

I pensieri di Harry vengono interrotti da una vibrazione del suo cellulare. Mise a fuoco la vista, e il cellulare segnava tre chiamate perse ed una in arrivo: Ed Sheeran. Rispose senza pensarci, anche se probabilmente avrebbe preferito tornare a fissare il suo soffitto cupo e riemergersi nei suoi pensieri.
"Ehy amico, so che è tardi e scusa per l'ora io davvero -"
"Ed, tranquillo, sai che non dormo più ormai. Dimmi, cosa succede?"
"Senti Harry, io davvero non so come dirtelo... Insomma, ti ricordi del giorno dopo l'incidente? Quando parlammo per quelle lunghe quattro ore? Ecco, io penso tu abbia detto qualcosa che il mondo debba conoscere, qualcosa di tanto grande e meraviglioso che il mondo necessita di sapere. Avete condiviso la cosa più belle e vera di questo mondo, che è l'amore puro. Che non conosce frani."

"Ed, cosa? no aspetta -" Salì con un tono quasi di rimprovero e forse anche di imbarazzo.
"Harry tu lo sai, io ci tengo tanto a te, ho scritto una canzone per te e per Louis -"
"Ed, Cristo Santo, sono passati solo sei mesi, Dio santo Ed perchè la gente si aspetta che ora io superi la cosa facilmente, no io non ce la faccio, cazzo. Capisci che ho perso l'essenza della mia vita solo sei mesi fa, vero? Riesci a capire quanto mi manca? No, non riesci. Nessuno riesce a capirlo. Non sono pronto Ed. "
"Ti prego Harry, devi ascoltarla. L'unica cosa che posso offrirti è la musica, ascolta quella canzone. Fallo per me Harry."

"Io non so se..." Trattenne un singhiozzo, che subito dopo sembrò liberarsi.
"Harry, fallo per me. Ti invio la demo adesso, tu ascoltala quando vuoi, dove vuoi e se vuoi. Harry io ci sono per te sempre. Sempre, amico."
Non ci furono altre parole da aggiungere. Ora aveva solo bisogno di Louis, era tutto ciò di cui aveva bisogno in questo momento.

Prese il suo iPad dal cassetto, si infilò le cuffie, fece un respiro profondo e premette Play.
Una chitarra in sottofondo rendeva la melodia quasi sublime, aveva un che di malinconico ma allo stesso tempo fugace.
Un accordo sembrava dare inizio alla canzone.
La prima strofa recitava così:
"Loving can hurt, loving can hurt sometimes
But it's the only thing that I know
When it gets hard, you know it can get hard sometimes
It's the only thing that makes us feel alive"

Pensava non ci potesse essere niente di più vero in questa strofa; e lui, purtroppo ne aveva avuto anche la conferma.
Solo Dio sa quanto aveva dovuto combattere per ottenere questo amore, quando aveva dovuto soffrire, e quanto aveva imparato che, soffrire, poi non è così male, se alla fine hai la cosa più bella e pura di questo mondo.

La musica, così come le parole, continuavano a scorrere lente, a fare quasi da sottofondo ai suoi pensieri annebbiati.
"We keep this love in a photograph
We made these memories for ourselves
Where our eyes are never closing
Our hearts were never broken
And time's forever frozen, still 
So you can keep me Inside the pocket of your ripped jeans
Holding me close until our eyes meet
You won't ever be alone, wait for me to come home."

D'un tratto gli venne in mente la fissazione di Louis che aveva nel fotografarlo, ogni singola occasione.
In qualsiasi momento, anche il più inaspettato, Louis era lì, pronto a immortalare quell'istante, affinchè potesse essere congelato per sempre; ed ogni volta che l'avrebbe guardata a distanza di anni, avrebbe pensato a quanto si amavano e quanto si divertivano a quei tempi.
Ricorda ancora quelle parole che gli sussurro all'orecchio mentre Harry era appoggiato al suo petto, e lui dolcemente gli accarezzava i capelli arruffati: "Sai Harry, la fotografia ha il potere di fermare qualcosa che altrimenti non ci sarà più. Con te non ci riesco. Qualsiasi foto è insufficiente per quello che vorrei fermare, perciò te ne faccio migliaia. Sei bellissimo, sai?" E vivo si nascondeva in lui il ricordo di quel rossore che si espandeva sulle sue guancie a sentire quella frase. Avrebbe giurato di arrossire ancora solo al pensiero.
Louis era speciale, era così, ti prendeva e ti catapultava su un altro mondo tutto suo, e ti faceva stare bene.
E così, quella sera, fecero l'amore ancora, e ancora senza mai saziarsi l'uno dell'altro.

La canzone scorreva lenta:
"Loving can heal, loving can mend your soul
And it's the only thing that I know
I swear it will get easier, remember that with every piece of ya
And it's the only thing to take with us when we die"

Harry sapeva benissimo di cosa parlava di Ed. Sapeva che cosa avevano dovuto superare due ragazzi innamorati che chiedevano solo di amarsi ma non potevano.
No non potevano.
"Eppure l'amore è un così libero sentimento, è forse l'unica cosa che concede libertà su questo mondo." Un diciasettenne Harry ripeteva con le lacrime agli occhi ad un diciannovenne Louis, il quale non faceva altro che guardarlo e innamorarsene ogni giorno sempre di più. "Al diavolo la libertà! se l'amore è libertà e noi non possiamo averla, non significa che non avremo amore. Se ciò richiederà la nostra sofferenza, noi avremo amore e dolore. Chi lo dice che questi due sentimenti devono essere l'uno l'opposto dell'altro?"
Harry lo guardava senza fiatare, con la paura di interrompere quel momento; ed era fermo a fissare negli occhi Louis.
Quegli occhi blu che tanto amava e continua ad amare. Quanto gli sarebbe piaciuto fotografare gli occhi di Louis in quel momento. Brillavano di luce propria. Straboccavano di speranza e di determinazione e di quei sentimenti, che solo chi sa amare sa cogliere.

"And if you hurt me
Well that's ok baby only words bleed
Inside these pages you just hold me
And I won't ever let you go
Wait for me to come home
Wait for me to come home
Wait for me to come home
Wait for me to come home"

Ricordò ogni bugia che ognuno di loro dovette dire, e quanto facevano male.
Ricordò i migliaia di litigi finiti poi l'uno abbracciato all'altro sotto un lenzuolo caldo.
Ricordò i mille baci che Louis usava lascargli sul dorso delle mani, sul palmo e sulle nocche.
Per Louis le mani erano le parte più importante del corpo. Erano un vero e proprio dono. Le mani per lui non avevano segreti, né le sue, capaci di trasmettere tanta sicurezza, né quelle degli altri, segnaletica infallibile della verità e della menzogna.
"Se solo guardassero le tue mani mentre parli di noi, capirebbero molte più cose. Credimi tesoro."
Harry lo guardava proprio come se fosse la cosa più bella del mondo; con una bellezza di una stella lontanissima e irraggiungibile per molti, fredda e nervosa, e per questo ancora più seducente.
Quella luce l'aveva ogni volta negli occhi, lampeggianti come stelle invernali.

"Oh you can fit me
Inside the necklace you got when you were 16
Next to your heartbeat
Where I should be
Keep it deep within your soul"

L'aeroplanino di carta.
Quella strofa fu capace di far rinascere migliaia di ricordi nel cuore di Harry; quando Louis, lo chiamò in disparte dicendogli che doveva parlargli.
Harry non aveva idea di cosa dovesse dirgli di così importante tanto da far diventare serio e nervoso il suo Louis.
"Ecco, Harry... Io, io ti ho fatto una cosa, cioè non una cosa, un pensiero, insomma ti ho fatto un regalo e ci tenevo a dartelo. Ecco."
Louis quasi balbettò.
"Louis, ma cosa, perchè? Non dovevi! E poi non è il mio compleanno, voglio dire, non era necessario!" Rispose Harry quasi imbarazzato. "Perchè i regali posso essere fatti solo in occasione dei compleanni? Nessuno ha mai stabilito questa cosa. Ho voluto perchè appena l'ho vista ho pensato a te... Insomma, si. Mi ricordava la tua e anche un po' la mia personalità mescolata insieme. Tieni aprilo, spero ti piaccia." 
Prese le mani di Harry; così troppo grandi rispetto alle sue, e ci annegò dentro uno scatolino di un rosso scarlatto con un piccolo fiocco in cima dal cui pendeva un piccolo biglietto con su scritto: "Non è il coraggio che costruisce la libertà."
La scatola conteneva una collanina con un ciondolo di un aeroplanino di carta.
Eppure Harry non riusciva a capire cosa quelle parole potessero significare. Louis era rimasto proprio lì davanti a lui, a scrutare ogni angolo del suo volto, per godersi ogni dettaglio della sua reazione.
"Louis, ma non capisco..."
"Non c'è da capire molto, Harry."
Lo interruppe il ragazzo, che si spostò dietro di lui per aiutarlo ad indossare la collana.
"Vedi Harry, noi due siamo un po' come questo aeroplanino di carta: Vogliamo correre, scappare via, essere liberi, ma qualcosa ce lo impedisce. E questo è la nostra fragilità. Sai Harry, quando ero piccolo, non riuscivo mai a far volare in alto e a lungo il mio aeroplanino, e mio nonno sai cosa mi diceva? Mi diceva che spingere quell'aeroplano richiedeva forza ma sopratutto vento a tuo favore. Voglio dirti che noi, da oggi in poi, siamo come quell'aeroplanino di carta: Siamo immensamente fragili, ma sono sicuro che con la forza e sicurezza riusciremo a superare ogni cosa, senza nessuna paura. Voleremo via. E dobbiamo tenere bene a mente che, non è il coraggio che ci farà essere liberi, ma solo e soltanto il nostro amore, perchè quest'ultimo è già libero e puro di suo. E ricorda, Amore Mio,' L'amore si nutre di distanza, più che di vicinanza anzi la troppa prossimità lo offusca e lo spegne. Solo chi può desiderare ancora resta innamorato. Chi possiede, presto finisce col desiderare qualcos'altro.' Ti amo tanto Harry."
I due si baciarono dolcemente, quasi ritmicamente; come se una musica soave a rendere il tutto più romantico, gli facesse da sottofondo. "Ricordalo sempre Amore Mio, quando saremo lontani, strigi quella collana e pensami. In ogni modo: Pensami."
Harry se ne stava lì, a guardare l'unico e grande amore della sua vita.
Quelle parole che aveva appena detto, non facevano altro che dimenarsi nella sua mente. E poi l'aveva chiamato "Amore Mio" Mio Amore; come se fosse solo suo e non volesse condividerlo con nessun altro, e ad Harry questa cosa piaceva; voleva che Louis fosse il Suo Amore, come voleva che lui fosse quello di Louis.
Erano l'uno in possesso dell'altro, senza poter farne a meno.  

Le lacrime marcavano il viso di Harry già da un po', quando ormai, l'ultima strofa della loro canzone, accompagnata dal suono dolce della chitarra, si accingeva ad arrivare.
"When I'm away
I will remember how you kissed me
Under the lamppost
Back on 6th street
Hearing you whisper through the phone
Wait for me to come home"

Era incredibile quanto quella canzone sembrava scritta da Louis solo ed esclusivamente per il suo Harry.
Si, perchè Harry non dimenticherà mai il sapore delle sue labbra, non dimenticherà mai il loro primo bacio e la loro prima volta insieme, così semplice e ingenua.
Non dimenticherà mai quegli occhi che gli hanno rubato l'anima sin dalla prima volta che ha incrociato il suo sguardo.
Non dimenticherà mai quanto Louis Tomlinson gli abbia migliorato l'esistenza, donandogli una ragione per vivere la vita.
E Dio solo sa quanto gli mancava il suo amore grande, quanto rimpiangeva di non averlo baciato abbastanza, fino ad avere le labbra doloranti; di non aver assaporato quelle labbra sottili che tanto amava, fino all'ultima goccia .
Di essersi perso nei suoi occhi blu troppe poche volte, che a Louis bastavano per farlo arrossire ogni volta; di non avergli rubato troppo spesso quella maledetta macchina fotografica e non averlo fotografato abbastanza.
Di non averci fatto l'amore più volte, anche a costo di ritrovarsi sfiniti.
"
Wait for me to come home." Si Harry lo aspettava, e lo avrebbe aspettato anche tra cento mille e milioni di anni, anche per sempre. Voleva solo che il Suo Amore ritornasse a casa, per poi non lasciarlo andare mai più, fino a fondersi in un'anima sola. Solo lui è il Suo Grande Amore.
 

"Torna a casa Lou, e voliamo via insieme."





ANGOLO AUTRICE

Hi people sono Anna, e questa è la prima storia che pubblico qui sopra. Per favore, non siate troppo duri con me bc I LOVE YOU. 
Detto ciò spero che la storia vi piaccia, altrimenti potete anche mentire. (scherzo,lo giuro)
Scusatemi anche per tutti gli errori che sicuramente non mancheranno.
Va bene, alla prossima.
Peace out.

  
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